29 ottobre 2015

LA CRISI DI VALORI SPIEGATA DALLA BIBBIA

 
 
La crisi che stiamo vivendo è “crisi economica, finanziaria, occupazionale, certo, ma anche crisi di un modello di valori che va finalmente cambiato”, perciò ti offro uno spunto di riflessione sul significato di questa crisi, che è crisi non solo italiana, ma globale.
Per capire come e perché non solo i popoli europei, ma anche gli americani affondano nella crisi e quale sia la destinazione finale di tutto questo movimento, basta rileggersi la Bibbia, in particolare la storia di come Giuseppe venduto dai fratelli e ridotto in schiavitù, da servo divenne viceré dell’Egitto e l’uomo più potente del mondo allora conosciuto.
La Bibbia racconta che Giuseppe riuscì a conquistare la fiducia di Faraone interpretando due sogni che lo angosciavano.
Nel primo il Faraone sognava di essere in riva al Nilo
”… ed ecco salire dal fiume sette vacche, di bell’aspetto e grasse, e mettersi a pascolare tra i giunchi. Dopo quelle, ecco salire dal fiume altre sette vacche brutte di aspetto e scarne, e fermarsi accanto alle prime sulla riva del fiume. Ora le vacche brutte di aspetto e scarne divorarono le sette vacche di bell’aspetto e grasse. Quindi il Faraone si svegliò.” (Genesi 41,2-4)
Nel secondo sogno il Faraone vide sette belle spighe di grano che spuntavano da un unico stelo, ma altre sette spighe vuote e arse dal vento d’oriente crescevano dopo quelle e se le divoravano.
Giuseppe così interpretò i sogni del Faraone:
“I sogni del Faraone sono uno stesso sogno. Dio ha mostrato al Faraone quello che sta per fare. Le sette vacche belle sono sette anni, e le sette spighe belle sono sette anni; è uno stesso sogno. Anche le sette vacche magre e brutte, che salivano dopo di quelle, sono sette anni; come pure le sette spighe vuote e arse dal vento orientale sono sette anni di carestia. Questo è quello che ho detto al Faraone: DIO ha mostrato al Faraone quello che sta per fare. Ecco, stanno per venire sette anni di grande abbondanza in tutto il paese di Egitto; ma dopo questi verranno sette anni di carestia, e tutta quell’abbondanza sarà dimenticata nel paese d’Egitto; e la carestia consumerà il paese. E nel paese non si ricorderà più la precedente abbondanza, a motivo della carestia che seguirà, perché questa sarà molto dura. Quanto al fatto che il sogno del faraone si è ripetuto due volte, significa che la cosa è decisa da Dio e che Dio si affretta a eseguirla. ” (Genesi 41,25-32)
Giuseppe non si limitò ad interpretare i sogni e a rivelarne il presunto messaggio divino, ma suggerì al Faraone anche come difendersi e rimediare a ciò che sarebbe accaduto:
” Or dunque cerchi il Faraone un uomo intelligente e savio e lo stabilisca sul paese d’Egitto. Il Faraone faccia così: costituisca sul paese dei soprintendenti per prelevare il quinto dei prodotti del paese d’Egitto, durante i sette anni di abbondanza. Radunino essi tutti i viveri di queste annate buone che stanno per venire e ammassino il grano sotto l’autorità del Faraone, e lo conservino per l’approvvigionamento delle città. Questi viveri saranno una riserva per il paese, in vista dei sette anni di carestia che verranno nel paese d’Egitto; così il paese non perirà per la carestia.” (Genesi 41,33-36)
Molto probabilmente la storia sottintendeva un altro significato, che provo a interpretare.
Faraone aveva un sogno (desiderio), come evitare che le ricorrenti carestie, dovute a irregolari inondazioni del Nilo, potessero causare rivolte e insurrezioni popolari (le vacche magre che mangiano le vacche grasse) mettendo in discussione l’autorità stessa di Faraone? Giuseppe, interpretando correttamente il sogno (desiderio) di Faraone espose la sua teoria dei cicli economici indotti. Caro Faraone, dice Giuseppe, dichiara al mondo che Dio o gli dei ti ha comunicato che presto ci sarà una carestia e costringi i contadini ad ammassare delle riserve di grano che saranno custodite da te Faraone per sfamare il popolo durante la carestia prossima ventura. Quale sarà l’effetto di tale manovra? Si creerà (artificialmente) una scarsità di grano sul mercato così tu potrai rivendere il grano ammassato
con un inevitabile incremento del prezzo (a borsa nera si direbbe oggi), che ti farà ricco e costringerà i contadini ad indebitarsi per produrre sempre di più per mantenere il loro standard di vita (la cosiddetta produttività marginale). Molti di loro non riusciranno a superare la crisi e falliranno e allora tu potrai ridurli in schiavitù, ma tieni presente che loro saranno ben felici di diventare tuoi schiavi in cambio di quelle poche granaglie che tu gli darai per sopravvivere e non ci saranno rivolte. Naturalmente esonererai dall’ammasso obbligatorio (pagamento delle tasse) la casta sacerdotale e gli scribi (intellettuali) che saranno tuoi alleati nella rapina…pardon, nella soluzione della crisi.
Ora tutto questo può anche essere letto in chiave moderna, basta sostituire “Dio o gli dei”, con le attuali istituzioni finanziarie mondiali (Federal Reserve, BCE, BRI, BM,FMI, Banche “too big to fail”,Agenzie di Rating, Hedge funds ecc. ecc.), gli “ammassi di grano”, con le tasse, il “grano” come frumento, con il ‘grano’ inteso come grana cioè soldi, la “carestia”, con deflazione e infine la “casta sacerdotale”, con capitalisti, mass media, politici, alti burocrati , insomma la Casta tout court. Se poi sostituiamo le “granaglie per sopravvivere” , con il reddito di cittadinanza e/o welfare, l’”esonero dagli ammassi obbligatori”, con l’elusione e l’evasione fiscale della Casta, abbiamo un quadro della “crisi” attuale che non si discosta molto dalla situazione dell’Egitto del tempo di Giuseppe.
