30 novembre 2016

REFERENDUM E SICUREZZA SUL LAVORO

Il referendum giunto al giorno del voto , assorbe tutte le nostre attenzioni, nel Paese intanto si susseguono gli incidenti sul lavoro . Ieri in Italia sono morti in due diversi incidenti quattro operai . Un operaio e' morto in Toscana , schiacciato da un blocco di marmo. Tre operai sono deceduti a Messina , stavano ripulendo una cisterna di una nave. Questo incidenti mortali sul lavoro non sono frutto del caso. Sono conseguenza del non rispetto della normativa sulla sicurezza sul posto di lavoro . In questi anni si è allentato il controllo preventivo , l'attenzione al lavoro che aveva caratterizzato l'approccio alla sicurezza da parte : dei datori di lavoro, del Sindacato, degli Enti pubblici preposti al controllo ed alla previdenza . Il nostro Paese così si sta spostando verso gli ultimi posti della classifica europea della sicurezza sul lavoro in contrasto con la sua tradizione fatta di prevenzione e controlli . Ho la personale convinzione che la sicurezza , l'attenzione nei riguardi del lavoro manuale, fonte di pericolo, non costituisca più neppure sotto il profilo culturale  una preoccupazione nazionale . Il mondo del lavoro perde così la sua centralità spostata al mondo della proprietà e della concentrazione del capitale . La riforma così progettata da Renzi certamente non rafforza le garanzie sul lavoro , anzi . Di evidente chiaro stampo Neo-Liberista  sembra fatta per ampliare il perseguimento delle ragioni del Capitale e la tutela dei suoi interessi piuttosto che la cura ed attenzione della condizione del lavoro manuale quello più rischioso . Andando a votare domenica , ricordiamo anche questo drammatico aspetto . Se salveremo l'impostazione della nostra Carta Costituzionale , salveremo anche la sicurezza sul lavoro .In caso contrario attendiamoci nei prossimi anni una " deregulation " già fatta in altri Paesi in linea e coerenza con la pessima riforma che il Presidente del Consiglio vuol imporre al Paese.
 
Luca Giordano
 
 

PROGETTO FLAMINIO:LA PROSSIMA INCOMPIUTA DEL II MUNICIPIO?



Oltre a tutte le incompiute che insistono e persistono  nel II Municipio, senza che se ne intraveda soluzione alcuna all'orizzonte (vedi nostro articolo del  14/11/2016)    ), il Municipio II e il Comune di Roma vanno avanti imperterriti aggiungendo ai lavori incompiuti la progettazione di  nuovi, come il Progetto Flaminio .
Veramente incredibile.
Noi pensiamo che questa gente dovrebbe  andare a casa, ad occuparsi di tutto tranne che della gestione del bene pubblico. Come si fa, diciamo noi, ad aggiungere nuovi lavori, sapendo già in anticipo che non si realizzeranno e che rimarranno, per la parte pubblica, incompiuti? Certo non abbiamo la palla di cristallo. Ma se tanto ci da tanto...... 
La Presidentessa del II Municipio, che  è stata ininterrottamente presente dalla costituzione dei Municipi ricoprendo cariche prestigiose nello stesso Municipio, con l'eccezione della consiliatura 2013-2015, dovrebbe saperlo per esperienza .
Possiamo dunque scommetterci che non si andrà oltre alle frasi di rito e alle promesse d'obbligo .
Spiace che nel gruppetto delle  cd. autorità ci sia anche Paolo Berdini, assessore all'Urbanistica del Comune di Roma. Si è assunto un onere pesante accettando un posto di estrema responsabilità  nella giunta Raggi. L'ha fatto, conoscendolo, con la generosità e con quel pizzico di "sana follia " che lo contraddistingue. Pensiamo che non durerà a lungo. Quando comincerà a capire di che pasta sono fatti i suoi colleghi.
Per esempio, tanto per tastare il terreno, potrebbe cominciare chiedendo in giro che fine hanno fatto gli appartamenti che dovevano essere destinati ad housing sociale nel complesso dell'ex deposito ATAC in via della Lega Lombarda. Ormai l'edificio è stato consegnato e  tutti gli appartamenti venduti. E quelli destinati con apposita delibera ad housing sociale  che fine hanno fatto? Indagasse l'onesto Berdini e magari ne potrebbe scoprire delle belle. Che magari sono stati venduti . E allora indagasse soprattutto a chi sono stati venduti.
Anche perché in questo Progetto Flaminio ci sono delle similitudini con il Progetto Case del Sole: la storia si potrebbe  ripetere.
Infatti nel Progetto Flaminio ci sono degli appartamenti (ancora da costruire) destinati ad housing sociale.
Poi si sa come vanno queste cose.  La giunta cade  prematuramente o giunge alla  fine della consiliatura. Nuove elezioni. I neo eletti,  spesso neofiti,  hanno scarsa voglia di documentarsi , figuriamoci di studiarsi le carte. I riconfermati invece spesso soffrono d'amnesia o di qualche altra perniciosa malattia. E le delibere, gli atti del Consiglio, le firme raccolte dai cittadini  etc, etc? Tutta carta straccia, buona per il macero.Sta di fatto che  vince sempre chi ha la memoria più lunga e cioè i tecnici e gli addetti ai lavori del Comune e del Municipio che sanno come muoversi. E soprattutto vincono le ditte appaltatrici .
Loro sì che si sanno muovere veramente, per il loro tornaconto ovviamente!!!!.
Quindi oggi, mercoledì 30 novembre alle 17.30, al MAXXI  (sala Graziella Leonardi Buontempo) si farà il punto sul Progetto Flaminio: cittadini e associazioni incontreranno Paolo Berdini Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Francesca Del Bello, Presidente II Municipio e Gian Paolo Giovannelli, Assessore all’Urbanistica del II Municipio.
Bisogna assolutamente andarci. Non solo per assistere alla solita sfilata di bei nomi del Campidoglio e degli inquilini sopra il  mercato di via Dire Daua, ma per ascoltare la solita litania di belle promesse  e la proiezione di rendering strabilianti!!!!!
L'unica speranzella, che le promesse di oggi  siano rispettate domani, è riposta nelle associazioni, in Carte in Regola validamente rappresentata, tra gli altri, dalla sua "pasionaria" Anna  Maria Bianchi. Su di loro  poggiano le vere speranze per noi cittadini che ciò che sarà promesso oggi, sarà mantenuto domani.
Un augurio a loro  di buon lavoro e soprattutto di buona e attiva vigilanza.
Non fate sconti, com'è nel vostro stile. Tre Righe , nel suo piccolo, è dalla vostra parte e vi darà sempre una mano.
 
