30 giugno 2015

L'ULTIMA OCCASIONE PER SALVARE L'AGRO ROMANO

Riceviamo e volenieri pubblichiamo questo accorato appello di Salviamo il Paesaggio diretto al Sindaco per fermare l'avanzata inarrestable del cemneto nell'agro romano.
Invitiamo i comitati e le associazioni  a sottoscriverlo.
D.F.




Care e Cari,

nel corso degli ultimi due mesi, con la rete dei comitati e sul Google
Group di Roma e Lazio del forum per il paesaggio, abbiamo costruito il testo che trovate in allegato : è nostra intenzione inviarlo al sindaco di Roma e alla giunta capitolina domani mattina 30 Giugno.

Stiamo inviando attraverso i nostri canali a quante più realtà attive sul territorio, VI PREGHIAMO PERCIÒ DARE LA VOSTRA EVENTUALE ADESIONE E
DI INOLTRARE A QUESTA MAIL A QUEI COMITATI CHE CONOSCETE PER ALLARGARE
LA LISTA.

Il momento è pesante, fra le delibere urbanistiche che eravamo riusciti a bloccare con la giunta Alemanno in caduta libera sulla città, il Piano Casa, i giochi di prestigio dei Print,, le Olimpiadi in vista e le nuove cubature dello Stadio della AS Roma, come la metteranno con il piano regolatore esistente sovradimensionato di suo ? Dobbiamo essere pronti a riorganizzare i presidi durante le assemblee capitoline in
Campidoglio, servirà il passaparola e l'aiuto di tutti, da tutta
l'area metropolitana. Siamo decine di comitati consapevoli in tutto e per tutto di quanto avviene nei nostri territori e sappiamo come difenderli con ogni strumento.
Vi preghiamo di avere la pazienza di leggere il testo, sappiamo che è lungo ma non è un comunicato : è la sintesi di un manifesto.

Grazie di voler diffondere per l'esclusiva richiesta di adesione di comitati e associazioni !
Il testo sarà inviato domani, poi lo pubblicheremo e lo aggiorneremo con le ulteriori adesioni.

Per chiarimenti o informazioni potete fare riferimento a :
Cristiana Mancinelli (questo indirizzo email)
Gualtiero Alunni (gualtieroalunni@tiscali.it)
Luca Verducci (lucaontour@hotmail.com

--


All’On. Sindaco di Roma  

Alla Giunta comunale
Ai capigruppo consiliari
Ai consiglieri comunali
 
 
 
L’ULTIMA OCCASIONE PER SALVARE ROMA :
SOSPENSIONE DELLE NUOVE DELIBERE DI ESPANSIONE URBANA
E MORATORIA DELLE PREVISIONI CHE CEMENTIFICANO ANCORA 
L’AGRO ROMANO
 
La rete di comitati, le associazioni ambientaliste
e culturali e di tutela del territorio,
che hanno come fine la tutela del patrimonio ambientale-storico, il rispetto e la conservazione di tali ricchezze secondo l'art.9 della Costituzione, fanno appello al Sindaco di Roma e al Consiglio comunale per sospendere la votazione delle nuove delibere di espansione urbana e dichiarare una moratoria di tutte le previsioni urbanistiche previste dal piano urbanistico vigente che prevedono un’ulteriore cementificazione dell’agro romano ancora intatto
E’ urgente la verifica della sostenibilità ambientale ed economica del PRG anche per le nuove ulteriori previsioni edificatorie conseguenti all’adozione del “Piano Casa” varato dalla Regione Lazio e inoltre tenendo conto delle tante illegalità commesse sul territorio che stanno venendo alla luce con l’inchiesta “Mondo di Mezzo”.
Siamo infatti convinti che il principale problema del recente passato di Roma è l’espansione urbanistica incontrollata e caotica che, specie attraverso l’invenzione dei “diritti edificatori” e delle “compensazioni urbanistiche”,  ha favorito la libertà di speculare e di depredare il territorio senza nessuna strategia di medio-lungo termine, in spregio delle corrette regole della pianificazione.
Questo metodo dissennato ha generato un degrado enorme e diffuso, portando Roma a diventare una città con servizi pubblici inadeguati e contribuendo al dissesto del bilancio comunale. Oggi, in piena crisi economica e sociale, si continua a proporre lo stesso metodo basato sull’espansione edilizia incontrollata, sulle grandi opere come l’autostrada Roma/Latina e nuovo GRA e sui grandi eventi come il progetto dello stadio per l’AS Roma e la proposta di candidatura delle Olimpiadi 2024.
 
Roma, infatti, ha subito un’espansione urbana troppo estesa e il consumo di ulteriore territorio agricolo ancora libero da edificazioni deve essere assolutamente scongiurato. Il consumo di suolo, infatti, anche per le politiche per la mobilità fin qui attuate che hanno puntato tutto  sul trasporto privato, non ha consentito il raggiungimento dell’obiettivo di realizzare reti pubbliche su ferro - a differenza di quanto fatto in Europa-Tali politiche hanno generato faraonici ulteriori progetti per grandi infrastrutture automobilistiche (la Roma-Latina e il nuovo GRA) con gravissimi danni alla virtuosa economia agricola di prossimità utile alla Capitale e alla tutela dei beni paesaggistici.
Il consumo di suolo, infine, è la causa dell’insostenibile debito accumulato dalla Capitale. Gli amministratori di Roma sono stati capaci, come afferma la relazione del Commissario governativo depositata al Parlamento nel 2014, di accumulare un debito che si aggira intorno ai 22 miliardi di euro ed è  tuttora in crescita nonostante il taglio di servizi sociali e -  addirittura - la cancellazione di linee di trasporto pubblico.  A parziale copertura di questo debito l’amministrazione vuole mettere in vendita i beni comuni (i nostri beni!!) compreso  il suolo invece di tutelarli anche con provvedimenti d’emergenza come sarebbe d’obbligo.
Siamo in tal senso convinti - e con noi un sempre maggior numero di comitati locali e di associazioni di cittadini - che per risolvere la crisi della città e avviarla verso una prospettiva sostenibile non si possano ripercorrere le vecchie strade che hanno portato al fallimento.
E’ fondamentale ribadire ancora una volta che:
-  il suolo, specialmente quello agricolo, e con esso il paesaggio, è una risorsa non rinnovabile, la cui essenza non si limita a quella di semplice bene d’uso ma conserva  la  cultura  dei  luoghi  e la memoria  delle generazioni  e  una  volta impermeabilizzato non è più recuperabile;
- l’ambiente, il paesaggio, le aree verdi e il suolo agricolo sono elementi portanti per la qualità della vita degli abitanti e sono minacciati da un'espansione urbanistica dannosa che sta costantemente depauperando gli ambienti naturali, agricoli e periurbani;
- nonostante il mancato sviluppo delle Reti Ecologiche, progetto avviato dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e recepito dalle Regioni ma purtroppo finito schiacciato dagli interessi privati, la richiesta di spazi verdi e sani dove poter vivere degnamente è aumentata da parte della popolazione;
- gli attuali strumenti di pianificazione, pur nelle significative differenze, partono da un’analisi dello status delle risorse ambientali, spesso trascurando i processi eco-sistemici, le interazioni dinamiche e di controllo dei processi stessi, in particolare le loro relazioni con i fattori economici e sociali. La salvaguardia e il ripristino dei servizi eco-sistemici, ruolo chiave per la vita sulla terra e il benessere umano, sono fra le priorità individuate nella strategia nazionale sulla biodiversità, di cui il Lazio è il più importante depositario del Paese.
 