L’interpretazione del sogno del Faraone fece la fortuna di Giuseppe che ne conquistò la fiducia.
La profezia del sogno infatti era destinata inevitabilmente ad avverarsi perché l’ammasso del grano avrebbe determinato una vera e propria carestia, scarsità di grano sul mercato, innescando un processo (ciclo economico indotto) che solo il suo autore avrebbe potuto o saputo gestire. Sarà pertanto lui “l’uomo intelligente” che verrà nominato capo di tutti i sovrintendenti, capo del paese e ai cui ordini si schiererà tutto il suo popolo.
La parte più interessante è però la soluzione che Giuseppe diede alla crisi, “soluzione” che vediamo anche oggi inesorabilmente applicata ad esempio nella moderna crisi greca.
“13Ora non c'era pane in tutta la terra, perché la carestia era molto grave: la terra d'Egitto e la terra di Canaan languivano per la carestia. 14Giuseppe raccolse tutto il denaro che si trovava nella terra d'Egitto e nella terra di Canaan in cambio del grano che essi acquistavano; Giuseppe consegnò questo denaro alla casa del faraone.
15Quando fu esaurito il denaro della terra d'Egitto e della terra di Canaan, tutti gli Egiziani vennero da Giuseppe a dire: «Dacci del pane! Perché dovremmo morire sotto i tuoi occhi? Infatti non c'è più denaro». 16Rispose Giuseppe: «Se non c'è più denaro, cedetemi il vostro bestiame e io vi darò pane in cambio del vostro bestiame».17Condussero così a Giuseppe il loro bestiame e Giuseppe diede loro il pane in cambio dei cavalli e delle pecore, dei buoi e degli asini; così in quell'anno li nutrì di pane in cambio di tutto il loro bestiame.
18Passato quell'anno, vennero da lui l'anno successivo e gli dissero: «Non nascondiamo al mio signore che si è esaurito il denaro e anche il possesso del bestiame è passato al mio signore, non rimane più a disposizione del mio signore se non il nostro corpo e il nostro terreno.19Perché dovremmo perire sotto i tuoi occhi, noi e la nostra terra? Acquista noi e la nostra terra in cambio di pane e diventeremo servi del faraone noi con la nostra terra; ma dacci di che seminare, così che possiamo vivere e non morire e il suolo non diventi un deserto!».20Allora Giuseppe acquistò per il faraone tutto il terreno dell'Egitto, perché gli Egiziani vendettero ciascuno il proprio campo, tanto infieriva su di loro la carestia. Così la terra divenne proprietà del faraone. 21Quanto al popolo, egli lo trasferì nelle città da un capo all'altro dell'Egitto. 22Soltanto il terreno dei sacerdoti egli non acquistò, perché i sacerdoti avevano un'assegnazione fissa da parte del faraone e si nutrivano dell'assegnazione che il faraone passava loro; per questo non vendettero il loro terreno.
23Poi Giuseppe disse al popolo: «Vedete, io ho acquistato oggi per il faraone voi e il vostro terreno. Eccovi il seme: seminate il terreno.24Ma quando vi sarà il raccolto, voi ne darete un quinto al faraone e quattro parti saranno vostre, per la semina dei campi, per il nutrimento vostro e di quelli di casa vostra e per il nutrimento dei vostri bambini». 25Gli risposero: «Ci hai salvato la vita! Ci sia solo concesso di trovare grazia agli occhi del mio signore e saremo servi del faraone!». 26Così Giuseppe fece di questo una legge in vigore fino ad oggi sui terreni d'Egitto, secondo la quale si deve dare la quinta parte al faraone. Soltanto i terreni dei sacerdoti non divennero proprietà del faraone.
27Gli Israeliti intanto si stabilirono nella terra d'Egitto, nella regione di Gosen, ebbero proprietà e furono fecondi e divennero molto numerosi.(
Genesi 47, 13-27)
(nota a margine, quest’ultima affermazione ci fa capire che la comunità ebraica in Egitto non era affatto schiava, al contrario rappresentava l’elite più ricca del popolo egizio)
Alla fine il popolo intero fu espropriato di ogni avere, di ogni mezzo di sussistenza e ridotto in schiavitù. Faraone e una ristretta elite sacerdotale divennero proprietari di tutta la terra, di tutti gli animali e di tutti gli uomini, mentre gli ebrei “ebbero proprietà e furono fecondi”.
Pertanto, date le evidenti analogie, mi domando se anche l’esito finale dell’attuale “crisi globale” non sia quella di realizzare il governo mondiale di un Messia/Faraone, unico proprietario insieme al “popolo eletto” (elite globalista) di tutta la Terra, degli animali e degli uomini. Se questo è il destino dell’umanità, allora temo ci sia poco spazio per noi poveri mortali, per contrastare un movimento iniziato da Giuseppe circa 5000 anni fa e giunto al suo epilogo nell’epoca attuale. A questo punto sorge una domanda, è questa la volontà di Dio? Quella di creare un Regno degli uomini su questa Terra? Nel corso della storia e nella maturità dei tempi, ci fu uno che si oppose fermamente a questa visione del destino dell’uomo, il Signore e Messia Gesù Cristo, il quale dichiarò che il Suo Regno non è di questo mondo e l’uomo non deve costituirsi tesori in terra, ma lo hanno inchiodato su una croce.
 
