TRE RIGHE le notizie e i protagonisti

31 dicembre 2017

2018, avanti il prossimo

 
DA http://www.altrenotizie.org/rubriche/editoriali.html
 
 
 
di Fabrizio Casari
Pubblicato: 31 Dicembre 2017
E' il momento di dire Buon 2018 ma temiamo di generare eccessive aspettative. Visto com’era andato il 2016, già il 2017 poteva e doveva essere un anno migliore, ma così non è stato. La linea è rimasta la stessa: rigore per noi e abbuffata per loro. Prima di rimettere il mandato Gentiloni ha fatto a tempo ad assegnarci per il 2018 un forte rincaro di luce, gas e autostrade, tanto per non perdere l’allenamento. Niente di strano: per 382 giorni il ventriloquo di Renzi ha sussurrato politiche antipopolari e favori per i soliti noti, commensali di tutto riguardo di un tavolo da dove non cade nemmeno una briciola per chi ci resta sotto.
 
L’assurdo è diventato ovvio. Siamo un Paese dove gli ambulatori medici aprono due ore al giorno e i supermercati 24 ore su 24. Vestiti da commessi non abbiamo riposi, il denaro deve correre anche se chi lo fa correre inciampa. Vogliono le aperture festive quelli che s’illudono di comprare mentre sono comprati.
 
Anche nel 2017 c’è stato meno welfare e più privato, meno salari e più bonus. Più duri i turni per chi lavora, più lontano il turno di chi aspetta di lavorare. Le pensioni minime sono ancora più minime e quelle massime non smettono di esser tali. Sono aumentati gli esodati, uomini troppo anziani per lavorare ma troppo giovani per andare in pensione. I disoccupati sono meno, ma solo se gli occupati vengono definiti tali anche lavorando poche ore al mese. Il Sud ha continuato a trasferire ricchezza al Nord, che parla di modello Italia quando incassa e di secessione quando deve pagare.
 
Il 2017 è stato l’anno nel quale chi doveva aprire il sistema come una scatoletta di tonno ha finito per fare la figura del tonno. Serve la politica. Un vaffanculo non è un’idea di governo anche quando è bene che un governo ci vada.
 
E, a tal proposito, il 2017 è stato anche l’anno dell’emersione del residuo fascista nostrano. Secondo tradizione, urlano alla “sicurezza” ma vanno sottobraccio alla criminalità organizzata. “Difensori della patria” si dicono, ma sono gli eredi di coloro che quando la ebbero nelle loro mani la regalarono al Terzo Reich. Gridano poi contro “l’invasione straniera”, ma l’ultima conosciuta è quella delle truppe tedesche che, con il loro aiuto, occuparono l’Italia. “Prima gli italiani”, dicono, ma sono gli eredi di chi li metteva prima soltanto quando riempiva i vagoni piombati diretti ai campi di sterminio.
 
Riappaiono oggi senza vergogna e con i polsi libere dalle manette dovute. I califfi delle news, che s’atteggiano a  giornalisti, li accolgono negli studi televisivi, ad onta delle carni ferite e della memoria offesa. Gli offrono la parola invece della condanna e loro si trovano di fronte alle telecamere con un microfono in mano, invece che con un libro da leggere in un corso di rieducazione. Che gli farebbe bene, perché non sono in grado di elaborare un concetto che non sia elementarmente sbagliato; non hanno idee, sono solo portatori insani di rancore diffuso.
 
L’allarme va diramato, anche se siamo di fronte ad una caricatura della storia; che però, nel suo ripetersi ciclico dei corsi e ricordi professati da G.B. Vico ritrova il mondo sottosopra, dove il male assoluto e il mondo peggiore tornano in superficie travestiti di nuovo.
 
Da Internet nessuna buona nuova. Gli idioti del web anche nel 2017 non si sono risparmiati. Fake news (come si chiamano ora le balle), odio e disprezzo elargiti al riparo di anonime tastiere hanno intasato la Rete. Immagini rubate, concetti manipolati, ferocia copiata. Il web è diventato il luogo dei peggiori che si sentono migliori. Dove c’è un coglione prima o poi arriva un social e viceversa. Non c’è rimedio, sembra.
 
La televisione, dal canto suo, offre il racconto di ciò che siamo e diventa emulazione, mentre il peggio di cui disponiamo è ormai intrattenimento. Assistiamo impotenti alla bruciatura dei neuroni di un’altra generazione. Tra Barbara D’Urso e Il Grande Fratello, le case sono invase dall’idiozia che galoppa libera. Risultano ridicole le polemiche contro le serie a sfondo criminale: raccontano ciò che c’è, la fiction è il mezzo per farlo. Ricordano agli smemorati ciò che giace sotto al refrain di  “italiani brava gente”.
 
Nell’era geologica precedente, quando non era degli immigrati la colpa di tutto ciò che è criminale, non ci siamo fatti mancare niente. Ci siamo regalati la Mafia, la ‘Ndrangheta, la Camorra, la Sacra Corona Unita, la Banda della Magliana, la Mafia del Brenta e la Banda Vallanzasca e fino alla fine degli anni ’70 avevamo il “delitto d’onore”. Più che il made in Italy, ormai peraltro proprietà della Francia, abbiamo esportato criminalità in ogni dove del mondo prima d’importare poveri più poveri di quelli che già avevamo.
 
Doveva e poteva essere l’anno dello Ius Soli, per riaffermare che ciò che è giusto non può essere illegale. Stabilire che due persone che nascono nello stesso Paese hanno due diritti diversi, è un illogico moto intestinale. Diveniamo asimmetrici, diseguali, offensivi nell’affermazione di una logica che scambia principi con voti, diritti con convenienze, educazione delle coscienze con opportunismo elettorale. Serviva approvarlo, lo Ius Soli,  contro il mostro razzista che ha ormai invaso case e cuori, disegnando uno sconcertante stato confusionale, che costruisce un senso comune privo di senso. Di questo si nutre l’industria della paura: di una narrazione falsa, che confonde clandestini con illegali, immigrati con residenti, stranieri con delinquenti.
 
Questo governo, loffio e dannoso, per la sua sopravvivenza ha offerto crudeltà e ipocrisia alle politiche dell’accoglienza. Ricattato dal partito di maggioranza, e ricattando il dissenso di minoranza, ha messo uno sbirro mancato a disegnare politiche, scaricando lontano dagli occhi la vergogna di un nuovo e silenzioso genocidio: quello contro i poveri. Non importa, infatti, da dove scappino e dove vogliano andare: il Sud è il bottino di guerra del Nord. Chi vive povertà e guerre è condannato a morire di fame, sangue e senza terre. I nuovi dannati della terra muoiono in mare.
 
E’ stato un annus horribilis per le donne, alle quali si chiede la bella presenza per un salario minore, riconoscendo solo nel minor diritto la loro differenza. Nel 2017 il femminicidio è stato l’elemento più evidente di un genere maschile che, più che Alfa, è criminogeno. Le famiglie, deputate all’armonia, spesso diventano gli orchi al riparo delle mura. Le molestie sono la questione dell’anno, ma per le donne è questione di sempre.
 
