10 aprile 2018

Dai giornali di oggi 10 aprile



Di Maio-Salvini, nervi tesi sul governo (Corriere e tutti). Salvini annuncia di volere un incontro con Di Maio: “Ci sono il 51% di possibilità di fare un governo centrodestra-Cinque Stelle”, dice il leader della Lega escludendo un accordo con il Pd. Di Maio lo gela: “C’è lo 0 per cento di possibilità che il M5S vada al governo con Berlusconi e con l’ammucchiata di centrodestra”. Controreplica di Salvini: “Di Di Maio mi interessa meno di zero. Io sono per il dialogo ma se dall’altra parte c’è chi dice solo no allora torniamo al voto”.
Sul Fatto intervista a Di Maio: “Ci vediamo per fare cosa? Dobbiamo chiarire un paio di premesse che valgono sia per il Pd che per la Lega. Qualunque tipo di contratto di governo partirà dai nostri temi. E non siamo disposti a fare un governo a tutti i costi”. Quanto a Salvini “sono stato chiaro gli ho detto, mettiamoci al lavoro per fare quello che dicevi anche tu ma devi decidere tra il cambiamento e la restaurazione, Berlusconi. Io non posso digerire il capo di ForzaItalia. Non può più digerirlo neppure il Paese”. Di Maio mantiene le porte aperte anche al Pd: “Non mi aspetto chissà che ma ci sono evoluzioni e bisogna attenderne gli esiti. Io mi rivolgo a tutto il Pd come a tutta la Lega. Non voglio spaccare nessuna forza politica”.
Per il Corriere il “ping pong” tra Salvini e Di Maio è solo un’esibizione: in realtà in segreto continuano a trattare: hanno solo bisogno di tempo per far cadere i veti incrociati. Stessa analisi sulla Stampa: “Diamo a Salvini il tempo che gli serve per compiere il parricidio”. Per il Fatto il Colle non dispera su Di Maio e Salvini: “Iniziate a trattare”. Anche per il Corriere lo scenario M5S-Lega resta il più probabile anche se resta sempre sul tavolo l’ipotesi di individuare un terzo nome. La Stampa indica anche un tempo limite: Mattarella aspetterà fino a maggio, resistendo alla tentazione di chiudere come già da più parte si suggerisce (oggi Padellaro sul Fatto). Solo a maggio, se nulla sarà successo, prenderà l’iniziativa di calare qualche soluzione dall’alto.
Meloni al Messaggero: “Il modello per noi è Orbàn, che vince perché fa gli interessi del suo popolo. E’ un patriota perché difende l’identità cristiana dell’Europa, dice no al processo di islamizzazione e non ha paura di combattere la speculazione finanziaria. Deve diventare un esempio per l’intero centrodestra italiano”. Sul fronte interno la Meloni boccia di Maio: “Non si capisce nulla di quello che pensa il M5S, dice tutto e il contrario di tutto. Non si sa quale sia la sua posizione sull’Europa, sui migranti, sull’accoglienza”. Ma nega divisioni con Salvini: “L’accordo è su tutto, a cominciare dal rifiuto di spaccare il centrodestra. Di Maio, che è arrivato secondo, mette veti per cercando di dividere chi è arrivato primo. Confido che nessuno cada nella trappola”. E sul voto: “Non ho paura delle urne ma spero di no: gli italiani hanno bisogno di risposte”.
Per Berlusconi all’orizzonte c’è solo il governissimo: purché si allontanino le urne, scrive il Messaggero. Il centrodestra andrà unito al Qurinale ma le distanze tra Berlusconi e Salvini restano marcate.
Sul Corriere parla Toti, favorevole a un’intesa con il M5S e Salvini premier: “Mai al governo con i dem”. Dal governatore ligure spinta anche verso una nuova Forza Italia “prima che il malessere  e la delusione di molti esplodano davvero” e poi un partito unico del centrodestra.
Sulla Stampa le manovre di Renzi: l’ex premier considera Di Maio, Salvini e Berlusconi incartatissimi e aspetta che si neutralizzino a vicenda. Poi è Delrio, ieri sera a Otto e Mezzo, a rivelare il possibile percorso: “Oggi come oggi un governo con i Cinque Stelle è impossibile senza un ripensamento sostanziale del loro approccio. Ma fra un mese si vedrà”.
Pd lacerato all’assemblea: il Corriere parla di quadro totalmente incerto.Nemmeno la segreteria di Martina sembra reggere: i renziani non hanno ancora deciso cosa fare e così il reggente rischia. Ieri la mossa di Delrio: “Congresso entro l’anno e con il M5S dialogo sui temi”. Intanto chiude la fondazione Open, cassaforte di Renzi: “Raccolti 6,7 milioni, è finita un’epoca”. Prima mossa verso un nuovo partito, si chiede il Corriere.
Sul Corriere e tutti l’iniziativa di Fico: la Camera apre il dossier vitalizi. Il presidente chiede ai questori di formulare una proposta per trasformare i vitalizi degli ex parlamentari eletti prima del 2012 in assegni pensionistici. Tempo massimo concesso, 15 giorni. La spesa prevista per il 2018 per 2.600 tra ex deputati ed ex senatori è di 207 milioni; con il ricalcolo si potrebbero risparmiare anche decine di milioni l’anno. Su Repubblica l'autodifesa di Mastella: "E' un'idea strampalata e populista, un'idea savonaroliana della politica: caccia alle streghe".
Roberta Lombardi al Messaggero (p.6): “Continuo a pensare di Zingaretti tutto ciò che ho detto in campagna elettorale. Adesso però c'è un'opportunità politica, abbiamo il coltello dalla parte del manico e lo usiamo fino a quando potremo. Intendiamo usare i nostri voti per realizzare punti del nostro programma fino a quando sarà possibile, altrimenti la mozione di sfiducia è già pronta”. Sulla sfiducia a Zingaretti il centrodestra ci ripensa, mentre il M5S pronto a “lavorare con il Pd” (Repubblica Roma p.5).

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