30 settembre 2014

LA MARCIA GLOBALE PER IL CLIMA DEL 21 SETTEMBRE

Avaaz.org - The World in Action
        
da avaaz.com

          Mesi fa  si è deciso di tentare un obiettivo folle: organizzare la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico più grande della storia. Con la manifestazione del..21 settembre si è superata ogni aspettativa, con una Marcia Globale per il Clima *6 volte* più grande di qualsiasi iniziativa simile vista in passato!!!  Nella foto, questi sono 80 isolati del centro di New York coinvolti nella manifestazione del 21 settembre:

Marcia Globale per il Clima

E queste erano Londra, Berlino, Bogota, Parigi, Delhi e Melbourne...




Oltre 675mila persone in tutto il mondo sono scese in piazza. È stata una magnifica espressione dell'amore per tutto ciò che è in pericolo a causa del cambiamento climatico, e della  speranza di salvare il pianeta e costruire una società alimentata da energie pulite e rinnovabili al 100%. Cliccare qui per vedere le tante altre foto della giornata:

https://secure.avaaz.org/it/climate_march_reportback/?bkuudfb&v=46392

Grande successo anche a Roma.La manifestazione si è tenuta presso il Colosseo.E' stata una grande festa che ha richiamato grandi e piccini tutti animati dallo stesso spirito:quello di salvare il Pianeta dal disastro dei  cambiamenti climatici.Tiepida è stata la partecipazione ufficiale dei vari movimenti ambientalisti locali,tutti gelosi delle proprie prerogative e impossibilitati per evidenti ragioni di poter metttere il proprio cappello sulla manifestazione.Propriop per questo riteniamo che la manifestazione di Roma sia riuscita,in quanto la partecipazione dei numerosi cittadini è scaturita da un desiderio sincero e non strumentale.


            Questo è solo l’inizio. Il fondamentale vertice di Parigi per il Clima si terrà tra 15 mesi: per allora si avrà bisogno di un accordo globale. Entro marzo, i singoli stati dovranno presentare i propri impegni nazionali: per questo il  movimento  mondiale nato da questa mobilitazione si concentrerà su questi obiettivi nazionali. Ma fino ad allora, si continuerà nell'organizzare iniziative perchè tutta questa gente si possa ritrovare, a intervalli regolari, sempre più numerosi, per far sentire l'appello per un cambiamento pulito e rinnovabile al 100%, che i potenti del mondo potranno solo seguire e assecondare. Il movimento che abbiamo a lungo aspettato ha preso vita.
di celebrare questo passo in avanti che abbiamo fatto. Il team e la comunità di Avaaz hanno avuto un ruolo centrale nella stragrande maggioranza delle marce e degli eventi che si sono tenuti. Il Guardian l'ha definito "trionfo organizzativo" e la BBC ha detto che "le marce hanno portato più gente che mai per le strade, grazie alla forza organizzativa della comunità online di Avaaz." Abbiamo messo sul campo centinaia di organizzatori e migliaia di volontari, e le donazioni della nostra comunità hanno fornito milioni a questa impresa. Le sfide del nostro tempo ci richiedono di essere sempre migliori, ed è quello che abbiamo fatto tutti assieme, crescendo e diventando un movimento nuovo e ancora più efficace, un movimento che è ora dentro e fuori da internet. Grazie di cuore a chiunque ha partecipato e ha reso possibile tutto questo.

29 settembre 2014

IMPRESSIONI DI SETTEMBRE:L'ARIA CHE TIRA PER VILLA BLANC



Ieri ,28 settembre ,si è svolta la manifestazione di strada promossa dall'associazione dei commercianti di Via Giorgi/Boldetti.Il Comitato Villa Blan era presente con un proprio gazebo .
Queste sono le impressioni ricavate da questa bellissima domenica da Gian Carlo Marchesini.
D.F.
                                                                     Via Giorgi

Ho trascorso buona parte della domenica al gazebo di Via Ignazio Giorgi dove, con gli amici del comitato, abbiamo spiegato ai cittadini, lì convenuti per la festa promossa dai commercianti, le buone ragioni, malgrado le orecchie da mercante di Comune e Luiss, a favore dell’apertura ai cittadini di Villa Blanc. Abbiamo parlato, mostrato, spiegato, discusso con persone scettiche e curiose, arrabbiate o fiduciose. Abbiamo raccolto fondi e firme grazie anche a qualche copia acqui...stata del libro che racconta la storia della Villa. Mi è rimasta impressa la nipotina di quattro anni di Gian Luca che, indaffarata come una piccola ape operosa, ha distribuito volantini ai passanti richiamandone l’attenzione con sorrisi e inchini. Quando si scopre che anche dai bambini possono venire esempi di civica educazione… E poi un signore elegante con al guinzaglio un cane che al mio invito a firmare è sbottato: ancora così, con le belle parole e i volantini voi sperate di risolvere il problema della Villa? Perché - gli ho risposto un po’ spiazzato - quale è il modo efficace che lei suggerisce? Entrando dentro e occupando - il signore elegante con cane ha risposto. Oppure buttandoci una bomba. Ciò detto, con un rapido dietro front, il signore sentenzioso se n’è andato.
Poi, alla fine della bella e proficua giornata, sorbendo per rilassarci un prosecco al bar, un’amica che bazzica le segrete stanze delle autorità mi ha confidato che i pubblici amministratori, dopo la sentenza del Consiglio di Stato avversa al Comune e al gestore per quel che di illegale hanno compiuto con il Punto Verde per l’Infanzia di Villa Massimo, per la fifa delle più che probabili conseguenze se la stanno facendo sotto. Tenendo conto anche dell’illegalità totale in cui versa il Punto Verde per l’Infanzia di Piazza Winckelmann - e chissà di quanti altri - si direbbe che, sia pure dopo anni, i nodi comincino a venire al pettine e si profili all’orizzonte una soluzione dei troppi abusi e una resa dei conti.
 