Sono molestie le appropriazioni indebite di libertà. Le coercizioni di dignità effettuate con l’arroganza e la cialtroneria del potere. L’abuso dei ruoli esibiti con la sfacciataggine dell’impunità e difesi con distinguo balbuzienti. E’ molestia l’idea di possesso ad ogni costo che sovrasta quella di relazione. Del dominio in luogo della reciprocità, della forza in assenza di seduzione. Va bene ma serve a poco il pubblico ludibrio; urgono norme che educhino i comportamenti se questi non riescono a rispettare le persone. I potenti hanno bisogno di obblighi, i deboli di leggi.
 
Almeno sono arrivate le unioni civili e il testamento biologico. Saremo liberi di delegare a chi ci ama il diritto di non farci più soffrire inutilmente. Avremo la possibilità di rinunciare alle torture immobili in un letto e di poter dire, ancora vigili, che la dignità di morire ci spetta di diritto. Perché il modo in cui si muore ha a che vedere il modo in cui si è vissuto. I crociati dell’obiezione hanno già pronta la solita truffa: obiettare in pubblico per guadagnare in privato. Onde evitare lo scempio di legalità già visto con la Legge 194, sarà bene esser chiari da subito: chi non applica le leggi dello Stato perde il posto di lavoro nel pubblico. Obiezioni anche su questo principio elementare?
 
Il 4 Marzo si voterà con una legge  elettorale concepita per non far vincere chi potrebbe vincere e non far perdere chi non deve perdere, ovvero il modello. Un modello che non conosce critica, perché chi dovrebbe criticare è salariato dal modello. Che non conosce rifiuto, perché la sinistra è parola che fa paura persino declinare. La fa anche a chi dice di volerla ricostruire ma si guarda bene dal nominarla, risultando così inadeguato.
 
Andremo con le narici chiuse e le speranze ridotte a porre una croce sul meno peggio facendo finta di credere che sia il nuovo. Perché nella stagione della rassegnazione, nell’inverno della speranza, abbiamo appreso a respirare con la bocca, ad impugnare una matita come fosse un bastone per cacciare i mercanti dal tempio.
 
I nostri nonni, che seppero pulire l’Italia dalla vergogna del nazifascismo, ci guardano con commiserazione. Finita la dotazione ideale, abbiamo solo una matita poco appuntita e una scheda fin troppo pieghevole, niente altro. E i venti soffiano al contrario. Prosit
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GLI AUGURI DI LUCA GIORDANO



Desidero fare gli auguri a tutti per un migliore 2018, invitando noi tutti ad avviare una riflessione, che sarebbe interessante sviluppare magari con un futuro incontro per un giorno di lavoro e riflessione . Il tema è quello della Pace. Non mi stanchero' di affermarlo . La Pace oggi è davvero sotto minaccia ,è diventata precaria come non mai . Papa Francesco ce lo ricorda oramai con continuazione . Ieri sul quotidiano nazionale " l'Osservatore Romano " è stata pubblicata una vecchia foto in bianco e nero ,attribuita al fotografo statunitense Joseph Roger O'Donnel ,ritraeva un bambino giapponese che portava in spalla come uno zainetto all'obitorio il corpicino del fratellino più piccolo ,morto nel bombardamento nucleare di Nagasaky nell' aprile del 1945. Il Santo Padre è preoccupato come non mai delle brutte pieghe che la conservazione della Pace  nel Mondo sta prendendo da alcuni anni a questa parte . Dal 2001 anno degli attentati alle Torri Gemelle a New York la spesa militare mondiale ( leggi in modo particolare ,quella Occidentale ) è cresciuta dell' oltre il 40%. Sono stati spesi in armamenti oltre 354 miliardi di dollari , mentre il Pianeta di giorno in giorno diventa sempre più inquinato e cresce la temperatura media mondiale e crescono le diseguaglianze economiche interne ed esterne agli Stati ed alle Nazioni come Ucraina , Medio Oriente , Sahel , Mar Cinese Meridionale , Nord Corea quanto potrà ancora durare il mantenimento o la conservazione della Pace ? Non si tratta purtroppo di una domanda retorica ,fatta ad una cena conviviale . Sembra chiaro che dappertutto nel Mondo e negli USA in particolare si vada facendo strada una idea pericolosa . Sarebbe ipotizzabile e per alcuni auspicabile un rimodellamento dell' Ordine Mondiale che passasse a mezzo di un conflitto militare . Non che  le guerre dell' Afganistan , o dell' Iraq, non siano state guerre . No ,certamente ! C'è in giro per il Mondo un desiderio diffuso di " menar le mani " per stabilire un " Nuovo Ordo ". In questo senso credo che vada letto il bombardamento fatto dagli USA nei primi mesi dall' insediamento della Amministrazione Trump quando in Afganistan essi sganciarono e testarono contro un nemico povero e privo di tecnologia la potente bomba chiamata " la madre di tutte le bombe " un ordigno  convenzionale mostruoso una bomba una soglia appena più in basso dell' esplosione di un ordigno nucleare . La porta era aperta , si ammetteva per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale che un conflitto limitato con armi nucleari e di distruzione di massa ,oggi sarebbe pure possibile e non sarebbe più tabù come invece era stato durante tutto il tempo della guerra fredda, quando conflitto atomico significava "mutua distruzione reciproca totale ...." a quel tempo la deterrenza di una distruzione reciproca inibiva nelle classi dirigenti mondiali l'idea di risolvere una crisi politica internazionale ,ricorrendo allo strumento militare. A quel tempo in effetti l' Ordine Internazionale  era saldamente in mano USA e URSS ,oggi non è più così ! Nell' ombra di diverse Cancellerie mondiali c'è chi trama per progettare un nuovo Ordine Mondiale ,costi quel che costi ,anche al rischio concreto di una guerra combattuta anche con armi di distruzione di massa in un contesto che si vorrebbe mantenere ....." limitato " ! Pura Follia ! Si, ma intanto c'è gente e tanta che nelle Cancellerie e nei Dicasteri della Difesa Strategica di mezzo mondo pensa e progetta seriamente ad uno scenario militare di tal fatta . Quanto tempo ancora abbiamo per salvare la Pace ? Temo ,non molto !  Si sta diffondendo a tutti i livelli una pseudo cultura di un "binomio utile e profittevole " tra sviluppo economico ,armamenti ed interventismo militare .Certo qualcuno osserverà non è la prima volta . Accadde per limitarci all' Europa prima fella Grande Guerra e sappiamo come andò a finire ,accadde negli anni trenta nel Mondo e sappiamo come andò a finire ,accade di nuovo adesso + 40% delle Spese Mondiali per la Difesa . Sappiamo come potrà andare a finire ...... Sono molto preoccupato non tanto per persone come noi,"che come dissero i fratelli JFK e Robert Kennedy affrontarono la crisi di Cuba nel 1962 quando il Mondo si avvicinò alla guerra atomica ed alla distruzione reciproca e totale " quanto per i nostri figli , Noi abbiamo già vissuto ,loro ancora No ."
Luca Giordano per Tre Righe
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BERSANI&FERILLI





ELEZIONI, SABRINA FERILLI: VOTO LIBERI E UGUALI

“Se le elezioni costringessero il Pd su una piattaforma in netta discontinuità con il passato, si potrebbe aprire una discussione. Se invece il Pd esce dalle urne dicendo ‘siamo come eravamo’, la sua strada può essere solo Berlusconi”, lo afferma Pierluigi Bersani in una intervista su Repubblica. 

