30 aprile 2018

Ipotesi di governabilità per uscire dall' impasse

La settimana politica che  si apre oggi ,inizia con la pubblicazione dei risultati delle elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia ,dove sembra dagli exit poll che abbia vinto a man bassa il Centro Destra ed il candidato leghista . Sul piano nazionale e sul tema della formazione di un governo a due mesi dalle elezioni nazionali ,oggi si registrano tre tesi e posizioni originali .Due provengono dal partito democratico ,rispettivamente da Renzi e Calenda ,l'altra l'ha proposta su il quotidiano "La Repubblica" il decano del giornalismo italiano Eugenio Scalfari ,vediamo di  che si tratta. Renzi alla trasmissione" che tempo che fa",ha messo fine all'ipotesi di un possibile esecutivo che nascesse da un' intesa parlamentare tra Cinque Stelle e P.D. Ieri Renzi ha dimostrato non solo di essere ancora il leader del P.D. ma di avere anche la caratura del politico di alto livello .Gli argomenti da lui utilizzati sono di peso e non strumentali . Ha dimostrato che c'è tra P.D. e Cinque Stelle una profonda differenza su come affrontare temi importanti e decisivi per il Paese sul Lavoro , sul Risparmio ad esempio . Ha poi detto il P.D. ha perduto le elezioni ,non può governare . In un regime parlamentare questo non dovrebbe essere un argomento decisivo ,noi abbiamo una legge elettorale fondamentalmente proporzionale . Ma questo è il punto ,lo spirito che anima la politica è lo spirito maggioritario chi perde va all'opposizione chi vince governa . Renzi ha fatto notare ,che numeri alla mano ,sette italiani su dieci ,hanno votato Cinque Stelle e Lega . Calenda, il Ministro dello Sviluppo Economico ha fatto un'analisi in parte diversa da Renzi . Egli dice NO ad una alleanza di governo con i Cinque Stelle sulla base di un ragionamento ed un'analisi politica uguale a quella di Renzi ma con una proposta diversa . Calenda suggerisce la nascita di un governo del Presidente come unica possibilità percorribile per dare un governo al Paese. Un Governo fatto però da politici e non tecnici, come taluno di nuovo tenderebbe a proporre secondo quello che oramai è diventato un vezzo italiano. Scalfari da ultimo dalle colonne di "La Repubblica " ,auspica e suggerisce di mantenere in essere il Governo Gentiloni che come adesso potrebbe continuare a governare sulla base della "gestione ordinaria " che di volta in volta alla bisogna potrebbe diventare straordinaria .Stima infatti Scalfari che il Paese al momento non abbia di meglio che la direzione politico-istituzionale che Mattarella -Gentiloni .Quella di Scalfari non è una idea balzana e bislacca .Il Presidente della Repubblica ed il Presidente del Consiglio ed il Governo in carica per l'ordinaria gestione godono della stima ed approvazione europea ed internazionale . Si appronterebbe in Parlamento una nuova legge elettorale e si andrebbe a votare con le europee il prossimo giugno nel 2018. Quella di Scalfari che è uno che non parla a caso è una proposta seria da chi pensa con la responsabilità dello Statista . Il suo "tridente della governabilità e della stabilità " ,basato su Mattarella,  Gentiloni e l'attuale Governo ,invero è la migliore delle soluzioni possibili nell'interesse attuale del Paese . C'è all' orizzonte e dietro l'angolo il problema vero dell'Italia il problema del Debito Pubblico e dell'andamento ancora fiacco della Economia . Si pone il problema di non far aumentare il debito pubblico che ha già superato il 130% sul PIL e se possibile farlo diminuire . Il debito che grava per quaranta mila euro su ogni italiano anche l'ultimo degli appena nati ,costituisce un fardello pesante, che deve essere saldato ed impedisce una crescita economica adeguata . In più alcuni attenti analisti già ci avvertono che i nostri alleati europei ed al di là dell'Atlantico già stanno perdendo la pazienza . Diciamoci la verità  il Paese che si dimostrasse ingovernabile rischierebbe anche sul piano degli accordi internazionali di finire commissariato ,punto ed a capo . Vogliamo questo ? Siamo pronti e disponibili a correre questo rischio ?  Sono queste le carte sul tavolo ,può piacere ,può dispiacere ,questa è la realtà con cui fare i calcoli . È ora di diventare responsabili e pragmatici. Il tempo della ricreazione è finito . È suonata la campanella .
Luca Giordano per Tre Righe.

Dai giornali di oggi 30 aprile



Scontro Renzi-Di Maio, sfuma l'intesa M5S-Pd (Repubblica e tutti). L'ex segretario dem chiude la porta a Di Maio: in tv da Fazio dice sì all'incontro con il M5S in streaming, “ma la fiducia al governo è impossibile” (Messaggero e tutti). Poi lancia l'esecutivo 'delle regole', un patto costituente ispirato da Mattarella: “I grillini – ha detto Renzi - provino con la Lega, se no scriviamo tutti insieme le riforme”. La replica di Di Maio su Facebook: “Nel Pd decide ancora tutto lui con il suo ego smisurato. Se questa è la linea del Pd allora torniamo al voto subito, anche a giugno” (su tutti). “Ci abbiamo provato”: i grillini prendono atto della chiusura e tornano verso la Lega (Messaggero p.7). Dal Movimento arriva la chiusura alle proposte di Renzi di cambiare le regole: “Mai con lui la riscrittura di legge elettorale e Costituzione”.
Berlusconi sarebbe tentato dalla proposta di un governo “delle riforme” formulata da Renzi, ma insiste per l'incarico a Salvini (Stampa p.3). Brunetta al Mattino: “II sentiero è stretto ma percorribile per la formazione di un governo a guida centrodestra, prendendo spunto dall'esecutivo Andreotti che nel 1976 varò un governo di minoranza, della non sfiducia”. Intanto, mentre si attende lo scrutinio del voto regionale in Friuli, dove la Lega cerca il trionfo per pesare a Roma e staccare ancora di più Fi, Salvini allena i suoi al voto bis e spiega: “Non ho mai chiuso al M5S” (Repubblica p.8). Il numero due leghista, Fontana, al Corriere (p.7): “Il percorso logico per il governo sarebbe tra chi ha vinto le elezioni: noi e il M5S. Ma se i 5S si ostinano, l'unica strada è tornare al voto. Un governo di minoranza? Si può fare un tentativo, ma non ci credo”.
Reazioni anche nel Pd alle parole di ieri di Renzi. In vista della Direzione di giovedì, Francesco Boccia a Corriere e Stampa: “Renzi è fermo al referendum del 4 dicembre 2016, se avesse a cuore l'interesse del Paese prenderebbe in considerazione la formula dell'appoggio esterno. In Direzione discuteremo, perchè sui temi posti da Di Maio nella lettera al Corriere si deve accettare la sfida”.
Nel M5S base polemica dopo l'inchiesta delle “Iene” sulla presunta presenza di una colf in nero nella casa di Fico (su tutti). Nessun big del Movimento difende il presidente della Camera, mentre Renzi chiede a Fico di chiarire in Aula. “Il Fico comincia a marcire” titola polemicamente Libero (p.3. La Stampa (p.4) solleva un altro “caso”: gli “Impresentabili”, sospesi da Di Maio prima del voto, sono ancora tutti lì, anche coloro che firmarono prima del voto una rinuncia, un documento che è “carta straccia”.
Per quanto riguarda Il Lazio, due notizie: A Latina (Provincia) vince il candidato Pd-Forza Italia-Udc contro Coletta. Sulle primarie romane tutti concordi: partito allo sbando che non riesce a vincere neanche le primarie, un voto contro la segreteria Casu

Recensione film : MOLLY'S GAME regia di Aaron Sorkin


Con Jessica Chastain, Idris Elba, Kevin Costner, Michael Cera, Chris O’Dowd, Jeremy Strong, USA 2017.




Lo sceneggiatore Aaron Sorkin per il suo primo film da regista ha scelto una storia vera che ha avuto una vasta eco in America. La storia di Molly Bloom, che da atleta olimpica è diventata organizzatrice di partite di poker milionarie, è stata raccolta nell’autobiografia Molly’s Game: The True Story of the 26-Year-Old Woman Behind the Most Exclusive, High-Stakes Underground Poker Game in the World, del 2014. Sembrerebbe una vicenda tutta al femminile, dove le donne diventano virago e sono fredde e calcolatrici, quasi dei geni matematici, mentre gli uomini invece sono rappresentati deboli e viziosi, impulsivi e invidiosi.
Una tremenda caduta costringe la sciatrice olimpica freestyle Molly Bloom (Jessica Chastain) a interrompere la sua attività (qui Sorkin trasforma leggermente i dati biografici) e, in attesa di iscriversi alla facoltà di giurisprudenza, inizia a fare dei piccoli lavoretti per mantenersi. Da cameriera presso un bar passa a diventare assistente di un organizzatore di sale da gioco e lì, con la sua intelligenza e abilità informatica, si rende indispensabile arricchendosi con le mance dei giocatori di poker. Ma la sua bravura crea invidia e viene quindi mandata via dal capo (Jeremy Strong), che farà in tal modo la sua fortuna. Molly si mette in proprio con l’aiuto di X (Michael Cera), un abilissimo giocatore e attore di successo – molti nomi lei non li farà mai – diventando una famosa e ambita organizzatrice di poker in esclusive suites d’albergo a Los Angeles. Lei controlla tutti i dati dei giocatori, la loro solvibilità e le loro proprietà, ma senza prendere percentuali sulle vincite, unico dato che negli Stati Uniti trasformerebbe un’attività da legale in illegale. Inutile dire che la sua bravura darà fastidio anche all’abile giocatore X che avrebbe voluto addirittura, mettere un tetto alle mance. È quindi fatta fuori dal giro, ma lei non si perde d’animo e si trasferisce sulla East Coast dove ricomincia tutto da capo. A New York diventerà una vera potenza, ingaggerà croupiers, autisti-guardie del corpo e buttafuori e, alla fine si troverà costretta a trattenere una percentuale per garantire eventuali perdite da capogiro. Nel film si narra la vicenda di un giocatore, usualmente razionale e controllato, che “sbrocca” e arriverà a perdere 100 milioni di dollari in una notte!
Ci si chiede come abbia fatto una donna da sola a riuscire a gestire cifre così alte e dipendenze da gioco, per così tanti anni, indisturbatamente. Infatti, dopo otto anni, si trova invischiata e minacciata dalla mafia russa. Dopo un periodo di droghe e pillole per star sveglia il più possibile o per dormire un poco a comando, Molly sarà arrestata dalla FBI accusata di collusione con la mafia. Nel frattempo, era uscita dal giro del gioco da due anni, aveva pubblicato il libro-scoop autobiografico dichiarando solo i nomi dei giocatori già noti alla polizia perché denunciati da altri, mantenendo come “segreto professionale” il silenzio su tutte quelle vite rovinate e le disperazioni che aveva visto in quei lunghi anni.
La storia è avvincente, ma è strano come un bravo sceneggiatore possa sbagliare un film proprio nella ricostruzione della vicenda. Come tipico dei suoi lavori (“The Social Network”, “L’arte di vincere”, “Steve Job”), il film è troppo verboso e con un ritmo accelerato che si fa fatica a seguire. Memorizzare nomi, situazioni, mani di Teresina – o meglio il Texas holdem con le varie Flop, Turn e River - e problemi finanziari, per lo spettatore medio è un’impresa, per cui finisce per accontentarsi ad avere una vaga idea di ciò che invece sta avvenendo e dell’abilità di Molly. Il molto parlato va a discapito anche delle immagini, dove non c’è nessun compiacimento di spazi, arredi, suites d’albergo trasformati in bische, né dei vestiti della protagonista e della sua croupier preferita. Le riprese sottolineano il racconto con la voce fuori campo e, forse per dare l’idea dell’inchiesta e di immagini rubate, sono tutte registrazioni da telecamera dove sembra di distinguere perfino i vari pixels.
L’incontro tra Molly e il suo avvocato Charlie Jaffey (Idris Elba) – e qui la storia è romanzata dal regista - con i relativi dialoghi pungenti è una classica visione di sfida buonista americana con happy end. Per non parlare della bambina intelligentissima figlia dell’avvocato, naturalmente neri.
E cosa dire del papà Shrink e Professore universitario (l’improbabile ex bellone Kevin Costner) che tutto insieme appare alla figlia il giorno prima del suo processo e le svela in dieci minuti tutti i segreti della sua psiche? E ha aspettato ben trentasette anni!