 

CONFESSIONE DI IMPOTENZA atto I




La mia visione delle cose, che vede l’Italia marginale nello scacchiere mondiale, e la forza (per me auto distruttrice) irresistibile del capitalismo finanziario borghese, mi fa pensare che ogni ricetta per modificare le cose, sia illusoria.
Quello che mi sembra irrazionale, nella posizione di Renzi, e che penso salti agli occhi di tutti, è che, nella sua corsa a portare l’italia nel cuore del “sistema” insieme all’Europa, non si accorga di una grave contraddizione:
Le regole del gioco pretendono, oltre alla predominanza del “mercato”, della “concorrenza”, della “meritocrazia” e del “profitto”, che – almeno nominalmente –i reati connessi al gioco stesso, siano pesantemente sanzionati.
Nella sua ricerca di alleati a supporto della sua strategia, ha precipitosamente scelto un traballante Berlusconi, che, consapevole della insperata fortuna (ancora una volta) arrivatagli addosso quando pensava di essere finito, ha accettato felicemente di sostenere le “riforme” renziane.
Ovviamente con un limite invalicabile, pena la sua morte definitiva: giustizia e reati dei colletti bianchi.
Oggi Renzi si trova in contraddizione con il proprio disegno. La pretesa berlusconiana (ricatto) è che i giudici vengano bastonati e che i reati economici vengano considerati, nella migliore delle ipotesi, passibili di un buffetto.
Il sistema pretende ben altro e lo dimostra costantemente.
.Io non voterò per nessuna delle fazioni (penso che il PD sia una fazione) in campo. Penso che chiunque vinca, sarà costretto a seguire l’andazzo mondiale. Alla lunga – non so come – i reati finanziari saranno sanzionati pesantemente, perchè il “sistema” vive di illegalità mostruose, ma pretende che, appena affioranti, vengano massacrate, in modo che la legalità formale, borghese, sia garantita agli occhi dell’”opinione pubblica”.
Per capire quanto inutile sia la mia astensione, bisognerebbe leggere “saggio sulla lucidità” (che saggio non è, ma romanzo) di Josè saramago . .
Quello che certamente tu non accetterai è che io ritenga inutile anche il tuo impegno, quello di Marnetto e di molti altri .
La mia non è affatto disistima per l’impegno di chiunque. A volte vorrei, nonostante l’età, avere la voglia e la speranza incrollabile che le sorti del mio paese e del mondo dipendano anche da me.
Credo che la storia, invece, segua strade diverse e pretenda il compimento di cicli che procedono per inerzia, fino alla loro conclusione, qualunque essa sia.
Per di più, anche se fossi affetto da volontarismo spinto, non saprei cosa fare.
Mi restano allora l’invettiva, la rabbia, il disprezzo, come sfogo.
Conscio della mia impotenza, mi rimane anche il gusto di indagare e cercare di capire i meccanismi palesi e nascosti che governano il mondo.
Subirò un mondo che non mi piace, spererò in una impossibile utopia, ma mi vanterò del fatto che, perdente, ho scoperto il gioco di chi vince.
Umberto Pradella

Recensione libro:I FUNAMBOLI a cura di D.Barazzetti e A.Cammarota


I FUNAMBOLI.

Lasciare la comunità terapeutica tra difficoltà e speranze.

Altreconomia edizioni, Milano 2014, € 10,00

A cura di Donatella Barazzetti e Antonella Cammarota

 

Questo piccolo libro costituisce uno sguardo prezioso sul grosso problema di re-integrazione che il paziente psichiatrico deve affrontare nel momento in cui la “cura” è, in un certo senso, terminata. I funamboli è un’interessante volume collettivo  – curato dalle sociologhe Donatella Barazzetti e Antonella Cammarota – che ci restituisce attraverso la voce di molti protagonisti,  il percorso che il paziente compie una volta terminata la fase della Comunità Terapeutica e inizia il lungo e faticoso percorso di autonomizzazione e di socializzazione.

La Provincia di Roma, mediante un bando “Prevenzione Mille”, ha finanziato un percorso progettuale – “In cammino” e “In cammino 2” da cui nasce il volume - che è iniziato nel 2009 mettendo insieme soggetti pubblici e privati sociali per coadiuvare il paziente nel superamento di tutte quelle difficoltà – soggettive e oggettive – che incontra nella sua riabilitazione. Il progetto è stato portato avanti dall’Associazione “Tininiska Onlus” assieme alla Comunità “Reverie” di Capena. Sono stati condotti tre Laboratori sulla fotografia, sulla scrittura creativa e sull’informatica, i cui esiti sono raccolti nel libro. L’osservazione è condotta con rigore scientifico ma è anche partecipato emotivamente in quanto una delle due curatrici - Antonella – è pure la madre di un paziente. Quindi, come lei stessa scrive nell’Introduzione, da un doloroso evento del proprio privato, è riuscita a farne un’occasione di studio, materia di ricerca e di partecipazione sociale e politica.

Secondo lo psichiatra Antonio Maone, intervistato nel libro, per la riuscita del passaggio sono basilare un paio di cose: il coinvolgimento familiare e l’adeguata e costante assistenza sanitaria e domiciliare perché esiste oggi un conflitto di competenze, anche se le leggi al riguardo non fanno distinzione tra disabilità fisica e psichica.

Chiunque abbia sofferto di una lunga malattia o abbia subito un intervento chirurgico, sa, per esperienza, quanto sia faticosa e delicata la fase di riabilitazione, della cosiddetta convalescenza, che è un processo lungo e discontinuo con alti e bassi, spesso con ricadute. È forse la fase più delicata in cui magari gli amici e parenti non ci vengono più a trovare o ad aiutare perché in qualche modo è passata l’”emergenza”. Così se la malattia è di tipo psicologico o psichiatrico il ri-apprendimento ad affrontare la vita quotidiana magari senza “protezioni”, talvolta senza più medicine o dipendenze in generale, ci fa provare una grande fragilità. Proprio questo è il passaggio difficile seguito dal progetto “In Cammino 2” e narrato ne I Funamboli.