Domenico Fischetto
 
 

29 novembre 2016

GUIDO CALVI ,SCELGO NO, AL CONFRONTO NELLA FACOLTA' DI INGEGNERIA

                                   Guido Calvi, Presidente del Comitato SCELGO NO


Il culto della velocità, il disprezzo della democrazia, porta alla scelta dell'accentramento dei poteri tipico, oltre che di una dittatura, anche dell'oligarchia. La velocità non è la caratteristica fondamentale di una politica fondata sulla democrazia. La velocità è invece sicuramente il cardine dell'attuale modello di sistema economico baricentrato sul primato dei poteri forti che agiscono sui mercati, e alimentato dalla finanza speculativa: dove un click su una tastiera può trasmettere un ordine decisivo per moltiplicare il bottino di pochi a danno del risparmio di molti. Una politica realmente democratica è tale se punta a maturare la decisione migliore possibile per la grande maggioranza: e ciò richiede studio e conoscenza approfondita, confronto e trattativa, mediazione equilibrata. Un tale percorso/processo, che implica partecipazione e coinvolgimento, necessita del tempo necessario. Un potere concentrato su un governo il cui premier è anche capo del partito di maggioranza, sicuramente consente una maggior velocità nel percorso decisionale, a scapito però del coinvolgimento e del confronto: cioè di una democrazia effettivamente partecipata. E questo è il vero scopo per cui è stata pensata la riforma con il Sì e il No al referendum: e cioè il depotenziamento di Parlamento, Capo dello Stato, Corte Costituzionale e degli altri poteri previsti in Costituzione per un necessario equilibrio e bilanciamento. Questa è solo una delle riflessioni proposte ieri pomeriggio da Guido Calvi nel confronto tra Sì e No che si è tenuto alla Facoltà di Ingegneria di Roma.
Un appunto finale segnalato dalla stessa fonte: per conquistare con il suo Partito Nazionale Fascista la maggioranza in Parlamento, ed essere così nelle sue decisioni fulmineo, Mussolini non ha neppure toccato lo Statuto Albertino, si è limitato a promuovere e utilizzare la legge Acerbo, che, in fatto di strada spianata per consentire la conquista del potere da parte di qualcuno, era nel suo impianto meno unilaterale ed esplicita di quella per la quale andiamo a votare domenica prossima.

 
Gian Carlo Marchesini

ORA CI SI METTE ANCHE L'OCSE!!!!!


Se foste andati  sul web ieri , su google news , avreste potuto  leggere due notizie sul referendum che fanno riflettere :
1) mi riferisco a quanto pubblicato  su Financial Times . Se "vince il NO , otto banche italiane a rischio , seguono anche i nomi MPS,Etruria ,Carige,banca Veneto,popolare Vicenza,Cari Ferrara&Chieti ,Marche .
2) l'OCSE Se vincesse il SI  In Italia maggiore flessibilità . Ecco mi convinco sempre di più che come avevo detto al Farnese , quando dal palco , avevo preso la parola che , il gioco , in ballo , c'è molto di più che una semplice riforma costituzionale . Se uno "dovesse star nel credere "nelle notizie di cronaca che di susseguono , avrebbe la strana sensazione che alcuni ( che non abbiamo eletto...) sappiamo su di noi molto di più di quello che legittimamente sappiamo noi su noi stessi .
Si ha la tangibile sensazione che costoro ( i cd Tecnocrati ) sappiamo cose che noi cittadini impegnati ed informati non
 sappiamo . Essi sanno ( non credo legittimamente ) in che condizioni siano realmente le Nostre Banche ! Siamo di fronte ad un Potere autoreferenziale , fortissimo, non palese che "dietro il sipario " muove le tende ! Questo è un fatto gravissimo ! Che ci deve preoccupare ! Come leggere a questo punto l'endorsement che il Governatore di Banca di Italia ha fatto al referendum ? Ognuno di Voi si ponga la domanda e si dia la risposta ! 2) l'OCSE   Quando ero giovane e  capivo di meno, avevo fiducia in Organizzazioni come l'OCSE !  Oggi che mi commuovo quando vedo e tocco con mano la miseria e il disagio nel quale si trovano troppi nostri concittadini , provo rabbia ed indignazione ! Questi prepotenti perseguono con ostinazione l'Ideologia Neo-Liberista , ( ideologia. , non scienza economica ) essi stanno progettando ( Rectius ) realizzando una società nella quale solo pochi avranno tutto , gli altri ( Noi ed i Nostri cari ) non avremo nulla ! Come
 posso spiegarmi meglio ? Come è possibile sostenere la riforma costituzionale , che devono fare agli italiani per far capire che ci stanno rubando le Nostre Vite per viverle sl posto nostro ?
 
Luca Giordano

Nota della Redazione:
Siamo ansiosi di leggere anche la posizione della NATO in appoggio al SI al referendum

28 novembre 2016

VOTO NO:SAN CAMILLO 30 Novembre ore 10,30


E' MEGLIO CREDERE A BABBO NATALE?

 
 