La campagna elettorale è iniziata e Bersani, esponente di spicco di Liberi e Uguali, esprime un giudizio netto sul governo Gentiloni che ha: “Scippato un referendum sui voucher, messo otto voti di fiducia su una legge indigeribile come il Rosatellum, mostrata assenza assoluta di correzione delle politiche economiche e sociali nella legge di stabilità, il caso Boschi, infine il non casuale affossamento dello Ius soli. Sono costretto a concludere – dichiara Bersani – che dietro al volto più accettabile di Gentiloni c’è il cuore duro del renzismo. Non ci si può accontentare delle buone maniere”.

Ma l’ex segretario Dem ne ha anche per il M5s e riferendosi al candidato premier pentastellato, Luigi Di Maio, afferma: “Se chiede i voti a LeU per dar vita a un governo, “andiamo lì, streaming o no, e diciamo: diritti del lavoro, investimenti su ambiente e territorio per dare lavoro, servizi universalistici su sanità e scuola, fisco fedele e progressivo, civismo e diritti. Questi sono i titoli. Sia chiaro, non sto proponendo un’alleanza, perché non togliamo le castagne del fuoco a nessuno. Ma non do alibi ai 5 stelle. Sono loro che non discutono e l’impotenza del M5S è un guaio per l’Italia. Comunque  se Di Maio dice fuori dall’Europa, gli dico ciao. Se non discute di ius soli, idem”.

Ma il M5S, che in questa legislatura ha perso più di un deputato, inserisce nel proprio statuto una multa di 100 mila euro per gli espulsi in Parlamento e l’obbligatorietà di votare la fiducia ad un governo grillino. Sul blog del movimento di Grillo, Di Maio annuncia anche la sua presenza la notte di S. Silvestro al Circo Massimo di Roma. Anche questa è propaganda, eppure Sabrina Ferilli, che nel 2016 a Roma aveva sostenuto Virginia Raggi, in una intervista a La Stampa dichiara che i grillini "Sono rimasti ambigui su certi passaggi. Sui diritti civili non si sono mai esposti, non si riesce a capire fino in fondo cos'abbiano in mente”,  e che il suo voto andrà a Liberi e Uguali  rivelando il suo storico “amore” per Massimo D’Alema che, per l’attrice di Fiano Romano, “E’ un grande politico” che non l’ha mai delusa. E per il nuovo anno la Ferilli si augura “Salute, e poi buon senso e correttezza, soprattutto da parte di chi riveste cariche pubbliche. Per un Paese meno becero e aggressivo, ci vuole gente che esprima una responsabilità lucida e vigile”.

Maura Pisciarelli
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Gli auguri di Massimo Frana





Il mio augurio per il 2018? Possiamo vivere, non essere in vita, e ritrovare noi stessi e vivere in pienezza ogni istante della nostra vita, questo nostro presente, il nostro essere qui e ora. Nient'altro, se non vivere. Il resto è un'aggiunta. BUON ANNO!

"Tutta la vita dobbiamo imparare a vivere e, cosa della quale forse ti meraviglierai, tutta la vita dobbiamo imparare a morire... Credimi, è tipico di un uomo grande e che si eleva al di sopra degli errori umani permettere che nulla venga sottratto dal suo tempo, e la sua vita è molto lunga per questo, perché, per quanto si sia protratta, l'ha dedicata tutta a se stesso... Tutti quelli che ti chiamano a sé, ti allontanano da te... Passa in rassegna, ti dico, e fai un bilancio dei giorni della tua vita: vedrai che ne sono rimasti ben pochi e male spesi. Quello, dopo aver ottenuto le cariche che aveva desiderato, desidera abbandonarle e ripetutamente dice: “Quando passerà quest'anno?” Quello allestisce i giochi, il cui esito gli stava tanto a cuore e dice: “Quando li fuggirò?” Quell'avvocato è conteso in tutto il foro e con grande ressa tutti si affollano fin oltre a dove può essere udito; dice: “Quando verranno proclamate le ferie?” Ognuno consuma la propria vita e si tormenta per il desiderio del futuro e per la noia del presente. Ma quello che sfrutta per se stesso tutto il suo tempo, che programma tutti i giorni come una vita, non desidera il domani né lo teme. Cosa vi è infatti che alcuna ora di nuovo piacere possa apportare? Tutto è noto, tutto è stato assaporato a sazietà. Per il resto la buona sorte disponga come vorrà: la vita è già al sicuro. Ad essa si può aggiungere, ma nulla togliere, e aggiungere così come del cibo ad uno ormai sazio e pieno, che non ne desidera ma lo accoglie. Perciò non c'è motivo che tu ritenga che uno sia vissuto a lungo a causa dei capelli bianchi o delle rughe: costui non è vissuto a lungo, ma è stato in vita a lungo". (Seneca, De brevitate vitae)
Massimo Frana

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COSTITUZIONE



Pubblichiamo le conclusioni di Domenico Gallo presentate al termine  della giornata commemorativa in occasione del 70° anniversario della Costituzione svoltasi a Palazzo Giustiniani il 27 dicembre







Conclusioni di Domenico Gallo

 

La Costituzione della Repubblica italiana venne promulgata il 27 dicembre del 1947 con la firma di Enrico De Nicola (Capo provvisorio dello Stato), Umberto Terracini, Presidente dell’Assemblea costituente e Alcide De Gasperi, Presidente del Consiglio dei Ministri ed entrò in vigore il 1 gennaio 1948. Sono passati settant’anni.

E’ un tempo storico sufficientemente lungo per fare un primo bilancio della vitalità della nostra Carta Costituzionale, chiederci se i suoi principi ed i suoi valori sono ancora indispensabili per il nostro futuro, se la sua architettura delle istituzioni è ancora valida, oppure se genera inefficienza o altri mali, come ci annunciano quasi quotidianamente da trent’anni i suoi detrattori. E’ tempo di chiederci se il patrimonio di beni pubblici che i padri costituenti hanno lasciato in eredità al popolo italiano è stato ben speso o sperperato e se questo patrimonio debba essere conservato e tramandato alla generazioni future. L’incontro che abbiamo tenuto oggi nella sala del Senato che il Presidente Grasso ci ha messo a disposizione si è posto proprio l’obiettivo di rispondere a questa domande.