Di estremo interesse è il progetto di cohousing “Le chiavi di casa” che, come si evince dal nome, considera “adulto”, in qualche misura, il paziente dimesso, favorisce la sua emancipazione anche con il reperimento di appartamenti dove andrà ad abitare con uno o altri due, che si sono reciprocamente scelti. Questa scelta è fondamentale perché fa parte del processo di emancipazione ed è proprio la differenza con l’accoglimento nella casa famiglia. Il progetto “Le chiavi di casa” ha al suo attivo 21 successi su 23 casi di indipendenza abitativa, nel senso che solo 2 persone hanno dichiarato di non farcela nel processo di riacquisizione della progressiva autonomia.

Interessante, dal mio punto di vista, è la scelta strategica dei luoghi abitativi dove reperire gli appartamenti. Di là dal problema non indifferente del costo degli affitti, è preferibile (sempre secondo Maone) una situazione di forte densità abitativa, dove il paziente ha la possibilità di “con-fondersi” e di non viversi troppo la “diversità”.

Mi viene in mente un film che ho appena rivisto in questi giorni “Una giornata particolare” di Ettore Scola con Sophia Loren e Marcello Mastroianni tutto girato in Via XXI Aprile a Roma nelle case di edilizia economica e popolare progettate da Mario De Renzi nel 1931. In effetti, l’alta densità abitativa dello stabile favorisce la promiscuità tra gli abitanti e l’incontro tra l’omosessuale ex annunciatore dell’EIAR e la casalinga insoddisfatta, due "diversi" entrambi vittime del maschilismo del regime. Tante diverse figure che condividono lo stesso habitat.

Il Laboratorio fotografico descritto nel libro - condotto da Emanuela Vincenti ha curato l’aspetto oggettivo/soggettivo delle immagini ponendo l’attenzione sul fatto che una foto «ha in sé un carico enorme di emozioni, sensazioni, storia…la si può immaginare come lo scrigno che allo stesso tempo custodisce e svela mondi interiori, sia di chi l’ha scattata, sia di chi la guarda».

Il Laboratorio di scrittura creativa invece è stato condotto da Maria Ciambella che è anche la responsabile della struttura “La Reverie“ di Capena. Il gruppo diventa un importante strumento comunicativo che «restituisce parola e considerazione ai partecipanti, che consente a molti pazienti, rimasti in silenzio per tanto tempo, di aprirsi».

Nel Laboratorio di Informatica, condotto da Gianpaolo Miele, da un lato si sono introdotti elementi d’informatica di vita quotidiana per il superamento del digital divide– anche qui molta importanza è data alla comunicazione - dall’altro, spunti di riflessione sulle conseguenze che l’informatizzazione ha prodotto nella società e nei nostri rapporti sociali.

Chissà quanti di noi, anche se non affetti da particolari sofferenze psichiatriche, potrebbero essere agevolati dalla partecipazione a questo tipo di lavoro portato avanti nei Laboratori, che stimola il gruppo, aiuta la comunicazione e consolida i rapporti sociali.

Il libro si può comprare nelle botteghe del Commercio Equo e Solidale o richiederlo al sito www.altreconomia.it/libri. I ricavi ottenuti della vendita, andranno all’Associazione “Tininiska Italia Onlus” – alla quale porgo i miei migliori auguri - con l’obiettivo di proseguire i progetti “In Camino”.

 Ghisi Grütter

28 settembre 2014

Recensione film:IL FUOCO DELLA VENDETTA di Scott Cooper




IL FUOCO DELLA VENDETTA
Scott Cooper



Un film duro quello di Scott Cooper e con molte scene di violenza. Ma la violenza non è solo quella mostrata palesemente dove si vede il sangue del cerbiatto cacciato o quello del viso pestato per l’incontro clandestino di boxe a mani nude. La violenza attraversa tutto il film ed è presente nei luoghi di ambientazione: nell’habitat, nella vita in fabbrica, nel carcere urbano, nei drive-in e nei luoghi “dimenticati da dio” degli incontri. Un’America dei non-luoghi di qualche anno fa. Infatti, la storia è leggermente retrodatata: i protagonisti partono per la guerra in Iraq e ascoltano Ted Kennedy in TV. La narrazione quindi si dovrebbe svolgere presumibilmente tra il 2003 e il 2008, poiché si comincia a parlare di chiusura della fabbrica.

Il titolo originale Out of the Furnace, molto più pertinente e meno banale di quello italiano, ci fa proprio intuire che fuori della fabbrica la vita non sia poi migliore. I fratelli Blaze, così caratterialmente diversi, sono interpretati dallo strepitoso Christian Bale – l’operaio good guy e perfino religioso - e dal bravo e inquieto Casey Affleck (attore non casualmente legato a Gus van Sant). Il film, infatti, presenta un vasto cast di attori-simbolo anche nelle parti secondarie come lo zio Red interpretato da Sam Shepard che, oltre ad essere scrittore teatrale e cinematografico e regista lui stesso, ha recitato anche con Wim Wenders, considerato il campione di riprese dei non-luoghi urbani. Forest Whitaker, è il poliziotto, William Dafoe il cattivo e Woody Harrelson è il fantastico cattivissimo.

Il film ha un bel ritmo, luci violacee e musiche da western; tutta la parte centrale presenta il montaggio di scene parallele tra la caccia al cervo e l’incontro di boxe e, se anche in modo un po’ meccanico, prelude alla tragedia creando un’intensa aspettativa nello spettatore.

Un film anche che non lascia molte speranze in linea con i film sulla crisi delle istituzioni e sulla giustizia fai-da-te. Il finale leggermente ambiguo lascia in sapore amaro in bocca suggerendo una riflessione su chi siano realmente i buoni e chi i cattivi e fino a che punto un buon comportamento “civile” sia una libera scelta.
Ghisi Grütter
 
 

27 settembre 2014

LA BATTAGLIA PER VILLA BLANC CONTINUA!!!!