 Ghisi Grütter


29 aprile 2018

MAURIZIO CENTILI CI HA LASCIATO

Ci ha lasciato improvvisamente Maurizio Centili, presidente del Comitato per la Difesa della pineta di Villa Massimo .
Chi lo ha conosciuto sa benissimo che ci ha lasciato un combattente che non mollava mai la presa. E lo sappiamo in tanti:  Amministratori, amici , cittadini.
Non ti lasciava mai la parola e non ammetteva repliche. Però, a ben vedere, aveva avuto sempre ragione lui. Non si è mai accontentato di  soluzioni pasticciate della querelle sulla Pinetina di Villa Massimo, ma solo  di quelle  che non fossero  le sue. Il suo obiettivo era quello di liberare la Pinetina da tutte quelle brutture  che si erano mano a  mano aggiunte nel tempo e che deturpavano la bellezza della Pinetina e di riportarla com'era, libera e aperta al pubblico. E non si era fermato davanti a nulla. Si era fatto carico lui e un manipolo di amici di intraprendere un lungo e costoso procedimento giudiziario contro quella che lui ,giustamente, riteneva un'ingiustizia. E poi la grinta  con cui ha intrapreso un lunga ricerca,  da vero e proprio topo  di archivio, se volete, finalmente trovando quello che cercava: il vincolo del 1925 sulla Pinetina che nessuno conosceva.
Ne ha subiti di attacchi, anche personali, ma lui niente. Imperterrito ha continuato nella sua azione, avendo ben chiaro nella sua testa il percorso da seguire. Anche il 4 aprile u.s., in cui finalmente l'ex concessionario consegnava le chiavi della Pinetina di Villa Massimo al Comune, segnando con questo atto  la sua completa capitolazione dopo la sentenza risolutiva del Consiglio di Stato, non era stato contento. A ben vedere, quello era il giorno della sua vittoria. Ma lui pretendeva la messa in sicurezza dei pini , la ripiantumazione dei pini mancanti, l'abbattimento delle strutture abusive :tutto e subito. Eppure conosceva benissimo la lentezza del pachiderma burocratico, che solo grazie a lui si era mosso.
Per tutto questo ti ringraziamo Maurizio.
La Pinetina di Villa Massimo non sarebbe stata restituita alla cittadinanza se non ci fossi stato tu.
Ci auguriamo che l'amministrazione voglia intitolare un vialetto della Pinetina alla tua memoria.
E' il minimo che potrebbe fare,  a nome di noi tutti, in cambio di tanta sua passione per questo angolo di verde.
Domenico Fischetto




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Ancora niente Governo.Fino a quando ?

La settimana politica si è chiusa nel peggior modo possibile . A quasi due mesi dal 04 marzo u.s. ,giorno delle elezioni politiche ,il Paese è ancora senza un governo. Gli ultimi avvenimenti di cronaca politica ,lasciano basiti se non addirittura ,preoccupati . Mi riferisco innanzitutto al balletto delle possibili alleanze per formare il nuovo governo . Tramontata ,così sembra ,l'ipotesi di un esecutivo Cinque Stelle + Lega, si è aperta la possibilità di un " contratto " Cinque Stelle + P.D.  Ma tanto in casa Cinque Stelle ,dove sembra ci sia stata una levata di scudi della base,abituata da sempre dal gruppo dirigente a considerare il P.D. ed i suoi leaders : " mafiosi,ladri ,incapaci, ecc ecc " quanto da una parte dello stesso P.D. un " contratto "che non si desidera sottoscrivere, arrivano segnali che fanno intendere che una possibile intesa per formare un nuovo governo ,resta in realtà una boutade . Intanto è notizia delle ultime ore che Salvini per il Centro Destra minaccia addirittura in caso di convergenza per un ' intesa Cinque Stelle + P.D. di occupare le piazze . Siamo al delirio , sarebbe come dire :" ci prepariamo alla guerra civile ......"  . Insomma non può sfuggire a nessuno ,quello che è sotto gli occhi di tutti. La classe politica di questo Paese è allo sbando. Quella formata da Cinque Stelle e Lega è allo sbando più di tutti. Hanno vinto le elezioni e sono assolutamente incapaci ed inadatti ad assumere la guida del Paese. Constato che gli unici che avrebbero merito e capacità per reggere la Cosa Pubblica sono P.D. e Forza Italia . Lo stesso corpo elettorale in questo difficile momento storico per il Paese ha mostrato la corda della propria immaturità votando a testa bassa ed occhi chiusi per due forze politiche composte da persone ,che non hanno i numeri neppure per dirigere un asilo. Con questo stato di cose ,mancando sopra tutto e tutti anche il minimo senso di responsabilita' il futuro del Paese è incerto. Anche il pensato Governo del Presidente ,appare una chimera . Infatti questo Governo di Salvezza Nazionale che dovrebbe varare il DEF ed una nuova legge elettorale che consenta la determinazione di una coalizione che possa governare il Paese ,appare difficile da ipotizzare ,attesa la indisponibilità di Cinque Stelle e Lega principalmente . Ecco che da dietro il sipario esce fuori il male italiano di sempre :" il tanto peggio,tanto meglio....." sempre sulle spalle degli elettori e degli italiani che però questa volta hanno con il loro voto dato la benzina per accendere questo incendio. Come finirà questa pantomima ? Credo che finirà in tragedia . Con questa idiozia sparsa a pioggia tra una buona parte delle forze politiche in campo ,tutto può accedere ,anche un commissariamento europeo. Purtroppo vedo in essere ed all'opera un problema più grande che non è possibile comporre . È il tema tutto italiano di chi non ha mezzi culturali e professionali adeguati e vuole fare ,mettersi in mezzo ,comandare ,diventare leader. Per agire anche in politica occorre saper pensare ,per pensare occorre aver letto e scrivere . Sembrano attitudini normali e connaturate alla persona umana ,in realtà richiedono impegno e serietà ,tutti pensano di esserne capaci ,ma in realtà le cose stanno diversamente . "Agli studi_si torni agli studi" ,tuonava qualche mese fa Massimo D'Alema  .Mi manca molto la sua voce e la sua capacità politica analitica . Mala Tempora ,Currunt ......prepariamoci ad una stagione politica assai difficile e triste.
Luca Giordano per Tre Righe .