 
E’ poi indispensabile ricordare che:
- il sindaco Marino aveva garantito nel 2013 un deciso cambiamento promettendo di scegliere la "rigenerazione dell'esistente" in alternativa alla nuova fase di edificazione in atto;
- esiste a Roma una quantità enorme di residenze nuove invendute: le stime più attendibili parlano di uno stock abitativo compreso tra 150 mila e 200 mila abitazioni invendute e mai abitate
-  le illegalità commesse sul territorio che  continuano a venire alla luce (dalle promesse non mantenute di servizi pubblici con i cosiddetti “piani di recupero” e “piani di riqualificazione” urbana, le "opere a scomputo" nelle ex borgate, gli abusi commessi nella vendita e nell'affitto di alloggi costruiti con finanziamenti pubblici, etc..);
- l'avvio del "Piano Casa" varato dalla regione Lazio di cui nessuno conosce il numero delle domande presentate e i relativi effetti sul territorio e i cui progetti prevedono  il solo parere degli uffici tecnici.
 
LE RICHIESTE  DELLA  RETE  DEI  COMITATI
 
Conseguentemente, vista l'assenza di misure di rottura con il passato, a oltre due anni dall’insediamento di questa Giunta e dalle sue promesse elettorali, la rete dei comitati e le associazioni ambientaliste e culturali e di tutela del territorio tornano a chiedere:
A) UNA MORATORIA IMMEDIATA DI TUTTI I PROVVEDIMENTI URBANISTICI ALL’ORDINE DEL GIORNO DELL’ASSEMBLEA CAPITOLINA, DI QUELLI GIA’ ISTRUITI O IN CORSO DI ISTRUTTORIA, che distruggerebbero per sempre quello che è rimasto dell’Agro Romano e nelle residue aree ancora libere della cosiddetta città consolidata ;
B) LA CANCELLAZIONE DEGLI ARTICOLI DELLA NORMATIVA TECNICA DEL VIGENTE PRG CHE INTRODUCONO I “DIRITTI EDIFICATORI”, fondati  su un istituto giuridico inesistente nella legislazione urbanistica nazionale. Infatti l’amministrazione comunale ha il diritto/ potere di variare le destinazioni d’uso del territorio senza nessun obbligo risarcitorio;
C) LA FINE DELLA PRATICA DELLE COMPENSAZIONI (quasi sempre collegata proprio ai “diritti edificatori”). Pratica nata per acquisire a verde pubblico alcune aree dei parchi regionali e che è stata trasformata in un improprio strumento per la gestione dell’urbanistica a tutto vantaggio della proprietà fondiaria speculativa. In tal senso vanno anche cancellati tutti gli articoli delle norme tecniche di Prg che definiscono le compensazioni;
D) LA CESSAZIONE DEGLI “ACCORDI DI PROGRAMMA” COME GRIMALDELLO PER VARIARE IL PIANO REGOLATORE che escludono da ogni controllo e partecipazione i cittadini determinando immediati profitti ai privati, senza alcuna garanzia sulla realizzazione delle opere pubbliche, tanto che, paradossalmente, molto spesso non sono poi portate a termine (se non addirittura mai iniziate) proprio le opere che avevano giustificato l’approvazione degli accordi;
E) LA MESSA IN SICUREZZA DEI TERRITORI INTERESSATI DAI DISSESTI IDROGEOLOGICI E DAI RIPETUTI ALLAGAMENTI dovuti ad una cementificazione selvaggia che movimenta e impermeabilizza il suolo, tomba i fossi e a un sistema fognario sottostimato (nuove cementificazioni) o inesistente (borgate ex abusive)
 
F) IL RECUPERO, la riqualificazione energetica, la messa in sicurezza  E IL RIUSO DELLE AREE E DEGLI EDIFICI PUBBLICI DISMESSI, specialmente a fini sociali, con il coinvolgimento dei cittadini;
 
E) IL CENSIMENTO DEGLI EDIFICI SFITTI -PUBBLICI E PRIVATI-  VUOTI E INUTILIZZATI DELLA CITTA’ DI ROMA insieme al quadro chiaro del numero dei contratti di affitto passivo e gli importi dei contratti di affitto passivo per le attività istituzionali o per l’assistenza alloggiativa delle famiglie in stato di bisogno;
 
G) LO STATO DI INDEBITAMENTO DEL COMUNE DI ROMA comprensivo di quanto calcolato dalla relazione consegnata al Parlamento nel 2014 dal Commissario per la determinazione del debito consolidato della Capitale;
 
H) LA TUTELA DEGLI STANDARD URBANISTICI DEI QUARTIERI CONSOLIDATI (aree verdi, servizi pubblici esistenti e la differenza con gli standard obbligatori di legge) anche al fine di scongiurare ulteriori speculazioni sulle aree già destinate al soddisfacimento degli standard;
 
I) LA TUTELA DELLE AREE SENSIBILI (ambiente, rete ecologica, ecosistemi, biodiversità, patrimonio naturale, paesaggio)
 
L) L’APPROVAZIONE DI UNO SCHEMA DI CONVENZIONE GENERALE CONSERVATIVO E PIÙ ATTENTO AL TERRITORIO, che preveda  l’obbligo dei piani di zona da effettuarsi a cura dell’amministrazione in via prioritaria a qualsiasi proposta edificatoria. La recente proposta della Giunta comunale va nella direzione esattamente opposta;
 