Domani ,domenica 28 settembre,"gli irriducibili" di Villa Blanc saranno presenti all'iniziativa promossa dall'Associazione Commercianti di Via Giorgi/Boldetti con un proprio gazebo,Sarà questa un'occasione importante di incontro tra la cittadinanza e i rappresentanti di questo gruppo che fa capo al Comitato di Villa Blanc e di aggiornamento sulle varie tappe della lunga contesa LUISS-Cittadini.
Ricordiamo ai nostri lettori che i ricorrenti contro la LUISS e il Comune di Roma sono 7 cittadini ,di cui 5 aderenti per l'appunto al Comitato Villa Blanc.
Dopo la battuta d'arresto subita dai ricorrenti in seguito alla sentenza del TAR,un pò sbrigativa e semplicistica nel suo disposto,ma che praticamente respingeva il loro ricorso,per nulla scoraggiati  dalla potenza di fuoco di uno degli avversari ,la LUISS, che non ha difficoltà attraverso mille canali ad esercitare la sua influenza, i sette ricorrenti ,integrato il proprio  team difensivo con l'ingresso di due nuovi avvocati,hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato.
Nel frattempo nuovi episodi si sono aggiunti nel panorama romano sul versante delle querelle giudiziarie tra pubblico e privato.In quest'ambito si inserisce la vittoria presso il Consiglio di Stato di un Comitato di cittadini contro il concessionario di uno spazio verde per l'infanzia, la Pinetina di Villa Massimo,sentenza che ha visto ribaltata la decisione presa precedentemente dal TAR.
Dunque nulla è ancora perduto e la battaglia continua non senza l'appoggio determinante, morale ed anche economico, della cittadinanza!
Quello che segue è il testo del volantino che verrà distribuito domani
Domenico Fischetto
 
 
LA BATTAGLIA PER VILLA BLANC CONTINUA
 
La indisponibilità  del Sindaco Ignazio Marino- dalla sua elezione a tutt'oggi  nonostante le nostre  ripetute richieste del nostro Comitato - a ricevere i cittadini  e quei consiglieri comunali che si battono per assicurare la fruibilità pubblica del complesso di Villa Blanc dimostra la insensibilità della attuale giunta alle richieste originate dalla cittadinanza e la mancanza di coraggio a svolgere la sua funzione istituzionale di arbitro imparziale nelle controversie fra i cittadini e i poteri forti.
 
Dopo la mancanza di qualsiasi risultato del tavolo di lavoro istituito dall'assessore Caudo con la LUISS dal luglio 2013 fino allo scorso marzo , nei mesi successivi il Sindaco ha rimandato per  per ben tre volte con diversi motivi l'incontro richiesto dai Consiglieri comunali per  discutere l'implementazione della mozione votata all'unanimità dal Consiglio capitolino il 27 ottobre 2013 - che proponeva la salvaguardia del parco, cancellando i parcheggi previsti al suo interno e la sua apertura al pubblico – e ha infine disertato il quarto incontro fissato il 17 luglio. In quest'ultima occasione il nostro Comitato organizzò un sit-in in piazza del Campidoglio per dare voce alla rabbia dei cittadini, per il quale ringraziamo tutti coloro che nonostante il periodo feriale e la pioggia torrenziale di quel giorno hanno voluto partecipare.
 
Ma il nostro Comitato, insieme ai  6000 cittadini che hanno firmato finora le nostre petizioni, non si arrende e , a parte ulteriori iniziative che proporremo presto, ha presentato a fine giugno  il ricorso al Consiglio di Stato contro la precedente sentenza del TAR del novembre 2013.
La recente sentenza che il Consiglio di Stato ha emesso a favore delle richieste del Comitato di Villa Massimo, per sottrarre la pineta alla speculazione da parte del gestore privato con l'assenso del Comune, ci rincuora perché dimostra che le battaglie portate avanti dai cittadini  con fermezza e coraggio, sottraendosi a qualsiasi strumentalizzazione partitica, possono trovare il riconoscimento della fondatezza giuridica delle proprie motivazioni, anche in carenza di quella funzione di intermediazione che dovrebbe essere svolta dalla classe politica.
 
Abbiamo però bisogno del supporto dei cittadini e in primo luogo di te che ci stai leggendo, dei tuoi familiari, dei tuoi amici, di quelli del tuo palazzo e di quelli che conosci.
 
Noi non facciamo gli interessi del Comitato ma quelli di tutti i cittadini che vogliono fruire dei quattro ettari di parco ad essi destinati sin dal 1974 e riconfermati dal piano regolatore generale del 2008. Non vogliamo accettare che i 1400 ragazzi dell'Istituto Winckelmann rimangano confinati nei loro cortili di cemento mentre pochi privilegiati a 20 metri dalle finestre delle loro classi passeggiano nel verde esclusivo;, non vogliamo accettare l'inquinamento e i pericoli che porteranno a Piazza Winckelmann – in primo luogo proprio per i ragazzi delle scuole - le 200 auto che il Centro LUISS pensa di portare a parcheggiare nel parco  ( abbattendo a man salva alberi di alto fusto) e nelle vie adiacenti; non possiamo accettare che gli anziani della zona si contendano le due panchine residue sul cosidetto punto verde di Piazza Winckelmann saturato da giochi a  pagamento  e deturpato dall'abbattimento dei pini secolari  per fare spazio  proprioa quei giochi.
 
Dobbiamo dimostrare il permanere della più larga partecipazione dei cittadini alle nostre richieste .
 
E abbiamo bisogno dell'aiuto economico di ciascuno per sostenere le spese legali ; finora abbiamo fatto fronte, con l'aiuto di tutti, a 5500 Euro ma abbiamo bisogno di altrettanto a breve scadenza.
 
CORAGGIO! NON LASCIARCI SOLI A COMBATTERE CONTRO I SOPRUSI E LA SPECULAZIONE; DIFENDI L'APPLICAZIONE DELLA LEGGE, I TUOI INTERESSI E QUELLI DI TUTTI I CITTADINI.
FIRMA E FAI FIRMARE  LE NOSTRE PETIZIONI E DAI IL TUO CONTRIBUTO ANCHE CON BONIFICO  IBAN..IT971M033901600100000074567 INTESTATO A COMITATO VILLA BLANC CAUSALE  VILLA BLANC PUBBLICA

"LA RAGIONEVOLEZZA NON ABITA PIU’ A ROMA?"comunicato stampa di Italia Nostra





Volentieri riceviamo e pubblichiamo il recente comunicato stampa  di Italia nosra Sez. di Roma sul prolungamento della metro B.
Sembra proprio che Italia Nostra abbia messo sotto la lente di ingrandimento l'operato del Sindaco peregrino Marino e dei suoi assessorini.
D.F.