 
Coupe de theatre , così oggi appare la politica  da per tutto , sia la politica estera , che la politica nazionale . Immagino che tutti gli osservatori ( che non sono del mestiere) siano rimasti colpiti dagli endorsement tra : Putin e the Donald , " nuovo inizio , nuova intesa .... " la politica estera cambia in tempi molto lunghi , dipende da fattori : geopolitici , strategici , economici ,militari , molto di meno da chi guida una nazione . La politica della Gran Bretagna nei confronti dell'Europa continentale , e' stata pressoché la stessa ( diffidenza e separazione ) dai tempi di Carlo V ( l'Invincibile Armada , Battaglia di Trafalgar , regno di Elisabetta ) fino alla fine del recente secondo dopo guerra per poi riprendere con Brexit di nuovo i caratteri della diffidenza e del distacco dal continente europeo . Stiamo quindi attenti quando sulla stampa e sui media , taluno ci racconta del tempo dell'oro che verrà tra USA e Russia adesso sotto " the Donald " Babbo Natale non esiste! " se qualcuno anche da Noi dirà eliminiamo la NATO . Riserviamoci la possibilità del dubbio ! Il coupe de theatre però caratterizza purtroppo anche la politica interna .il seduttore di Rignano sull' Arno ne è un assoluto maestro ! Adesso ci scassa i .... timpani con " dopo di me il diluvio ... Un nuovo governo tecnico ...a parte che non vedo quelle che sarebbero le differenze governo neo liberista e' quello di Renzi , governo neo liberista sarebbe quello tecnico ... Il problema mi sembra un altro . La demagogia , le balle , le bischerate che ci raccontano Renzi ed i suoi sodali sono peggio di quelli che ci dicono " stai sereno che adesso arriva Babbo Natale con la sua slitta con le renne e Ti porta nuovi doni " I freddi numeri ci dicono infatti che : l'82% delle tredicesime finiranno in Tasse . Bella la vita ! Caro Matteo Renzi , sotto di Te , con Te paghiamo una bolletta fiscale all'Europa che è sempre più salata , benché Tu faccia finta di essere Zorro con lo " spadino " e il ghigno da furbettino  del quartierino . Che sbatte i pugni e si comporta da monello capriccioso ! La politica del governo e ' stata ed è allineata su Bruxelles come prima come sempre . Guardate all ' endorsement di Junker perché " vinca il S I " Junker il campione assoluto della elusione fiscale ( rectius evasione ) delle multinazionali europee che si fa carico dei problemi di sopravvivenza ( a fatica ) dei lavoratori italiani ..... Ragazzi ... Meglio credere a Babbo Natale .... Vado a preparare l'albero ..Buona settimana a tutti !

Luca Giordano

27 novembre 2016

IL PUNTO DI VISTA DI UMBERTO:IL CASO DE LUCA

L'esortazione di De luca, che ho ascoltato, mi sembra laida.
Sinceramente di De Luca non mi importa niente. Lo disistimo almeno tanto
quanto lo stimano altri
E' la rassegnazione che vedo in qualcuno che mi dispiace.
E' questo accettare quello che passa il convento, per cui, se serve, va bene
anche un preclaro esponente di una società involgarita, costruita, non solo
in Italia,dai personaggi, spesso indecenti, che hanno raggiunto il potere
.
Prendo lo spunto per fare una dichiarazione:
Ritengo la modifica della costituzione proposta dal governo, una inutile e
abborracciata   stupidaggine, per cui voto no.
E' però palese che Renzi si stia sforzando di scimmiottare gli assetti che -
più o meno - reggono le impalcature istituzionali in quasi tutti i paesi
occidentali.
Lo fa male, secondo me; lo fa proponendo una modifica che non lo aiuta a
raggiungere l'obiettivo.
La critica dell'Economist, che ha suscitato l'ira dei sostenitori del sì e
la gioia di quelli del no, credo sia stata mal interpretata. L'economist è
organo di convinta fede liberista. La critica alla riforma italiana non è
contro l'obiettivo di Renzi, ma contro una proposta inadeguata, ritenuta
controproducente.   
In tutti i paesi occidentali, la democrazia ha cambiato pelle in nome di un
necessario adeguamento ai ritmi economici finanziari.
Politici di sempre maggior modestia soggiacciono al dominio di un potere
concentratissimo,ma liquido, che pretende l'evaporazione della sostanza
della democrazia e dei suoi strumenti.
Renzi allora appare come un bravo scolaro che non merita la grandezza  -
seppur negativa - di scrofa ferita e tanto meno di killer delle generazioni
future. Sono volgarità di personaggi di pari modestia e incultura, che
innalzano l'avversario per ingigantire se stessi.
Renzi fa gruppo in questa schiera di inetti e succubi politici che si
arrabattono sulla scena e hanno abdicato - per pochezza di ingegno e non
solo - alla loro funzione di difensori delle società e delle persone; di
demiurghi necessari per società e persone sempre più civili.
Avete mai scorso la lista delle mediocrità sconsolanti che si propongono
come guida dell'occidente e dei suoi vassalli, ormai insofferenti? Trump,
Clinton, Merkel, Schulz, Hollande, juppè e concorrenti francesi, Le Pen,
Salvini, Grillo, Renzi, May,... e quelli intorno, Orban, i polacchi
inpronunciabili, Erdogan, i sauditi..., gli israeliani, Al Sisi.....Si
oscilla dal grigiore alla ignoranza; dalla mediocrità e basta alla
mediocrità pericolosamente crudele.  
O stupidi isolazionisti o cinici globalizzatori, ma sempre succubi del
sistema.Renzi, come tutti gli altri finti potenti, oscilla tra questi due
poli, oramai entrambi ortodossi e funzionali al potere reale. La sua
riforma, sbagliata, vorrebbe metterci a nostro agio in una Europa e in un
occidente illusoriamente e falsamente "faro di civiltà". Credo ci creda,
come gli altri suoi pari, e questo è il guaio più grosso.
Quello che vuole l'imperante capitalismo finanziario è lontano le mille
miglia da una società civile. E' la società imbarbarita, egoista e ottusa
che gli serve. Altrimenti come potrebbe funzionare una oscenità come il
black Friday, festa della nuova religione? La democrazia "decisionista"
serve al black Friday.

 Umberto  Pradella  

IL CASO DEL VOTO DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO




Il caso del voto degli italiani all'estero

Le pressioni e la spietata campagna fatta dal Governo e dal fronte  del SI sugli italiani all'estero ha scatenato numerose reazioni e prese di posizione tra i comitati del NO alla riforma. Vi segnaliamo un'intervista al Vice Presidente Nazionale del Comitato Alfiero Grandi realizzata dalla FILEF https://cambiailmondo.org/2016/11/24/voto-allestero-intervista-ad-alfiero-grandi-vice-presidente-del-comitato-per-il-no-al-referendum-costituzionale/

Di seguito trovate una nota sempre di Grandi sull'incontro avvenuto ieri con il Ministro degli Esteri Gentiloni.