Dai giornali di oggi 29 aprile


Sul Corriere l’appello di Di Maio ai dem: “Dal lavoro alla povertà, ecco i punti in comune”. Il leader dei 5Stelle, in una lettera al Corriere, rivendica la linea del dialogo con tutti e chiama il Pd: “Uno studio ha individuato i punti in comune tra i programmi: realizziamoli per il bene degli italiani”. Accordi e convergenze possibili sia sulle tematiche europee, che su lotta alla povertà, lavoro, tasse, sanità, giustizia, lotta alla corruzione e legge sul conflitto di interessi. “Se si può fare qualcosa di buono per l'Italia, noi ci siamo – scrive -. L'eventuale contratto verrà sottoposto ai nostri iscritti”. Anche Martina annuncia un referendum nella base in caso di via libera al confronto con il M5S per il governo (Messaggero e tutti). Ma il partito è sempre più spaccato, con Renzi che parla di “accordo impossibile” e attacca: “Dopo anni di insulti, è ridicolo che mi chiedano i voti” (Stampa). “Renzi rispetterà le scelte del partito” assicura ad Avvenire la Serracchiani. Cuperlo sul Fatto: “Ci vuole un'intesa strategica alla Berlinguer”. “Io sono per il dialogo - dice Orlando al Corriere -, ma dovremo valutare nel merito se ci sono le condizioni”.
Il sondaggio di Diamanti su Repubblica evidenzia come gli elettori Pd siano sostanzialmente divisi a metà su un'eventuale intesa con il M5S, mentre tra la base grillina il 56% sarebbe ostile all'accordo con i dem e preferirebbe un accordo con la Lega.. In caso di ritorno al voto, il M5S manterrebbe inalterati i consensi del 4 marzo, mentre la Lega salirebbe vicino al 22%.
In movimento anche il centrodestra. Berlusconi al Corriere: “Se fallisce il dialogo Pd-M5S prevedo un governo di centrodestra che va in Parlamento a chiedere il consenso, o almeno l'astensione, alle altre forze e ai singoli parlamentari su un programma che riprenda quello votato dai nostri elettori”. L'ex premier definisce “un grande e grave problema per il Paese” un eventuale accordo di governo tra Pd e M5S. “Ritorno alle urne? Purtroppo – prosegue Berlusconi  - ci sono non poche possibilità che accada, ma resto ottimista”. Mentre su un esecutivo istituzionale: “Non sarebbe giusto un governo non votato”.
Salvini torna a chiudere all'ipotesi sollevata dagli alleati di un governo di minoranza e, di fronte a un possibile accordo di governo M5S-Pd, minaccia: “Pronti a scendere in piazza. Milioni di no, sarebbe un governo non votato” (Repubblica e tutti). Oggi il voto in Friuli: un test per l’unità del centrodestra, scrive il Sole. L’atteso exploit della Lega, potrebbe spingere Salvini a riaprire il confronto con i grillini.
Diversi gli scenari ipotizzati dai quotidiani. “Governo di tregua, il jolly del Quirinale per evitare il ritorno alle urne” titola il Mattino. “Niente incarichi al buio: governo ponte per votare” scrive il Messaggero, secondo cui il Quirinale sarebbe indirizzato al voto in ottobre in caso fallisse il dialogo Pd-M5S, escluso un mandato alla Lega per cercare voti in Aula. Esclusa anche l'ipotesi di un Gentiloni-bis. Ma sulla strada del ritorno al voto c'è l'ostacolo della legge elettorale (Stampa): manca l'accordo tra le forze per le modifiche. “Ballottaggio unica via, così deciderà l'elettore” dice alla Stampa D'Alimonte. Sofia Ventura: “Sogno il doppio turno”. Secondo il Giornale l'ipotesi del doppio turno può accontentare tutti.

Primarie PD in VIII e III Municipio: vincono Ciaccheri e Caudo

Non ne azzeccano una al PD se nelle primarie svolte ieri nell' VIII e nel III si sono affermati Ciaccheri e Caudo rispettivamente.Entrambi i vincitori non erano infatti sostenuti dell' establishment del PD romano che ormai ci ha abituati a questi pronostici sbagliati.La Ilari nel III è segretaria di un circolo PD mentre Foschi nell' VIII è persino vicesegretario del PD del Lazio.
Non ha bisogno di presentazioni Giovanni Caudo,outsider che ha avuto l' endorsement dell' ex sindaco Marino , mentre Ciaccheri proviene da Sinistra civica.
Congratulazioni da parte di Tre Righe.

Domenico Fischetto


Montesacro Monte  Baldo
Caudo 331 Ilari 103 Comito 3 bianche 3 nulla 4
Risultato finale III Municipio

Comito 84         3%
Caudo 1371.     57%
Ilari 947            39%

28 aprile 2018

Ciao piccolo Alfie!

Alle 2,30 di questa notte il piccolo Alfie è deceduto . Ne ha dato notizia la famiglia . La storia è tristissima . Malato di una patologia  oggi non guaribile ,i medici inglesi avevano chiesto ed ottenuto dalle Corti inglesi l'autorizzazione a "staccare la spina al piccolo paziente " spegnere la ventilazione assistita . Dopo un braccio di  ferro con la famiglia che si era rivolta al Sommo Pontefice per evitare questo epilogo drammatico ,dopo che gli stessi genitori ,si erano rivolti allo Stato Italiano chiedendo la cittadinanza ed un intervento internazionale per continuare l'assistenza sanitaria al piccolo , il nostro Governo aveva con provvedimento eccezionale ,concessa la cittadinanza per motivi umanitari. Avevo difeso il nostro Governo e mi ero dichiarato orgoglioso di essere italiano . Era il tema della concessione della cittadinanza italiana per motivo umanitari una scelta coerente e conforme con lo Spirito e la Sostanza della nostra Carta Costituzionale . Una Costituzione la nostra che protegge la Persona Umana e riconosce i suoi Diritti Naturali ,che esistono prima che la Legge li determini e li disciplini .Ho difeso la scelta del Governo Italiano perché ha tutelato e dato una possibilità alla Speranza. Gli Esseri Umani vivono di Speranza . Essi cercano tra mille difficoltà di realizzare i loro sogni ed assicurare a se ed ai propri cari il benessere e la sicurezza.  Molti hanno criticato con durezza il mio articolo.Qualcuno mi ha dato addirittura del "fascista ".Non mi stupisce questa iattanza e questo dogmatismo. Mi chiedo soltanto con molta sincerità ,se Alfie fosse stato il loro bambino ,avrebbero accettato supinamente la decisione del Sistema Sanitario ?  Ognuno rifletta e in coscienza risponda a questa ovvia domanda . Il piccolo si è spento ,senza la ventilazione assistita dopo alcuni giorni di agonia . È deceduto quindi per lenta asfissia . Chi di Noi,vorrebbe vedere morire in tal modo una persona a noi cara ? addirittura un nostro piccolo bimbo ? Alle critiche efferate ricevute per aver posto e riflettuto su questo caso ,per aver osato dire che trovo queste decisioni sanitario giudiziarie del sistema pubblico inglese errate e pericolose ,ho fatto riferimento alla Tragedia Greca dell'Antigone di Sofocle .Tragedia e punto di riflessione che purtroppo alcuni bravi forse nelle loro discipline scientifiche per ignoranza non conoscono ahimè . L'Antigone pone il tema della lotta tra la durezza della legge e l'individuo e la sua coscienza ,che per motivo umani ,intimi e perdonali si ribella ,per ragioni ancora più nobili e giuste . Credo che la vicenda di Alfie come già quella di Charlie Gadd, pongano in termini attuali il tema dell'Antigone.  Ci chiediamo perché l'Europa ed il suo sistema di leggi di Diritto Positivo ,spesso non incontri il consenso delle masse ,dei popoli . Credo perché stiamo costruendo un 'Europa tecnocratica ,ispirata all'ideologia neo liberista. un'Europa che come già accaduto dei singoli Stati membri ,i cui Governi hanno abbracciato e fatto propria ,facendola entrare nella "Costituzione Materiale " l'indifferenza nei riguardi della persona e dei suoi bisogni individuali e personali ,sta diventando sempre più lontana ,non proteggendo più la persona umana verso la quale non è più indulgente e protettiva . Qualcuno ha detto che nei confronti di Alfie si voleva applicare l'accanimento terapeutico .No ,non è vero ! Si riteneva solamente giusto ,non staccare la ventilazione assistita e far morire il bimbo di soffocamento ?   Chi vorrebbe assistere alla morte di un proprio caro in siffatto modo ? Credete veramente che il piccolo Alfie non abbia sofferto ?  Desidero concludere da ultimo dicendo : vincendo la seconda guerra mondiale abbiamo consegnato alla  Damnatio Memoriae un regime quello Nazista che aveva praticato la Eugenetica . Tutte le persone che avevano un difetto genetico o mentale o un grave handicap venivano eliminate . I Nazisti a tal proposito dicevano che queste persone " non disponevano di una vita che fosse degna di essere vissuta ......" sconfiggendo quel male assoluto Noi abbiamo espunto dalla nostra vita l"Eugenetica ,la selezione. Casi come quello di Charlie Gadd e di Alfie sono a mio modesto avviso gravi ,perché portano con se il rischio che l'eugenetica uscita dalla porta fella Storia ,possa rientrare dallo sgabuzzino ....... Chi ama il Diritto infatti conosce bene le dinamiche degli Istituti del Diritto .Posta una possibilità ,il Sistema Giuridico la elabora e porta fino al suo logico e definitivo sviluppo le premesse che la decisione originaria di diritto positivo ha posto e che è sembrata essere legittima . Ecco perché le decisioni sanitario e giuridiche che provengono dalla Gran Bretagna che diversamente dall'Europa continentale non dispone di una Costituzione "rigida ".....preoccupano molto .......Oggi siamo Tutti come il piccolo ed indifeso Alfie .
Luca Giordano per Tre Righe

I commenti in rete

Marco
Luca: trascuri un particolare, il povero Alfie - per cui tutti proviamo profondo dolore - non è stato ucciso dall'ideologia neoliberista o dalla perfida albione. È morto disgraziatamente per un rara malattia degenerativa. I giovanissimi genitori, sconvolti e comprensibilmente, si sono fatti strumentalizzare da una campagna indegna che ha un solo obiettivo: dichiarare la vita sacra a ogni costo e quindi rendere la decisione della donna di abortire un reato.
Punto e fine.

Luca
Ho letto le reazioni politiche alla notizia della morte del piccolo Alfie Evans. Colpisce che le notizie reuters riportino solo le dichiarazioni di : Giorgia Meloni ,Matteo Salvini , Angelino Alfano . Sinistra dove sei ? Batti un colpo ! purtroppo molti ,troppi hanno confuso la querelle se non interrompere la ventilazione assistita al piccolo paziente con il tema del diritto all'interruzione della gravidanza ......alcuni addirittura hanno denunciato un complotto della Santa Sede e le ombre che si allungano in paesi come la Polonia .....non c'entra assolutamente nulla ......trovo tristissimo e molto ,ripeto molto ignorante che taluni non sappiano distinguere un piano da un altro ...... Ricordo solo a me stesso che un uomo e politico finissimo ed intelligente come Massimo D'Alema avesse prima di tutti e contro tutti ,compreso per tempo che una nuova Sinistra non possa rimanere sorda ed inerte alle sollecitazioni a tutela della vita e della Libertà Morale che viene dalla elaborazione culturale della Chiesa. Confondere la tutela del malato incurabile ,abbandonato da uno Stato diventato egoista e taccagno come un tabaccaio con la tutela della legge 194 è un errore culturale e politico enorme ! solo una assoluta inettitudine politica può consentire un errore di tal fatta.

