29 settembre 2013

VILLA BLANC:CONSIGLIO MUNICIPALE 3 OTTOBRE ORE 15,30,VIA DIRE DAUA

Quello che segue è il testo della mozione che sarà presentata nel prossimo consiglio del Municipio II,via Dire Daua,il 3 ottobre alle ore 15.
 
Mozione

 

Oggetto: SALVIAMO VILLA BLANC

Tenuto conto che VILLA BLANC è un gioiello dell'arte eclettica, costruita a fine '800 per il barone Blanc su progetto dell'architetto ed archeologo Giacomo Boni e si configura come patrimonio artistico di interesse nazionale;

 

Tenuto conto che la Villa comprende un parco di oltre 40.000 metri quadri, che presenta una mescolanza di essenze tipicamente mediterranee - quali lecci, pini e allori - con esemplari esotici quali cedri, banani, palme, e permette la nidificazione o il transito di numerose specie avicole tra l'Agro Romano e i grandi parchi urbani del centro della Capitale, nonché di numerose specie di uccelli stanziali tra cui i rapaci civetta, allocco e gufo;

 

Tenuto conto che, in relazione a quanto sopra, VILLA BLANC è classificata come villa storica, soggetta da diversi decenni a numerosi vincoli architettonici, paesaggistici e ambientali, e che il Piano Regolatore del Comune di Roma del 2008 la destina a verde pubblico e servizi pubblici locali (categoria che comprende al massimo asili nido, scuole dell'obbligo e biblioteche di quartiere);

 

Tenuto altresì conto della mancanza di spazi verdi nella zona, ed in particolare della situazione dell'adiacente Istituto Comprensivo “Winckelmann”, dove 1450 alunni hanno a disposizione per le attività ricreative solamente un cortile in cemento;

 

Visto che la precedente Giunta Alemanno, in base a una semplice memoria di giunta, nel 2011 ha dato il via libera alla LUISS, ente privato attualmente proprietario del sito, per lavori di ristrutturazione degli immobili per una destinazione a scuola di management per un migliaio di presenze giornaliere, consentendo la costruzione, nonostante i vincoli esistenti, di otto parcheggi all'interno del parco per 5400 metri quadri – oltre a ristoranti e foresterie - e firmando una convenzione che limita fortemente la fruibilità pubblica del parco stesso, concedendo al Municipio un'area marginale e scoscesa di 4300 metri quadri per attrezzature per i bambini, mentre il resto del parco, nonostante la destinazione a verde pubblico, verrebbe aperto ai cittadini solo le domeniche ed i giorni festivi e sempre subordinatamente alle  esigenze della LUISS;


In considerazione delle numerose firme (circa 5000) raccolte tra i cittadini per richiedere che il parco e la Villa siano acquisiti all'uso previsto dal Piano Regolatore, nonché delle ripetute delibere votate in tal senso nel corso del tempo dal Consiglio del Municipio 3 e della delibera votata all'unanimità dal Consiglio Capitolino nel  marzo 2013,

 

il Consiglio del Municipio 2

 

impegna

 

il Presidente e la Giunta municipale a promuovere ed accompagnare l’azione del Sindaco e della Giunta capitolina nel:

 

-        procedere all’annullamento dell’autorizzazione rilasciata alla LUISS per lavori di ristrutturazione finalizzati ad usi diversi da quelli previsti  dal Piano Regolatore Generale;

 

-        mettere in atto i provvedimenti necessari per assicurare comunque la piena fruizione pubblica del complesso  di Villa Blanc secondo la destinazione prevista dalle norme di legge vigenti e nel rispetto dei vincoli storici, architettonici ed ambientali,  imposti sulla Villa stessa.

 

-        realizzare entro il mese di Ottobre 2013 una assemblea pubblica Comune-Municipio per portare a conoscenza della cittadinanza la posizione che l'Amministrazione Capitolina intende assumere su Villa Blanc.

