Noterelle e impressioni suggerite dalla
partecipazione al congresso laziale degli ecologisti democratici.
di Gian Carlo Marchesini
Intanto la sede:
una sala ampia, spaziosa, elegante e ben attrezzata messa a disposizione dalla
Camera di Commercio di Roma. Colgo al proposito al volo una battuta tra
delegati: come si vede che alle prossime elezioni – comunali, regionali,
nazionali – il PD e il centrosinistra sono dati per vincenti…
Gli elenchi dei
partecipanti previsti riportano 240 nomi. Alla fine conto in tutto una trentina
di firme di delegati presenti, più una ventina di ospiti invitati. Tra di essi
spicca la triade dei parlamentari, nonché massimi dirigenti di Lega Ambiente,
Realacci, Della Seta, Ferrante, più il presidente della Lega Ambiente del Lazio Lorenzo Parlanti. Partecipano anche
alcuni dei candidati PD alle prossime elezioni per il rinnovo del governo della
Capitale: Gentiloni, che alle primarie ha votato Renzi ed è considerato molto
vicino a Rutelli, Alessandro Bianchi, ex ministro nel governo Prodi; l’ex
assessore all’urbanistica della giunta Veltroni Roberto Morassut, Roberto
Civita, assessore all’ambiente alla Provincia con Zingaretti. Tutti costoro
sono intervenuti con ragionamenti e riflessioni di buon livello che hanno
affrontato i temi canonici: traffico e mobilità, Piano Regolatore e modello di
sviluppo urbanistico, ville, parchi e agricoltura urbana (Roma è la capitale
europea con il territorio comunale a più elevata concentrazione di verde e di
terreno agricolo), gestione dell’acqua, inquinamento e trattamento dei rifiuti.
L’intervento più
simpaticamente curioso è stato quello di Realacci, che oltre che sottolineare
come l’ambiente e la green economy non possano più essere tratttati come
capitolo da aggiungere ai tanti, ma come approccio radicale e complessivo di
affrontare il governo di Roma, del Lazio e dell’Italia oggi, ha concluso
citando letteralmente e a memoria, parola per parola, il testo della canzone
Itaca di Lucio Dalla.
Particolarmente
interessante anche l’intervento di Alessandro Bianchi, candidato sindaco a
Roma, che ha indicato nella questione della mobilità e del traffico la
questione romana per eccellenza (Roma è collocata ultima tra le capitali
europee come livello di inquinamento dell’aria da un organismo europeo di
controllo e monitoraggio ambientale. Al primo posto, per avere negli ultimi
anni risolto il problema dell’inquinamento da emissione di gas di scarico, è
Berlino). Bianchi ricorda che Roma
annovera dentro i suoi confini oltre due milioni di auto immatricolate, più
settecentomila motocicli e motorini: un auto o un motociclo, quindi, per ogni
abitante dai neonati agli ultracentenari. Bianchi ha sostenuto che per evitare
la paralisi e non morire di inquinamento è necessario dimezzare il traffico
privato e raddoppiare quello del servizio pubblico su gomma o rotaia. Questo
significa ridurre di centomila i veicoli privati in dotazione e movimento nella
capitale in ognuno dei prossimi 5 anni. Ed è ciò che si propone di fare se sarà
eletto sindaco. (Mimmo Fischetto, che mi sta seduto accanto e che al congresso
mi ha invitato, a quel punto ha commentato: con questo sacrosanto e
condivisibile proposito i romani non lo eleggeranno mai sindaco…). Ma come se
avesse sentito il commento, Bianchi conclude con ancora maggiore veemenza
legando mobilità, inquinamento e questione morale. Se in luogo di attribuirsi
15 milioni di euro ai capigruppo del consiglio regionale per quattro anni, quei
sessanta milioni che hanno incassato fossero stati altrimenti spesi, si
sarebbero ad esempio potuti acquistare 300 autobus completamente ecologici e
non inquinanti. E poi dice che non ci sono i soldi!
Io partecipo al
congresso degli Ecodem del Lazio in quanto esponente del Comitato Villa Blanc e
autore del libretto sulla sua storia. Il libro è proposto su un tavolino all’ingresso
da Serena, segretaria storica degli ecodem romani. Mi è stato chiesto di
intervenire su Villa Blanc come primo intervento dopo l’ampia ed esauriente
relazione introduttiva del presidente uscente Marco Ciarafoni. Devo dire che della
scelta sono stato colpito e reso orgoglioso Il fatto è senza dubbio da
attribuire alla sollecitazione di Mimmo Fischetto, ma anche, mi è stato
spiegato, al fatto che l’Associazione degli Ecodem ha bisogno di mostrarsi
attiva e legata a realtà cittadine che si impegnano nel territorio a difesa
dell’ambiente. Insomma, per un fatto o per l’altro, ad avere beneficiato in
attenzione e protagonismo è stato il Comitato e la questione della tutela della
Villa, ripresa anche in alcuni degli interventi successivi, battaglia citata
come esemplare in quello finale di Stella Bianchi. Mimmo ha commentato
soddisfatto che era la prima volta che la questione di Villa Blanc, il progetto
della LUISS autorizzato dalla Giunta Alemanno, il ricorso al TAR di sette
componenti del Comitato più Italia Nostra, veniva così esplicitamente e
dettagliatamente raccontato e discusso a una manifestazione e in un consesso di
militanti e dirigenti del PD romano.
A latere del
congresso ho avuto un interessante scambio con un dirigente degli ecodem del II
Municipio, il quale mi ha spiegato come e perché gli esponenti del comitato
sorto contro la costruzione di un parcheggio sotterraneo dentro il parco
Nemorense abbiano giustamente deciso di denunciare alla magistratura penale
quel progetto in quanto ambientalmente devastante, illegale e illegittimo, e ha
concluso che l’intera questione dei parcheggi urbani sotterranei e di
superficie costituisce questione caratterizzata da logiche speculative nefaste
per l’integrità e la tutela del territorio.
Ho trovato
ottimo l’intervento di Adami, non vedente e rappresentante del Circolo Alex
Langer attivo nel Quadraro, e numerosamente rappresentato al congresso, e un
altro intervento di un esponente dei giovani democratici.
Tengo in
conclusione a ribadire l’utilità della partecipazione al congresso laziale
degli Ecodem, sia perché ha costituito opportunità preziosa per conoscere dal
vivo e dall’interno questa specifica associazione ambientalista, sia perché ha
consentito di portare alla ribalta in una assise così qualificata l’impegno e
la lotta del Comitato per la tutela integrale e rigorosa e la fruizione
pubblica di Villa Blanc.