 



 

COMUNICATO STAMPA
Roma, 26.09.14
PROLUNGAMENTO DELLA METROPOLITANA “B”
ENNESIMO EPISODIO DI SPERPERO DEL DENARO PUBBLICO E DI SPECULAZIONE EDILIZIA.
LA RAGIONEVOLEZZA NON ABITA PIU’ A ROMA?
Italia Nostra Roma prende atto delle perplessità espresse dall’assessore Improta in merito alla realizzazione del prolungamento della metropolitana “B” da Rebibbia a Casal Monastero, e appoggia totalmente lo stop ai lavori deciso nello scorso mese di agosto.
Italia Nostra Roma ha sempre considerato indispensabile un drastico potenziamento dell’efficienza del trasporto pubblico nel quadrante tiburtino, oltre Rebibbia.
Ma le esigenze di mobilità di San Basilio, di Torraccia, di Casal Monastero non sono tali da giustificare la realizzazione di una metropolitana pesante con capacità potenziale fino a 40 mila passeggeri l’ora per direzione. E con costi di costruzione astronomici: mezzo miliardo di euro per 3 km di nuova linea! Senza dimenticare, poi, che antecedentemente all’entrata in esercizio del bivio di p.zza Bologna, con il conseguente dimezzamento delle corse, i treni della metro “B”, dopo la stazione Tiburtina, viaggiavano costantemente semivuoti…
Anacronistica la metro pesante: una metropolitana leggera di superficie, con percorso totalmente protetto e diverse possibili soluzioni tecnologiche da valutare, costerebbe cinque volte meno e darebbe altrettanto bene una soluzione al problema della mobilità oltre Rebibbia! Date queste premesse, gli sviluppi della vicenda sono ancora più preoccupanti.
Per ovviare alla scarsità delle risorse pubbliche si è previsto un sostanzioso contributo alla spesa complessiva da parte di costruttori privati. I quali, per contropartita, hanno chiesto e ottenuto – dall’allora sindaco Alemanno – compensazioni edilizie, in variante di piano regolatore, per quasi un milione di metri cubi nella forma di giganteschi, inaccettabili alveari di cemento, alti fino a 18 o 20 piani, scaraventati negli spazi ancora liberi di una periferia, ancora miracolosamente, non troppo intensiva e che distruggeranno altro territorio di agro romano.
Sindaco Marino, dove sono finite le tue promesse sul consumo del suolo ?
Italia Nostra Roma, si oppone dunque decisamente all’attuale progetto per lo spreco inaccettabile di risorse pubbliche e per la gigantesca operazione di speculazione edilizia, che ancora una volta avvantaggerebbe i soliti noti a danno dell’intera collettività. Il problema della mobilità per gli abitanti dei quartieri periferici del quadrante tiburtino può essere risolto, come detto, con sistemi alternativi alla metropolitana pesante, molto più economici e di ben più rapida realizzazione.
Info : 338.1137155
 




24 settembre 2014

Visto in TV :Alessia Morani e Piercamillo Davigo a 8 e 1/2







Ieri sera  (14 settembre) ho assistito a otto e ½, condotto da Floris. Partecipava una certa Alessia Morani del PD in contradditorio con Piercamillo Davigo, oggi in cassazione.
Il testo che segue è il messaggio che ho scritto alla Morani.
La sempre più stretta alleanza tra PD e forza italia, che rafforza la mia convinzione che anche da noi, come ovunque, destra e sinistra siano vuote locuzioni, stancamente ripetute, che nascondono la contrapposizione di raggruppamenti eterogenei, privi di etica politico – sociale e in lotta soltanto per il potere fine a se stesso, mi confermano nel proposito di non partecipare alle prossime elezioni politiche, dalle quali, qualunque fazione vinca, sarà autorizzata a eserciterà il potere per governare secondo la propria convenienza settaria, sempre comunque contraria a contrappesi e limitazioni della propria arroganza.
So che qualcuno preferirà che ai giudici vengano inferte sonore batoste, pur sapendo che il depotenziamento della magistratura condurrà a maggior libertà di delinquere impunemente, da parte dei nostri rappresentanti di qualunque parte politica.
Non sono ovvamente di questa opinione e, sebbene sia convinto che non ci sia niente da fare, lascio che la mia inutile indignazione si sfoghi.
 
Umberto Pradella

 
 
 
Ieri sera ho seguito “otto e 1/2” condotto da Floris, in cui lei si confrontava con Davigo.

Come al solito, da troppo tempo , i rappresentanti della fazione che governa, nominalmente portatrice di istanze di civiltà, lasciano trasparire una trama di arroganza di potere e di una sorprendente affinità con posizioni indecenti della fazione berlusconiana.

Lei è stata sfortunata a doversi confrontare con Davigo, ma le posizioni che esprimeva  sarebbero apparse deboli e scopertamente punitive nei confronti della magistratura, fallendo certamente l’obiettivo di una giustizia migliore, qualunque fosse stato il suo interlocutore.

Il vostro temtativo di far ricadere la colpa del malfunzionamento della giustizia sulla magistratura, anzichè su una classe politica indecente, è lo stesso che ha perseguito, per un ventennio, il delinquente berlusconi.

Non sono un trinaricciuto ( parola usata per denigrare gente per bene) ; laureato in Bocconi, ho armi intellettuali per scoprire le vostre miserie politiche  e ho sperato invano di poter vivere finalmente in un paese meno incivile, corrotto, ignorante e dedito al malaffare di piccolo cabotaggio.

Temo non sia nemmeno colpa vostra.

Credete di essere scardinatori e siete soltanto, voi e gli altri, personaggi periferici utili al “sistema” che vi trascina e che credete di governare.

La indecente legge sull’autoriciclaggio; i tentennamenti, i silenzi , le ambiguità colpevoli sul falso in bilancio, le oscene proposte che banalizzano e avviliscono la Corte Costituzionale, dove, anche quando non ci fossero sospetti di reato, tendete a far eleggere persone mediocri, individuate tra le fila del partito, anzichè personalità prestigiose ma non irrigimentate, sono soltanto alcune delle cose che mi danno la misura della vostra modestia intellettuale e della vostra arroganza.