Dai giornali di oggi 28 aprile


Pd-M5S, Renzi torna in campo e, in vista della direzione dem, dà l'ok al vertice con i 5S. Ma alza la posta per l'accordo: veto su Di Maio premier, mentre Tav e Jobs Act sono intoccabili (Messaggero). Ma il Movimento vuole un patto che imponga al Pd il ruolo di sconfitto (Corriere). Per la Stampa Renzi resta scettico e definisce “una gigante presa in giro” la prospettiva di un governo grillini-dem. E dal M5S rifiutano i paletti posti dal Pd, ribadendo che “Di Maio resta l'unico premier” (Stampa).  Grillo gela il dialogo e attacca: “Questa sinistra annoia, non ha una narrazione” (Messaggero e altri). Anche se Roberta Lombardi, intervistata da Repubblica, apre: “Lazio modello d'intesa con i dem, si ragioni sui temi: reddito di cittadinanza, conflitto di interessi e anticorruzione sono per noi leggi irrinunciabili”. Secondo il sondaggio di Pagnoncelli (Corriere) solo il 16% degli elettori grillini sarebbe favorevole a un'intesa con il Pd. Mentre il 59% dice sì all'intesa M5S-Lega, e solo l'8% è per l'asse con l'intero centrodestra. Tra chi ha votato Lega, il 41% auspica l'intesa col M5S, il 34% privilegia un'intesa che comprenda l'intero centrodestra.
La Lega rilancia la palla al M5S: discutano con noi o si torna al voto, anche entro l'estate (su tutti). Salvini chiede a Di Maio di sedersi al tavolo con il centrodestra, “ma – avverte il segretario leghista – senza intese si punti ad un governo per il voto ma non con Gentiloni premier” (Corriere). Ma il leader del Carroccio ha un piano B: governo di minoranza, con il sostegno di chi ci sta, per gestire i mesi che porteranno al voto (Repubblica ). Intanto, Salvini gioca la carta Friuli: domani il voto per la Regione dove spera in un altro successo elettorale (Messaggero). Il centrodestra pesa gli equilibri interni. Berlusconi e Salvini separati.  solo a fine campagna elettorale l'abbraccio tra i due leader, che restano divisi sulle strategie: il leghista punta ancora ad un accordo con il Movimento, mentre Berlusconi spera nel Quirinale (Stampa).
Nel caso non si raggiungessero accordi politici, i quotidiani ragionano sulle possibili contromosse del Colle. Mattino e Messaggero lanciano l'ipotesi di una governo di tregua affidato al presidente della Consulta Lattanzi, per far fronte alle urgenze, ovvero legge elettorale e bilancio. Anche Repubblica parla di governo di tregua “affidato a un nuovo premier”: potrebbe essere un esecutivo di minoranza, con o senza fiducia, con ritorno alle urne in autunno o nel 2019. Di “governo-ponte” parla la Stampa, che presenta due ipotesi: prorogatio a Gentiloni o un esecutivo di nessuno verso il voto in autunno. Per Vederami (Corriere) la carta di Mattarella è la “maggioranza delle responsabilità”: una sorta di “governo del Presidente” per non scivolare disordinatamente verso il voto, per evitare l'esercizio provvisorio e l'aumento Iva. Secondo il sondaggio Swg un esecutivo del Presidente piace al 44% degli italiani, ma 51,9% preferirebbe un patto 5S-Lega (Messaggero).

27 aprile 2018

Dai giornali di oggi 27 aprile



Governo, M5S e Pd trattano: “Passi avanti nel dialogo” annuncia l'esploratore Fico (Messaggero e tutti), ma è guerra sui programmi (Repubblica). Renzi resta fermo sul no all'intesa: “Sarebbe la fine del Pd” (Corriere). Anche se tra i suoi c'è chi vuole trattare e si apre uno spiraglio (Messaggero). Non smontare il Jobs Act e niente premiership a Di Maio sono le condizioni per trattare (Stampa).  Di Maio resta ottimista: “Vedrete, verranno al tavolo” (su tutti). Ma bisognerà attendere la direzione Pd del 3 maggio. Il capogruppo Pd Marcucci al Corriere verso la direzione: “Parlarci sì, votargli la fiducia no”. Ma il segretario dei giovani dem, Mattia Zunino al Fatto: “L'Aventino a prescindere non è una strategia possibile. Se si trova un'intesa su alcuni temi nostri, perchè no?”. Favorevole al dialogo il ministro Pinotti, che al Secolo XIX spiega: “Bisogna capire se esiste la possibilità di fare un accordo sulla base del quale definire se si può fare un governo. Europa, lotta alle disuguaglianze e lavoro sono le priorità”. Il segretario del Psi, Nencini al Messaggero: “L'accordo va discusso nella coalizione, io dirò che tra noi e il M5S ci sono molte differenze”. Per Repubblica può decidere solo Renzi se aprire il confronto o no. Foglio intervista Oscar Farinetti: “Non credo che Pd e M5S possano governare 5 anni, ma proverei a buttare giù 4-5 cose da fare, in primis una nuova legge elettorale per tornare a votare con un sistema che assicuri governabilità”.
Mattarella concede altro tempo per trovare l'intesa: tocca ai partiti, unica alternativa è il ritorno alle urne (Messaggero). Fino al 9 maggio resta carica l'arma delle urne anticipate: è l'ultimo giorno utile per le elezioni prima dell'estate (Giornale). Il Quirinale si prepara a mettere alle strette Renzi e Di Maio (Sole). Per Breda (Corriere) Mattarella, per evitare una crisi di sistema in caso di mancato accordo, terrebbe in carica Gentiloni, mentre Parlamento lavorerebbe a una nuova legge elettorale.
Scontro Di Maio-Berlusconi sul conflitto d'interessi. “Dovrebbe essere vietato a chi fa politica possedere mezzi di informazione” ha detto il leader grillino, mettendo nel mirino “le velate minacce delle tv berlusconiane a Salvini”. Scontro con il leader di Fi: “Parole da anni '70 – ha detto Berlusconi – sarebbe un esproprio proletario” (su tutti). Per Libero (p.4) quello di Di Maio è il tentativo di dividere la Lega da Fi.
Salvini, intanto, scommette sul voto in Friuli-Venezia Giulia: il M5S prenderà un'altra mazzata (Corriere p.6). In molti scommettono che, dopo il voto locale, riprenderanno le trattative Lega-5S (Messaggero). Lega pronta a scaricare Fi, con Salvini pronto a lasciare al M5S il premier (Stampa ). Ma per il Giornale Salvini vuole riaprire il forno con il Movimento senza spaccare la coalizione.
[27/4, 07:42] Michele Cardulli: Sulla Stampa, infine, articolo dedicato a Zingaretti (riunione di corrente al Nazareno) pronto a scendere in campo come candidato alla guida del Pd

Dalla Spagna

Oggi sui media troverete la cronaca di un processo che ha infiammato la Spagna . Un processo per stupro .Due anni fa una ragazza appena diciannovenne a Pamplona durante la festa di San Firminio aveva accettato un passaggio da cinque uomini . Questi invece che riportarla ,come promesso ,alla sua vettura l'avevano violentata nell'androne di un palazzo . Essi avevano filmato la violenza e l'avevano poi propalata in video su whatsapp nella loro chat denominata " il branco " . Nel video si vedeva la giovane inerte e stordita ,subire passivamente la violenza del gruppo . La Corte spagnola ha ritenuto i cinque imputati ,colpevoli solo di abuso sessuale e non di violenza .Ha cosi condannato gli imputati ad una pena più bassa di quella che avrebbe applicato in caso di violenza sessuale vera e propria.  In Spagna è esplosa una vigorosa protesta estesa a tutto il Paese e trasversale alle forze politiche. Uno degli imputati era un appartenente alla "guardia civil" . Effettivamente tra le due fattispecie di reato c'è sul piano del trattamento sanzionatorio una bella differenza .Tuttavia la Corte sembra che abbia sbagliato non ritenendo che vi sia stata violenza nel caso di specie . In Italia sarebbe stato diverso . Tanto le fattispecie che disciplinano il reato di violenza sessuale quanto la giurisprudenza ,severa sul punto avrebbero condotto ad una affermazione di responsabilità per violenza sessuale ,anche perché il nostro Ordinamento Giudiziario al contrario di quello spagnolo non distingue tra : abuso sessuale e violenza sessuale. Il nostro Ordinamento infatti è molto attento al ruolo e all'importanza del consenso . Si riconosce implicitamente che nella maggior parte dei casi ove si verificasse un congiungimento carnale tra una donna con più uomini ,si verifica di fatto una violenza nella quale non si distingue più tra violenza fisica e violenza morale. La Giustizia spagnola riflette probabilmente uno stato reale della considerazione della libertà morale della donna ,vittima di violenza ancora arcaica e purtroppo come si evince dalla cronaca giudiziaria ancora ancorata ad indulgenza nei confronti degli autori del reato di stupro ed indifferente nei confronti della libertà morale ed integrità fisica della vittima . Un retaggio forse di un passato franchista e cattolico reazionario che come un fiume carsico fa ogni tanto la sua ricomparsa . Ecco , questo episodio triste e violento accaduto in Spagna dovrebbe spingere l'Europa a darsi una legislazione sulla tutela della Donna e contro la violenza sessuale e non comune e più giusta ed attenta in tutti gli Stati membri. Il problema infatti è più grave che mai non soltanto in Spagna come abbiamo appena visto ma soprattutto nei Paesi UE dell' Europa dell' Est, dove da qualche tempo assistiamo ad un processo morboso di svalutazione e spregio dei Diritti Fondamentali della Persona Umana. Il nostro Paese  con il suo modello legislativo e le forze democratiche ed attente al tema della tutela della donna della sua libertà morale e della sua dignità potrebbe dare non solo l'esempio ma anche un notevole e prezioso contributo di rafforzamento e tutela di milioni di donne che ancora oggi in Europa sono oggetto di sopraffazione e violenza.
Luca Giordano per Tre Righe .