M) LO STATO DI INDEBITAMENTO DEL COMUNE DI ROMA comprensivo di quanto calcolato dalla relazione consegnata al Parlamento nel 2014 dal Commissario per la determinazione del debito consolidato della Capitale.
La rete dei comitati e le associazioni ambientaliste e culturali e di tutela del territorio ritengono dunque necessario, prima di tornare a votare delibere di ulteriori edificazioni, che l’amministrazione dimostri di avere un quadro completo ed esaustivo dell’attuale situazione urbanistica della città e che renda pubblici tutti i dati precedentemente elencati esponendolo ai cittadini nella Conferenza Urbanistica promessa dall’assessore all’Urbanistica Caudo.
In tale conferenza ci aspettiamo contestualmente le risposte a quanto proposto dai residenti dei Municipi e formalizzato nelle cosiddette “Carte dei Valori".
Segue la firma dei comitati e delle associazioni sottoscrittrici


 

 

 

 
 
 

 

 


 

 

29 giugno 2015

PROVE TECNICHE DI RIUNIFICAZIONE A SINISTRA

Prove tecniche di riunificazione a sinistra.Questa volta è il turno di L'Altra Europa per Tsipras.
Questa dell'unificazione delle sinistra in Italia è ormai diventato un mantra che viene recitato dai vari soggetti che potrebbero effettivamente realizzarla ma che si fermano soltanto alla loro invocazione.Infatti  abbiamo come la sensazione che ognuno rimanga sulle proprie posizioni.Nel senso che si fanno proclami,se ne sente il bisogno e l'urgenza ma nessuno fa veramente il primo passo anzi ,nel caso di primi uomini e prime donne, nessuno fa un passo indietro.Con un pò di umiltà e sacrificio personale non abbiamo visto ancora nessuno dare il proprio contributo senza rinunciare alla leadership e a voler abbandonare la visibilità.Lavorare dietro alle quinte con rigore e umiltà mettendo a disposizione tutto se stessi per contribuire al raggiungere il risultato.
E così Vendola,in bilico sempre tra appoggio alle amministrazioni comunali di centro sinistra  come Roma e scontro nel governo nazionale,Landini promotore e motore di  una grande intuizione personale,i transfughi dal PD,Cofferati,Civati e Fassina.Tutte persone che, se veramente interessate a rappresentare la sinistra ,troverebbero ascolto  e anche sostegno elettorale.Non si dimentichi che alle famose Europee ,la sinistra in campo nazionale ha raggiunto il quorum del 4% e a Roma persino il 12%.Quindi gli elettori ci sono soprattutto nel grande contenitore dove sono parcheggiati i voti dei non votanti.Non mancano neanche gli uomini e le donne che potrebbero giudare questa riscossa.
Manca il coraggio e la volontà del mettersi da parte ,del passo indietro e lavorare ventre basso lontano dai riflettori.
 
Domenico Fischetto
 

Il tempo è ora. Documento politico approvato dal Comitato Nazionale del 21 giugno 2015