E’ necessario fare una premessa. La Costituzione non è mera espressione di tecnica del diritto, essa si sviluppa lungo quella frontiera aspra, rocciosa, battuta da venti impetuosi, dove il diritto si incontra con la storia, dove la tecnica giuridica si innesta con le istanze metagiuridiche della filosofia e dell’etica. Come ebbe a spiegarci in modo magistrale uno dei padri della Costituzione, Piero Calamandrei, nel famoso discorso agli studenti di Milano del 26 gennaio 1955:

“ In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane…”

Ci sono gli echi del risorgimento, dei valori della Costituzione della Repubblica romana del 1849, gli echi delle voci di Mazzini, di Cavour, di Cattaneo, di Garibaldi, di Beccaria.

“Grandi voci lontane, grandi nomi lontani… Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e  la giustizia potessero essere scritte in questa Carta.” La Costituzione, pertanto, è la traduzione nell'ordinamento giuridico dell'annuncio portato dalla Resistenza di una nuova società umana, cioè di un tempo e di una storia nuova in cui fossero risparmiate per sempre alle generazioni future le sofferenze inenarrabili che avevano patito quelle precedenti attraverso le due guerre mondiali, l'olocausto e l'asfissia di una società priva di libertà. Con la Costituzione ci è stato consegnato il dono della libertà e con esso un patrimonio di beni pubblici repubblicani a suggello di un patto di amicizia che le generazioni passate hanno stretto con  le generazioni future.

Abbiamo molto discusso in questa sede dell’attualità dei principi e valori che la Costituzione ha insediato nell’ordinamento giuridico ed abbiamo discusso della crescente disapplicazione di questi principi e valori nell’ordinamento politico, rivendicando la validità del progetto di società iscritto nella Costituzione, ancora da realizzarsi. Siamo tutti coscienti che la Costituzione ha una dimensione precettiva, immediatamente applicabile e vincolante per tutti, che i giudici fanno applicare quando, per esempio, la Corte costituzionale cancella quella norma del pacchetto di sicurezza Maroni che vietava il matrimonio fra un cittadino italiano ed una persona di altra nazionalità priva del permesso di soggiorno, ed una dimensione programmatica che indica alla politica ed alle istituzioni un dover essere e guarda al futuro.

Non a caso la professoressa Carlassare ci ha parlato del progetto di una società più umana ed ha definito la Costituzione come la Carta del nostro futuro.

Voglio solo indicare un aspetto della Costituzione che ha parlato direttamente al futuro: il tema della laicità. Per comprendere appieno la natura e il significato del principio di laicità bisogna ricercarne la radice, essa deriva da quella concezione dei diritti dell'uomo che nel nostro ordinamento costituzionale ha dato origine al principio personalista. L’articolazione forse più importante del principio personalista è proprio la laicità. 

Come si è detto, esistono nella Costituzione dei valori supremi, ma  il metro per giudicarli è la persona umana; il che significa che non ci possono essere esigenze, anche fondate su valori, su interessi, su dogmi religiosi o su calcoli di utilità che consentano di attentare al valore fondante costituito dai diritti inviolabili della persona.

Da questa concezione dell’uomo come fondamento del diritto nasce la laicità, basata sul principio personalista e non soltanto sugli articoli 7 e 8, 19 e 20 della Costituzione, che regolano i rapporti fra lo Stato e la Chiesa cattolica e assicurano la libertà di religione e la libertà di coscienza. 

La laicità si fonda sul riconoscimento che il valore uomo non è bilanciabile con altri valori, perché è un valore fondante. A differenza di altri ordinamenti, la Costituzione non consente di fare un bilanciamento fra l’esigenza di sicurezza di una collettività organizzata in comunità politica e il diritto alla vita di ciascun cittadino (infatti, la pena di morte è bandita). Ciò perché il diritto alla vita e alla dignità essenziale della persona è assolutamente inviolabile e non può essere superato dall’azione dei pubblici poteri.. La persona è il valore fondamentale, rispetto al quale tutto il resto deve girare intorno, come i pianeti girano intorno al sole. In ciò consiste l'essenza della laicità.

Questa concezione della laicità, che è stata articolata nel 1947, ci dà un criterio per affrontare le difficoltà che incontriamo oggi, nel 2017, nella politica, nella cultura e nel costume. In particolare  il problema della convivenza nel nostro paese fra religioni, culture e costumi profondamente differenti dovuto ad un evento successivo e certamente non previsto dai costituenti: il mutamento della popolazione prodotto dall’immigrazione. La Costituzione ci offre il  criterio fondamentale di convivenza fra diversi in una società che è divenuta necessariamente multiculturale.

Questo criterio ci dice che prima di tutto vengono i diritti della persona, che non si può fare nessun bilanciamento fra i diritti inviolabili della persona e le esigenze delle culture, delle religioni, dell’etica. La laicità spoglia dell'onnipotenza la politica e la religione. Pertanto il principio supremo di laicità non è un relitto di passate guerre di religioni. Come tutti i principi supremi della Costituzione nasce dal passato ma guarda al futuro. Parla di noi, del nostro futuro. Ci fornisce gli strumenti e il criterio basilare per fondare la convivenza pacifica fra le diverse culture, fra le differenti popolazioni e le differenti religioni presenti nel nostro Paese per effetto dell’immigrazione; ci consente di garantire i diritti delle minoranze, di difendere i diritti dell’uomo e della donna, anche di fronte alle società e alle culture di appartenenza.

Questo discorso sulla laicità ci permette di meglio comprendere la dimensione al contempo precettiva e programmatica della Costituzione. La dimensione programmatica assegna una missione alla politica, la orienta verso un orizzonte comune nel quale sono istituite l’eguaglianza, la giustizia sociale, la pace, il rispetto della dignità umana, un orizzonte che unifica il popolo italiano e lo costituisce in comunità politica aperta al futuro.

Oggi, come allora, abbiamo ancora e sempre più bisogno di far crescere l’eguaglianza, invece che la disuguaglianza, come avviene quando, pur aumentando il reddito, cresce la povertà; abbiamo bisogno che il lavoro e la dignità di ogni persona, sia posta a fondamento dell’ordinamento, non la precarietà del lavoro e della vita; abbiamo bisogno che sia salvaguardata la salubrità dell’ambiente, non lo sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali; abbiamo bisogno di una scuola pubblica che formi il cittadino, non di un’agenzia asservita al mercato; abbiamo bisogno di sanità pubblica ed universale, non di servizi scadenti e per censo; abbiamo bisogno di istituzioni rappresentative dove possano entrare le domande, i bisogni e le aspirazioni dei cittadini, non di parlamentarti che rappresentino solo i loro capi.

La missione della politica nel progetto costituzionale è l’organizzazione della speranza.

Quando invece, come accade nel nostro tempo la politica organizza la paura, anziché la speranza, dobbiamo chiederci: è sbagliata la Costituzione o è sbagliata la politica?