26 aprile 2018

Referendum Atac rimandato in autunno

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*Omniroma- ATAC, CAMPIDOGLIO: REFERENDUM SLITTA IN AUTUNNO *

(OMNIROMA) Roma, 26 APR - L`Amministrazione capitolina ha deciso di rinviare al prossimo autunno i referendum consultivi in materia di trasporto pubblico, precedentemente fissati per il 3 giugno 2018. Lo riferisce il Campidoglio.La scelta è maturata in considerazione dell`indizione delle elezioni amministrative nei Municipi III e VIII in programma il prossimo 10 giugno 2018, data definita successivamente a quella del referendum. Si sottolinea che la legge impedisce lo svolgimento di differenti operazioni elettorali nello stesso giorno, quindi obbligherebbero di fatto i cittadini a recarsi alle urne per tre votazioni nel solo mese di giugno.La ratio di tale divieto - spiegano dal Campidoglio - risiede anche nell`esigenza di evitare confusione tra consultazioni di differente natura che dovrebbero svolgersi nello stesso arco temporale. La nuova data, d`altronde, favorisce le operazioni di campagna elettorale da parte dei comitati referendari che potrebbero risultare limitata dalla vigente normativa sulla comunicazione durante il periodo elettorale.Inoltre, lo spostamento dei referendum consultivi potrà produrre un notevole risparmio economico. La consultazione del 3 giugno avrebbe un costo di 16 milioni di euro. Tale cifra potrebbe ridursi in autunno: è allo studio la possibilità di impiegare un sistema elettronico dedicato alla votazione.Il rinvio della consultazione e la fissazione della nuova data saranno oggetto di una successiva ordinanza che la Sindaca di Roma adotterà dopo aver sentito, come da regolamento, la Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari e i rappresentati dei comitati promotori del Referendum.xcol8  261434 APR

Alfie Evans

A meno di un anno dalla drammatica vicenda di Charlie Gadd ,un altro caso scuote le nostre coscienze . Un bimbo piccolo ,malato di una grave patologia: la encefalopatia epilettogena ,una patologia neuro degenerativa ,per la quale ad oggi non abbiamo cure. Un'altra volta i sanitari inglesi ,sostenuti dalle Corti di Giustizia ,hanno chiesto ed hanno ottenuto di staccare la spina e lasciar spegnere il piccolo. I genitori di Alfie non si sono arresi ,hanno incontrato il Sommo Pontefice ,hanno ottenuto la cittadinanza italiana per il loro bimbo, hanno chiesto di essere autorizzati al trasporto in Italia presso il Bambin Gesu per garantire ad Alfie nutrizione, idratazione ed evitare le possibili conseguenze . Le Autorità Inglesi non hanno autorizzato il trasferimento del piccolo in Italia ,hanno solo consentito che Alfie  possa essere ricondotto a casa dai suoi genitori . Un'altra volta quindi assistiamo basiti allo scontro tra i poteri pubblici e l'individuo . Uno scontro tra : le analisi ,i costi ,le politiche pubbliche e la speranza ,l'amore ,il senso di umanità ,la solidarietà . Oggi ,sono contento di essere italiano ,lo dico davvero . Sono orgoglioso del mio Governo che si è riunito in emergenza per assegnare con un provvedimento eccezionale la cittadinanza a questo bambino indifeso. Non è forse scritto : la Repubblica riconosce i Diritti Inviolabili dell' Uomo sia come singolo ,sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità ? La Repubblica richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di Solidarietà , politica, economica ,sociale ? Il punto non è mettere sul "banco degli imputati , la perfida Albione " , il punto è dare una chance alla speranza , gli esseri umani vivono di speranza . La speranza dovrebbe avere un riconoscimento tra i diritti universali dell'uomo . È scritto infatti che l'essere umano ha diritto alla felicità .La speranza è parte di tutti ciò. Nel bilanciamento tra : i costi del servizio sanitario nazionale e la speranza che un essere umano possa guarire o se questo ,non fosse possibile ,soffrire di meno, i Governi chiunque essi siano ,dovrebbero scegliere la seconda via . Ieri era l'anniversario della Liberazione . La nostra Costituzione Repubblicana è figlia di quella lotta . Il caso di Alfie Evans con il suo pesante fardello di dolore ci ricorda che se il nostro Governo ha potuto intervenire tempestivamente per concedere la cittadinanza italiana e dare una speranza a quel bimbo ,piccolo ed indifeso ,questo è stato possibile perché il nostro Paese ha una Costituzione Bellissima che ci permette di dare una chance alla vita ,una chance alla speranza . Non mi stanchero' mai di dire e ripetere che storie drammatiche come quella di Alfie Evans ,accadono perché negli anni passati in Gran Bretagna come altrove ,abbiamo supinamente accettato la logica della ideologia neo liberista . I tagli indiscriminati alla Sanità ,l'idea che lo Stato non dovesse essere più indulgente e protettivo con i propri cittadini ma che tutto dovesse essere improntato e risolto alla logica del profitto ,del minor costo , e dell'arrangiatevi ,ha prodotto queste decisioni  che come quella che riguarda il piccolo Evans che sono coerenti con quella ideologia e quel sistema sanitario-nazionale ,ma urtano la nostra sensibilità umana e ci scuotono . Almeno siamo ancora vivi ,siamo ancora umani . In questi giorni è nato l'ultimo royal baby .  È incredibile che nella stessa Nazione si celebri la nascita di un bimbo ed ad un altro molto meno fortunato ,si stacchi la spina e si tolga la speranza ai suoi Cari .Siamo tutti uguali ,siamo fatti tutti di carne ed ossa ,spirito ed anima. Oggi siamo tutti Alfie Evans ,siamo tutti suoi genitori .Oggi siamo tutti Italiani .Oggi siamo tutti orgogliosi del nostro Governo e delle nostre Leggi . Oggi siamo tutti ancora Umani .
Luca Giordano per Tre Righe .

I commenti in rete

[26/4, 09:04] Adriano : È tempo che la diplomazia italiana si svuoti di dosso i polverosi panni del maggiordomo e ritrovi la sua storica autonomia.
[26/4, 09:15] Rossella: Siamo alla perfida Albione di fascista memoria.
[26/4, 09:18] Rosa Maria: Siamo alla lotta per la vita che solo Dio toglie
[26/4, 09:23] Rossella: Già Rosa Maria.  Si chiama accanimento terapeutico.
Marco: Luca sei ben informato ma non concordo per niente. La Corte EDU ha stabilito più volte che la sperimentazione medica arbitrariamente decisa dai genitori e l'accanimento terapeutico non sono un diritto

Dai giornali di oggi 26 aprile



Trattativa Pd-M5S, dem divisi, intesa più difficile (Corriere e tutti). Martina parla di “distanze importanti” ma ribadisce la volontà di tentare: “La sfida va accettata, il Pd deve giocare all’attacco. Diversamente si torna al voto e sarebbe un rischio per il Paese” (Corriere). Ma per la Stampa è lui a rischiare il posto. Renzi va in piazza a Firenze e boicotta il dialogo: “Niente intesa o spariremo” (Corriere). “Non ho paura di nuove elezioni” (Stampa). L’ex viceministro Giacomelli gli chiede di tornare alla guida del partito: “Ritiri le dimissioni, gestisca lui la crisi”. Calenda minaccia di strappare la tessera del Pd in caso di intesa con il M5S (su tutti). Gozi al Corriere: “Martina sbaglia, sia garante di tutti. L’ok all’alleanza non avrà i numeri”. “Sull’offerta di Di Maio Martina ha accelerato troppo, ha fatto una fuga in avanti, si è sbilanciato. Serve una verifica in direzione nazionale che faccia chiarezza sulla posizione del Pd”. E per Gozi in direzione “non ci saranno i numeri a favore di un governo coi Cinque Stelle”. “L’Italia viene prima del Pd – dice a Repubblica Rosy Bindi – Bisogna valutare se un accordo con i Cinque Stelle sia possibile. Ma non mescolare nobili motivi con accordi di potere sulle poltrone”. Scalfarotto a Repubblica: “Sono decisamente contrario a un accordo con i grillini: siamo diversi per valori e scelte politiche. Dall’intesa nascerebbe un mostro”. Sulla Stampa lo scetticismo dei sondaggisti sull’intesa: “I due popoli sono diversi serve tempo per convincerli”. Sul Corriere e altri la mappa interna del Pd diviso in quattro tra favorevoli all’intesa, contrari “ma senza chiusure”, possibilisti e assolutamente contrari. Un confronto che Mattarella osserva preoccupato, pronto però a dare altro tempo a Fico per le sue consultazioni (Corriere, Sole). Stamattina secondo giro di consultazioni. Anche nel M5S la base è in subbuglio per la possibile intesa con i dem: “Così tradite 11 milioni di voti”. Previsto un sondaggio vero e proprio dal referendum annunciato sulla piattaforma Rousseau per misurare il reale gradimento del patto 5S-Pd (Repubblica). Sgradito dai militanti anche il post pro-25 aprile di Di Maio. Oggi l’assemblea con i gruppi parlamentari per spiegare i motivi di rottura con la Lega.
I Cinque Stelle fanno litigare anche Salvini e Berlusconi. “Davanti ai grillini la gente si sente come gli ebrei all’apparire di Hitler” dice Berlusconi da Porzus, dove ha festeggiato il 25 aprile con i “partigiani bianchi”, salvo poi minimizzare (Stampa e tutti). Salvini: “Meglio tacere e rispettare il voto degli italiani che dire sciocchezze. Io voglio dare un governo all’Italia, sono stufo di insulti, capricci e litigi”. Per la Stampa, l’uscita di Berlusconi nasconde un doppio messaggio al Qurinale e a Salvini: Berlusconi teme infatti che fallita l’intesa traM5S e Pd si vada ad un asse Di Maio-Salvini che tagli fuori il resto del centrodestra. A Mattarella Berlusconi sta chiedendo di fare di tutto per arrivare a un governo del presidente ed evitare il ritorno al voto. Intanto in Friuli Venezia Giulia, dove si vota domenica per la Regione, comizi separati per Berlusconi, Salvini e Meloni.