Abbiamo detto già molte – troppe – volte che “il tempo è ora”.
Dobbiamo dire oggi che “siamo già oltre”.
1. Per questo dobbiamo prendere noi, e dobbiamo chiedere a tutti i nostri interlocutori politici, sociali e a importanti personalità, un PUBBLICO IMPEGNO, solenne, convinto, a dare concretamente inizio al processo costituente di una forza e di una soggettività politica nuova che abbia – come abbiamo ripetuto fin dalla nostra nascita - l'ambizione di essere alternativa al quadro politico esistente, a quello delle larghe intese tra popolari e socialisti in Europa, e a quello italiano in cui il renzismo ha ormai cancellato non solo le figure ma il concetto stesso della tradizione di sinistra.
Spetta a noi, che ci siamo posti fin dall’inizio il problema della rappresentanza politica come nodo cruciale della crisi di sistema italiana, la responsabilità, grande, di lavorare per superare l’ostacolo dei molteplici progetti concorrenziali a sinistra e creare le condizioni di una coalizione politica e sociale capace di competere – come in Grecia e in Spagna - per una reale alternativa di governo.
Dovrà essere – pena un fallimento che sarebbe ora senza appello – un processo partecipato e democratico, ampio, includente, capace di coinvolgere la moltitudine estesa di chi non sopporta più lo stato di cose esistente e non vuole limitarsi alla testimonianza.
L’adesione a esso di tutte le esperienze organizzate che si muovono alla sinistra del PD ne è la condizione necessaria, perché senza un segnale di superamento dell’attuale frammentazione non c’è credibilità. Ma non sufficiente, perché senza la costruzione di una road map fatta soprattutto di lotte e mobilitazioni, e senza un radicamento sociale, non si uscirebbe dall’ambito penitenziale della irrilevanza.
Per questo il “tavolo” con cui lavorare dovrà essere ampio, molto più esteso di noi, di quello costituito dalle sole forze politiche organizzate e dei nostri tradizionali interlocutori. E non dovrà stare nel chiuso di una stanza, ma estendersi ai “luoghi della vita” e ai territori. In quella sede si definiranno le tappe e le caratteristiche del processo costituente, che non potrà ricalcare le forme verticistiche e pattizie di esperienze come "Sinistra Arcobaleno" o "Rivoluzione civile", ma riprendere l'ispirazione che ci ha unito nel progetto dell'Altra Europa con Tsipras.
Ma da subito la nostra parte la dobbiamo fare. Abbiamo il dovere di lanciare, ancor prima di agosto, un messaggio chiaro e forte: che ci siamo. Che partiamo. Che possiamo farcela. Lo dobbiamo ai tanti che aspettano da troppo tempo. Lo dobbiamo ai greci, lo dobbiamo ai migranti lasciati sugli scogli, lo dobbiamo a chi ogni giorno è umiliato da questo governo. Per questo lavoriamo perché già a luglio ci sia un segno tangibile che il processo si è messo in marcia.
Facciamo sì che sia un “percorso del fare”. Individuiamo fin d’ora nell’iniziativa referendaria sui temi e le lotte più vicini alla vita delle persone un terreno su cui impegnarsi da subito. Impegniamoci a costruire su ogni tema la più larga rete di soggetti, che già ci sono, e già sono attivi, in primo luogo sui temi della scuola e del Jobs Act, dello Sblocca Italia, dell'Italicum, delle controriforme costituzionali.
Costruiamo questo processo in una cornice esplicitamente internazionale: lo si dichiari fin d’ora inscritto nello spazio europeo in cui muovono forze che come noi si battono, a cominciare da Syriza e Podemos, con le quali giungere a esplicite dichiarazioni d’intenti comuni.
Pensiamo sia necessario costruire un unico soggetto alternativo al PD e che faccia riferimento al GUE sul terreno europeo. Anche per questo motivo riteniamo necessario avanzare una proposta sul terreno della forma politica. La nostra casa comune deve tenere insieme forme diverse del fare politica, dell'agire sociale e culturale, della costruzione della rappresentanza, della democrazia diretta, della partecipazione e costruzione del conflitto e delle pratiche mutualistiche. Dunque non un partito unico ma una casa in cui stiano insieme molteplici forme di attivazione e di adesione. Ci prefiggiamo di costruire una nuova modalità dell'agire collettivo e della costruzione della decisione sulla coalizione sociale, politica e culturale.
2. I nostri tempi di azione e di discussione sono drammaticamente inadeguati rispetto alla velocità vertiginosa con cui procedono le cose del mondo che ci sta intorno. Dell’Italia. Dell’Europa.
Dai giorni della nostra assemblea di Roma, lo scenario è già cambiato. In peggio.
Lo sapevamo che l’Europa – la quale da quando siamo nati è sempre stata lo spazio di riferimento della nostra identità e del senso della nostra azione politica – doveva essere cambiata alle radici. Che lì stava la radice della crisi, e dal suo rovesciamento dipendeva la possibilità di sopravvivere a quella crisi. Ma l’Europa come si rivela oggi – l’Europa finita che si mostra senza vergogna – va oltre ogni più cruda visione e pre-visione.
L’Europa che muore l’abbiamo vista a Ventimiglia, a Milano, a Roma Tiburtina – in quei mucchi di cenci trattati come rifiuti e che sono invece umanità.
La vediamo nelle immagini dei vertici di lusso, con le facce patinate dei Commissari che stringono la garrota al collo della Grecia.
Un continente che non sa più dare speranza a nessuno, né a quelli che vengono qui da lontano, né a quanti vi abitano e vi soffrono, è già morto. Comunica un senso di morte che cancella la storia. E la politica. E umilia il pensiero.
Dà il segno di una bancarotta insieme antropologica e politica.
Dobbiamo entrare in quest’ordine d’idee. Per la prima volta è diventato immaginabile, e forse anche possibile, un cedimento strutturale della costruzione europea – finanziario o politico. Viviamo una condizione eccezionale – uno “stato d’eccezione” e di pericolo come mai dopo la seconda guerra mondiale. Per il fallimento verticale delle élite. Per la dissoluzione, rapidissima, delle tradizionali culture politiche (particolarmente drammatico il dissolvimento delle socialdemocrazie). Per l’imbarbarimento antropologico che dilaga. Per il sadismo nei confronti della parte più fragile delle proprie popolazioni, imposto da un’applicazione ottusa e feroce del dogma neo-liberista.
A ogni tornata elettorale nazionale o locale la mappa si fa più chiara: un centro neoliberista che ha ormai assorbito quasi senza resistenza le tradizionali social-democrazie, circondato da un’ondata di protesta e di rifiuto in chiave populista che soprattutto a nord e a est assume il colore fosco della xenofobia e del razzismo. Solo sul versante mediterraneo, in Grecia e in Spagna (oltre che in Irlanda), la resistenza si esprime con forme di radicalità democratica e solidaristica.
Il che ci dice che l’unico antidoto in grado di resistere alla deriva fascistoide e alla mobilitazione del disumano dentro la crisi europea è l’esistenza di una sinistra forte, radicata e radicale, determinata e con chiarezza alternativa all’intero paradigma neo-liberista. Siamo convinti che la costruzione di una sinistra radicata, popolare e capace di raccogliere consenso, oggi si possa costruire nella radicale alternatività, a tutti i livelli e per ragioni diverse al PD e alle destre. Alternatività non solo a livello elettorale, a partire dalle prossime competizioni amministrative, ma anche nelle pratiche politiche, nella riconnessione di sociale e politico per modificare i rapporti di forza e sulla questione morale.
Per questo la nostra responsabilità è oggi enorme. Nel contribuire alla formazione di quella nuova coalizione sociale e politica a dimensione europea – a cominciare dall’asse Mediterraneo – capace di alimentare vere e proprie lotte di liberazione, europee e nazionali, contro l’austerità e la Troika, com’è nel nostro progetto originario. Sul terreno sociale, politico e culturale, per contrastare la deriva xenofoba, razzista e oscurantista che si registra sul terreno del consenso e del senso comune. La dimensione europea è e deve essere per noi fondativa della costruzione del soggetto unitario.
La costruzione anche in Italia di una AAA (Alleanza contro le politiche di austerità) è un punto fondamentale per la realizzazione della mobilitazione del prossimo autunno, così come pensiamo sia fondamentale. Che Altra Europa promuova iniziative unitarie sui nodi cruciali del rapporto Europa-Italia: dal TTIP che determinerebbe un ulteriore processo di deregolamentazione a scapito della sovranità popolare, alla questione dei/delle migranti, per noi cruciale perché si parla della possibilità o meno che questa UE resti umana, alla questione dei diritti di libertà e dei diritti civili di donne e uomini. È evidente che la nostra alternatività al socialismo europeo come responsabile delle politiche di austerità e al PD che le incarna in Italia, si fonda su questioni politiche dirimenti.
3. Renzi oggi è più debole. Ma proprio per questo più pericoloso (la vicenda della scuola insegna): da una parte continua a picconare quanto rimane dei residui culturali e istituzionali di quella che un tempo era la sinistra, dall’altra alimenta con la propria azione e i propri fallimenti in campo economico i peggiori sentimenti di chi risponde a una condizione sociale bloccata nella crisi accodandosi alla peggior destra fascistoide alla Salvini. E noi siamo spaventosamente inadeguati. Noi, TUTTI.
Se un dato è emerso chiaro dalle recenti elezioni amministrative è che oggi, a sinistra, non c’è salvezza per nessuno al di fuori di un processo unitario che superi, rapidamente – bisognerebbe dire istantaneamente – l’attuale frammentazione e il messaggio d’impotenza che trasmette. Le uniche realtà in cui si sono ottenuti risultati positivi – tali cioè da dimostrare che esiste una forza in campo, in grado di dire che “si può” senza rischiare l’assoluta irrilevanza, come la Toscana e la Liguria – sono quelle in cui si sono presentate liste chiaramente unitarie e anche, in qualche modo, capaci di comunicare qualche segnale, sia pur timido, di innovazione.
D’altra parte la geografia politica emersa da quel voto, e resa cogente dall’Italicum, in particolare dal sistema del ballottaggio, strutturata su un tripolarismo con PD, 5Stelle e destra ad egemonia salviniana tutti in competizione per il premio al ballottaggio, ci costringe a mettere in campo, in fretta, una proposta che faccia da quarto incomodo, pena l’evaporazione di tutta la nostra area nella logica del voto utile (questa volta non più tanto al PD quanto ai 5 stelle) o nell’astensione. Esigenza resa tanto più impellente dall’accelerazione in senso xenofobo e imbarbarito delle posizioni sui migranti, di cui la volgare e disgustosa uscita di Grillo è un segnale inquietante (la corsa all’elettorato di destra è partita, e sarà feroce, nel nome della difesa degli interessi degli italiani).
Abbiamo la responsabilità di costruire un’alternativa politica ed elettorale efficace e credibile al PD renziano che ha indubbiamente perso la propria “spinta propulsiva”, ma che continua a occupare prepotentemente lo spazio politico italiano e a proseguire l’azione di manomissione della democrazia e di disgregazione della società che l’ha caratterizzato fin dall’inizio. Sempre più chiaramente il renzismo è l'ultima tappa nella perdita di senso del Paese: per questo non solo va fermato, ma contrastato con un’alternativa chiara, di governo e di sistema.
Altra Europa con Tsipras
approvato dal Comitato Nazionale il 21/6/2015