NOTA
Ieri mercoledi si e' svolto un incontro tra rappresentanti dei Comitati per il No (Quagliariello, Brunetta, Calvi, Grandi) e il Ministro Gentiloni per rappresentare le anomalie nel voto raccolte dai Comitati, i dubbi sui comportamenti di alcuni diplomatici sia pure in pochi casi.
Il Ministro ha accettato di esaminare le situazioni e ha preso impegno a fornire una mail dedicata con la quale segnalare le anomalie, con l'impegno a rispondere ed intervenire se necessario. Abbiamo presentato un nostro dossier contenente alcuni casi segnalati finora.
Il Ministro ha poi ricordato di avere chiesto al personale diplomatico di mantenere un atteggiamento neutrale e questo verra' ribadito di fronte alla nostra segnalazione di alcune anomalie di comportamento che pero' il Ministero considera coerenti con i doveri di accoglienza all'estero dei Ministri, ecc.
Il Ministro ha convenuto che se le anomalie venissero documentate ne deriveranno sanzioni.
Proprio questo punto delle anomalie ha consentito di sottolineare che si assiste ad una sovrapposizione indistinguibile e inquietante dei ruoli a partire dal Presidente del Consiglio che con l'invio della costosissima lettera agli italiani all'estero, costo oltre i 2 milioni di euro solo per francobolli. Cosi' Renzi ha creato una sovrapposizione totale tra ruolo di Presidente del Consiglio, di segretario del Pd e Comitato per il Si, aggirando per di piu' gli obblighi di pubblicita'e rendicontazione che ha il Pd ma non il Comitato per il Si, che si appresta al costosissimo invio di una lettera agli italiani, si parla di 20 milioni di lettere con un costo di almeno 8 milioni di euro.
Tra le anomalie da segnalare ci sono le foto postate su Internet del voto da parte di elettori all'esteroche porteranno a conseguenze
Alfiero Grandi






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Comitato per il No nel Referendum Costituzionale · Corso d'Italia 97 · Rome, Rm 00198 · Italy

26 novembre 2016

GRAZIE,COMPAGNO FIDEL

E' morto il compagno Fidel .La natura ha fatto il suo corso.Lui anche .Ha lasciato indelebile il suo ricordo tra i cubani e un esempio in tutto il mondo dimostrando che il vero comunismo non è un 'utopia,
Pubblichiamo un "coccodrillo" scritto da Fabrizio Casari.
Hasta la victoria siempre, compagno Fidel.

DA http://www.altrenotizie.org/esteri/7255-il-comandante-fidel-castro-limprescindibile.html