Referendum Atac: il NO alla privatizzazione di Fulvio Abbate



Fulvio Abbate, un grande compagno, un grande intellettuale, un grande scrittore. Un uomo di Sinistra e un cittadino romano che ha a cuore l'integrità e la missione del servizio pubblico di trasporto, che ha a cuore il destino di un'importante storia sociale, culturale e produttiva di Roma e di tutti i romani. Date ad Atac quello che serve ad ogni azienda di trasporto di una importante Capitale europea ed Atac che ne é  stata deufraudata dai trasversali sistemi politici corrotti e dai manager disonesti, potrà funzionare  molto meglio di prima: certezza dei finanzianenti dal Fondo nazionale trasporti e dalla Regione Lazio; un management capace, onesto e non servo della politica; restituire dignità al lavoro ai lavoratori e alle lavoratrici, operai, amministrativi e autisti onesti,  che subiscono insulti ed aggressioni per colpe altrui; un parco bus che non cada a pezzi o che vada a fuoco una volta a settimana; flussi garantiti nella tempistica dei pezzi di ricambio per le officine; internalizziamo le lavorazioni essenziali come assistenza e manutenzioni su strada e le pulizie e cambiate integralmente il trasporto dalla rete per autobus con una rete per tram, filobus; completate  le linee metro incompiute, bus a trazione elettrica, corsie  ciclopedonali; costruite le corsie preferenziali con sede protetta e priorità semaforica e  non disegnando le striscie gialle sull'asfalfto; non cedete ai privati come vorrebbe la Regione Lazio, la Roma Viterbo e  la Roma Lido; imponete alle FS di Mazzoncini, di ridurre i tempi delle frequenze degli intercity delle 8 FM regionali e di dedicargli la stessa attenzione e qualità che hanno dato ai Freccia Rossa e all'Alta Velocità,  per allieviare costi e i disagi di 1 milione di pendolari che ogni giorno entrano ed escono da Roma; combattiamo insieme ai cittadini, non solo con la repressione, ma anche con il dialogo, l'evasione tariffaria, i disservizi, l'inciviltà  delle auto in doppia e tripla fila e i vandalismi; fermate la straripante invasione del 70% di auto private, bus turistici e veicoli commerciali, che bloccano  la produttività di Atac e il trasporto ad un 30% di utilizzo per i  romani, avvelenando aria e polmoni di tutti. Completate le infrastrutture rimaste in sospeso. Restituite un servizio turistico di Atac che possa fare profitti in una Capitale che riceve 40 milioni di turisti all'anno. Restituite i proventi da traffico dati dalla sosta e dai parcheggi. Questa è  la verità che i Radicali vogliono nascondere con l'inganno della privatizzazione  come cura per tutti i mali mentre in molte altre capitali europee sono tornati al pubblico gestore e pianificatore. Dire No il 3 Giugno e costruire insieme ai cittadini queste condizioni, vuol dire dare ad Atac e a Roma Capitale, tutte le potenzialità economiche per poter offrire, come  già accade in altri paesi europei, almeno per le linee periferiche estreme,  ai piú deboli, ai disoccupati, ai diversamente abili, un servizio gratuito. La liberalizzazione è il sistema subdolo e surrettizio di imporre la privatizzazione. Il 3 Giugno votate No contro la privatizzazione di Atac.

25 aprile 2018

25 Aprile, LA LIBERAZIONE



Oggi in Italia si sono svolte nelle città più importanti molte manifestazioni per ricordare l'anniversario del settantatreesimo dal 25 aprile del 1945.
Desidero dare il mio personale contributo al ricordo del 25 aprile dedicando questo breve articolo all'impegno ed al sacrificio dell'esercito regolare italiano ,che pur sbandato e senza ordini  coerenti, diede il suo contributo alla liberazione dell'Italia. Il mio ricordo oggi non va all'affondamento della corazzata Roma avvenuto il 13 settore del 1943 pochi giorni dopo la dichiarazione dell'armistizio al largo della Sardegna ,dove morirono arsi vivi oltre 1500 marinai , e neppure ai caduti della Divisione Acqui a Cefalonia ,dove i militari italiani alle date del 23 - 28 settembre del 1943 si rifiutarono di arrendersi e consegnare le armi ai soldati tedeschi e per questa ragione in violazione delle leggo di guerra furono sterminati ed uccisi a freddo senza pietà ,le stima arrivano a parlare di oltre 9.000 militari italiani giustiziati in modo brutale . Oggi ricordando il 25 aprile desidero ricordare un fatto d'armi cd " minore " ,la battaglia di Monte Lungo avvenuta tra il 7- 16 dicembre 1943 in provincia di Caserta . Questa battaglia è importante nella nostra storia perché segnò l'intervento armato italiano al fianco degli Alleati che stavano liberando l'Italia e stavano combattendo nella zona della Campania intorno alla difesa tedesca della linea Gustav .Gli italiani circa 5.000 fanti al comando del Generale Vincenzo Dapino furono mandati all'assalto del monte Lungo ,quota 950 . I fanti italiani ,i 5.000 di Ponte Lungo come verranno poi chiamati ,erano malamente equipaggiati con fucili e poche bombe a mano . Gli Inglesi al contrario degli USA erano contrari e diffidenti sugli italiani e non volevano che fossero impiegati nei combattimenti . Il Generale Umberto Utili che aveva avuto l' incarico di riformare e recuperare ciò che era recuperabile dell'esercito italiano dopo lo sbandamento dell'otto settembre si adoperò con tutte le sue forze ed il suo prestigio per permettere ai soldati italiani di partecipare combattendo alla liberazione del Paese . L'attacco dei fanti italiani iniziò all'alba dell' otto dicembre 1943  coperti da una spessa nebbia . Il primo attacco non riuscì sia perché si verificò uno sfaldamento con due reggimenti ed un battaglione di ranger americani ,sia per la forte resistenza dei tedeschi ben armati e posizionati . Tra le truppe italiane mandate allo scoperto ad attaccate quota 950 tra sassi e dirupi scoscesi fu una strage . Il reparto italiano dopo un primo sbandamento si ricompattò e ci furono molti episodi di coraggio e di sacrificio . Soltanto il 16 dicembre dopo un forte bombardamento di copertura i fanti italiani guidati da un reparto di bersaglieri riuscirono alla fine a scalare quota 950 e sconfiggere i tedeschi che ripiegarono . Era stata una lotta impari . I tedeschi avevano martoriato i fanti italiani con mitragliatrici  ,mortai e bombe a mano ,i fanti italiani erano andati all'attacco da posizioni di inferiorità solo con i fucili e le baionette . Fu grazie anche al sacrificio di quei poveri ragazzi che il nostro Paese riuscì a guadagnare la stima e la considerazione degli Alleati che da quel momento iniziarono a guardarci con maggiore rispetto e considerazione. Esiste negli archivi di Rai Storia un documentario girato nel 1965 per celebrare la battaglia di Ponte Lungo. È un documento doloroso da rivedere . Si vedono molte donne  piangere sulle lapidi,che erano state apposte per ricordare il ventennale della liberazione, i figli morti quel giorno .Erano tutti ragazzi tra i venti ed i ventidue anni .  Oggi è passato molto tempo da quei fatti ,che sembrano così lontani ed appartenere ad un altro mondo . Oggi il 25 aprile preferiamo tutti andare al mare . Tuttavia desidero ricordare anche solo a me stesso che senza quei sacrifici ,senza quelle vite spezzate negli anni ancora verdi delle loro vite ,il nostro presente ,sarebbe stato diverso . Non era scontato e non era certo che i Tedeschi ,i Nazi fascisti perdessero la guerra . Ci fu un momento che addirittura sembrava che la stessero vincendo . Le nostre vite sarebbero state diverse ,non sarebbero state libere ,non sarebbero state felici.
Luca Giordano per Tre Righe .

Villini Storici :La posizione dell'assessore all'Urbanistica della Regione Lazio,M.Valeriani

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO
 
Dalla newsletter dell'assessore Valeriani
 
 
 
Il Comune può tutelare i villini storici


In questi giorni ho seguito con interesse gli interventi di alcuni autorevoli architetti,  urbanisti e rappresentanti istituzionali sulla vicenda dei "villini storici" nella città di Roma e sul ruolo della Regione Lazio. Mi sono insediato da pochi giorni alla guida dell'Assessorato regionale all'Urbanistica, ma credo opportuno fornire delle precisazioni su presunte incompletezze normative. 
La legge regionale per la Rigenerazione Urbana, insieme ai suoi ambiti di applicazione da parte dei Comuni, non ha semplicemente sostituito il "Piano Casa”, legge di tipo derogatorio, ma ha determinato un quadro normativo di tipo ordinario, che mira ad assegnare maggiori poteri proprio ai Comuni e ai cittadini. Nuove prerogative per intervenire nelle zone degradate e compromesse con l'obiettivo di riqualificare i tessuti urbanistici disomogenei e ridare dignità a tutte le periferie delle città e dei paesi della Regione Lazio.
La norma, pertanto, trova applicazione nei tessuti urbanizzati presenti nell'intero territorio regionale e non fa riferimento solo a Roma Capitale, con il fine di limitare il consumo di suolo, razionalizzare il patrimonio edilizio esistente e recuperare le aree urbane con funzioni eterogenee e tessuti edilizi incompiuti, migliorando la sicurezza statica, insieme a quella sismica, e l’efficienza energetica degli immobili esistenti (come, ad esempio, le zone colpite dal terremoto e quelle potenzialmente a rischio) e favorendo la realizzazione e il completamento delle opere pubbliche.
La nuova legge, inoltre, vuole affrontare la sfida della semplificazione delle procedure. In questo quadro, la Regione Lazio ha voluto consegnare una norma ordinaria ai Comuni per il governo dei processi di rigenerazione urbana, sia attraverso l’intervento diretto (artt. 4, 5 e 6), che con la definizione degli ambiti di rigenerazione urbana (art. 2) e di recupero edilizio (art 3), che potranno essere sia di iniziativa pubblica che privata. 
Il provvedimento regionale stabilisce dove è possibile applicarla nella generalità del territorio (nelle porzioni di aree urbanizzate, come individuate nella carta dell’uso del suolo, su edifici esistenti e legittimamente realizzati) e dove invece non si può applicare (nelle aree sottoposte a vincolo di inedificabilità, nei parchi regionali e nelle aree agricole). Spetta invece ad ogni Comune entrare nel merito specifico degli ambiti e delle singole zone. Come recita anche l’art. 4 della legge regionale, infatti, i Comuni ne possono limitare l’applicazione con una semplice deliberazione consiliare.
Solo Roma Capitale e pochi altri Comuni hanno individuato nel proprio Piano regolatore le zone come “tessuti” e solo la città di Roma ha individuato “zone storiche omogenee dell’800 e del ‘900”, mentre le leggi nazionali fanno riferimento “… a parti di territorio interessate da agglomerati urbani che rivestano carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale…”. Proprio con una delibera di Consiglio comunale, dunque, le Amministrazioni locali possono governare tutti i processi di trasformazione del territorio, tutelando, rigenerando e valorizzando il patrimonio esistente.
Non credo, pertanto, che questa legge presenti dei buchi nella tutela e nella salvaguardia del patrimonio urbanistico, ne tanto meno favorisca la speculazione edilizia. D'altronde, da capogruppo del Pd in Consiglio regionale nella scorsa legislatura, ricordo come fosse un obiettivo prioritario quello di evitare qualunque forma di speculazione e di possibili ricadute negative per il tessuto urbanistico del Lazio.
L'Amministrazione regionale, comunque, è sempre disponibile a collaborare con tutti i Comuni e a ricevere osservazioni e proposte per condividere al meglio il quadro normativo.