Raffaello Nencioli

27 ottobre 2015

IL Marnetto Quotidiano : Renzi da rottamare

IL Marnetto Quotidiano : Renzi da rottamare
A Roma è iniziata la rottamazione di Renzi.

Infatti, nella vicenda Marino, i danni più letali li subirà il PD di Renzi, destinato ad una sonora batosta alle prossime elezioni comunali in primavera. Che poi si riverbererà sulle politiche. Renzi - appannato dal proprio narcisismo - sta sottovalutando la scissione dell'elettorato del PD, fidandosi troppo dell'apparente unità del partito. Ma molti elettori di sinistra non voteranno più il PD. Perché non vogliono essere confusi con Verdini, né condividere la sterzata pro-evasori imposta da Alfano con l'innalzamento della soglia dei pagamenti in contanti a 3000 euro. Né condividono gli attacchi governativi alla direttrice dell'Agenzia dell'Entrate, Rossella Orlandi, che cerca di far pagare le tasse ai furbi del fisco.

Così i sondaggi fanno sentire a Renzi il fiato sul collo dei grillini. Ma anche per loro Roma potrebbe essere un trauma. Se dovessero vincere le comunali, sarebbero costretti a misurarsi per la prima volta con i problemi enormi e complicatissimi della Capitale ed arrivare usurati alle politiche. Renzi lo sa e forse - forzando la mano sulle dimissioni di Marino - mette in conto di cedere Roma ai pentastellati, per non perdere l'Italia alle politiche.

Un calcolo tattico, di corto respiro, tutto giocato sul corteggiamento dell'italietta degli evasori e ex-berlusconiani.
L'inizio del declino di un giovane leader precocemente invecchiato e già da rottamare.

Massimo Marnetto

Liberttà e Giustizia Roma

26 ottobre 2015

Il Marnetto Quotidiano : "Non vi deluderò" dice Marino, ma è tardi.

Il Marnetto Quotidiano : "Non vi deluderò" dice Marino, ma è tardi.

Almeno per chi si aspettava nell'utilizzo dei fondi di rappresentanza lo stesso rigore che il sindaco ha speso nello scoperchiare meritoriamente la botola maleodorante di mafia capitale. Molti hanno votato Marino e lo hanno difeso mentre il PD lo attaccava per motivi politici. Quando poi è emerso l'abuso della carta di credito, senza tempestive ed adeguate spiegazioni su troppe cene, è subentrata la delusione.