  • di Fabrizio Casari
    Il Comandante Fidel Castro, che mai si era arreso di fronte a nulla e a nessuno, si è arreso poche ore fa al tempo che corre per tutti e lo fa più forte di quanto vorremmo. Aveva compiuto da pochi mesi 90 anni e il raggiungimento di questa età era stato “un colpo di fortuna”, come ebbe a dire lui stesso nell’ultima uscita pubblica all’ultimo congresso del suo partito.
    Ma in realtà, più che la fortuna era stata l’abilità riconosciuta a proteggersi e proteggere che gli ha consentito di attraversare il 900 ed affacciarsi sul terzo millennio. Era riuscito, infatti, a sopravvivere a centinaia di piani della CIA per ucciderlo, ai complotti orchestrati da Washington e Miami e persino ai problemi di salute, emersi con un delicatissimo intervento chirurgico che nel 2008 lo spinsero a cedere a suo fratello Raul le funzioni esecutive di capo del governo cubano.
    Ma il ruolo più importante, quello di Comandante en Jefe della Rivoluzione, gli era rimasto attaccato come l’abbraccio collettivo dei cubani e non vi saranno successioni a questo, perché non sono ereditabili il carisma e l’autorevolezza con la quale ha marcato una intera vita al servizio delle idee migliori. E non sono sottoponibili a successioni l’amore e la devozione che il suo popolo gli ha tributato durante 56 anni.
    Devozione e rispetto che non sono mai venuti meno, anche quando - all’inizio e poi per buona parte degli anni 90 - la situazione economica dell’isola era vicina al collasso. Perché tra le assolute qualità di Fidel vi era anche quella di saper comunicare con il suo popolo in forma diretta e costante. Il popolo cubano riponeva in lui ogni fiducia e Fidel lo ha spronato a iscriversi alla storia che valeva la pena vivere, ad un destino che era giusto sfidare per cambiarlo.
    Eppure, in gioventù, Fidel Castro sembrava destinato solo ad una brillante carriera di avvocato. Figlio di famiglia benestante, doti oratorie non comuni, dovette però ricredersi in fretta circa il destino che l’attendeva. La dittatura di Fulgencio Batista, sanguinolento sergentino di terza fila promosso a capo di un paese molto migliore di lui, bruciava le carni dell’isola. Lo avevano insediato al comando la mafia italo-americana, che di Cuba era signora e padrona, e che aveva reso la perla delle Antille il suo postribolo preferito per i week-end, quando scaricava i suoi avanzi di Florida dopo mezz’ora di volo. Cuba era prostituzione e gioco d’azzardo per gli americani, inferno di repressione e schiavitù per i cubani.
    Quel giovane e promettente avvocato dovette quindi assumere su di sé la causa più importante, quella nella quale non si può perdere: la liberazione ed il riscatto del suo popolo. Cammino arduo, difficile e non breve, ma vittorioso. Il 1 gennaio del 1959, mentre il calendario cambiava anno, Cuba cambiava il suo destino e invertiva ogni paradigma. I più poveri divennero i più importanti.
    Da allora e per sempre Cuba e Fidel sono due facce dello stessa medaglia. Difficile leggere Cuba senza Fidel, impossibile analizzare Fidel a prescindere dal suo paese. E se Cuba cambiò il destino del giovane avvocato, Fidel ha cambiato Cuba dalle sue fondamenta. Ne ha disegnato il profilo ideologico e culturale, ha definito il suo assetto politico e sociale, ha costruito e difeso la sua immagine internazionale.
    Per Cuba, Fidel è stato l’architetto di un sistema socio-politico basato sulla partecipazione popolare, con una sedimentazione profonda del principio socialista nella sua versione latinoamericana. Istruzione, sanità, servizi sociali, cultura e sport garantiti e gratuiti per tutti. Eguaglianza, si eguaglianza: parola ormai desueta, quasi blasfema nel dizionario del pensiero unico, ma che a Cuba vige scolpita, a spiegare il significato di un destino diverso. E poi una battaglia incessante contro l’annessionismo, che è diventata un punto di riferimento ineludibile per la cultura indipendentista ed antimperialista, autentico humus del pensiero progressista latinoamericano.
    E’ stato un autentico faro per i cubani, che lo hanno sempre considerato un padre della patria oltre che un leader politico. Persino coloro che osteggiano il sistema non consentono nessuna mancanza di rispetto alla sua figura. “Si se entera Fidel” - se lo viene a sapere Fidel - è stata per oltre 50 anni una delle frasi di chi si riteneva danneggiato da una qualunque ingiustizia, da inefficienza o indifferenza. Una frase che ben testimonia il grado di affidamento del popolo verso il suo leader. Un affidamento, però, tutt’altro che messianico: é concreto e vigile, attinente all’idea profonda di equità e giustizia, di libertà nella responsabilità con le quali diverse generazioni di cubani sono cresciute.
    Cuba è nazione evoluta culturalmente e politicamente; ha nella formazione culturale e scientifica del suo popolo un valore non riscontrabile nella stragrande maggioranza dei paesi del mondo e nella ricerca della massima equità sociale possibile il punto di partenza e di arrivo di ogni progetto. Per tutto questo, e non solo per questo, un’isola di poche migliaia di chilometri quadrati, con poco più di 12 milioni di abitanti, è divenuta un simbolo per il mondo intero.
    Punto di riferimento assoluto per tutta la sinistra del continente americano e non solo, Fidel Castro è stato soprattutto uno statista di valore assoluto. Compagno decisivo di ogni processo di liberazione in ogni parte del mondo e nemico insuperabile di ogni oppressione, ha rappresentato una grandezza di pensiero ed azione politica che lo ha collocato al primo posto tra gli imprescindibili.
    Dal Sudafrica all’Angola, dal Mozambico allo Zimbawe, dalla Namibia all’Etiopia, non c’è pezzo di Africa libera che non debba ringraziare l’intervento cubano, che obbligò alla disfatta il regime segregazionista di Pretoria e consentì la liberazione prima e l’elezione poi di Nelson Mandela alla guida della più grande ed importante nazione del continente nero. Per liberare l’Africa Cuba pagò un alto prezzo in vite umane e lo fece senza chiedere nulla in cambio, dando dignità al senso più  profondo dell’internazionalismo e lasciando così una traccia di nobiltà e di altruismo che nessun altro paese al mondo può vantare.
    E lo stesso ringraziamento lo sente ogni paese latinoamericano che ha visto le guerriglie liberatrici di un tempo farsi governo. Nessuno di loro ha fatto a meno del contributo decisivo di Fidel e della sua Cuba, in prima fila a difendere le conquiste sottoposte all’offensiva delle controrivoluzioni. Fidel è stato rifugio e asilo della sinistra latinoamericana che cercava riparo e sostegno contro le dittature militari che negli anni ’70 si nutrivano di desaparecidos e massacri insanguinando l’intero continente. Con lui, Cuba è stata molto più di se stessa.
    E’ stata punto di riferimento teorico ed organizzativo, sede imprescindibile per l’unità latinoamericana, aiuto decisivo per ripartire e per progettare le lotte di liberazione, sostegno determinante per mantenere in vita le esperienze rivoluzionarie, quelle del Nicaragua Sandinista e del Venezuela Chavista in primo luogo. E’ divenuta simbolo per centinaia di milioni di oppressi e nemico giurato dell’impero, che gli ha riservato una autentica ossessione impotente.
    Contro il peggiore dei blocchi economici, applicato ad ogni sfera della vita del Paese e allargato persino all’intera comunità internazionale, Cuba ha resistito e vinto. Ha pagato un prezzo enorme, principalmente consistente nel suo mancato sviluppo ai livelli che gli sono consoni per qualità, ma non ha mai capitolato. In un paese dove da 60 anni non può entrare nemmeno un’aspirina, la qualità della sanità permette di collocare l’isola ai primi posti per speranza di vita e agli ultimi per le mortalità infantili.
    E non solo dentro Cuba la sanità voluta da Fidel è un vanto. In tutto il mondo Cuba esporta dottori e vaccini, infermieri e maestri. Mantiene un numero di medici negli angoli più remoti del pianeta superiori a quelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e ospita all’Avana la più grande scuola di medicina del mondo, riservata a tutti coloro che, privi di mezzi, possono laurearsi gratuitamente, con l’unica clausola di tornare ad operare gratuitamente nei loro paesi e rifiutare l’attività privata.
    Tra i suoi indiscutibili meriti nella liberazione di Cuba dalla tirannide di Batista prima e poi nel processo rivoluzionario che ha portato l’isola a raggiungere vette di equità e sviluppo impensabili per tutti i paesi latinoamericani, c’è stato anche quello di sapere, da vivo, organizzare la sua successione. Sono pochi i leader che riescono in questa che è forse l’opera paradossalmente più difficile. Lui ne è stato capace. Ed è per questo che per quanto il popolo cubano sia oggi costernato ed affranto, la stabilità del Paese non è in discussione.
    Ma oggi, per quanto l’obbligo del cronista sia quello d’informare, di chiarire ciò che può apparire oscuro, il sentimento che prevale è quello di una immensa tristezza. Mi si consenta di dire che averlo conosciuto e in più occasioni conversato lungamente con lui è servito a capire com’era possibile che fosse così amato dal suo popolo, così ammirato in ogni dove del continente e così odiato dall’impero statunitense. Una lucidità politica ed una lungimiranza impressionante s’inserivano in una passione debordante, una ironia sottile ed acuta ne caratterizzavano l’eloquio che lo rese famoso.
    Se n’è andato il migliore di tutta la storia della sinistra internazionale. Se n’è andato senza mai esser stato sconfitto, avendo vinto ogni battaglia che ha ingaggiato ed anche quelle che lo hanno obbligato ad ingaggiare. Perché, come soleva affermare, “tutto si può negoziare ma non i principi”. Persino nella sua morte fisica ha mantenuto la sua promessa: “Morti magari, ma mai in ginocchio”.
    Cuba celebrerà con 9 giorni di lutto nazionale il tributo al migliore dei suoi uomini. Ma non sarà solo cubana l'eredità della sua vita. Nella storia di Cuba ecome in quella di ogni luogo, l’eredità di Fidel Castro continuerà ad avvolgere, ovunque si trovino, le speranze e le battaglie degli ultimi che proveranno a vivere per diventare i primi.