 

 
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30 dicembre 2017

Aspetti tecnici della riforma sulle intercettazioni

Oggi i media riportavano la riforma delle intercettazioni investigative voluta dal Ministro della Giustizia Orlando . Il M5 Stelle , L'A.N.M. , le Camere Penali Italiane , il Sindacato Giornalisti  hanno fatto a vario titolo molte critiche . Le critiche politiche M 5 Stelle in testa che dichiarano senza fornire nessuna prova od argomento critico valido che così si sia voluto fare un regalo a " Berlusconi oppure alle varie mafie " sono argomenti sterili e senza senso . Gli argomenti del Sindacato Giornalisti che lamentano che malgrado adesso sia da loro conoscibile e pubblicabile addirittura un' eventuale ordinanza custodiale e non tutti gli atti di indagine preliminare relativi , pretestuosa e non realistica . Mi sembrano invece più pertinenti le critiche pervenute da : l' Associazione Nazionale Magistrati e dalle Camere Penali . Andiamo con ordine : Le critiche dei Magistrati. Essi sostengono che con la riforma si dia più potere alla Polizia Giudiziaria e meno al P.M.  Citano ad esempio l' Indagine della Consip . Potrebbero non avere torto . In questi anni nel processo  penale stiamo assistendo ad un irragionevole processo a ritroso  di ampliamento dei poteri della Polizia Giudiziaria , cosa che comporta dei rischi ,nella misura in cui ,questa di fatto assume una certa discrezionalità e si attenua il controllo della magistratura.  Le critiche delle Camere Penali . Mi sembra che abbiano ragione . Essi lamentano infatti che non sarà possibile ottenere in fase di ordinanza custodiale anche in carcere il cd cartaceo ,cioè le copie in carta delle intercettazioni effettuate dalla Pubblica Accusa . In breve la Difesa potrà entro breve termine solo accedere ed ascoltare le registrazioni. Un nocumento di non poco conto alle esigenze di difesa giusta ed efficiente delle ragioni della garanzia di libertà. Purtroppo nulla di nuovo sotto il sole in materia di giustizia penale ! Non si possono fare i matrimoni con i fichi secchi !  Si può anche apprezzare lo sforzo in buona fede fatto dal nostro Guardasigilli ma siamo purtroppo ancora molto lontani da un approccio giusto e costruttivo da compiere nel mondo giustizia . Prepariamoci poi ad affrontare le sfide delle Destre che vorranno separare le carriere tra magistrati giudicanti e requirenti e sottoporre il.P.M. inevitabilmente al Ministro della Giustizia e rendere l'azione penale non più obbligatoria così snaturando la secolare separazione dei poteri di derivazione illuministica .
Luca Giordano per Tre Righe .
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PER LA FESTA DI FINE ANNO,OSPITI D'ECCEZIONE AL CIRCO MASSIMO


                                                     Il Circo Massimo (ricostruzione)

Siamo agli sgoccioli: Roma si appresta a festeggiare il nuovo anno al Circo Massimo, dove confluirà una marea di gente , romani e non, per fare caciara , qualche botto, anche se vietato, ascoltare musica e cercare di rimorchiare , perché no?

Ma c’è chi è sempre in servizio attivo permanente e non perde occasione per farsi pubblicità. Le elezioni sono alle porte , mancano una sessantina di giorni, ed  ogni occasione è buona per farsi vedere in mezzo alla gente, specie in una festa di popolo  come questa. E neanche fosse George Clooney, qualcuno annuncia la sua partecipazione . E’ il caso del giovane Gigino  Di Maio che, rinfrancato dalla presenza pentastellata al Campidoglio  , annuncia la sua partecipazione alla festa (a proposito l’anno scorso dove ha festeggiato?) . Noi siamo molto contenti della sua presenza. Probabilmente è la prima volta che ci va , se no cosa lo avrebbe annunciato a fare? Noi romani siamo rotti a tutti. Non ci impressiona nulla. Neanche la presenza di questo giovanotto ben sbarbato ,con il cappottino nuovo e la camicina bianca immacolata e soprattutto candidato premier dal suo movimento.
 Ci auguriamo, da eterni ottimisti, che colga quest’occasione  per capire  cosa significhi festeggiare il nuovo anno a Roma, nella Capitale. Probabilmente qualcuno gli parlerà di un certo Nicolini , dell’Estate Romana e delle sue feste fantastiche. Siamo proprio contenti che ci vada e si faccia una cultura in merito. Come abbiamo visto, di svarioni in genere ne prende tanti e se questa è l’occasione perché impari qualcosa, è il benvenuto.

Ma non si illuda di meravigliare alcun romano con l’annuncio della sua presenza .
A Roma  ad un annuncio del genere , si  risponde :”…e sti cazzi nun ce ‘o metti?”

Domenico Fischetto

Per approfondire

M5S: Di Maio a Circo Massimo per festeggiare nuovo anno 


ZCZC2660/SXA XPP75031_SXA_QBXB R POL S0A QBXB M5S: Di Maio a Circo Massimo per festeggiare nuovo anno (ANSA) - ROMA, 30 DIC - "Domani sera saro' a Roma al Circo Massimo per festeggiare l'arrivo del nuovo anno. Ci vediamo li' per gli auguri. Sara' un grande anno". Lo scrive, sul blog di Beppe Grillo, il leader del M5S Luigi Di Maio.(ANSA). ESP 30-DIC-17 16:1
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INTERCETTAZIONI :LA DIFESA E' GARANTITA A CHI PUO' PERMETTERSELA



                                                                       Andrea Orlando

Il via libera definitivo alla riforma sulle intercettazioni, già approvata dal Governo lo scorso 2 novembre, è arrivato ieri,29 dicembre, dal Consiglio dei Ministri. Dalla sua pubblicazione, prevista per gennaio, passeranno sei mesi affinché entri in vigore.
Il decreto legislativo approvato ieri conferma il ruolo delle intercettazioni come strumento fondamentale per le indagini introducendo nel codice penale il delitto di “diffusione di riprese e registrazioni di comunicazioni fraudolente” (escluse quelle realizzate per esercizio del diritto di difesa o di cronaca), disponendo il divieto di trascrizione delle conversazioni ritenute irrilevanti ai fini delle indagini.
La riforma, inoltre, rivede la disciplina del deposito degli atti: al deposito delle comunicazioni segue l’acquisizione esclusiva di quelle rilevanti e la separazione e la custodia in archivio di quelle ritenute irrilevanti. Questa valutazione è nelle mani del pubblico ministero che diviene, quindi, il custode dell’archivio. Viene rivisto anche l’utilizzo dei cantatori informatici semplificando l’utilizzo delle intercettazioni che riguardano reati più gravi.

Alla soddisfazione del ministro della giustizia Andrea Orlando che ha dichiarato che d’ora in poi “abbiamo un Paese che utilizza le intercettazioni per contrastare la criminalità e non per alimentare i pettegolezzi o distruggere la reputazione di qualcuno”, si sono susseguite una serie di critiche.