C'è chi cerca di "venializzare" la vicenda riducendo tutto a semplici "scontrini". Ma qui c'è di mezzo la credibilità di un pubblico amministratore da una parte; e dall'altra. la tolleranza zero dei cittadini verso la dissipazione. Ad oggi, Marino non ha ancora fornito tutti i chiarimenti richiesti. Anzi, ha dato un quadro delle rendicontazioni più "politicamente sensibili" come le spese di rappresentanza così approssimativo e confuso (segretarie che abbinano a caso ultimi appuntamenti in agenda e cene), da far capire quale carenza "terrestre" di rigore ci fosse anche nella segreteria di un "marziano", verso l'utilizzo di fondi pubblici.

Marino ha tutto il diritto di difendersi dalle strumentalizzazioni del PD, partito scandalosamente doppio-pesista con  altri amministratori ben più pesantemente inquisiti (De Luca, Castiglione, Vicari...) o arrogantemente reticenti come lo stesso Renzi. Noi di Libertà e Giustizia di Roma, abbiamo tutto il dovere di chiedere trasparenza al Sindaco di Roma, come abbiamo fatto in precedenza con il disastroso Alemanno e con la Barracciu a livello nazionale.

Passano i giorni e i chiarimenti di Marino non arrivano. Oppure sono un penoso scarica barile sui livelli più deboli della sua segreteria, come se fosse un organismo esente dal suo controllo. Ma la pubblica credibilità ha un termine di scadenza tanto più breve, quanto più estesa è la vigilanza democratica.

Massimo Marnetto
Libertà e Giustizia di Roma

VILLA BLANC:LETTERA ALLA SOPRINTENDENTE DI ROMA


 

 
         Manifesti preparati dagli alunni della Scuola Winckelmann (dirimpettaia di Villa Blanc)
 
 
Rendiamo pubblica la lettera inviata dal Comitato di Villa Blanc alla Soprintendente di Roma.
Si richiama al rispetto dei vincoli che gravano sulla Villa e sulla sua indivisibilità.Una strada ancora in salita di questa associazione al cui interno ci sono i sette ricorrenti contro la Luiss e il Comune di Roma.Sembra quasi che si sia smarrita la ragione e quello che è sempre stato valido per le altre ville e luoghi storici non valga per Villa Blanc.Una specie di maledizione che pesa sulla Villa.Ormai l'udienza presso il Consiglio di Stato è prossima e la posizione della Soprintendenza sarebbe importante.Come anche la posizione della parte politica.Ma la lettera aperta al Sindaco è rimasta,scusate il gioco di parole ,lettera morta.Un pò per le note vicende che hanno riguardato il Sindaco e la sua Giunta ,un pò perchè l'argomento non scalda i cuori dei nostri amministratori.Fatta eccezione per una consigliera di un partito all'apposizione nell'aula Giulio Cesare,che si era fatta promotrice di un ordine del giorno per rilanciare in Consiglio la discussione sulla villa e la presa di posizione chiara e netta nei confronti dei diritti cittadini del Sindaco e della sua Giunta.Neanche a dirlo che anche questa iniziativa è stata bloccata dalla crisi in Campidoglio.Rimangono i sette e l'associazione,sostenuti dalle migliaia di firme in loro sostegno,da due ordini del giorno votati nei consigli comunale e municipale.Sembra che però tutto questo non sia sufficiente per fermare questa ingiustizia che si sta perpetrando nei confronti della cittadinanza,che si vedranno negati una volta per tutte il diritto di godere del Parco di Villa Blanc.
 
Domenico Fischetto






 
Comitato Villa Blanc
 

 

Roma, 30 settembre 2015

Gentilissima Soprintendente Arch. Renata Codello,

Il Comitato di Villa Blanc torna a chiederle cortesemente un incontro prima che venga da lei espresso parere definitivo in merito alla sistemazione del parco di Villa Blanc.

Con la nostra precedente raccomandata del 28 luglio scorso e le successive comunicazioni via pec dell'11 agosto e del 19 agosto u.s. abbiamo segnalato e inviato documentazione fotografica riguardante la costruzione di un tratto di muro di recinzione di Villa Blanc sulla Via Nomentana 222 chiedendo un intervento della Soprintendenza per controllare il rispetto delle norme di legge mentre nell'ultima email abbiamo inviato una documentazione sui lavori nell'area delle serre a raffronto con la situazione quo ante.

Nonostante la Sua cortese e immediata risposta il 29 luglio, non ci risulta che sia stata effettuato alcun sopralluogo in loco da parte della Soprintendenza.