Ho sempre votato contro una destra che non ha niente da spartire con la grande tradizione conservatrice dei grandi paesi europei, di cui mi sono sempre vergognato specialmente quando, fuori da questo paese, ho dovuto subire l’onta di sentirmi suddito di un governo guidato dal delinquente che oggi avete scelto come partner per impossibili riforme di civiltà.

Siete della stessa pasta delle persone e della combricola che ho sempre osteggiato.

Non avrete più il mio voto e cercherò di fare circolare le mie idee, sperando che  molti altri aprano gli occhi e capiscano dove siamo finiti, abbandonandovi al vostro destino.

Umberto pradella

22 settembre 2014

CASO ORSA DANIZA: WWF,LEGAMBIENTE E FEDERPARCHI PRENDONO POSIZIONE SULLA NARCOSI

 
Si può considerare affrettata la decisione presa dal Ministro dell'Ambiente,Luca Galletti,sull'onda della pressione e della commozione pubblica di proibire la narcosi sugli orsi,annunciata su twitter (e dove se no?) in seguito alla morte dell'orsa Daniza .
Ci auguriamo che il Ministro,calmatesi le acque e consultatosi magari con qualche esperto fuori dal cerchio magico del governo beautiful,ci ripensi.Non farà certamente brutta figura.Anzi ,a differenza del suo capo, darà prova di umiltà e di saggezza.
Quella che segue è la lettera della Federparchi,Legambiente e WWF indirizzata  al Ministro.
D.F.






Caso Daniza - Federparchi, Legambiente e Wwf scrivono al ministro Galletti: "No ad atti fondati sull'emotività"
Su Twitter il Ministro aveva annunciato lo stop alle narcosi sugli orsi. Anche il mondo scientifico dissente.
Federparchi, Legambiente, Wwf e illustri esponenti del mondo scientifico italiano chiedono al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti un ripensamento riguardo a quanto annunciato nei giorni scorsi sulla sospensione delle narcosi sugli orsi, dichiarandosi da subito disponibili a un confronto e a una collaborazione per evitare che situazione come quella di Daniza possano ripetersi.
“Abbiamo appreso – scrivono in una lettera aperta recapitata oggi sul tavolo del ministro - della sua intenzione di voler emanare un atto che sospenda gli interventi di narcosi sugli orsi. Con la presente siamo a chiederle di non procedere in tan senso poichè un simile atto avrebbe certamente ripercussioni negative a livello nazionale sulle attività di conservazione della specie”
“La morte dell'orsa Daniza, su cui sono ancora in corso approfondimenti ed indagini – scrivono Sammuri e gli altri - non può indurre a decisioni come quella annunciata. Così come si sarebbe dovuto fare prima, anche in questa circostanza è importante che le Istituzione tengano in debita considerazione i pareri scientifici e le esperienze pluriennali senza cedere a pressioni, emotività, esigenze di comunicazione che inducono a scelte affrettate e sbagliate”.
Poi le riflessioni scientifiche: “solo in Abruzzo, negli ultimi 20 anni, sono stati narcotizzati a cura del Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise, oltre 88 orsi con zero mortalità. Animali che, grazie alla narcosi, sono stati dotati di radiocollare e quindi è stato possibile monitorarli, seguirli e proteggerli, in alcuni casi anche curarli. Tutto questo ne ha garantito la conservazione. Non si può dunque ignorare queste evidenze documentabili e agire in risposta ad un singolo caso dove il problema da considerare non è solo la narcosi effettuata, ma anche la situazione generale che potrebbe aver determinato uno stato di stress dell'animale e quindi una reazione negativa al farmaco somministrato”
Come l'esperienza comune insegna anche per la specie umana, gli interventi di narcosi sono sempre estremamente delicati ma se correttamente gestiti rispondono a precisi protocolli di sicurezza. Pensare di impedirli non ha alcuna ragione scientifica e nel campo della conservazione non aiuta certo nella tutela della biodiversità e comprometterebbe molte iniziative per la tutela di una specie simbolo straordinaria quale appunto quella dell'orso bruno o dell'orso marsicano.
A questo riguardo Federparchi e gli altri segnalano che attualmente - sempre in Abruzzo - sono in corso attività di controllo e monitoraggio su cui, proprio per escludere il ripetersi di situazioni conflittuali tra orsi e popolazioni locali, non si può escludere l’esigenza di radiocollari e quindi la necessità di interventi che inevitabilmente rendono necessario sedare l’animale. Non procedere in questi progetti significherebbe creare le premesse per ulteriori problemi.

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IL MERCATO DEL LAVORO IN ITALIA:LO SCONTRO FINALE


In Italia si profila lo scontro – credo finale – sul mercato del lavoro.

Sindacati e ribelli PD saranno spazzati via, in un modo o nell’altro.

Le ridicole ragioni dei vari Sacconi, Ichino e compagnia, che giustificano la cancellazione dell’art. 18 con sofismi cervellotici, non incantano nessuno.

Per contro, la corretta – ma tardiva – difesa  di tutti i lavoratori e non soltanto di una parte ( argomento cavalcato da chi chiede la massima flessibilità sul mercato del lavoro),  a cui i sindacati e i vari Fassina sono arrivati, risucchiati dalla corrente, insieme alla difesa dell’art. 18, inutile e vessillifera (se il reintegro è conservato per  i casi di vera sopraffazione), appaiono l’ultimo soprassalto di una “sinistra” che avendo accettato (non poteva non farlo)le regole del capitalismo globale, sa di combattere l’ultima battaglia, peraltro “nominale”, prima di scomparire.

Non so se prima della attuazione delle “riforme” ci sarà un ricorso al voto o no.

So che è soltanto questione di tempo.

L’ideologia borghese capitalistica troverà qualcuno, se non Renzi, che le attuerà.

Il mondo è sottomesso a una legge che non permette di considerare le “persone” come entità uniche e preminenti, anche se non vincenti, in una gara durissima in cui pochissimi sono i trionfatori e la stragrande maggioranza non conta.