28 giugno 2015

FERMIAMO LA CACCIA ALLE BALENE

Tre Righe aderisce e sottoscrive la campagna di raccolta  firme lanciata da Avaaz per fermare la caccia alle balene.Invitiamo i nostri lettori a sottoscrivere questo appello per fermare l'ennesima violenza contro la natura perpretata da pochi egoisti Stati.
 
 
 
 
 


In Islanda stanno per dare il via al massacro di 150 balenottere, una specie a rischio di estinzione. Con le nostre campagne abbiamo già colpito duramente il raccapricciante mercato della carne di balena e ora possiamo fermarli per sempre.
Mentre in queste ore i balenieri stanno per partire, l’uomo che ha in mano il commercio della carne di balena sta cercando di spedirne un enorme carico in Giappone. Ma ormai quasi tutti i porti mondiali si rifiutano di accettare navi che contribuiscono a questa strage, e così il trasporto è sempre più complicato: tanto che questa volta basterebbe che il minuscolo stato di St. Kitts & Nevis decidesse di togliere la sua bandiera dalla nave per bloccarla definitivamente! Ed è un’isola isola caraibica che vive di turismo: possiamo convincerli a farlo con un’enorme e improvvisa pressione internazionale.

Ma abbiamo solo 3 giorni prima che la nave riparta.

Anche grazie alla pressione di Avaaz, molte nazioni europee hanno già detto stop a questo commercio vergognoso. Ora possiamo convincere anche il piccolo Stato di St. Kitts. Firma subito e condividi questa petizione con tutti: la consegneremo direttamente al nuovo Primo Ministro, e se non arriverà una risposta in tempi brevi faremo in modo che tutti i potenziali turisti conoscano il ruolo che stanno avendo nella caccia delle balene.

https://secure.avaaz.org/it/days_to_save_whales_loc/?bkuudfb&v=61121

L’Islanda è ormai uno degli ultimi posti al mondo dove si accetta ancora la caccia alle balenottere, e lì tutto il mercato è praticamente in mano a un uomo solo. Ma grazie alle vittorie ottenute in passato contro questa pratica abberrante, gli affari non gli vanno benissimo e se riusciremo a fermare il carico che sta cercando di spedire in questi giorni in Giappone possiamo davvero farlo andare in bancarotta! E l’idea di fare pressione su uno Stato per fargli togliere la bandiera e bloccare navi che mettono in pericolo l’ambiente ha già funzionato: tutto quello che dobbiamo fare è far montare lo scandalo e l’indignazione in tempo per impedire a questa nave di arrivare in Giappone.
Oltre all’Islanda, pochi altri stati al mondo sfidano ancora i divieti di commercio delle balene. Uno di questi è il Giappone che sta per riprendere la caccia direttamente in una delle principali aree protette dell’Oceano Antartico dicendo che è per “ricerca scientifica”, una scusa debole che è già stata smontata. E anche qui il voto di St. Kitts & Nevis alla Commissione Internazionale sulla caccia alla balena può essere decisivo. Con la nostra pressione su questo piccolo Stato possiamo quindi sia bloccare il carico islandese sia impedire la caccia giapponese!
Ormai la pressione sui balenieri è globale. Potremmo essere a un punto di svolta per fermare per sempre questo commercio e salvare le balene dall’estinzione. Non esiste un modo per uccidere questi maestosi ed enormi animali senza incredibili sofferenze, e assieme abbiamo la forza e la possibilità di mettere fine a tutto questo. Firma ora questa petizione urgente copiando il link sul bannr del tuo pc

https://secure.avaaz.org/it/days_to_save_whales_loc/?bkuudfb&v=61121
Sappiamo come vincere questa battaglia. Nel 2013 dopo una nostra petizione da 1 milione di firme il governo olandese decise di chiudere i suoi porti alle navi che trasportavano carne di balena. Assieme a Greenpeace abbiamo convinto la Germania a rispedire indietro le navi. Da allora le principali compagnie si rifiutano di trasportare carne di balena. Un pezzo alla volta stiamo rendendo sempre più difficile avere un profitto da questo commercio. Ora serve il colpo finale.



MAGGIORI INFORMAZIONIGiappone pronto a riprendere caccia a balene in 2015 (ANSA) https://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/natura/2015/06/22/giappone-pronto-a-riprendere-caccia-a-balene-in-2015_12d9c786-4fbe-4cf5-80dd-c1e708066248.html
Giappone, nuovo stop al programma di caccia alle balene per “scopi scientifici” (La Stampa)http://www.lastampa.it/2015/04/14/societa/lazampa/animali/giappone-nuovo-stop-al-programma-di-caccia-alle-balene-per-scopi-scientifici-QUwTm8B03MLZRDFhZdqwPI/pagina.html
L’Islanda riprende la caccia alle balenottere comuni. Uccisi i due primi cetacei del 2014 (GreenReport)http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/lislanda-riprende-caccia-alle-balenottere-comuni-uccisi-i-primi-cetacei-2014/Il Giappone deve giustificare la "caccia scientifica" alle balene (Aska News)http://www.askanews.it/esteri/il-giappone-deve-giustificare-la-caccia-scientifica-alle-balene_711538882.htm

e in inglese

L'Islanda sta mandando manda un carico di 1700 tonnellate di carne di balena in Giappone (The Guardian)
http://www.theguardian.com/environment/2015/jun/05/iceland-sends-shipment-of-1700-tonnes-of-whale-me...