    APPELLO PER AGGIORNAMENTO NOMENCLATORE TARIFFARIO






    Marco Gentili al Parlamento per il nomenclatore: video-appello a Renzi!
    Marco Gentili: video


    Cara Gisella
     
    mi chiamo Marco Gentili, sono il Co-Presidente dell’associazione Luca Coscioni e sono malato di SLA. Ma quello che impedisce a tante persone come me di comunicare non è solo la malattia, ma la burocrazia ottusa che ci nega la disponibilità di appositi ausili, così come ci nega carrozzine adatte alle nostre esigenze e altri strumenti fondamentali.
     
    Per ottenere ciò di cui abbiamo bisogno sarebbe necessario l’aggiornamento del nomenclatore tariffario, cioè l’elenco degli ausili rimborsabili da parte dello Stato. Il nomenclatore, infatti, è fermo da 17 anni, nonostante le continue promesse di rinnovarlo. Renzi ce lo promise oltre due anni fa. Ora c’è pure il rischio che sia aggiornato sì, ma con modalità sbagliate e controproducenti.

    Ecco perché ti chiedo di sostenermi e sottoscrivere l’appello «Per un nuovo Nomenclatore che garantisca libertà di scelta».
     
    Rivolgiamoci insieme a Matteo Renzi, Beatrice Lorenzin e a tutti i Parlamentari. In particolare ai membri della dodicesima Commissione di Camera e Senato rispettivamente Affari Sociali ed Igiene e Sanità.
     
    Considerato che purtroppo il nuovo Nomenclatore prevede l’assegnazione con il meccanismo dell’appalto pubblico anche per quelle tipologie per le quali è decisiva la rispondenza dell’ausilio alle speciali esigenze e caratteristiche della persona cui sono destinati, ma che finiranno invece per essere fornite in modo standardizzato.
     
    Chiediamo dunque a Renzi e Lorenzin di intervenire per emendare il provvedimento e sottrarre 12 tipologie di ausili (che riguardano in particolare le protesi acustiche e le apparecchiature che rispondono ad esigenze complesse di disabilità motoria) dalla procedura dell’assegnazione attraverso bando di gara.
     
    Ai Parlamentari e a tutti voi chiediamo di sostenere tale richiesta rivolta al Governo.

    Firma e fai firmare ai tuoi amici e conoscenti l’appello «Per un nuovo Nomenclatore che garantisca libertà di scelta».
     
     
     
     
    Grazie, ciao!

     
    Marco Gentili
     

    Recensione film: GENIUS regia di MichaeL Grandage


     

    Con Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman, Laura Linney, Guy Pierce, Dominic West, del 2016.

     


     

    La seduzione del narcisismo

     

    Tratto da una storia vera, il film Genius è incentrato sul rapporto tra l’editor della casa editrice Scribner’s Son William Maxwell Evart Perkins - colui che ha scoperto Francis Scott Fitzgerald e Ernest Hemingway - e l’esuberante scrittore novecentesco della North Caroline Thomas Clayton Wolfe.

    Siamo a New York alla fine degli anni ’20, in piena crisi economica che però sembra non coinvolgere l’editoria. Thom è un “bello e dannato”, un logorroico narcisista, estroverso e seduttivo, un fiume in piena, mentre Max è un uomo contenuto e perbene, eternamente con il cappello in testa, forse un po’ represso ma, a suo modo, ironico e affettuoso. Max inoltre è padre di ben cinque figlie femmine mentre avrebbe tanto voluto un figlio maschio; pertanto Thom, in qualche modo, glielo può rappresentare con la sua irruenza, il suo infantilismo e perfino con i suoi capricci. Thom da parte sua ritrova in Max quella figura paterna che lo aveva sostenuto negli studi ma che era morta troppo presto.

    Lo strabordante Wolfe scrive romanzi di 3000 pagine o più, che il paziente Max riesce a leggere e a correggere, facendogli tagliare molte frasi, paragrafi e capitoli per ridurre il testo in un libro vendibile, dandogli anche delle lezioni di stile. Questi due si legano in un rapporto di complicità e di amicizia fatto anche di litigi e discussioni infinite, lavorando giorno e notte alla ristesura dei romanzi – due anni e mezzo ci vorranno per il secondo romanzo The time and the river. Vedendo il film viene da chiedersi a chi dei due sia realmente riferito il titolo del film.

    Molto bella è la descrizione della città all’epoca, dai fumosi ambienti interni (jazz club, casa editrice, abitazioni varie ecc.) alle stazioni ferroviarie e al porto, fino ad arrivare alla vista completa dello skyline di Manhattan. Anche il commento musicale collabora alla ricostruzione dell’epoca.

    Gli attori sono bravissimi: Colin Firth è strepitoso e anche l’istrionico Jude Law è molto bravo, peccato che ormai abbiamo memorizzato il suo faccione come papa Pio XIII, speriamo per lui che ce lo faccia dimenticare in fretta. Perfino Nicole Kidman - la signora Bernstein sedotta da Thom - fornisce una buona prestazione, dopo tanti film un po’ sbagliati in cui la sua recitazione è stata penalizzata. Meno convincenti i grandi miti della letteratura americana, né Francis Scott Fitzgerald – depresso per la malattia mentale di Zelda – né il prestante uomo di mare Ernest Hemingway. Forse questi due scrittori erano proprio così come rappresentati in Genius, ma nel nostro immaginario vorremmo vedere personalità di un maggior spessore.

    Il regista inglese Michael Grandage, alla sua prima esperienza cinematografica, viene dal teatro e si vede. Forse nell’ultima parte del film si dilunga un po’ troppo, a mio avviso gli avrebbe giovato un finale un po’ più stringato.