L’Anm non boccia la riforma, tuttavia il presidente Eugenio Albamonte ritiene che "si poteva fare meglio. "Lo strapotere della polizia giudiziaria, la vicenda dei trojan e i tempi troppo lunghi per l'entrata in vigore della possibilità per i giornalisti di ottenere e pubblicare l'ordinanza di custodia cautelare sono i punti negativi della riforma". 
Il presidente dell’anca, Raffaele Cantone ha dichiarato di avere “qualche perplessità sul fatto che sia la polizia giudiziaria a dover trascrivere le intercettazioni rilevanti pre le indagini. Gli abusi ci sono stati e bisognava intervenire. Ma credo che lasciare al pm il ruolo di garante sia nell’interesse di tutti, anche della polizia”.

“È una riforma che non possiamo considerare positiva perché per tutelare privacy e riservatezza si è scelto di limitare fortemente il diritto di difesa. Il che crea danni significativi a chi si trova coinvolto il vicende giudiziarie. Già oggi difendere è complicato. Domani diventerà pressoché impossibile, tanto meno nella fase cautelare”. A fare questa valutazione non è un imputato, ma l’Unione delle camere penali.  Per Rinaldo Romanelli, componente della giunta del sindacato degli avvocati, “il vulnus di questa riforma resta: non dare copie agli avvocati di tutto il materiale intercettato. Tanti processi si fanno sulla base delle intercettazioni: ma il 98% per cento del materiale intercettato è irrilevante, non bastano 10 giorni per trovare invece le conversazioni utili alla difesa”. La ricerca del materiale difensivo, dunque, sarà possibile soltanto ai grandi studi legali e quindi il garantismo c’è, ma solo per chi può permetterselo.

Maura Pisciarelli
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CAPODANNO A MARATEA....




Ebbene sì, confesso, ci sono casi in cui mi sento un conservatore convinto. Dopo avere valutato attentamente i pro e i contro, mi rimane dentro densa l'opinione che Maratea sia pochissimo adatta ad ospitare lo spettacolo RAI della festa per gli auguri di Capodanno. Domani notte in poche ore convergeranno su quelle strade decine di migliaia di persone con migliaia di vetture. Ci saranno, crescenti e immani, frastuono e baraonda. Ma avete presente la natura del luogo, le strade... strette e risicate che a serpentina fiancheggiano le montagne? Ma vi rendete conto che per gli incendi e le piogge esse sono state recentemente interrotte e chiuse con una frequenza allarmante? Ma stiamo parlando delle stesse strade dove non è raro incrociare mucche libere e vagabonde? Maratea è un miracolo di bellezza naturalistico paesaggistica in equilibrio risicato: andrebbe trattata come una perla fragile e preziosa. Pretendere di trasformarla, di notte e d'inverno, in un luogo di festa di massa significa violarla e farle violenza, mettere a rischio equilibrio e capacità di resilienza. Così come non si può trivellare impunemente petrolio in Val D'Agri mescolando acque purissime con i veleni che residuano dagli idrocarburi. Non si può coniugare logica del profitto e rispetto per la natura, brutalizzarla con la trivella. Ovviamente tifo perché domani sera a Maratea funzioni tutto al meglio e in allegria. Ma intanto non potevo starmene zitto in diplomatica ipocrisia.
 
Gian Carlo Marchesini
 
per approfondire
 
diretta su rai 1

Capodanno a Maratea
400 agenti per la sicurezza

da     http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/965698/capodanno-a-maratea-400-agenti-per-la-sicurezza.html
 
 
29 Dicembre 2017


 
Maratea
POTENZA - Saranno circa 400 gli agenti delle forze dell’ordine in servizio a Maratea (Potenza) domani e dopodomani in occasione del Capodanno di Rai 1, che per la terza volta consecutiva sarà mandato in onda dalla Basilicata. Per la trasmissione di San Silvestro «L'anno che verrà», che sarà condotta da Amadeus e che sarà in diretta anche su Rai Radio 1, piazza Europa potrà ospitare circa 6.500 persone.
I dettagli sull'organizzazione della sicurezza sono stati forniti in serata, in una conferenza stampa, nella Prefettura di Potenza. In particolare il prefetto Giovanna Cagliostro, il questore Alfredo Anzalone, il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Daniele Scardecchia e il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Gianluca Dinoi, hanno evidenziato il divieto di entrare in piazza con bottiglie e bicchieri di vetro. Tra i 400 agenti in servizio a Maratea, ve ne saranno anche di specializzati nell’antiterrorismo e una motovedetta della Guardia di Finanza sorveglierà il porto della «Perla del Tirreno».
In mattinata, invece, in un’altra conferenza, a Villa Nitti di Maratea - dove, tra gli altri, sono intervenuti anche Amadeus e il presidente di Raicom, Roberto Nepote - il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Pd), ha sottolineato che «il saper fare squadra tra la Regione Basilicata e la Rai è stata l’arma vincente, che consegnerà alla nostra comunità e alla nostra società un valore aggiunto: un’opportunità che credo siamo stati bravi a cogliere». L’accordo tra la Regione Basilicata e la Rai prevede che anche le prossime due trasmissioni del Capodanno di Rai 1 saranno in Basilicata, con quello del 2020 a Matera, a conclusione del 2019, anno in cui la Città dei Sassi sarà Capitale europea della Cultura.
 
 
 
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ANCHE ROSSI PER ZINGARETTI



Comunicato stampa

                   Enrico Rossi (al centro)

Dire
LAZIO. ANCHE ROSSI PER ZINGARETTI E UNITÀ DEL CAMPO DEMOCRATICO
30 dicembre 2017, 13:10
(DIRE) Roma, 30 dic. - "Io mi fido del giudizio del compagno Simone Oggionni". Queste le parole con cui il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha approvato le proposte per un alleanza tra sinistra e Pd nel Lazio, dove tra pochi mesi si andra' alle elezioni regionali.
Rossi, prendendo posizione, cita un post di Simone Oggionni che aveva scritto quanto segue: "Nicola Zingaretti fa appello alle varie sinistre perche' nella Regione Lazio rimangano unite e consentano di proseguire l'esperienza amministrativa di questi anni. Penso che il suo appello vada raccolto. Perche' - pur con limiti che non vanno sottaciuti - il lavoro di questi anni e' stato positivo e deve continuare. La vittoria della destra (che nel Lazio ancora piu' che altrove e' destra vera, destra fascista) sarebbe una sciagura. E anche - ma e' l'ultima per importanza - per una ragione squisitamente politica: la ricostruzione di quel campo democratico e progressista che nazionalmente e' impossibile, va praticata dove cio' e' possibile. Nel Lazio e' possibile, da subito".
(Zap/ Dire)
13:10 30-12-17

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10155866228744034&id=38423524033
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29 dicembre 2017

SERGIO MATTARELLA:LE ELEZIONI NON SONO UN PASSAGGIO DRAMMATICO



 
 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri,28 dicembre, dopo aver ricevuto al Quirinale  il Presidente del Consiglio,Gentiloni, e i presidenti di Camera e Senato,  Boldrini e Grasso, ha sciolto le Camere. L’atto finale che fa calare il sipario sulla XVII legislatura e porta alle elezioni fissate per il 4 marzo. 
Inizia oggi la campagna elettorale anche se fino al voto a Palazzo Chigi resterà Gentiloni il cui governo non si è dimesso. 