Nel mercato del lavoro, quindi, parole come dignità della persona, rispetto del lavoratore, e così via, appaiono incomprensibili a chi, sulla base della ferrea legge della concorrenza e del profitto, non concepisce la forza lavoro se non come un fattore di produzione fungibile.

La regola mondiale privilegia soltanto il capitale, il profitto e i suoi sacerdoti inconsapevoli, cioè gli imprenditori .

Poichè la piena occupazione, nel mercato mondiale senza barriere è una ipotesi irreale, il meccanismo che pretende la sussistenza dei paria viene conferita al “pubblico” (cioè agli stessi paria) mentre la flessibilità consente a chi intraprende di fare profitti per l’accumulo finanziario, con la certezza che se l’idea non ha funzionato, i cocci saranno regalati ai governi compiacenti.

Non ci sono alternative.

Non ci sono ideologie concorrenti che abbiano la stessa forza, lo stesso potere la stessa volontà di auto protezione. I vincitori  pretendono regole che consentano qualche cooptazione di nuovi vincitori e l’eliminazione di qualche membro che ha perso smalto e fortuna, ma non possono accettare regole che obblighino alla solidarietà che non sia “gentile liberalità” di singoli.

Questa legge, borghese, capitalistica e “protestante”, pretende vincitori duri che accettino competizione durissima, per sfruttare ogni fattore al massimo utilizzabile (è di questi giorni la notizia che gli imprenditori cinesi assumono operai africani, perchè oramai più docili e meno esosi di quelli cinesi).

Viene allora in mente a me, che, nel nostro paese, per mille ragioni, i nostri imprenditori, nella stragrande maggioranza sono impreparati e incapaci.

In una intervista fatta da Piero Ottone (ripresa, se non ricordo male, da La Repubblica qualche tempo fa), Cuccia,colpevole  padrone della stanza di compensazione del “capitalismo” italiano , sosteneva di essere obbligato a quel compito – anomalo ovunque altrove – perchè , a parte rari esempi, la maggior parte dei presunti imprenditori italiani erano dei “fetentoni”.

Le cose non sono cambiate molto da allora. Non essendoci più un Cuccia protettore e essendo il mondo diventato piccolo, la nostra “classe imprenditrice” è esposta, nella gara della concorrenza spietata, alle spallate di gente ben più agguerrita.

E’ questa genia di finti duri, che spera di ottenere vantaggi dalla eliminazione dei vincoli del mercato del lavoro.

Così, i paria italiani – e oramai anche molti che si credevano al riparo – pagheranno lo scotto più duro: sottomessi alle regole dell’insensibile capitalismo e in balia di giocatori incapaci.

Pagheranno – anzi, pagheremo – uno scotto doppio.  
Raffaele Fischetto   

21 settembre 2014

Recensione film :THE RAILWAY MAN di J.Teplitzky




Le due vie del destino_The Railway man


 

 

Il regista australiano Jonathan Teplitzky per il suo terzo lungometraggio si ispira alla storia vera descritta nell’autobiografia (riadattata da Frank Cottrell Boyce e Andy Paterson) di Eric Lomax - un soldato inglese che durante la guerra è stato prigioniero dei Giapponesi e coinvolto, con maltrattamenti, alla costruzione della ferrovia tra Bankok e Rangoon.

Torturato dai poliziotti della polizia segreta Kempeitai, Eric – Jeremy Irvine è lui da giovane - non riesce a condurre una vita normale perseguitato da ricordi e incubi di tutto ciò che ha sofferto in quei giorni. Da adulto Eric - un fantastico Colin Firth - si innamora e si sposa con Patti – una non eccezionale Nicole Kidman – ma non riesce né a farla felice né a vivere una vita serena. Il film è ambientato in una piccola località nel nord dell’Inghilterra negli anni ’80 ma è continuamente inframezzato dalla storia di guerra nella Thailandia del 1942.

Scoperto che il suo maggiore aguzzino è ancora vivo torna lì sui luoghi degli orrori dove fa la guida turistica nel Museo della Guerra. Qui la storia narra che dal desiderio di vendetta si passa piano a piano al perdono mediante un percorso di rivisitazione degli agghiaccianti maltrattamenti. Rivivere e ripercorrere la sofferenza, invece di cercare di rimuoverla e di evitarla, avrà un potere liberatorio e quasi “catartico”. Il torturato e il torturatore arriveranno a  comunicare, spiegarsi e alla fine impegnarsi nella riconciliazione.

Il film si lascia vedere grazie soprattutto alla bravura dei protagonisti maschili di Lomax ragazzo e Lomax adulto. Sicuramente avrebbe giovato alla scorrevolezza e verosimiglianza del film una minore indulgenza sulle scene violente (ci si chiede come sia potuto sopravvivere a tali maltrattamenti…) e qualche accelerazione. L’Inghilterra rappresentata sinteticamente, sbirciata dai finestrini dei treni o ritrovata nei luoghi maschili d’incontro è bella e di estremo fascino. L’ottimo accompagnamento sonoro segue le varie vicende procurando in alcuni momenti un clima di suspense.

Anche se in questa circostanza l’iniziativa è stata individuale si inserisce in alcune importanti iniziative. Esistono, infatti, associazioni di gruppi che si incontrano con l’obiettivo di superare l’odio e il dolore a chi ha vissuto eventi così terribili: facendo incontrare le vittime con i loro persecutori si cerca proprio il dialogo attraverso la verbalizzazione delle sofferenze. Un noto gruppo  è  il “One by One”, un’organizzazione fondata da coloro che sono stati profondamente colpiti dall’Olocausto. I membri multi-generazionali si incontrano: i sopravvissuti alla Shoah o i loro discendenti con i loro aguzzini e torturatori, o i loro discendenti, spettatori di uno dei più tragici capitoli della storia umana. Ho conosciuto qualche anno fa una donna, sopravvissuta da bambina al campo di concentramento di Terezien e al campo di sterminio di Auchwitz, che dopo aver vinto una naturale e comprensibilissima avversione, ha aderito con grande partecipazione a questo progetto di riconciliazione.
 Ghisi Grütter
 