The Winter Bay (Vessel Finder - indica dove si trova la nave che sta traspotando llla carne di balena e quali Paesi la stanno registrando)https://www.vesselfinder.com/vessels/WINTER-BAY-IMO-8601680-MMSI-341433000




Avaaz non rispondere a questa e-mail, ma scrivici utilizzando il nostro modulo www.avaaz.org/it/contact, oppure telefonaci al 1-888-922-8229 (USA).

27 giugno 2015

PROGETTO CITTA' DELLA SCIENZA

Il progetto Cittè della Scienza,che interessa il II Municipio e la città di Roma tutta, ha finalmente il suo vincitore,dopo l'esame dei  molti progetti pervenuti.Ci auguriamo ora che nella fase realizzativa non ci siano intoppi,ricorsi al TAR in primis,e che si possa procedere speditamente alla sua realizzazione per restituire vita ad un complesso per molti anni rimasto silente e abbandonato .Ci auguriamo infine che venga realizzata quella parte del progetto definiamola pubblica,spesso,in opere come questa,diciamo "dimenticata" nell'atto realizzativo.Confidiamo per questo nella vigile attenzione dei nostri amministratori come anche e soprattutto nella attenta "sorveglianza " dei cittadini e delle loro associazioni.
D.F.
 
da www.carteinregola.it

Progetto Città della Scienza: ha vinto lo studio Viganò
Progetto Vigano Flaminio citta della scienza 1
Proclamato in Campidoglio il progetto vincitore del concorso internazionale per il quartiere della Città della Scienza bandito il 23 dicembre scorso. Si tratta di quello dello 

Studio
015
Viganò
 (Paola
Viganò)
 di Milano. Ieri,venerdì  27 giugno è stata  inaugurata al MAXXI in via Guido Reni, di fronte agli ex stabilimenti militari, la mostra con tutti i progetti che hanno partecipato, che durerà fino al 5 luglio. L’Assessore Caudo ha spiegato il seguito del percorso verso il nuovo quartiere del Flaminio: entro ottobre dovrebbe essere presentato il Piano di Recupero, che dovrà poi essere approvato dall’Assemblea Capitolina, presumibilmente nei primi mesi del 2016.
IL PROGETTO VINCITORE*
Il
 masterplan
La
 struttura 
urbana
 proposta 
ritrova
 la
 porosità
 negata
 dai
 grandi
 recinti
 militari,
 stabilendo
 una
 continuità 
importante
 tra 
i 
due 
assi 
del 
tridente
 (viale
 Pinturicchio 
a 
nord,
 viale
 del
 Vignola 
a
 sud)
e
 coinvolgendo 
la 
piazza 
del 
Maxxi.
Funzioni
La
 Città
 della
 Scienza viene 
posizionata
 a
 nord‐est,
 in
 continuità
 con
 lo
spazio 
del
 Maxxi.
 Nel 
caso 
in 
cui 
la
 costruzione 
implichi 
tempi
 prolungati,
 il
 programma 
funzionale 
del 
museo
 potrà
 essere
 ospitato 
nel
 grande 
hangar
 esistente,
restaurato
 e
r iadattato
 per 
il
 nuovo 
utilizzo. Le
 attività
 commerciali 
sono 
collocate
 al
 livello 
stradale
 verso
 via 
Guido
 Reni,
 mentre
 la
 parte
 più
 interna 
dell’area 
è 
dedicata
 ai
 servizi
 di 
carattere 
pubblico; 
i
 livelli 
superiori 
degli
 edifici 
ospitano 
le
 funzioni residenziali. L’Hotel
 è
 collocato 
sul
 limite 
sud ‐est
 dell’area,
 lungo
l’asse parallelo
 a
 via
 Guido 
Reni. Le 
attività 
collettive 
sono
 ospitate 
nei
 due
 edifici
 su viale
 del
 Vignola 
e
 destinati
 l’uno 
alle 
attività
 di
 associazioni 
locali, 
l’altro
 ad
 uno 
spazio 
aperto
 polivalente
 (ad
esempio 
una 
serra
 urbana).
 Nel
 loro 
insieme, i
 due
 edifici
 e 
la
 strada
 su 
cui
 si
 affacciano 
costituiscono 
una
 nuova 
centralità
 urbana.
Circolazione
Il 
progetto
 si
 appoggia
 all’ipotesi di 
un 
trasporto 
pubblico su
 via 
Guido
 Reni che 
diventa 
così
 una
 strada
 lenta
 e
 alberata.
 E’
 previsto
 un
 solo asse
 carrabile
 perpendicolare 
a 
via
Guido
Reni;
 per
 il
 resto
la
 circolazione
 è
 orientata
 nord ‐ sud
 ed
 organizzata
 su
 strade
 residenziali,
 ad
 esclusione
 dell’asse
 diagonale 
tra
via
 Guido
 Reni
 e
 viale
 del 
Vignola,
 e
 ai
 percorsi
 pedonali 
tra 
i 
giardini