“L’Italia non si mette in pausa. Il governo non tira i remi in barca, continuerà a governare”, ha dichiarato il premier nella conferenza stampa di fine anno lasciando intendere che le elezioni non avranno alcun vincitore: “Io prossimo premier? Conoscete tutti la legge elettorale e sapete che prevede l’indicazione del leader del partito, del capo della forza politica, quindi ci sono pochi dubbi. In base ai risultati elettorali si lavorerà per fare un governo e mi auguro che il PD abbia la forza fondamentale per farlo, per il momento c’è un premier, che sono io e che assicura l’attività di governo”. 

E’ evidente che la nuova legge elettorale abbia un carattere misterioso che non rinvigorisce affatto la figura del Presidente del Consiglio, per cui l’esito delle urne non sarà del tutto rilevante ai fini della prossima legislatura. Ecco perché l’ex giudice della Consulta ha già fatto sapere che non basterà a nessuno avere pochi punti percentuali in più per ottenere l’incarico della formazione di Governo. 
Eppure Sergio Mattarella ad un cronista che gli suggerisce di risparmiare le forze in attesa delle prossime elezioni risponde: “Quello delle elezioni non è mai un passaggio drammatico”. In questa risposta c’è tutta l’impostazione di un uomo rispettoso delle Istituzioni e dei ruoli e la fermezza di percorrere solo le strade indicate dalla Carta Costituzionale.

Maura Pisciarelli
 

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Le riflessioni di Pradella:GLI INGENUI HANNO ANCORA LA CAPACITA' DI INDIGNARSI

                                                                        Pietro Badoglio
 
La capacità di indignarsi è cosa sempre più rara in questo paese.
Non sono mai intervenuto sull'argomento "rientro della salma di Vittorio
Emanuele III", per due ragioni fondamentali, la prima:
Assodata come impensabile la sepoltura al Pantheon (simbolo non so bene di cosa, ma vietato per definizione ai pusillanimi e ai traditori non della Patria, ma del popolo. Tradimento perpetrato lungo tutto il suo regno e non solo in occasione della fuga ingloriosa), che fosse sepolto come privato cittadino - non preclaro - nella tomba di famiglia, a  Vicoforte, (in tutte le famiglie ci sono personaggi da dimenticare) non mi sembrava rilevante. Infatti la discussione è andata da altra parte.
La seconda è più importante ai miei occhi: nel 2018 cade il settantesimo anniversario della Costituzione italiana e anche il centesimo anniversario della fine della prima guerra mondiale.
Un avvenimento di altissima civiltà, la Costituzione, in contrapposizione a uno dei momenti più indecenti della storia militare e di quella tout court del paese.
Nella prima, il Re dij giju (il re dei mozziconi, appropriata definizione
della sua statura fisica che ben rappresentava la sua pochezza morale) Vittorio Emanuele III, non c'entrava ovviamente niente.
Della seconda è stato corresponsabile massimo, dalla decisione di entrare in
guerra, (senza la quale forse non avremmo dovuto subire il ventennio fascista), alle nomine ai vertici militari di Cadorna e Badoglio.
Questo paese ha sempre avuto la memoria cortissima, infatti ci sono strade e
piazze intitolate al monarca e altre a Cadorna, uomo indecente non solo come generale incapace (non aveva capito niente di reticolati e mitragliatrici, mentre Rommel aveva capito tutto)che aveva causato la morte insensata di più di 600.000 ragazzi, che aveva denigrato i suoi ufficiali e i soldati, scaricando su loro le sue stupide incapacità, decimando e fucilando rabbiosamente combattenti che disprezzava, convinto di appartenere a una razza superiore, che niente aveva da spartire con la feccia di contadini analfabeti e puzzolenti.
Altre strade e persino un paese (Grazzano Badoglio in Monferrato) intitolate a Badoglio; uomo per tutte le stagioni, incapace e vigliacco anche lui, che ha dato prova di sè sotto tutte le bandiere: monarchica, fascista, repubblicana (dai missini ai democristiani ai comunisti), uno degli artefici della disfatta di Caporetto e dell'armistizio del '43, che ha lasciato di nuovo il paese in balia del peggio.
Ma il re si è distinto anche per aver voluto Vittorio Veneto, vittoria
inesistente. Diaz non sapeva nemmeno dove fosse il luogo che è assurto alla storia come sito della vittoria: una delle balle più colossali raccontate nelle scuole del nostro paese: i tedeschi ormai ritirati dal fronte meridionale; gli austro-ungarici allo sbando (non per merito nostro), ormai disposti a cedere il Trentino e a dare lo statuto di "città libera" a Trieste, ma: i vincitori stavano per dividersi le spoglie dei nemici (mettendo le basi per la seconda guerra mondiale e la nascita del nazismo) e ci voleva una "vittoria", che in realtà non c'è stata ma che è stata inventata a futura
memoria.
Insomma il re, insieme ai suoi, ne ha fatte di tutti i colori e nemmeno una giusta.
Conclusioni desolate:
l'ultimo generale della penisola, (per conto della penisola stessa),vittorioso, è stato Scipione l'Africano. L'ultimo re decente di casa Savoia non so individuarlo bene
L'incapacità di indignarsi è la caratteristica culturale più recente di questo paese, insieme a quelle più antiche: arte di arrangiarsi e familismo amorale.
Umberto
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Municipio II:Pinetina di Villa Massimo, verso l'apertura?





Ne succedono di tutti i colori al Municipio II

In questi giorni il Municipio II è assurto alle cronache cittadine grazie ad  una fantomatica associazione di cittadini, non sappiamo se regolarmente costituita, che ha fatto  installare, dietro autorizzazione municipale, delle barre divisorie nelle panchine, come in aeroporto, a Piazza Pontida  con l' obiettivo di non permettere ai senza fissa dimora di improvvisare un giaciglio per la notte, ma anche, diciamo noi, per non permettere ai fidanzatini di scambiarsi delle effusioni “ravvicinate” .

E' di questi giorni inoltre la sentenza del Consiglio di Stato che, respingendo il ricorso della DAFI ( la concessionaria della parte ristoro della Pinetina) finalmente chiude la vicenda della gestione punto verde infanzia della Pinetina di Villa Massimo. La sentenza della Magistratura  Amministrativa conferma la revoca della convenzione/concessione emessa in autotutela da Roma Capitale nel 2014.Inoltre viene confermato anche il vincolo paesaggistico del 1922.

E allora che cosa succederà dopo questo ennesimo e definitivo pronunciamento della Magistratura?