26 settembre 2013

IL CONGRESSO PD.ASPETTANDO GODOT di G.Pagliarulo



Il congresso del Pd. Aspettando Godot

settembre 25, 2013

godot
Di Gianfranco Pagliarulo
Lasciamo ai dirigenti Pd il giudizio. Gianni Pittella, candidato segretario del partito: “il Partito democratico non si merita questa classe dirigente. C’è chi lavora scientemente per il caos con l’unico scopo di sopravvivere, spingendo così il partito al suicidio politico”; Maria Chiara Carrozza, ministro: “dal Pd è arrivata una immagine terrificante”; Guglielmo Epifani, segretario: “un dibattito indegno”. Così, dopo l’assemblea del 21 settembre, in cui si è deciso di non decidere; è mancato il numero legale, si è fissata la data delle primarie all’8 dicembre ma non le regole che dovrebbero consentire di rispettare quella data, non si è modificato lo Statuto, per cui il nuovo segretario diviene automaticamente l’unico candidato premier del Pd, in un vortice di organismi, cavilli e trappole statutarie. Dietro questo bailamme, ovviamente, le candidature: del come far sì che Renzi sia segretario e candidato premier ovvero del come, ed a tutti i costi, impedirlo. In mancanza di una prospettiva si va avanti a battute: “abbiamo votato l’8 dicembre; mica abbiamo detto di che anno!”, “il 21 settembre? Una bruttissima giornata”, “ci stiamo facendo del male”.
Ancora una volta il Pd implode. No, non è il definitivo tramonto. Come non lo è stato l’affondamento di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica o il sostegno al governo Letta, in radicale contrasto con i desiderata degli elettori. E’ solo un ulteriore indebolimento, un assist insperato al partito di Berlusconi, un regalo al movimento di Grillo. Ed anche la conferma che, nel volteggiare e nell’aggrovigliarsi di cordate d’ogni genere, il Pd non ha né identità, né anima, né coesione. Ha, certo, una politica, per quanto al suo interno contraddittoria, che è causa non ultima dei suoi mali: le “larghe intese”. Dalla fine del 2011 (governo Monti) il partito di Epifani, già di Bersani, sta in maggioranza col partito di Berlusconi. E’ l’unica possibilità – si disse e si dice – per uscire dalla crisi. A distanza di due anni la gelida replica dei fatti è la seguente: sono aumentati il debito pubblico, il fabbisogno dello Stato, il differenziale debito-Pil, la pressione fiscale, la disoccupazione, la disaffezione della politica, come fa giustamente notare Curzio Maltese (Il Venerdì, 20 settembre). L’unico successo è la riduzione dello spread.
Governo Letta? Ciò che colpisce è quello che non ha fatto: nessuna ricontrattazione dei patti leonini europei che rendono impossibile qualsiasi ripresa economica, nessuna legge elettorale. “Senza crescita e coesione l’Italia è perduta”, affermò Letta nel discorso di insediamento alla Camera. Ne consegue che, non essendovi stata alcuna crescita e diminuendo la coesione sociale, l’Italia si sta perdendo. Puro Vangelo. Letta aggiunse, a proposito del “porcellum”: “Non possiamo più accettare l’idea di parlamentari di fatto imposti con la stessa presentazione delle candidature”. Ebbene, ad oggi non c’è nessuna nuova legge elettorale. Si dice: ma bisogna considerare che il Pdl pone ostacoli; appunto: se il Pdl si mette di traverso, perché governare col Pdl?
Quello che va avanti, invece, è una riforma della Costituzione ambigua e oscura. Ambigua, perché si cambia l’art. 138, e cioè le procedure stesse tramite cui modificare la Carta. Oscura, perché non è affatto chiaro dove si vada a parare. Ed è sempre più plausibile immaginare una deriva presidenzialistica; è infatti il modo più ragionevole di interpretare queste parole, tratte sempre dal discorso del Presidente del Consiglio alla Camera: “Occorre poi riformare la forma di governo, e su questo punto bisogna anche prendere in considerazione scelte coraggiose, rifiutando piccole misure cosmetiche e respingendo i pregiudizi del passato”. Perché va avanti la riforma della Costituzione? Elementare, mio caro Watson: perché l’aumento dei poteri dell’esecutivo, e dunque una qualche forma di presidenzialismo, fa parte integrante del programma elettorale del Pdl.