    Ghisi Grütter

    25 novembre 2016

    ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA GIORNATA DELLA DONNA

                                          Un' immagine pubblicitaria di una nota marca di calze

    Si susseguono nel Paese iniziative a sostegno della giornata della Donna . Se ci voltiamo indietro anche di pochi anni , possiamo constatare che sono stati fatti concreti passi avanti . Ma questi avanzamenti sono macchiati da crescenti episodi di violenza fisica e materiale sulle donne . Senza rischio di essere smentiti dai numeri possiamo affermare che questi episodi di violenza si suddividono egualmente tra cittadini italiani ed immigrati recenti. Si tratta quindi di un atteggiamento culturale ( rectius sotto culturale ) che tende a non riconoscere alla Donna pari dignità . Siamo difronte ad un chiaro segno di imbarbarimento della nostra civiltà . Vi sarà capitato in questi giorni ,girando per la città , di vedere affissa la pubblicità di una nota marca di calze femminili , che mostra una bella e giovane ragazza , esposta come se fosse per l'appunto una motocicletta , un'automobile .Se la nostra civiltà commerciale accetta e ci propone questi "suggerimenti " subliminali , se nessuno contesta questo uso improprio del corpo umano , beh viene difficile pensare di mettere ordine a questo stato di cose . Eppure a tanti anni dalla approvazione della legge sulla interruzione di gravidanza , quanti sono i Consultori dove le donne possono recarsi e dove vengono accolte , assistite e sostenute ? Quante sono le donne che vengono invitate dal S S N a sottoporsi a visite mediche di prevenzione e controllo ? Quanti sono i sostegni alle donne madri nei luoghi di lavoro pubblico e privati? La nostra società ha bisogno di un ruolo forte e riconoscibile delle Donne . La natura stessa della donna , il senso della maternità la porta naturalmente ad essere " inclusive " a saper accogliere ed aiutare . La nostra società oggi si trova davanti ad un bivio . Diventiamo una società aperta ed "inclusive " oppure ci chiudiamo erigiamo muri e diventiamo l'ultima cittadella rinforzata di una supremazia bianca da operetta ... Eppure oggi non celebriamo la figura femminile con lo stesso stupore , amore e folle devozione che a mio modesto avviso fecero le generazioni di un lontano passato che ci hanno preceduto . Come interpretare e " leggere " infatti quelle bellissime "pale " e dipinti che raffiguravano la Madonna con Bambino ? Non era quello forse il più bell'omaggio alla figura della donna ? Oggi invece appendiamo ovunque nelle nostre città , immagini della donna , per vendere delle calze .
     Un caro saluto a Tutti .
     Luca Giordano
     
    P. scriptum . Vi segnalo sul Tema il bellissimo articolo di Kata Pollit pubblicato a pag. 42 su " Internazionale " di questo venerdì . " il femminismo dopo Trump"

    DE LUCA :IL VERO VOLTO DEL PD


                                                                     Vincenzo De Luca
     
    Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo  De Luca, se non fosse vero bisognerebbe inventarlo. Oramai, con l'appoggio incondizionato del premier, fa e disfa a suo piacimento passando sopra a regole scritte e non . Dotato di un notevole senso dello humor, si produce spesso in rete in monologhi esilaranti e deliranti che, se non fossero pronunciati  da un personaggio che riveste una carica pubblica così importante, potrebbero essere anche divertenti. Insomma una carriera strappata al palcoscenico per calcare invece le scene  della politica. Della bassa politica ci verrebbe da dire. L'ultima performance che documentiamo di seguito del nostro eroe, per modo di dire, lo ha fatto arrivare ai vertici dell'indecenza e della sfacciataggine.
    Ascoltate e giudicate voi se questo è un politico con la P maiuscola o un boss di quartiere.
    Gli riconosciamo però coerenza e per questo lo ringraziamo. Lui anticipa e rappresenta il vero volto del PD. Quello che emergerà se dovesse prevalere il SI al prossimo referendum del 4 dicembre. Gli italiani a questo punto sono stati avvisati e non possono dire di non averlo saputo in anticipo quello che gli sarebbe successo .
    Domenico Fischetto
     
     
                 
    Quelle che seguono sono le riflssioni di Gian Carlo Marchesini

       
          > Il discorso alla riunione con i 300 sindaci campani del PD, dove, come dice De Luca, "Qui possiamo parlare chiaro perchè non ci sono giornalisti", sono 26 minuti che dovrebbero essere mostrati e ascoltati per far capire cosa significa clientelismo, voto di scambio, politica senza etica, tutto l'armamentario di una vecchia politica che ha imprigionato il Sud d'Italia da sempre, un Lauro all'ennesima potenza. Ci dicono, quei 300 sindaci, che la mutazione genetica all'interno del PD è oramai un dato acquisito. Chi continua a nutrire illusioni sull'appartenenza di questo partito o di spezzoni di esso al possibile "campo largo" dei progressisti, o non ha capito o fa finta di non capire. Il problema è che anche i "presentabili" alla Bersani, per intenderci, fatto salvo il suo impegno per il NO, accettano di coesistere con questi personaggi e con questi metodi: questo non è possibile, non può esistere una casa comune con De Luca e con i 300 sindaci del PD presenti e plaudenti. Restare in questa improbabile "casa comune" non dà una copertura alla sinistra. Un'attuale politica che è esattamente all'opposto di quello che dovrebbe essere la prassi politica della sinistra, quella per cui migliaia di comunisti, socialisti, sindacalisti si sono battuti in passato, pagando spesso prezzi altissimi. Dove sta il PD, dove sta De Luca con i suoi 300 sindaci campani? Non possono stare a sinistra, la sinistra sta dall'altra parte della barricata.
    > GCM

    Dieci ragioni di merito per votare “No” al referendum del 4 dicembre

     

     

    “È in atto da tempo un globale processo di sottrazione di democrazia ai popoli. La riforma ‘Renzi-Boschi’ è necessaria all’attuazione del progetto di concentrazione del potere”. Le “Idee eretiche” di Roberto Mancini
    Tratto da Altreconomia 187 — Novembre 2016
    Il 4 dicembre 2016 si tiene il referendum costituzionale confermativo in merito alla riforma Renzi-Boschi
    Il 4 dicembre 2016 si tiene il referendum costituzionale confermativo in merito alla riforma Renzi-Boschi
             