Qualche mese addietro il Municipio II aveva convocato un’ assemblea pubblica per illustrare il progetto di riqualificazione  della Pinetina solo nella sezione destinata a parco pubblico. Un solerte ingegnere dell'Ufficio Tecnico del Municipio aveva srotolato le carte e spiegato ai cittadini presenti la riqualificazione  del parco ,  ivi compresa la collocazione di una giostra collocata dove si trovava alla fine della II guerra mondiale. Per quanto riguarda la piantumazione degli alberi mancanti e quelli catalogati pericolanti ,e quindi da abbattere,  si rimandava alle competenze del Campidoglio (a babbo morto, diciamo noi , malpensanti! nda. ) Comunque, se avete pazienza,  consultando il nostro archivio, troverete un articolo di Tre Righe su questa  presentazione.
In chiusura c’eravamo quasi espressi favorevolmente sul progetto con una riserva: che era appunto il pronunciamento del Consiglio di Stato, che c’è stato ora .
La sentenza del Consiglio di Stato si applica su tutta la Pinetina  ,non fa distinzione tra parco pubblico e area ristoro, distinzione che è stata pensata  all’atto delle due concessioni : una rilasciata al giostraio per la parte a verde, e una rilasciata al ristoratore per la parte chiamiamola “ commerciale”.

E allora ? Che vuol dire?  Vuol dire che devono essere abbattuti tutti i manufatti che insistono nell’area verde compresi quelli dell'area  ristoro?

Le sentenze del Consiglio di Stato sono immediatamente eseguibili. Tutta l'area è ritornata sotto la competenza  Municipale. Quali decisioni prenderanno i vertici del II Municipio ? Procederanno all'abbattimento? E di quali manufatti?
Staremo a vedere e ne informeremo i nostri lettori.

Abbiamo però  il sospetto  che ne vedremo ancora delle belle e che prima di leggere il giornale  seduti su una panchina nella Pinetina ci  passerà ancora del tempo!!!
 
Domenico Fischetto
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TRE RIGHE, le notizie e i protagonisti, dicembre 2017

 


La Lupa Capitolina
 
E' in distribuzione gratuita il numero di dicembre 2017 di "Tre Righe le notizie e i protagonisti" presso le seguenti edicole e punti vendita:


Piazza Bologna
Largo Lanciani
Viale XXI Aprile/Nardini
Piazza Tommasini
Via Nomentana fronte S.Agnese
 Piazza Salerno
 
In distribuzione presso i seguenti esercizi commerciali
 
Bar Villa Blanche Via Lanciani 20
Tabacchi Via Lanciani 22
Pizzeria Via Lanciani 16
Bar da Eddy Via Boldetti
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28 dicembre 2017

NARCISO E L'AMORE




Un mio caro ex alunno mi ha scritto e mi ha posto una domanda impossibile: Prof., cos'è l'amore?
Per rispondere ho riletto in modo inedito il mito di Narciso.

L'amore è uno specchio d'acqua, in cui un giorno ti capita di scorgere la tua immagine, ma non la riconosci. Ed essa ti appare così bella da desiderarla con tutte le tue forze, perché è il tuo vero Sé. Tu ti protendi verso di lei, finché, nel tentativo di abbracciarla, non cadrai in quelle acque insidiose. Ma cadere significa morire, e qualcuno, per paura, abbandona l'impresa, allontanandosi da quello specchio e rinunciando al suo vero Sé. Narra il mito di Narciso che, sulle rive del fiume dove il bellissimo giovane cadde nel tentativo di abbracciare il suo riflesso, spuntarono i bianchi narcisi, il cui semplice candore rivela l'animo puro del giovane. Il vero amore è una morte che segna una rinascita, è un perdersi in ciò che si ama per ritrovarsi, è un amarsi per amare, è la follia di una passione che ci consegna all'inferno per salvarci. Ecco cos'è l'amore!
Massimo Frana
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PIETRO GRASSO:LA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA E' SEMPRE GIOVANE






 

"Di fronte ad un documento di settanta anni fa è certamente lecito interrogarsi sulla sua attualità, sulla sua capacità di rispondere ancora adeguatamente alle esigenze dei cittadini di oggi in un periodo segnato purtroppo da un diffuso astensionismo, l'elevata affluenza al referendum costituzionale del dicembre 2016 ha dimostrato l'importanza che i cittadini ancora riconoscono alla Costituzione”. Lo ha detto il Presidente del Senato Pietro Grasso ieri in occasione delle celebrazioni per il settantesimo anniversario della Carta Costituzionale.

“Le modifiche alla Costituzione compiute negli anni "non hanno mai scalfito la centralità del Parlamento e la sua fondamentale attività nel legiferare e controllare l'operato del Governo - ha spiegato il leader di Liberi e Uguali - Quando Senato e Camera legiferano danno concretezza ai principi fondamentali, ai diritti, ai doveri, che altrimenti rischierebbero di restare enunciazioni astratte. Tutto si tiene e i presidi di libertà, democrazia, eguaglianza e solidarietà restano una pietra miliare per il benessere dell'intera comunità nazionale”. Alle dichiarazioni di Grasso fanno eco le parole della Presidente della Camera Laura Boldrini, anch’essa esponente di Liberi e Uguali, che scrive su twitter: "La Costituzione promulgata 70 anni fa è riferimento per principi e valori fondanti della nostra società. Una bussola che ci indica sempre la direzione". 

Il legame di Grasso alla Carta Costituzionale emerge in ogni circostanza, in modo particolare il suo attaccamento all’articolo 3 che ha recitato a memoria proprio agli inizi di dicembre quando, acclamato da oltre 4 mila persone al pala Atlantico di Roma, ha dichiarato “Io ci sono!” E da quel momento il “ragazzo di sinistra” è stato investito del ruolo di leader dai 1500 delegati all’assemblea nazionale di quella nuova forza politica che, in virtù dei principi costituzionali, lo stesso Grasso ha voluto chiamare  Liberi e Uguali. 

Durante la cerimonia di ieri ha infatti affermato che "se ci si sofferma a leggere gli articoli dei principi fondamentali o della Prima parte della Costituzione, quella significativamente dedicata ai 'Diritti e doveri dei cittadini’, ci si imbatte in disposizioni che ancora oggi sorprendono per la loro rilevanza e lungimiranza, ma anche per la loro concisione, pulizia ed eleganza sotto il profilo linguistico. Vorrei qui citare, solo a titolo di esempio, gli articoli 2 e 3 che riassumono, con parole magistrali e indimenticabili, decenni di riflessione filosofica, sociale e politica e che delineano, in modo perfetto, il progetto politico di fondo della nuova Repubblica". Forse è proprio per questo che il Presidente del Senato ha poi aggiunto: "La Costituzione della Repubblica è sempre giovane”

Maura Pisciarelli
 

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      TRE RIGHE Le notizie e i protagonisti(www.trerighe.blogspot.com) Periodico on line di politica , ambiente e cultura– Roma, 00162, via S.Ciriaca 13 - Aut. Trib. di Roma N° 99/2013 del 13 maggio 2013 Direttore Responsabile Domenico Fischetto
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