L’intesa con Berlusconi, però, è la classica mano del morto che afferra il vivo (anche se, a dire il vero, non è molto chiaro chi sia il morto e chi sia il vivo), dato l’imbarazzante paradosso di governare con un condannato in tutti i gradi di giudizio per un reato grave, e per di più contro lo Stato. Ma la frode fiscale di cui alla nota condanna è solo la punta dell’iceberg; sono in itinere il cosiddetto processo Ruby e il ben più grave processo per la compravendita di parlamentari. Non basta: nelle motivazioni, rese note poche settimane fa, della sentenza della terza corte d’appello di Palermo che ha condannato Marcello Dell’Utri a sette anni di reclusione, si legge fra l’altro, riferendosi a Berlusconi, che “l’imprenditore milanese, abbandonando qualsiasi proposito (da cui non è parso, invero, mai sfiorato) di farsi proteggere dai rimedi istituzionali, è rientrato sotto l’ombrello della protezione mafiosa assumendo Vittorio Mangano ad Arcore e non sottraendosi mai all’obbligo di versare ingenti somme di denaro alla mafia, quale corrispettivo della protezione”. La sentenza scoperchia la pentola di una triangolazione Dell’Utri-Berlusconi-mafia che dura per un lunghissimo arco temporale, genera una straordinaria quantità di effetti, si incarna nella presenza costante a casa Berlusconi del mafioso Mangano, ufficialmente stalliere e definito dall’ex presidente del Consiglio “un eroe”. Pochi giorni fa sono stati arrestati una figlia e un genero di Vittorio Mangano per associazione mafiosa, estorsione, false fatturazioni, favoreggiamento e impiego di manodopera clandestina. Coincidenza? Lasciamolo dire a Totò: troppe coincidenze coincidono.
In conclusione, l’esperienza delle “larghe intese” si è dimostrata fallimentare dal punto di vista politico, compromettente dal punto di vista etico, preoccupante nella battaglia per la difesa della legalità; ma anche – occorre aggiungere – pericolosa per la tenuta del sistema democratico: nessuno è così cieco da non vedere cosa sta avvenendo in Grecia, dove al radicale smantellamento dello Stato da parte del governo su commissione di vari poteri extranazionali, corrisponde non solo la crescita dell’organizzazione nazista e criminale di Alba Dorata, ma anche la sua infiltrazione nelle forze dell’ordine e nell’esercito e la sua attività omicida; si comincia persino a ipotizzare la possibilità di un colpo di stato. La Grecia è lontana – si dice a ragione – per mille e un motivo (peso economico del Paese, popolazione, livello di gravità della crisi, e così via). Ma guai a noi se non vedessimo nell’annichilimento di un Paese sovrano, nella disgregazione della sua coesione sociale e nei pericoli di svolta autoritaria, una cifra che, in forme e modalità diverse, rappresenta un rischio incombente su tutti gli Stati dell’Europa mediterranea. Né si può non vedere che le alleanze di governo nella Grecia degli ultimi anni somigliano alquanto a quelle italiane, sia per le “larghe intese”, sia per le figure dei presidenti del Consiglio: il penultimo, Lucas Papademos, era membro della Trilateral Commission, di cui era presidente per l’Europa proprio Mario Monti. Nell’inquietante giro Trilateral-gruppo Bilderberg (sono in gran parte le stesse persone) c’è poi Herman Van Rompuy, dal 2009 Presidente del Consiglio europeo e già primo ministro belga, Jean-Claude Trichet, gia presidente della Bce prima di Draghi e poi presidente della Trilateral Europa dopo Monti, oltre al nostro Enrico Letta. Si dà inoltre il caso che Mario Monti, Mario Draghi e Lucas Papademos abbiano tutti lavorato per la super banca d’affari americana Goldman Sachs.
Cambiano le targhe, ma l’automobile è sempre la stessa.
In quest’orgia di banchieri e politici (anche in questo caso spesso sono le stesse persone) si suona una sola musica, quella degli economisti neoliberisti che pretendono oggi, con le stesse ricette che hanno causato la crisi mondiale, di governare l’Europa. E ci riescono. Per ora. Con i risultati che si vedono in Grecia.
Ma il rischio autoritario è dietro l’angolo, come ci insegna il 900. Ed è più forte quanto più debole è la rappresentanza politica e più grave la situazione sociale.
Di tutto ciò francamente si sono perse le tracce nel fervore dei lavori preparatori del congresso Pd. Si ha invece notizia dell’espulsione del Presidente della Regione Sicilia Salvatore Crocetta dal partito, con richiesta di dimissioni degli assessori Pd in Regione che, naturalmente, non ci pensano neppure, mentre i protagonisti della carica dei centoeuno che ha segato Romano Prodi, invece di essere individuati e cacciati, continuano a bere Campari Soda alle buvettes del Parlamento oltre che – va da sé – a decidere i destini del Pd. Mentre crolla il numero di iscritti, si configurano con sempre maggiore precisione i fans club dei candidati alla segreteria. Ma senza riscaldare i cuori di un popolo di sinistra scettico, lontano e silente. Un cupio dissolvi, aspettando che si riempia il vuoto della politica. O aspettando Godot.

