3 maggio 2018

Dai giornali di oggi 3 maggio



Alta tensione tra Di Maio e Salvini. “Noi vogliamo tornare al voto, la Lega no, forse ha qualche problemino con i soldi – attacca Di Maio – Ho il dubbio che ci sia un rapporto economico tra Lega e Berlusconi” (Messaggero e tutti). Ma la base spinge per un’allenza con la Lega (Messaggero). Contraria al ritorno alle urne anche una minoranza del M5S: “Meglio restare all’opposizione”. Salvini minaccia querele e rilancia: “Incarico a me, poi i numeri del governo li trovo in Parlamento” (Messaggero e tutti). In realtà spera sempre in un’intesa con i 5Stelle, mentre Berlusconi è convinto che quella strada sia preclusa.
Nel Pd lo scontro è tutto interno e si consuma oggi in direzione. Renzi mitraglia contro il M5S: “Fuori dal mondo un partito con i grillini”. E denuncia il piano dei big dem (Messaggero). Martina vuole la fiducia, ma la conta potrebbe far esplodere il partito. Per Repubblica ormai contro Renzi sono schierati tutti i big del partito, Gentiloni compreso. Anche Veltroni, Minniti e Sala per il reggente; la Boschi in campo per Renzi che teme il ribaltone.
Con la radicalizzazione dello scontro tra avversari e le spaccature in casa Pd, Mattarella medita un piano B: nuove consultazioni per un governo di tregua guidato da una persona terza. Il Messaggero a riguardo fa i nomi di Lattanzi (Consulta) o Pajno (Consiglio di Stato): il timore è non solo essere deboli a Bruxelles per trattare sul bilancio comunitario ma anche di non riuscire a preparare la legge di Stabilità entro l’autunno. Il Corriere parla invece di un possibile pre-incarico per traghettare il Paese almeno fino a dicembre: potrebbe andare a Giorgetti (Lega). Oppure il compito di traghettatore potrebbe essere riservato a Gentiloni
Calenda al Corriere: “Serve una legislatura di riforme, per uno Stato forte che sappia proteggere, investire e implementare le decisioni, con una clausola di supremazia che tuteli l’interesse nazionale dai veti locali.. Proviamo a fare un governo istituzionale e un Parlamento che chiuda le seconda repubblica e aprano la terza in modo ordinato in tre punti: legge elettorale a doppio turno, clausola di supremazia e un po’ più di federalismo. Tempo un anno e mezzo poi si vota”. Segreteria “costituente” anche per il Pd, “della quale facciano parte Renzi, Gentiloni, Letta e altri ex segretari del Pd. Che ci si confronti li e poi si esca con una posizione unica”.
Rosato al Messaggero: “Martina continui a fare il reggente fino all’assemblea del Pd. Il Pd deve rivendicare il suo ruolo terzo rispetto a M5S e Lega. Poi dobbiamo are una mano al lavoro del presidente Mattarella. Adesso le elezioni non servono”.
Maroni a Italia Oggi: “Legislatura nata morta, una data buona per votare potrebbe essere domenica 7 ottobre con una legge elettorale votata da Lega e M5S: una legge elettorale con premio di maggioranza e doppio turno sul modello dei comuni. Di Maio e Salvini si disputerebbero i ruoli più importanti: chi vince governa, chi perde fa il capo dell’opposizione”. Quanto al centrodestra, “si potrebbe pensare a una Forza Lega con Salvini premier: sarebbe un modo per tenere tutti insieme”.

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