26 maggio 2018

Dai giornali di oggi 26 maggio


Scontro su Savona, governo a rischio (Corriere e tutti). Ieri il premier
incaricato ha incontrato Mattarella per un “colloquio informale” durante
il quale Conte ha riportato al Colle la fermezza della Lega, a cui si
accoda il M5S, sul nome dell'economista. “Sono arrabbiato” ha scritto
Salvini su Facebook, riferendosi all'ostilità di Mattarella. Il leader
leghista evoca il voto: il Quirinale vuole imporre la sua linea, non
quella dei cittadini (Corriere p.3). “O Savona o morte”. E' Libero a
esplicitare il nodo della questione: se il professore non sarà ministro,
salterà il governo. Ma Mattarella non cede e respinge il “diktat”: un
altro nome o niente via libera (Stampa p.3). Il Quirinale fa muro, in
gioco c'è l'istituzione (Messaggero p.3). E Conte si pianta sul
traguardo, il suo governo è già in crisi (Giornale p.2). L'economista al
centro della polemica prova a smorzare: “Io sono pronto anche a farmi da
parte” (Corriere p.5). Breda (Corriere p.2-3) si chiede a chi potrebbe
giovare una prova di forza come questa, che rischia di spaccare la
comunità nazionale. Il calcolo costi-benefici di un fallimento di questo
tentativo di dare un governo al Paese imporrebbe – scrive Breda – al
Colle di chiudere la legislatura e tornare al voto a ottobre, anche
perchè un esecutivo che nascesse in questo clima lacerante rischierebbe
di essere un esperimento politico assai breve. Il dem Francesco Boccia
alla Stampa (p.4): “La critica a Savona in maniera preventiva è
scorretta. Ha posizioni anti-tedesche molto avanzate, ma spero abbandoni
il piano B di uscire dall'euro e aiuti a scrivere meglio il piano A:
sfidare la Germania a realizzare più Europa e non meno Europa”. Sulla
stessa linea anche Fassina (Leu) che a Repubblica (p.5) spiega: “Savona
è una persona autorevole e competente per forzare le regole europee, in
particolare gli obiettivi del fiscal compact, irrealistici e pericolosi
per uguaglianza e giustizia sociale”. Al Mattino (p.4) parla Antonio
Maria Rinaldi, amico di Savona: “Il professore non vuole uscire dalla
moneta unica ma riformare l'Ue”. Intanto, si fa sempre più pressante la
carica degli economisti euroscettici che chiedono di rivedere subito i
Trattati europei: da Bagnai a Brancaccio fino a Zingales (Stampa p.5).
Reazioni internazionali. “Mano tesa a Conte”: svolta nella linea
francese nei confronti del nascente governo italiano. Il presidente
Macron si è sfilato dal coro critico delle cancellerie europee e ha
aperto al premier italiano in pectore per collaborare su migranti e
sicurezza (Repubblica p.9). In Germania stampa compatta contro il
governo Lega-M5S: questa Italia è un pericolo, le prospettive di Roma
descritte con toni catastrofici e vengono segnalate le analogie tra Roma
e Atene (Sole p.2).

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