24 settembre 2013

PROGETTO ROMA II MUNICIPIO:REPORT RIUNIONE DEL 17 SETTEMBRE


Il 17 settembre si è svolta presso la sede dell’associazione  il programmato incontro degli iscritti e simpatizzanti di PROGETTO ROMA II Municipio.

In apertura di incontro,che apre la nuova stagione di lavori dell’associazione,si  è tracciato un quadro della situazione nel Municipio II alla luce degli interventi della nuova giunta. I risultati finora raggiunti,a 100 giorni o poco più dal suo insediamento ,sono abbastanza scarsi. Forse non potrebbe essere diversamente dato il poco tempo trascorso,ma le premesse non sono incoraggianti .Si è innanzitutto preso atto che le nomine degli assessori ha ricalcato la solita logica clientelare-correntistica-spartitoria che ha mortificato le competenze degli eletti,almeno di alcuni di essi, e ha deluso le aspettative degli elettori. Peraltro i curriculum pubblicati nelle singole schede degli assessori ne sottolineano l’inadeguatezza. In particolare scarse sembrano le competenze di alcuni assessori,tra cui primeggia quella ai lavori pubblici ed urbanistica,scelta solo per genere e appartenenza politica, e quella al commercio catapultata da Marino direttamente dalla lista civica Marino,dove non era stata eletta, al Municipio II (in effetti alla lista civica gli spettava un posto e allora….).

Progetto Roma ha partecipato ad alcune riunioni di altre associazioni,in particolare a quella di via de Sabelli,dove il blitz ferragostano della polizia per liberare l’edificio di via  dei Sabelli 104 ha avuto luogo con l’indifferenza della nuova giunta Municipale e del nuovo Sindaco .Luci ed ombre che appaiono ancora più evidenti per come la nuova amministrazione sta affrontando il problema di Villa Blanc .Malgrado la preparazione  di una mozione  di condanna alla famosa convenzione Luiss - Comune di Roma ,siglata a suo tempo dal duo Corsini-Alemanno,da parte dell’associazione  Comitato Villa Blanc,il Municipio sembra essere titubante sulla posizione da prendere e sta facendo passare giorni preziosi .Intanto la Luiss sta procedendo a tambur battente alla “ristrutturazione “ della Villa e del suo parco .In particolare tra giugno e settembre sono caduti “in maniera spontanea”due grossi pini. Se si pensa che in tutti questi anni solo in occasione di abbondanti nevicate  o di trombe d’aria è caduto qualche albero nella villa,appare almeno sospetta  questa improvvisa moria “suicida”di alcune grosse alberature. Intanto la Luiss,in attesa del giudizio del TAR sul ricorso presentato da alcuni cittadini ,comunque può segnare un punto a suo favore: la scomparsa totale degli uccelli e degli altri animaletti che dimoravano ormai da anni nella villa. Probabilmente disturbati dal via vai delle auto di servizio ,dalle ruspe e dalle motoseghe hanno pensato bene di traslocare.

Anche per Villa Massimo,in attesa che il Consiglio di Stato si pronunci sull’impugnativa della sentenza del TAR da  parte di un’associazione di cittadini,il Municipio si muove a vuoto .Questa significativa assenza di posizione da parte del Municipio come anche del Comune,è stata colta al balzo da un consigliere pdl che si è fatto promotore di una raccolta firme contro la chiusura del giardino, che ormai si protrae da sei mesi. I cittadini inconsapevoli sono come minimo disorientati!!!

Infine altre opere incompiute rimangono la palestra di Villa Narducci, la scandalosa  copertura di preziosi reperti archeologici in via della Lega Lombarda e la costruzione di orribili manufatti di fronte al cimitero monumentale del Verano e davanti alle costruzioni storiche del quartiere antistante. Degli oneri concessori che la ditta costruttrice avrebbe dovuto versare per la predisposizione di una biblioteca multimediale nel deposito ATAC di via della Lega Lombarda nulla si sa. Scomparso nelle pieghe contabili del Comune,probabilmente. Come anche nulla si sa degli oneri concessori che TRENITALIA avrebbe dovuto versare per i disagi che hanno creato nel quartiere antistante il cantiere della Stazione Tiburtina. E la relazione si è fermata qui anche se ci sarebbero stati altri punti da esaminare.

L’associazione alla luce di questa poco edificante situazione nel II Muncipio, decide di monitorare anche i vari punti dolenti che interessano il territorio dell’ex II Municipio,per fornire un quadro completo e dettagliato della situazione nel nuovo  II Municipio.

Per quanto riguarda le attività da porre in essere l’associazione parteciperà con un proprio contributo al gdl sulla mobilità,ambiente e urbanistica promosso da Progetto Roma centrale,con una proposta di mobilità che riguarda la navigabilità del Tevere e l’ipotesi di realizzare un servizio pubblico  di trasporto passeggeri,

Inoltre Progetto Roma II Municipio organizzerà nel mese di ottobre la presentazione del libro di Gian Carlo Marchesini su Viila Blanc per richiamare l’attenzione pubblica sulla particolare situazione che si è creata su questa Villa,alla vigilia della sentenza del TAR che la riguarda.