In riferimento all’art.20 comma 1 del D. Lgs 22 gennaio 2004, n.42 e succ. modifiche, per cui “I beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione” le chiediamo di valutare accuratamente:

-          se la realizzazione di parcheggi di autovetture e motorini all’interno di un parco vincolato, pertinente ad una villa parimenti vincolata, che sino ad oggi non aveva avuto mutazioni se non quelle dettate dal tempo e dall’incuria (nuove specie faunistiche e difficoltà di lettura e individuazione delle specie originarie del sottobosco) e la realizzazione di vie carrabili a senso unico, andando a mutare radicalmente la percorribilità del parco e il tipo di godimento, con la sostituzione di un paesaggio di fine Ottocento firmato Giacomo Boni a quella di un paesaggio urbano, non vada a deteriorare  il paesaggio della villa

-          in particolare, se l’allargamento in vie carrabili di sentieri pedonali in origine di circa 2 m di larghezza, portati a raggiungere ora circa m 3-3,5 di larghezza, con l’aggiunta di nuovi elementi atti al defluire delle acque meteoriche, e l’inevitabile taglio di alberi e specie originarie, siano in questo modo a suo avviso rispettosi della conservazione del bene paesaggistico. Se l’esistenza di un percorso nel tratto parallelo a via Nomentana e visibile dalla strada, non presente nel decreto di vincolo del 1953, sia stato richiesto e autorizzato;

-          se la delimitazione di una zona del parco proposta come spazio giochi ad uso pubblico, non vada a rompere quell’ “UNICUM” parco-villa vincolato dai decreti ministeriali, in specie dal D.M. del 02/10/1992, di cui Lei è garante;

-          se non confligga con la normativa di tutela paesaggistica, relativa alla visibilità del parco dall'esterno, la prevista edificazione, in particolare lungo la via Marliano e verso la piazza Winckelmann, di un muro di cinta, rappresentato molto sommariamente nei "Dettagli di Progetto" nella tavola P-03, di altezza non inferiore a m. 3,00, in laterizi forati;

-          Se le serre e i locali ad esse adiacenti possano essere trasformati in maniera preponderante a punto di ristoro con servizi e con relativa nuova creazione di impianti. Se, insomma, Lei valuta come compatibile con l’uso storico e artistico delle serre la funzione di ristorazione sia pure adornata dalla presenza di fiori. Se, infine, sulla base del fatto che una piccola porzione di quest’area possa essere stata dimora in qualche tempo del giardiniere, non si corre il rischio di stravolgere una funzione espositiva di specie vegetali in una funzione di ristorazione che ha necessitato ovviamente trasformazioni degli elevati e scavi per gli impianti.

Come lei ben sa, avendo noi avanzato una precedente richiesta di appuntamento in data 22 aprile 2015, richiamiamo la sua attenzione su questo gioiello architettonico e paesaggistico, riconosciuto un bene culturale dell’Italia e del mondo, unicamente ai fini di un restauro conservativo e dell’apertura al pubblico. Ribadiamo pertanto la nostra richiesta di rivalutare:

-          Il ripristino delle condizioni del parco così come vincolato dal decreto ministeriale del 1953 e dal citato decreto Ronchey del 1992, mediante la cancellazione dei parcheggi per circa 300 automobili e della viabilità carrabile a senso unico, così come delle divisioni interne, approvati da Codesta Soprintendenza con Autorizzazione al Progetto Luiss prot. 15812 datata 05/08/2011;

Le chiediamo inoltre, come già accennato nella citata lettera del 22 aprile, di esprimere parere riguardo alla fruibilità pubblica del bene dichiarato.

Come sappiamo, la proprietà della Luiss ha stipulato con il Comune di Roma in data 29/11/2011 una convenzione che ha dato adito ad un iter giudiziario e che ha definito le modalità della fruizione delegando tale compito ad un Assessore all’Urbanistica, riportando comunque come imprescindibile l’uso pubblico.

Il Comitato ritiene di rivolgersi all’organo che ha riconosciuto sino ad oggi il bene culturale pubblico della Villa emettendo numerosi decreti di vincolo nel tempo. La soprintendenza, quale organo statale è, a nostro avviso, l’ente super partes che può portare ad una risoluzione finale una questione sensibile.

La Luiss, l’ente proprietario, ogni anno ha duplici vantaggi fiscali sia grazie ai vincoli sussistenti sulla Villa, sia come istituto di formazione, andando a godere persino di contributi statali. Pertanto ci si aspetterebbe un impegno alla conservazione nel tempo con un serio programma manutentivo, e una sensibilità all’interesse pubblico, invece che il prevalere di un interesse esclusivo nei confronti dei suoi futuri ospiti, paganti.

La fruibilità dell’intero parco proposta nella convenzione Luiss-Comune è per la domenica, i giorni festivi dell’anno e nei giorni di chiusura della struttura universitaria (a insindacabile discrezione della Luiss). La soluzione di apertura di una porzione scoscesa per attrezzature per bambini ci appare un espediente per giustificare un uso del tutto privato del bene, che è stato più volte nel tempo ribadito essere invece un bene di grande interesse pubblico.