 
Massimiliano
 
 

25 APRILE:IL CORTEO DELLA LIBERAZIONE



Un articolato corteo si è snodato  da  via Genocchi per proseguire lungo piazza Oderico da Pordenone, viale Guglielmo Massaia, piazza Biffi, circonvallazione Ostiense, via Benzoni, via Matteucci, via Ostiense per arrivare finalmente a Piazzale Ostiense.
Colorato come sempre con balli, e canti , la più gettonata “Bella Ciao” (non poteva essere diversamente).Moltissime le bandiere, malgrado la richiesta del’ANPI di non farle sfilare se non quelle dell’ANPI stessa.E moltissimi giovani che danno un senso e una speranza ad una manifestazione che conta ormai pochissimi testimoni diretti.
Anche quest’anno non sono mancate  le polemiche tra Comunità Ebraica e Palestinesi. Francamente una polemica speciosa orchestrata ad arte da entrambe le parti per i noti problemi israelo  – palestinesi ,dove la Festa della Liberazione Italiana è un pretesto per “ringhiarsi” addosso .
Ha aperto i discorsi di rito “l’astro del nuovo “(!?!?) PD,  Nicola Zingaretti, nell’indifferenza del pubblico .Parole di rito le sue tanto da pensare che abbia utilizzato lo stesso discorso dell’anno scorso
Poi, dopo un combattente sulla linea gotica di 96 anni  che ha portato la sua straordinaria testimonianza alla piazza, è intervenuta la Sindaca Raggi ,  salutata da una valanga di fischi provenienti da più parti ma anche da molti applausi. Il primo cittadino della Capitale, che ci ha ormai abituati a questo comportamento anche nelle peggiori delle situazioni, non si è scomposta: "Noi una riflessione dobbiamo farla – ha dichiarato – abbiamo lavorato tanto per sfilare uniti, ma come comunità cittadina non siamo stati all'altezza dei nostri predecessori di 70 anni fa. I fischi non riscriveranno la storia e questo va detto". "Abbiamo tutti perso un'occasione – ha concluso Virginia Raggi – Le porte del Campidoglio sono sempre aperte per chi vuole dialogare e noi continueremo a promuovere questo dialogo". Una grande prova di "freddezza" politica ed un messaggio per chi , se vuole, intenda procedere nel futuro.
La manifestazione si è poi conclusa con l’intervento del segretario provinciale dell’ANPI.

Ancora una volta la Roma antifascista e democratica  si è stretta intorno all’ANPI in una manifestazione che fa onore ai Romani e a tutto il Paese.
Domenico Fischetto


                          Web radio
             www.radiofondamenta.org




Dai giornali di oggi 25 aprile

Pd-M5S, primo passo insieme: “Se falliamo resta solo il voto”
(Repubblica p.2). Di Maio scarica la Lega e parte la trattativa con il
Pd (Stampa p.2). “Salvini – dice il leader M5S – si è condannato
all'irrilevanza”. E il reggente dem Martina apre: “Ora sì al confronto”
(su tutti). Ma Renzi non ci sta e resta arroccato sul no (Stampa p.3).
Il Colle pronto a concedere tempo per la trattativa (Corriere p.2). Al
Quirinale si inizia a ragionare sullo “scenario peggiore”: governo
“ponte” per tornare alle urne a settembre (Sole in prima e p.5). Ma per
il Giornale (p.4) il Colle avrebbe un piano B: pronto un esecutivo di
garanzia nel caso fallisse l'accordo 5S-Pd.
Il Pd è nel caos e al Nazareno è guerra via Twitter (Corriere p.2).
Zingaretti, governatore del Lazio e pronto a candidarsi per la
segreteria Pd, al Messaggero (p.7) spiega: “Prove di intesa con il M5S
sono possibili su temi concreti, il Pd deve valutare il nuovo scenario
di un M5S che ha chiuso il forno della Lega”. Ma Giachetti al Corriere
(p.2) dice: “Non possiamo fare un governo con i 5S, hanno bombardato per
5 anni il nostro governo, però trovo incomprensibile l'accanimento
contro ogni sospiro di dialogo”. Ma Fassino al Messaggero (p.3)
rilancia: “Dobbiamo fare un governo, non una retrospettiva. Serve un
tavolo dove ciascuno porti le proprie posizioni e si cerchi una sintesi”.
Elettori M5S sempre più inquieti per la possibilità di un'intesa con i
dem (Corriere p.5). Sul web dilaga la protesta dei militanti, che
preferiscono il ritorno al voto (Messaggero p.9).
Dopo le frasi di Di Maio - “Salvini si condanna all'irrilevanza” -
cresce l'ira del segretario leghista, che replica: “Noi irrilevanti? No,
leali” (Messaggero p.5 e tutti). Salvini si mette in panchina, ma si
dice pronto a tornare in campo (Stampa). Giorgetti, numero due della
Lega, a Repubblica (p.7): “Se 5S e dem fanno il governo dei perdenti il
Nord insorgerà: metterebbero da parte la parte produttiva del Paese per
assistere il Sud che arranca”. Poi attacca l'ipotesi M5S-Pd: “Si
salderebbe la voglia di governo a tutti i costi dei grillini con con la
sete di poltrone del gruppo dirigente Pd”.

CONSULTAZIONI: IL PRIMO GIRO DEL PRESIDENTE FICO HA FATTO UN PO’ DI CHIAREZZA





                                                                      Roberto Fico

 
 
Il primo giro di consultazioni del Presidente della Camera ,Roberto Fico ,non ha portato ad un accordo di Governo tra il M5S e il PD, ma ha certamente fatto un po’ di chiarezza. Il leader pentastellato – come richiesto dai democratici – ha definitivamente chiuso il forno della Lega accusando Matteo Salvini di “volersi consegnare all’irrilevanza”. Dall’altra parte il reggente del PD, Maurizio Martina, ha chiesto chiarezza sui tre temi: “un’agenda europeista”, il rinnovamento della “democrazia superando il populismo” e le “politiche del lavoro rispettando gli equilibri di finanza pubblica”.
È evidente il perché Di Maio abbia chiuso al leader del Carroccio dopo il confronto con Fico: dal Nazzareno nessuno ha chiesto un suo passo indietro. E così le sue dichiarazioni sono state dirette ai dem: “Con il Pd ci sono profonde differenze e anche dei trascorsi da non ignorare ma sui temi ci siamo. Chiedo al Pd di venire al tavolo per verificare i presupposti”. Ma ha anche detto – a scanso di equivoci - “Se fallisce questo percorso per noi si torna al voto. Con 388 parlamentari non possiamo essere all’opposizione”.
Ora, però, i democratici dovranno convocare la direzione e combattere con i renziani che sembrano essere già in rivolta con Martina ed hanno già lanciato su Twitter l’hashtag#senzadime per sottolineare che, se interpellati, esprimeranno voto contrario.
I pentastellati chiederanno la ratifica dell’eventuale contratto di governo da parte degli iscritti del M5S alla piattaforma Rousseau. Passaggio delicato. Non è semplice spiegare, infatti, - soprattutto ai grillini della prima ora - che ormai Beppe Grillo non c’è più e che il Movimento nato dal Vaffaday è diventato un partito politico a tutti gli effetti e che, forse, è anche il momento di assumersi qualche responsabilità e dimostrarsi all’altezza del voto degli italiani. 
 
Maura Pisciarelli

24 aprile 2018

Municipio Roma II: Al Verano la discarica è stata rimossa.






Forse anche dopo la nostra segnalazione di una situazione di degrado insopportabile sulla via Tiburtina di fronte al cimitero del Verano (nostro articolo del 22 aprile) , oggi, 24 aprile, mezzi e uomini dell'AMA sono intervenuti in forze per " bonificare"l'area interessata da vere e proprie discariche a cielo aperto. Un camion dotato di braccio meccanico ha svolto il lavoro pesante,mentre gli operatori ecologici intervenivano per pulire il marciapiede e le zone limitrofe.Non siamo convinti però che la stessa situazione di degrado non si possa ripresentare in futuro.In effetti la zona è scarsamente abitata e ,come testimoni hanno riportato,sacchi di immondizia varia oltre che a calcinacci vengono depositati da vetture che provengono evidentemente da altrove.Suggeriamo,come già succede lungo arterie dove insiste lo stesso fenomeno, di far installare delle telecamere per inquadrare le targhe dei veicoli di questi incivili.Solo attraverso una severa repressione il fenomeno potrebbe essere contenuto se non estinto.
Intanto ringraziamo l'AMA per aver salvato i residenti dal peggio.