    Dieci ragioni per votare “No” al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Le indico considerando contesto, metodo e merito del problema. Il contesto è riassumibile osservando che è in atto da tempo un globale processo di sottrazione di democrazia ai popoli e di concentrazione del potere nelle mani di un manipolo di speculatori e di politici collaborazionisti. La riforma “Renzi-Boschi” è necessaria all’attuazione del progetto di concentrazione del potere. Perciò i potentati finanziari globali hanno ammonito il popolo italiano, dicendo che con la vittoria del sì ci saranno investimenti e crescita, con quella del no ci sarà la paralisi del Paese e la fuga degli investitori. Le ragioni di merito per votare “No” sono le seguenti.
    1. La riforma senza motivo nega ai cittadini la facoltà di eleggere i membri del Senato, ma nel contempo attribuisce a esso funzioni legislative comunque decisive, tra cui quella di un’eventuale revisione costituzionale.
    2. La riforma punta a una governabilità senza rappresentatività. Vede i cittadini e il Parlamento come un intralcio e s’inventa l’esigenza di dare ancora più potere a chi governa, quando in realtà i governi più recenti, compreso l’attuale, hanno deciso senza problemi le missioni militari all’estero, i tagli alla sanità, all’istruzione e alla ricerca, la riforma Fornero, l’inserimento del pareggio di bilancio nella Costituzione, la “Buona Scuola”, il Job’s Act e magari tra poco il Ponte sullo Stretto. Con la riforma chi governerà non avrà istanze di controllo sul suo operato.
    3. La riforma riduce le prerogative del Parlamento (soprattutto delle opposizioni) e, nell’incastro con la riforma della legge elettorale, muta geneticamente la forma di governo, introducendo una sorta di presidenzialismo estremo.
    4. La riforma prevede che i senatori saranno nominati tra i consiglieri regionali o i sindaci, con l’esorbitante pretesa che siano capaci di svolgere bene e simultaneamente funzioni così impegnative. Attribuisce a questi senatori nominati dai capi-partito e non dai cittadini l’immunità parlamentare. I costi di questa struttura si annunciano non inferiori a quelli attuali.
    5. La riforma riduce competenze e autonomia delle Regioni, liquidando il decentramento. Con ciò il governo impedisce la realizzazione di una vera riforma che coordini la rappresentanza tramite partiti alla Camera con la rappresentanza per comunità territoriali al Senato.
    6. La riforma, anziché semplificare il funzionamento del Senato, lo complica prevedendo almeno sette tipologie diverse di votazione delle leggi.
    7. La riforma modifica completamente la seconda parte della Costituzione, che configura criteri e procedure per attuare la prima parte, riferita ai principi fondamentali della vita democratica. In questo modo di fatto compromette anche la prima parte.
    A queste ragioni di merito ne vanno aggiunte altre tre di metodo.
    8. La riforma scaturisce da un colpo di mano della maggioranza, in pratica della maggioranza del Partito Democratico (nemmeno di tutto il partito): si vuole riformare la Costituzione con un metodo anticostituzionale e antidemocratico, senza costruire un necessario consenso più ampio ed espresso dalle diverse parti politiche.
    9. La riforma scaturisce sia da un Parlamento delegittimato dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 1 del 2014, che dichiarò illegittimo il sistema elettorale con cui è stato formato, sia da un governo scaturito da giochi di palazzo. Quindi il soggetto proponente non ha la legittimità giuridica, l’investitura democratica e l’autorità morale per avviare una riforma della Costituzione.
    10. La riforma verrà votata al referendum con una scheda dove la formulazione del quesito rispetto a cui rispondere è tendenziosa. Infatti induce l’elettore a votare “Sì” perché il testo descrive non in modo neutro, ma come obiettivi positivi i punti della riforma.
    Ecco perché votare “No” è un atto costruttivo che sventa un pericolo grave e può favorire il rilancio della democrazia

    24 novembre 2016

    MUNICIPIO II:CONSIGLIO STRAORDINARIO "INSIEME CONTRO LA VIOLENZA DELLE DONNE"


     

    L'UNITA' DELLA NAZIONE



                                            Donald Trump
     
    Oggi Vi propongo una breve riflessione sul tema dell'unità della nazione . Lo spunto lo fornisce la festa del "giorno del ringraziamento " negli USA . Il neoeletto Trump si rende conto che il paese è uscito stremato e diviso dalla lunga campagna elettorale , che è stata caratterizzata da offese, minacce , affermazioni e sbandieramento di programmi assurdi e pericolosi non solo per la pace interna USA , ma per la sicurezza e stabilità del mondo intero . Purtroppo però questa non è una esclusiva USA.
    Da noi in Italia,  Matteo Renzi ha fatto anche peggio . Per motivi politici suoi propri, ha drammaticamente diviso il Paese sulla legge fondamentale ! Ha inteso ed intende " scrivere il Patto sociale " dettandolo con protervia e iattanza a tutti gli italiani . È evidente che per lui il consenso sulla legge fondamentale dello Stato , la nostra Costituzione , non sia un valore . Ha così assunto la responsabilità di dividere i padri dai figli , i mariti dalle mogli , gli italiani dagli italiani . In un Paese dove l'unità politica e stata conquistata di recente e messa a dura prova nell'ultimo conflitto mondiale ( guerra civile durante la liberazione) e successivamente messa in crisi durante il terrorismo degli anni 70 ed 80 , beh ! Questa è una provocazione politica irresponsabile e grave , che non sarà sanabile se malauguratamente dovesse prevalere il SI .
    Si aprirebbe allora una stagione dei veleni nella quale diventerà difficile mantenere la rotta .
    Fare impazzire la bussola della politica ! Renzi verrà ricordato per essere stato un politico irresponsabile e miope , il classico esempio dell'involuzione della democrazia quando viene occupata da demagoghi superficiali , immaturi , presuntuosi , ed incapaci .
    Buon lavoro a tutti .
     
    Luca Giordano

    28 NOVEMBRE: FLC CGIL LE RAGIONI DEL NO ASSEMBLEA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI



    Lunedì 28 novembre 2016


    Viale Ostiense 139 (Ex. Tommaseo)
    ore 12 - 14  Aula 3A
    Università degli Studi Roma Tre

     
    Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori
    Referendum: Le ragioni del NO

    Introduce e coordina:  Iolanda D'Aiuto
    intervengono
    Roberta Calvano - costituzionalista
    Paolo Carnevale - docente ordinario di Diritto pubblico - Università degli studi  Roma Tre

    Interventi delle lavoratrici e dei lavoratori 

     
    conclusioni
    Eugenio Ghignoni -
    Segretario generale FLC CGIL Roma e Lazio




    Per partecipare è possibile usufruire di permesso per assemblea come previsto dal CCNL art. 16
     

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