Il tipo di fruizione dell’intero parco, che il Comitato di Villa Blanc insieme ad Italia Nostra auspica, interesserebbe tutti i giorni dell’anno secondo modalità consigliate dalla stessa soprintendenza. A tal fine si ricorda l’esempio romano di Villa Torlonia in cui la fruizione pubblica apporta turismo culturale alle strutture museali dislocate nel parco stesso e che, potrebbe consentire ai forestieri e turisti, di conoscere e apprezzare Villa Blanc nel ricco contesto delle meravigliose ville di via Nomentana. Villa Blanc con la sua interessante architettura, potrebbe fare da filo conduttore in un quartiere che conserva palazzi liberty, degni di visite guidate anche solo per le facciate che si osservano dalle vie.

All’estero tale uso compatibile di istituti universitari high level con l’apertura al pubblico è ampiamente diffuso, basti pensare agli esempi eclatanti di Oxford (University of Oxford), Cambridge (University of Cambridge), Dublino (Trinity College).

La possibilità di accesso, secondo un regolamento d’uso, orari e modalità da voi indicati, sia ai cittadini che ai turisti, può inoltre sancire il legame socio-culturale con il territorio e diffondere la conoscenza dei nostri beni. La stessa esistenza del Comitato Villa Blanc da quarant’anni testimonia il forte legame esistente tra la villa e i cittadini. Perdere questa ricchezza sarebbe distruggere parte di quel bene culturale tanto apprezzato nel mondo, quanto invece la sua valorizzazione, renderebbe completo e fecondo in visibili risultati, quel duro compito al quale la sua istituzione è tenuta a svolgere.

La ringraziamo per l’attenzione.

Rimaniamo in attesa di un cortese riscontro per fissare un appuntamento.

L’occasione ci è gradita per inviarle il libretto ‘Io sono la Villa’ edito nel 2012, in cui un affezionato aderente al nostro comitato, G. Marchesini, espone memorie e considerazioni su Villa Blanc tracciando le vicende della villa dal 1950 al 2012.

Distinti saluti

Il Comitato di Villa Blanc

Il Presidente Adolfo Rinaldi

24 ottobre 2015

DOMENICA 25 OTTOBRE ORE 12 PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO





Mentre Ignazio Marino sembra ancora non aver sciolto la prognosi,ovvero:
1. confermare le sue dimissioni il 2 novembre,
2.andare in aula Giulio Cesare ed essere sfiduciato dal suo stesso partito,
3.mettersi a capo di una lista civica o simile  e presentarsi alle prossime elezioni,
4. candidarsi alle prossime primarie per la scelta del  candidato sindaco nel PD,
5.varie ed eventuali
 
il popolo dei suoi sostenitori manifesterà domani sotto la statua di Marco Aurelio per chiedergli di non andarsene.Plaudiamo a tutti questi cittadini duri e puri che ancora credono in Marino e lo sollecitano fortemente a non mollare."Ignazio nun ce lassà" come dicevano gli indigeni  in un famoso film con Manfredi /stregone.Peccato che Marino finora in politica  non abbia mai danzato  da solo e si sia invece dovuto appoggiare a dei robusti compagni di viaggio   si chiamassero Dalema o Bettini.Sarà capace da solo di sfidare il PD  e tutto quello che rappresenta oppure trovare una soluzione onorevole che salvi lui e tutto il cucuzzaro con buona pace dei suoi sostenitori?
Siamo proprio curiosi di vedere come andrà a finire.
Domenico Fischetto

23 ottobre 2015

Il Marnetto Quotidiano : Slot Machine

Il Marnetto Quotidiano : Slot Machine
Se vedo nel bar una slot machine, esco e vado a prendere il caffè in uno che non ce l'ha.
Perché queste macchinette fabbricano povertà.

E non si può - come fa Renzi - vendersi la lotta alla povertà davanti alle tv e poi usare "magia-soldi" e scommesse varie come pilastro delle entrate finanziarie. Il gioco d'azzardo aumenta con la crisi. E colpisce i più deboli. E' l'ultima disperata speranza di chi non vede più soluzioni ai suoi problemi e priva la famiglia del poco che ha per puntare tutto sulla fortuna.

Se lo Stato volesse veramente lottare contro la povertà, occorrerebbe l'introduzione del reddito di sopravvivenza, unito ad una vera formazione di inserimento lavorativo. E relegare le slot machine nei casinò, non nei bar. Ma ci vuole una cultura della solidarietà fondata sulla responsabilità sociale del contribuente.

Noi invece siamo ancora rimasti allo Stato borseggiatore, che mette le mani in tasca al cittadini.
Profonda sintonia, da un ventennio all'altro.