Domenico Fischetto

W IL 25 APRILE,W I PARTIGIANI, W L'ITALIA ANTIFASCISTA








Domani è il 25 aprile, il 73 anniversario della liberazione dell'Italia dal gioco Nazi-Fascista .Infuocano le polemiche la Comunità Palestinese ,presente nella Capitale desidera partecipare con le sue bandiere ,la Comunità ebraica lamenta che la Comunità Palestinese intenda partecipare con i suoi simboli e le sue bandiere e già minaccia do non voler partecipare . Il Campidoglio sta tentando di mediare tra :ANPI , Comunità Ebraica e Comunità Palestinese ,sembra senza possibilità di successo ,si profila così come già l'anno scorso il tema e la prospettiva di almeno due manifestazioni divise  .Il Capodoglio ha lamentato la strumentalizzazione dell'anniversario che dovrebbe innanzitutto e principalmente essere un momento di impegno ,ricordo nazionale di un passaggio storico drammatico e determinante della Storia e dell'identità nazionale italiana . Mi sembra chiaro che entrambe le posizioni palestinese ed ebraica sono strumentali per finalità estranee al tema ed all' importanza che il 25 aprile riveste nella Storia del nostro Paese . Con la stessa logica altri Paesi ,altre minoranze etniche e religiose potrebbero a buon motivo desiderare partecipare alla manifestazione del 25 aprile con i loro simboli e le loro bandiere . Vi immaginate se il 4 luglio noi italiani partecipassimo alla marcia di Washington con le nostre bandiere per chissà ricordare i nostri martiri caduti nella lotta contro il terrorismo o la Mafia ? Che cosa avrebbe al di là di ricordare delle vittime il nostro dolore con un momento celebrativo della storia di un altro popolo ?  È evidente il tentativo palestinese di strumentalizzare il 25 aprile per pubblicizzare la lotta palestinese per lo Stato di Palestina . I Palestinesi non ricordano tuttavia che la lotta di  liberazione italiana è stata salvo alcuno deprecabili errori una lotta militare sul territorio contro l',oppressore tedesco e la Repubblica di Salò . La resistenza palestinese invece per anni ha insanguinato con azioni terroriste non solo lo stato di Israele ma anche altri Stati come ad es. la Germania Federale o l' Italia che alle rivendicazioni territoriali e nazionali palestinese erano estranee. In questo senso la loro posizione e la loro lotta era ed è diversa dallo spirito e dal contenuto della lotta di resistenza italiana . Allo stesso modo a chi scrive certo non può sfuggire che molti ebrei italiani furono vittime delle violenze inaudite del Nazi -Fascismo. Tuttavia occorrerebbe saper distinguere l'Olocausto dalla politica perseguita dallo Stato di Israele falla sua costituzione fino ad oggi. Cosa dire ad es. dei territori conquistati e mai più restituiti dopo la guerra del 1967 ? Cosa dire ad es. della risoluzione ONU n.242 che ordinava ad Israele di ritirarsi dentro i confini nazionali ante 1967 mai rispettata ? Cosa dire infine,lo dico con amarezza della posizione ,questa volta assunta direttamente dalla Comunità ebraica italiana ,che al referendum costituzionale del 4 dicembre dello scorso anno aveva votato compatta per il Si ,quando invece l' ANPI e tutti i movimenti che di richiamano alla Resistenza ed alla Lotta di Liberazione avevano sostenuto il NO . Come spiegare queste evidenti contraddizioni se non con una strumentalizzazione di parte ? Una strumentalizzazione che con la celebrazione del 25 aprile in realtà non ha niente da condividere . Ma queste brevi considerazioni sono nulla se paragonate ad un tema molto più importante che separa in modo completo e netto la prassi politica che è riconducibile a : Palestinesi ed Israeliani ed in parte alla stessa Comunità ebraica. Il 25 aprile è per l'Italia e per i Paesi che uscirono vivi e liberi dall'oppressione e dalla Tirannide Nazi-fascista il momento storico e celebrativo per ricordare a se stessi ed a tutte le nazioni civili che il Nazionalismo e l'imperialismo e la violenza che esautora lo Stato di Diritto nazionale come Internazionale e quindi l'autorità dell 'ONU oggi come ieri della Società delle Nazioni porta sempre ed immancabilmente a nuove guerre e nuove violenze . In questo senso lo spirito celebrativo e storico della ricorrenza del 25 aprile ,Festa della Liberazione dell'Italia è parimenti distinto e lontano tanto dalla posizione della Comunità Palestinese quanto di Quella Ebraica ed Israeliana . Non dovremmo dimenticarlo e non dovremmo fare confusione su questo .Non dovremmo accettare che questa confusione per loro ragioni politiche e strumentali la facessero neppure queste due Comunità nostre amiche.
Luca Giordano per Tre Righe .

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25 APRILE: COMUNITA' EBRAICA ROMA, NO CONDIZIONI PER CORTEO, ANPI PRENDA POSIZIONE =

      Roma, 24 apr. (AdnKronos) -Nonostante il tavolo aperto dal Comune e
gli sforzi della sindaca Virginia Raggi che ringraziamo per quanto
fatto fino ad ora e per essersi espressa chiaramente sulle
provocazioni che leggiamo in queste ore, non sembra ci siano più le
condizioni per partecipare al corteo del 25 aprile". Lo riferisce in
una nota la Comunità ebraica di Roma.

      "Di fronte al primo cittadino di questa città, al vicesindaco Luca
Bergamo e alla Comunità Ebraica di Roma, l'Anpi ha assicurato che non
avrebbe accettato una presenza organizzata delle associazioni
palestinesi con bandiere e simboli estranei ai temi del 25 aprile -
continua la Comunità ebraica di Roma - A questo punto è necessario che
l'Anpi prenda una posizione ufficiale comunicando che queste
organizzazioni sono fuori dal corteo unitario".

      "Siamo stati entrambi protagonisti di uno sforzo incredibile per
sanare ferite e divisioni, ora però Anpi, se davvero ha a cuore la
presenza della Comunità ebraica, deve dire a questi signori che hanno
sbagliato giorno per manifestare - conclude - Il 25 aprile si ricorda
la Liberazione del nostro Paese e va fatto esclusivamente con bandiere
e vessilli inerenti alla giornat.

      (Sci/AdnKronos)

ISSN 2465 - 1222


Dai giornali di oggi 24 aprile

Con serenità granitica
Mattarella accelera: incarico a Fico per sondare una possibile intesa tra M5S e Pd (QN e tutti). Tempo massimo concesso, fino a giovedì. Di Maio “chiude il forno” della Lega (Repubblica). Salvini insorge e sfida il Colle: “Pronti a una passeggiata su Roma” (Stampa). Mattarella deluso e irritato, costretto a far precisare i termini e le ragioni del mandato a Fico (Corriere e tutti): e se dovesse fallire anche lui si va verso un governo del presidente (Corriere, Stampa, Messaggero). Martina apre: disponibile a ragionare su lavoro, povertà e famiglia. I renziani chiudono. Il Fatto parla di “renziani fuori di testa”. “Adesso confronto con i grillini, non si può dire solo no” l’apertura di Franceschini in un’intervista a Repubblica. Ma tutto dipende da Renzi: “E’ il leader più influente. Può imboccare questa strada da protagonista”. Sul Corriere parla Emiliano: “A tifare per  l’intesa Pd-5Stelle tre mesi prima del voto ero solo, ora siamo una bella maggioranza. Adesso il ruolo più importante lo ha Renzi: è lui che deve lavorare perché quest’intesa vada in porto”. Renzi per ora chiude la porta (Repubblica): per il Fatto punta al fallimento di Fico. Ostile anche la Boschi, tentato Lotti (Stampa). Jacopo Fo a Repubblica: “Di Maio si sente Napoleone, così perde voti. Anche la troppa apertura a Salvini preoccupa gli elettori. Il Pd batta un colpo”. “Di Maio si è mosso, la l’intesa col Pd è quasi impossibile – dice il politologo Ignazi al Fatto: “I dem andrebbero a fare da scendiletto. Piuttosto loro e il Movimento entrino in una governo del presidente”. Berlusconi, scrive sempre la Stampa, continua a sognare un governissimo con il sostegno di tutti, rinfrancato dal voto in Molise, che ha premiato Forza Italia, tolto voti a grillini e Lega e dimezzato il Pd (Stampa e tutti). Berlusconi: “Dal Molise esce fortemente ridimensionato il dilettantismo dei Cinque Stelle”. Lo sconfitto Andrea Greco accusa: “Al governo della Regione torna chi l’ha distrutta. E’ stato un voto clientelare, questa terra non ha speranza”. Sul Corriere le critiche e i malumori della base 5Stelle per il programma in 10 punti e il voto in Molise.
[24/4, 08:05] Michele Cardulli: Dal Manifesto


 Speranza: «Sinistra, azzerare e ricostruire tutto Roma

II centrosinistra sprofonda anche m Molise, e Liberi e uguali incassa quasi la stessa percentuale delle nazionali: uno scarso 3,2. Che porta il coordinatore di Mdp Roberto Speranza a conclusioni drastiche: «Si sta consolidando un nuovo bipolarismo senza la sinistra. È sempre più chiaro che l'unica strada per evitarlo è azzerare e ricostruire tutto», scrive su facebook. Una posizione di decisa riapertura al dialogo con il Pd che rispecchia la discussione intema a Mdp. Ma non quella di Sinistra italiana, gli alleati nella lista Liberi e uguali. Per ora il dibattito sul «big bang» a sinistra si sviluppa sottotraccia. In attesa degli esiti delle consultazioni. Ma anche per evitare lacerazioni preventive. Mdp terrà la sua kermesse il 12 maggio, e lì rilancerà l'idea di una sinistra autonoma ma m un nuovo campo democratico. Ma la teoria del «big bang» non convince gli alleati. «In punto di teoria potremmo anche essere d'accordo», ragiona Peppe De Cristofaro, della segreteria nazionale di Si, «ma fatta così si tratta di una discussione astratta e priva di una sua base materiale: nel Pd non c'è un interlocutore che ragiona di questo. Fra l'altro con Renzi ancora in campo, di che parliamo? Il rischio è di fare sempre lo stesso errore: ripartire dalle formule politiciste e dai contenitori, anziché dai contenuti». Nonostante tutte le promesse di unità, dunque, Leu si consuma nei fatti in uno sfilacciamento generalizzato. Dal lato Mdp ogni giorno il governatore della Toscana Enrico Rossi certifica «il fallimento» della lista e del Pd e propone la nascita di un «partito del lavoro». Dal lato di Sinistra italiana è Stefano Fassina ad avvertire che, pur essendo tutte le opinioni legittime, la discussione dovrebbe svolgersi in maniera democratica: «Sono molto preoccupanti i propositi di chi in Leu, invece di affrontare la discussione nell'unica sede legittima ossia l'assemblea nazionale, vuole archiviare dall'alto e unilateralmente un progetto che ha raccolto oltre un milione di voti e che d siamo impegnati, prima e dopo il voto, a portare avanti». La decisione sul futuro di Leu spetterebbe all'assemblea «come deciso dai gruppi dirigenti in un paio di riunioni congiunte nelle scorse settimane», e che dovrebbe essere convocata entro maggio. «È inaccettabile e irresponsabile escludere dal la discussione e dalle scelte chi si è fidato di noi e si è impegnato in prima persona, anche con grandi sacrifici, in campagna elettorale», conclude Fassina. Ma anche sulle modalità dell'assemblea ancora non c'è accordo: l'assemblea nazionale formalmente è quella formata dai delegati eletti dai territori e poi convocati il 3 dicembre 2017 a acclamare leader Piero Grasso.