23 aprile 2018

Dai giornali di oggi 23 aprile



Sul Corriere l’ultima offerta di Di Maio a Salvini: un ruolo esterno al governo di Salvini, che ne diventerebbe una sorta di garante, e ministri di peso alla Lega, sul modello del primo governo Berlusconi del ’94, quando Bossi restò fuori salvo rompere l’alleanza poco dopo col “ribaltone”. Sul piatto il M5S sarebbe pronto a mettere anche posizioni di vertice in Rai e in altri enti e società governative: non come posti di sottogoverno ma come garanzia di rottura con Berlusconi.
Salvini non è convinto e chiede tempo: “Ci giochiamo il governo dei prossimi cinque anni, se servissero un paio di giorni in più per fare le cose per bene. Non voglio sbagliare adesso per chiedere scusa più tardi” (su tutti).  Ma per la Stampa ogni mediazione è ormai fallita: “Il M5S si faccia il governo col Pd”. Giorgetti: “Tutta fatica sprecata, impossibile unire Cinque Stelle e Forza Italia”.
Sul Corriere i dieci punti del “contratto” di governo del M5S, che verrà proposto sia a Lega che a Pd. In premessa la ribadita “continuità della collocazione dell’Italia in Europa e nello scenario internazionale”. In tema di sicurezza e immigrazione si chiede un coordinamento di intelligence e forze dell’ordine nell’area mediterranea per arginare il traffico di esseri umani e una gestione “solidale” dei flussi. Previsto un “tagliando” di metà mandato.
Per la Stampa ora Di Maio torna a guardare ai dem: in particolare a Lotti, per cercare di “scongelare” Renzi. Rosato al Messaggero: “Possiamo sederci al tavolo con il M5S solo se chiudono il forno con la Lega. Ma ad oggi vedo solo amorevoli dichiarazioni. Se è così facciano un governo”. Zingaretti in movimento: il 5 maggio la convention allargata a tutta la sinistra e agli ex grillini di Pizzarotti per “Governare bene, radicare il cambiamento”. Per Repubblica è il lancio della sua candidatura alle primarie per la guida del Pd.
Al Quirinale si attendono i dati definitivi delle regionali in Molise per affidare l’incarico a Fico. Risultati che i quotidiani non riportano, fermi al testa a testa nella notte tra i candidati governatori di M5S e centrodestra, e con un’affluenza molto bassa (52%). Fedriga (Lega) a Repubblica: “Aspettiamo il voto del Friuli Venezia Giulia. Aiuterà a superare lo stallo. Trieste è pronta a guidare il cambiamento di tutto il Paese. Se il Nord che cresce e che produce si affida alla Lega il resto del Paese deve prenderne atto”. Ma per il Quirinale il tempo è finito: senza svolte mandato stretto a Fico, ossia limitato alla sola esplorazione di una possibile intesa M5S-Pd, scrive Repubblica. Breda, sul Corriere, parla invece di incarico ampio, ossia non necessariamente circoscritto ad un’intesa Cinque Stelle-centrosinistra, ma a tutto campo, con Mattarella che lavora perché i partiti escano dalla palude. Se dovesse fallire anche questo tentativo si aprirebbe la strada al “governo di tutti” (Messaggero, Stampa).
Berlusconi resta in attesa, convinto che la coalizione non debba dividersi (Corriere). Per il Messaggero l’alleanza con Salvini regge. Toti al Messaggero: “Matteo non ci mollerà mai, sono certo. Con i Cinque Stelle matrimonio di convenienza, non d’amore: serve mediare anche se un governo lo vedo lontano. Per noi Salvini premier, programma utile per il Paese e basta veti. Ma anche FI si deve rinnovare, un rinnovamento non calato dall’alto ma che trovi la sua via dal basso”. “Il M5S ha paura di allearsi con Salvini – dice Bertinotti a Libero – Né ai grillini né alla Lega conviene stare insieme: entrambi rischiano di perdere consensi”. Per l’ex leader comunista i grillini non sono di sinistra: “sono antisistema

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