Massimo Marnetto
 
Libertà e Giustizia Roma

TRE RIGHE:IN EDICOLA IL NUMERO DI OTTOBRE 2015

 

 

La Lupa Capitolina


Oggi   , 23 ottobre, in distribuzione gratuita il numero di ottobre 2015 di "Tre Righe le notizie e i protagonisti" presso le seguenti edicole e librerie:

EDICOLE
Piazza Bologna
Largo Lanciani
Viale XXI Aprile/Nardini
Piazza Tommasini
Via Nomentana fronte S.Agnese
Via S.Angela Merici
Piazza Istria
Viale Eritrea (Piazza Annibaliano)
Viale Libia (Piazza Emerenziana)
Viale Libia (Piazza Gimma)
LIBRERIE
Spizzichi d'autore Via Boldetti


Se esaurito ,richiedetelo scrivendo alla redazione :trerighe3@virgilio.it

22 ottobre 2015

Il Marnetto Quotidiano : Se i cittadini fanno sentire la loro indignazione, i politici opachi si dimettono (anche in Italia)

Il Marnetto Quotidiano : Se i cittadini fanno sentire la loro indignazione, i politici opachi si dimettono (anche in Italia)
La Barracciu si è dimessa.

Ha fatto finta di niente per mesi, dicendo fesserie ai giornali e ai giudici, senza giustificare l'utilizzo improprio di migliaia di euro pubblici. Ma quando la pressione dell'opinione pubblica si è fatta intensa, il PD, Renzi e i giustizialisti della casta hanno dovuto capitolare. Discorso analogo per l'esenzione delle tasse su castelli, ville e case di lusso. Dopo l'invio massiccio di email di protesta, Renzi ha fatto dietrofront. Anzi, ha persino negato - fiutando il forte dissenso - di aver mai pensato ad una misura così assurda.

Molto c'è ancora da fare. Tanti i politici inquisiti da far dimettere. Ma questi cambiamenti fanno capire una volta di più che la reazione dal basso è essenziale. Perché crea opinione pubblica e vigilanza democratica. I due elementi che inducono i potenti disonesti alla vergogna.

E' sbagliato dire "non mi espongo perché tanto non serve a niente".
Perché non è vero. Ma soprattutto perché l'indifferenza è un reato civile: concorso esterno nel malgoverno.

Massimo Marnetto
Libertà e Giustizia di Roma

Consiglieri capitolini: spiegate ai cittadini (vostri elettori) il perchè sfiduciate Marino

da Carte in Regola

Consiglieri capitolini: spiegate il perchè ai cittadini

assemblea capitolina 21 ottobreLettera aperta ai Consiglieri Capitolini (del Partito Democratico e non solo)
Gentile Consigliera, Gentile Consigliere,
i fatti accaduti nelle ultime settimane aprono per la nostra città la prospettiva di un commissariamento – che potrebbe allungarsi fino alla fine del Giubileo per motivi di sicurezza – che comporta di fatto una sospensione del governo democratico del Sindaco e della maggioranza eletti dai cittadini, comunque sottoposto al controllo dell’opposizione, e l’affidamento di tutti i poteri – quelli del Sindaco, della Giunta e dell’Assemblea capitolina – a un commissario di nomina governativa. Tutto questo senza che, ad oggi, sia stata data ai cittadini alcuna spiegazione, se non il collegamento alla vicenda di alcune spese non giustificate del Sindaco, che è ancora tutta da chiarire, e che appare sempre di più come un episodio assai poco consistente.
Ciò nonostante, ieri sera i consiglieri del Partito Democratico dell’Assemblea Capitolina, dopo l’incontro con il commissario del Pd romano Matteo Orfini, per voce del capogruppo Fabrizio Panecaldo, hanno fatto sapere (sulla testata di riferimento L’Unità on line) di essere “uniti nel condividere la posizione espressa da Orfini: “Non cambia niente” e che le condizioni politiche per andare avanti non c’erano prima e continuano a non esserci ancora oggi”.
Noi crediamo che coloro che vi hanno dato il voto, e in generale i cittadini romani, abbiano il diritto di sapere quali siano le “condizioni politiche” che hanno determinato la decisione della maggioranza – la vostra – di sciogliere questa amministrazione e andare a nuove elezioni. Il capogruppo Panecaldo, pochi giorni fa, ha dichiarato che “ I consiglieri del Pd al Campidoglio non sono eterodiretti da nessuno”, rispondendo di fatto all’ipotesi ventilata da molte testate giornalistiche di un “dictat” del Presidente/Segretario Renzi, affidato al Commissario/Presidente Orfini.
Per smentire quell’ipotesi esiste una sola strada maestra: spiegare il perché del ventilato sfiduciamento del Sindaco, che lo ha spinto alle dimissioni.
E noi pensiamo che i consiglieri comunali, prima di rispondere al loro partito e al loro segretario, debbano rispondere ai cittadini che li hanno eletti, e che ogni consigliere debba motivare personalmente la sua scelta, anziché trincerarsi dietro non precisate “condizioni politiche” .
A breve i cittadini saranno inondati dai soliti appelli, dai soliti programmi, dalle solite promesse che scattano in vista delle elezioni. Ma questa volta la distanza tra il marketing elettorale e l’afasia dimostrata dai consiglieri in una delle circostanze più importanti e significative della vita della Capitale, potrebbe dare una connotazione decisamente diversa a ogni volto sorridente che si affaccerà dai cartelloni che invaderanno la città.
Siamo a disposizione per pubblicare in questo spazio le opinioni di ogni consigliere capitolino – di maggioranza e di opposizione – che voglia far conoscere alle persone che gli hanno dato voto e fiducia perché è d’accordo (o non è d’accordo) a far finire prematuramente questa consiliatura.
A scanso di equivoci: a noi non interessa che il Sindaco resti o si dimetta definitivamente, vogliamo solo che ognuno si prenda le responsabilità delle proprie scelte davanti agli elettori. Perché il cambiamento comincia con l’avere il coraggio di raccontare la verità a viso aperto.
A Roma sarebbe già una rivoluzione.(AMBM)

