17 marzo 2018

Dai giornali di oggi 17 marzo


Sì del 37% degli elettori a un governo M5S-Lega: il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere evidenzia la crescita (+4%) rispetto a 7 giorni fa di coloro che vorrebbero un'intesa tra i due partiti, mentre sono in calo del 3% i consensi per un asse M5S-Pd (18%). Solo il 12% per un'intesa centrodestra-Pd. Quanto al premier, per il 42% dovrebbe essere Di Maio, mentre per il 28% toccherebbe a Salvini. Per il 43% l'eventuale governo dovrebbe durare fino a fine legislatura. Anche il sondaggio di Diamanti (Repubblica) evidenzia come quella tra M5S e Lega sia l'alleanza più accreditata per formare una maggioranza di governo, ma il ritorno alle urne resta l'opzione preferita.
“Un'intesa con M5S permetterebbe di chiudere la partita dei presidenti delle Camere e sarebbe una maggioranza possibile per il dopo – dice al Corriere (p.3) Giorgetti, vicesegretario della Lega -. Ma servirebbe a tornare alle urne, come extrema ratio prima della disperazione”. Brunetta alla Stampa (p.7): “Impossibile un governo Lega-M5S. Sarebbe sbagliata anche solo per cambiare la legge elettorale”. Per Toti alla Stampa (p.7): “Meglio le urne che un governo per forza. L'alleanza Lega-M5S non è fattibile, perchè non permetterebbe a Salvini di realizzare quanto promesso”. Intanto, prosegue il braccio di ferro tra Fi e Lega per la presidenza del Senato. “Salvini è troppo spregiudicato” è l'attacco dei forzisti, che vanno in pressing per il via libera a Romani, Salvini potrebbe cedere per non rompere con gli alleati (Messaggero p.7). Secondo Repubblica (p.6) il segretario leghista lavorerebbe su un doppio fronte: apertura su Romani per il Senato e dialogo con M5S per fare asse sull'economia e scrivere insieme il Def. E Di Maio prova a tentare Salvini, proponendo come base comune il taglio del vitalizi e il superamento del Rosatellum per ottenere la guida della Camera (Messaggero p.6). Ma dai grillini segnali anche ai dem: “Tuteleremo le opposizioni” ha detto Di Maio, che non chiude all'ipotesi di concedere una Camera al Pd (Stampa). Intanto Martina assicura: “Se Mattarella chiama, il Pd sarà responsabile” (Giornale p.8).
Pd teme l'accerchiamento: “Faremo dimettere Gentiloni in maniera irrevocabile” dicono di fronte all'ipotesi che, in caso di stallo, Lega e 5S vogliano far galleggiare il governo fino a ottobre, modificando la legge elettorale in senso maggioritario, per giocarsi il testa a testa nel ritorno alle urne (Stampa).
“Sostegno a un governo M5S? E' chiaro che non mi sento equidistante tra Lega e M5S – dice a Repubblica (p.4) Speranza -. L'avversario principale è la destra lepenista e mi aspetto che per il Pd sia la stessa cosa”. Da Leu, anche Errani apre al confronto con il M5S: “Ma non ci interessano i pastrocchi – dice al Corriere (p.9) -, discuteremo in Parlamento dei temi in merito”. 
Guai in famiglia per Renzi: il padre e la madre indagati per false fatture. Su Repubblica e Verità la nuova indagine della Procura di Firenze sui genitori dell’ex premier. Nel mirino i rapporti trale loro società e quelle di Luigi Dagostino. La Guardia di Finanza ha individuato due fatture che non sembrano corrispondere a effettive prestazioni oppure gonfiate. 
Repubblica torna sul caso Ferranti, l’ex deputata del Pd promossa in Cassazione. Davigo all’attacco: “Nomina illegale, mentre per noi magistrati la prima regola è il rispetto delle regole. Per andare in Cassazione devi sottoporti a un concorso virtuale. Lei nin l’ha fatto”. Ma al Csm non hanno dubbi e vanno avanti.
Ok alla riforma delle carceri: via libera del Consiglio dei Ministri, ma ora serve l'ok del Parlamento: passerà solo se resta questo esecutivo (su tutti). “Nel vuoto, il governo vara il salva-criminali” attacca il Giornale. Ma il ministro Orlando assicura: “Non è un salva-ladri” (su tutti).  Alle opposizioni il testo non piace, il nodo resta la concessione delle misure alternative ai carcerati, che prevede, di volta in volta, il vaglio di un giudice. “E' una follia” tuona la Meloni, “La cancelleremo” le fa eco Salvini. Mentre Bonafede parla di “affronto”.

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