20 settembre 2014

CRESCONO I MILIARDARI ($ U.S.A.) IN ITALIA SECONDO LA RICERCA ANNUALE DI WEALTH-X e UBS



Nel panorama mondiale da alcuni descritto come una crisi sistemica, da altri come stagnazione secolare e da tutti osservata con il fiato sospeso, perchè, sulla base dei segnali di ogni tipo, che arrivano da ogni parte, si sta ingrossando la schiera di economisti, sociologi, politologi e compagnia che intravvedono la parabola discendente della ideologia borghese capitalistica, il segnale della concentrazione della ricchezza si va facendo sempre più nitido.
Negli ultimi 12 mesi, dal luglio 2013 al giugno 2014, il numero dei miliardari in dollari, a livello mondiale – secondo la consueta ricerca annuale di Wealth-X e UBS, che non fa mai i nomi – è aumentato del 7%, passando da 2170 a 2325, per una ricchezza complessiva di 7300 miliardi di $ (+ 12%).
Quello che risalta è che gli aumenti %ali più significativi compaiano in due paesi colpiti pesantemente dalla recessione: Italia e Spagna, dove il tasso dei senza lavoro è certamente “fuori scala” in Europa.
In Italia i miliardari sono aumentati di 4, passando da 29 a 33 (+14% circa), con un patrimonio che balza da 97 a 115 miliardi (+ 19% circa). In Spagna, la performance è addirittura strabiliante:
i miliardari passano da 22 a 32 (+ 46% circa) con un patrimonio che vola dai 74 ai 130 miliardi (+76% circa).
La cosa che balza subito agli occhi, considerando la eccezionale performance della Spagna, rispetto all’Italia, è che là, le “riforme” necessarie per allineare il paese all’Europa e alla sostanza del “capitalismo evoluto” che la caratterizza, sono in gran parte già state fatte.
Altra considerazione è che la Francia in questo quadro non brilla. Dovrà adeguarsi e fare riforme profonde (che la UE chiede insistentemente e che Hollande sta accingendosi a fare).
Ultima considerazione: l’aumento della ricchezza nelle mani di pochi (e ancora maggiore quella detenuta da organizzazioni impersonali), non impedisce il regresso e la corsa verso l’epilogo; anzi: le riforme che tendono ad uniformare l’Europa e a sottometterla al credo liberista più duro, di tipo statunitense (ma guarda, anche cinese), conducono ciecamente dritto alla catastrofe di cui i segnali sono macroscopici.
L’Italia scala 2 posizioni in Europa e la Spagna ne scala sei, piazzandosi rispettivamente al 15° e al !7° posto nel mondo.
La ricchezza complessiva dei paperoni (i 7300 miliardi di dollari) deriva per il 47% da investimenti privati, per il 29% da società quotate, per il 5% dall’immobiliare e per il 19% da denaro liquido, cioè, come ha documentato Piketty, per una parte maggioritaria, da rendita.
Il 40% dei membri di questo club ha addirittura ricevuto la ricchezza da eredità o elargizioni. Il 60% si è fatto da solo. Pochissimi con progetti industriali; la maggioranza nella finanza.
Così va il mondo dove, si racconta, che chiunque abbia voglia, ha la possibilità, sgomitando, di costruire la propria fortuna.
Molti i chamati (una balla) e pochi (pochissimi) gli eletti (in %ale sempre meno).
 
Umberto Pradella

IL MUSEO DELLA SHOAH SARA' EDIFICATO IN VIA ALESSANDRO TORLONIA






Dopo l'incauto e  strumentale blitz agostano orchestrato da un improvvisato duo,il presidente della Comunità Ebraica di Roma e un assessorino del PD in cerca di visibilità, con la scusa di voler degnamente commemorare il settantennale della liberazione di Auschwitz il prossimo 27 gennaio , a cui aveva dato credito il Sindaco peregrino  salvo fare una precipitosa marcia indietro per  la minaccia di essere denunciato per danno erariale,il Museo della Shoah sarà costruito nel luogo deputato, e cioè in Via Alessandro Torlonia.

Quindi la vera e propria levata di scudi in difesa di questa scelta ha vinto e ha prevalso il buon senso rispetto alla strumentalizzazione.

Pur tuttavia ci si è messi alla ricerca di un luogo dove temporaneamente collocare il Museo per la commemorazione della liberazione di Auschwitz e magari in contemporanea  poggiare la prima pietra del futuro museo,visto che la gara d’appalto è stata bandita da tempo  e le offerte giacciono in busta chiusa in Campidoglio pronte per essere aperte ed esaminate.

In un primo tempo l’attenzione era stata posta sull’edificio del Centro Ittiogenico, edificio storico dell’ex III Municipio di proprietà della Regione,abbandonato da anni ma che,con un’energica “sistemata” si sarebbe ben prestato alla bisogna data anche la sua vicinanza con un altro luogo simbolo del martirio del popolo  romano di fede ebraica :la Nuova Stazione Tiburtina. Tale soluzione avrebbe avuto il vantaggio,oltre che a prestarsi egregiamente a sede temporanea del Museo,di salvare l’edificio e il suo giardino  dall’incuria e dall’abbandono in cui  la negligenza dei politici di ogni colore l’ha fatto sprofondare. E magari a conclusione di questa “uso”temporaneo sarebbe stato restituito alla cittadinanza che ne reclama,inascoltata da anni,la gestione pubblica.

Scartata questa ipotesi e tramontata  definitivamente quella improvvida di un edificio  all’EUR, la scelta di un immobile è caduta su  un edificio di Villa Torlonia,recentemente restaurato .Tale soluzione sarebbe sicuramente quella vincente data la prossimità con la futura collocazione de Museo e il suo forte valore simbolico.

Insomma tutto è bene quel che finisce bene.

Il blitz agostano ha avuto l’effetto positivo  di portare all’attenzione pubblica l’esigenza di una sede temporanea,e non definitiva  come chiedeva ,del Museo per poter degnamente commemorare il settantennale ,dando ascolto anche alle richieste degli ultimi superstiti  della Shoah.

Il Museo della Shoah rappresenta un indubbio valore morale  e culturale per il territorio che lo ospita e aver  difeso tale scelta è stato da parte di tutti una forte testimonianza e partecipazione i n difesa di quei  valori che il Museo rappresenta.

Domenico Fischetto