26 giugno 2015

IL FALLIMENTO DI MARINO





                                              Il Sindaco di Roma,Ignazio Marino
 
Incredibile ma vero:oggi pomeriggio ,26 giugno, alle  ore 18 ci sarà  in Piazza del Campidoglio un flash mob (che và tanto di moda) in favore del sindaco Marino.
Attaccato dai media,attaccato dal suo stesso partito,attaccato dal suo capo,con
una giunta e un consiglio più volte rinnovati,il “povero” Marino passa all’attacco  
e si organizza,promotrice una consiglierina della sua lista,una manifestazione a
suo sostegno.Veramente folle.Ma così va il mondo e non bisogna meravigliarsene.
All’indomani di una votazione consigliare che con una maggioranza  “bulgara” ha candidato Roma alle Olimpiadi del 2024 di cui la città non ne sentiva il bisogno,con un potenziale commissariamento del Comune di Roma per Mafia che gli pende sulla testa,con una città che soffre di una mancata efficiente gestione del quotidiano,si trova ancora qualcuno che ha voglia di sostenerlo.Beato lui.
Qualche giorno fa è stato pubblicato dal Corriere della Sera un articolo nella cronaca di Roma (Il Grande Degrado) in cui si riportavano i risultati di una ricerca di un anonimo cittadino sullo stato del patrimonio immobiliare del Comune di  Roma.Chi se l’è perso è invitato a leggerselo.
Questo signore si è preso la briga di individuare,grazie alla rete,tutte le proprietà del Comune di Roma e i relativi introiti.Ma come mai ?Con tutto il can can di affittopoli di quest’inverno ancora non si è messo mano a sanare questo cancro?Ebbene cari signori :NO !Il Comune di Roma non solo non conosce chi occupa i propri immobili,ma ,quando li conosce e magari pagano anche , la pigione è talmente risibile che ci vergogniamo di riportarla.Come soprappiù il Comune affitta,naturalmente a prezzo di mercato,appartamenti  in aree periferiche e per l’emergenza abitativa.La società Romeo gestioni ,che “si cucca”9 milioni l’anno per la gestione di questo patrimonio, che ci sta a fare?Allora uno come Marino lo vorreste come amministratore del vostro condominio? Qualcuno,forse un pò cattivello, potrebbe rispondere :nemmeno come medico!
E non parliamo poi degli affitti mai riscossi o quasi da tutte le aree adibite
 a smorzo o sfasciacarrozze,di tutti i circoli ,i maneggi e le aree sportive di
 proprietà del Comune di Roma.Una montagna di denaro che non viene mai
riscossa ma di cui si sente il bisogno ,visto che il Comune di Roma tartassa
il solito cittadino "sfigato",che paga fior di quattrini sulle imposte comunali .
E si è saputo poi  come è andata a finire la clonazione dei biglietti ATAC,fenomeno che certamente ha favorito qualcuno?Niente.Silenzio di tomba.Speriamo soltanto che gli inquirenti stiano lavorano nell’ombra.E le assunzioni  bipartizan in AMA e ATAC che risalgono almeno al 2005? E la quota , da poveracci, spettante al Comune di Roma sul prezzo dei biglietti per i  musei e le aree storiche comunali?
Nel frattempo il Comune ,preso atto della sua incapacità a gestire e garantire la sicurezza nei parchi e nelle aree verdi,ha pubblicato un bando per il loro affidamento a titolo gratuito ad associazioni di cittadini.La qual cosa decreta ufficialmente il fallimento della politica ambientale del Comune di cui se ne aveva avuto un’anticipazione con l’affaire dei punti verdi per l’infanzia e qualità, vere e proprie idrovore di denaro pubblico.
E ci fermiamo qui.
E’ inutile che l’assessore Sabella,la faccia pulita e legalitaria dellaGiunta,
si prodighi a tranquillizzare l’opinione pubblica .Non c’è niente da fare:o si affonda
il bisturi dentro il cancro e lo si estirpa oppure non cambierà nulla.Devono pagare
tutti quelli che hanno sbagliato nell’adempimento del loro dovere e nell’ambito
delle proprie responsabilità.Non si può sempre tirare una linea bianca,cancellare
tutto e ricominciare come se nulla fosse successo
E finora nulla è stato fatto da Marino.Piuttosto dal Procuratore Generale.
Domenico Fischetto

25 giugno 2015

CANDIDATURA DI ROMA ALLE OLIMPIADI DEL 2024

Oggi in Campidoglio si voterà per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024.L'aria che tira non è delle migliori.Il Sindaco ridens e la sua maggioranza rattoppata sono favorevoli come anche parte dell'opposizione.C'è qualcuno che ancora non si rende conto che prima vengono  la città ,la soluzione dei suoi problemi,e poi le luci della ribalta.Con un Comune che rischia di essere commissariato per mafia,questa buffonata ce la saremmo potuta risparmiare.Ma purtroppo così va il mondo e noi abbiamo gli amministratori che ci meritiamo.Magari ricordiamocene alle prossime elezioni.
D.F.
 
 
 
 

Candidatura Olimpica: ottimismo o incoscienza?

Carte inregola
Roma, Italia
25 giu 2015 — Proponiamo nuovi spunti di riflessione che un buon amministratore dovrebbe considerare più che sufficienti per accantonare l'ipotesi di organizzare qualsiasi "grande evento" prima che Roma sia diventata una "città normale". E ci auguriamo che a in un momento così difficile a nessuno venga la tentazione di ricorrere al solito "panem e circenses" per far dimenticare ai romani le brutte storie di Mafia Capitale con la sempiterna catarsi sportiva, giocata sulla retorica delle Olimpiadi. L'immagine del nostro Paese e della nostra città sono una cosa seria, non è con lustrini e parate sportive che possiamo cancellare davanti al resto del mondo la melma in cui, oggi lo sappiamo tutti, la Capitale è affondata da tempo. Sarebbe invece una dimostrazione di grande responsabilità, e anche di senso dell'onore, ammettere le difficoltà che stiamo attraversando e preoccuparci della salute della città.

PULIAMO LA CLOACA MASSIMA




 

E' sotto gli occhi di tutti lo stato pietoso in cui versa il fiume Tevere.Un fiume che sembra quasi estraneo alla sua città e che invece ne ha segnato la storia.Le sue sponde,se non occupate dai vari circoli sportivi che ne hanno salvato il decoro a loro uso e consumo ,trasformandole in attrezzature sportive e circoli esclusivi (a proposito qualcuno mai ha controllato quanto pagano per la concessione di questi spazi?),sono in uno stato di abbandono,in cui la natura  ha preso il sopravvento in maniera disordinata.Una vergogna davanti agli occhi dei turisti che si meravigliano di cotanto abbandono,mentre i romani passano frettolosi nei loro gusci di ferro e non lo degnano neanche di uno sguardo.Non vogliamo azzardare paragoni fuori luogo con la Senna , il Tamigi o lo stesso Danubio.Non ci pare il caso :è un paragone che non ha storia.Quello che meraviglia ,neanche più di tanto ,è che l'amministrazione comunale si ricordi del suo fiume per organizzare improbabili sagre paesane,o scimiottare esempi illustri come quando è stata allestita una specie di spiaggia sotto Castel S.Angelo.Naturalmente non per fare il bagno nelle acque dell'ex biondo Tevere,per non  rischiare l'infezione immediata!La più grossa la sparò comunque Veltroni che voleva incrementare il numero delle case galleggianti a scopo abitativo.Progetto fortunatamente riposto nel cassetto da qualcuno che  aveva il senso del ridicolo.
Di lavoro ce ne sarebbe tanto da fare :di pulizia e di messa in sicurezza.Basta farsi un giro .E ci si rende subito conto che la pulizia delle sponde del Tevere porterebbe decoro e ricchezza alla città di Roma.Non parliamo di dragare il suo letto per non rendere il progetto ciclopico.Immaginarsi che il Tevere possa tornare ad essere navigabile ,cosa possibile fin sul finire dell'800,è un 'idea che affascina per i suoi mille utilizzi,ma che non trova alcun sponsor politico che la promuova.
E ora veniamo ai giorni nostri.L'associazione amici del Tevere,dietro la quale ci sono molti soggetti "pelosamente"interessati al ripristino delle sponde,si è fatta promotrice da qualche anno di una serie di inconti e convegni per riportare d'attualità il tema Tevere a Roma.Iniziativa lodevolssima pur con i legittimi e maliziosi sospetti che può generare.Si è cercato il coinvolgimento delle istituzioni,Regione Lazio e Comune di Roma.Come spesso accade per argomenti di tema ambientale, il consigliere del PD Athos De Luca ha fatta sua l'inizativa e ne è diventato il padrino.Infaticabile personaggio questo De Luca che ha attraversato gli ultimi due decenni sedendo in aula Giulio Cesare,tranne una pausa al Senato,e non si è mai accorto di nulla,se non,una volta scoperti gli altarini come Mafia Capitale,farsene lui stesso accusatore sdegnato.Conosciamo De Luca:persona comunque generosa   ma forse priva di una certa  incisività nel perseguire gli obiettivi.Staremo a vedere come andrà a finire con il Tevere.
Tornando all'associazione amici del Tevere ,questi signori si sono fatti portavoce di un'iniziativa lodevole:pulire la Cloaca Massima.Precisiamo:non è che si sono attrezzati e sono andati personalmente a pulire tutta la monnezza e la vegetazione che la lambisce se non soffoca.Ma figurarsi!Loro le cose le sanno fare bene:bussano a cassa  cercando finanziatori per  questa iniziativa.E siamo sempre lì:mai dare il buon esempio e far scucire qualche euro ai soci dai vari club membri dell'associazione e  magari cominciare a lavorare loro sporcandosi le mani .Non sono mica matti!
POVERO TEVERE!!!!!
Per informazione dei nostri lettori,riportiamo il  comunicato dell'Associazione.
 
Domenico Fischetto
 
 
A seguito del Convegno sul Tevere a Roma svoltosi il 15 giugno scorso all’École Française, nobilitato dalla Medaglia di Adesione del Presidente Mattarella, è nata l’idea di promuovere celermente – nella stagione propizia e prima dell’inizio del Giubileo Straordinario – un’attività di pulizia e messa in luce dello sbocco sulla sponda del Tevere di uno dei manufatti più importanti e stupefacenti realizzati nella Roma antica, incluso nel sito UNESCO del Centro città, fra l’area di Fori Imperiali e Colosseo e il fiume: la Cloaca Massima. Già un primo Tavolo Tecnico è stato svolto fra Enti competenti e Soggetti interessati, così da poter procedere il più presto possibile attraverso un Protocollo Operativo che – come abbiamo testato recentemente per una pulizia spondale fra Ponte Milvio e Ponte della Musica – consenta di raggiungere il risultato desiderato, nonostante i molteplici vincoli autorizzativi. Da qui potrà anche nascere una progettazione integrata di più vasta portata.
Lanciamo dunque una raccolta-fondi per iniziare a rimuovere le condizioni illustrate fotograficamente nel primo file allegato. La spesa sarà ovviamente rendicontata a costi standard e sarà dato risalto alla “lista dei donatori”. Nelle more dell’apertura di un conto corrente dedicato a successive operazioni similari sul Tevere (in vista del Giubileo, ma anche in forma permanente), gli interessati – Istituzioni, Associazioni, Imprese, cittadini singoli e in gruppi – possono già prendere contatto con l'Associazione Amici del Tevere e il Consorzio Tiberina ai seguenti riferimenti: iniziative@unpontesultevere.com - 3395852777.
Un’operazione segnata dall’urgenza, ma anche dall’orgoglio per i tanti lasciti del passato da conservare, valorizzare, far vivere e conoscere.
 
 


 

24 giugno 2015

POLIGNANO A MARE

Scusateci la digressione personale,ma è con una certa soddisfazione che oggi riportiamo questo articolo   di Suzy Strutner, Associate Lifestyle Editor, pubblicato nel The Huffington Post del 19 giugno su Polignano a Mare,nostro buen retiro ormai da oltre venti anni.

Le immagini si commentano da sole.
 
D.F.

Stop Right Now, This Is The Most Precious Beach Town You'll Ever See


Breathtaking is really the only word.
Polignano a Mare Polignano a Mare |  
Balconata Balconata |  

If you're not in Polignano a Mare, then you're doing it wrong.
That's because this gem of an Italian beach town is situated on the edge of a craggy ravine, high above the electric-blue ocean. Home to humans since prehistoric times, Polignano oozes charm to this day. Its collection of stone streets, pleasant piazzas and mysterious sea caves practically begs you to come and explore.
Breathtaking is really the only word.

Polignano's dark, shadowy grottoes were home to people in the Neolithic era. The town later fell to Norman conquerors, and various families feuded over the village until the 19th century.
Now, Red Bull uses Polignano's soaring cliffs for its Cliff Diving World Series, and visitors from around the world come for shops, a beach club and a gelateria so authentically local, all the TripAdvisor reviews are in Italian. The beach is part of the illustrious Costa dei Trulli, a collection of coastlines that meet high standards for water quality and environmental excellence.
Stay in a cliffside bed and breakfast, or rent a charming Airbnb apartment for about $70 per night. Buses and trains usually make multiple trips a day from the nearby city of Bari, which has an international airport. However, some say it's easier to rent a car and drive from Bari, instead.
But no matter how you get to Polignano, you're on the right track, because this place is a treasure. Ciao, indeed.
The old town on the cliffs, Le Murge, Bari district, Mediterranean area The old town on the cliffs, Le Murge, Bari district, Mediterranean area |  
Fishing Boat Italy Fishing Boat Italy |  
Polignano a Mare, Puglia, Italy. Rocky outcrop with white washed houses overlooking the Mediterranean sea. Dramatic coastline southern Italy.