21 ottobre 2015

TEVERE:IL CONTRATTO DI FIUME PER L'AREA URBANA DI ROMA

COMUNICATO DEL CONSORZIO TIBERINA
 
 

 
                                                                   Il Tevere in piena
 
 
Un Contratto di Fiume (Contratto Territoriale) per l’area urbana di Roma: in questi giorni l’Amministrazione Capitolina, con carattere d’urgenza (nonostante il particolare momento), sposa l’idea di sostenerne la nascita, lanciata dal Consorzio Tiberina e dall’Associazione Amici del Tevere in due dibattiti presso il C.C. Lazio di Roma, successivamente raccolta nel Pro-Memoria dell’Assessore all’Ambiente per la Giunta Capitolina di circa 8 mesi or sono, disponibile agli Atti (allegato). Roma Capitale delibera dando un segno di assoluta mancanza di interessi particolaristici – vista la lunga gestazione – e al contempo di non dimenticanza del lavoro partecipativo svolto.
E lo fa non in maniera “centralistica” (cioè non ipotizza che per partecipare al Contratto lo debba necessariamente coordinare, pur avendone di certo massimo titolo), ma attiva un Osservatorio, strumento coerente con la natura del Contratto Territoriale stesso (che non è un Ufficio o un nuovo Ente, ma un accordo multilaterale pubblico-privato).
La Delibera di Giunta del 12 ottobre scorso ancora non è on-line sul sito di Roma Capitale, ma se ne ha già notizia da comunicati-stampa. Il Pro-Memoria si ispirava anche a quanto raccolto in forma partecipativa dal Consorzio Tiberina (http://www.urbanisticainformazioni.it/Il-Tevere-a-Roma.html; http://www.contrattidifiume.it/fetcher/media/news_eventi/Abstract_-_Il_contratto_di_fiume_del_Tevere_nell.area_urbana_di_Roma.pdf), arrestatosi a un certo punto proprio per non assumere un ruolo a sua volta eccessivamente protagonistico: ma l’interscambio, la condivisione, la messa a disposizione di conoscenze e degli esiti di processi partecipativi, il mutuare esperienze, orizzontalmente e verticalmente, fanno parte dei principi d’azione di un Soggetto pubblico-privato (il Consorzio stesso) che ad oggi comprende 7 Università, 1 Fondazione, 20 Enti Locali, Associazioni (ivi compresa Amici del Tevere), Onlus, Imprenditori, Enti di Ricerca, etc, già da anni in forte relazione con Roma Capitale (cfr per esempio http://www.turismoroma.it/cosa-fare/2700). Ragion per cui in questo caso l’Amministrazione Capitolina, avendo seguito il processo partecipativo e promosso l’aggregazione istituzionale (area “Eventi” in http://www.comune.roma.it/wps/portal/pcr?jppagecode=commissioneiv.wp), ne ha democraticamente raccolto gli esiti aggiungendovi le necessarie valenze istituzionali. Il processo propedeutico alle elaborazioni del Consorzio aveva coinvolto, oltre che i partecipanti a sessioni pubbliche (consultati anche presso l’Autorità di bacino del fiume Tevere), gli iscritti a una mailing-list di oltre 60.000 indirizzi, da cui sono giunti parecchi suggerimenti.
Vi è altresì da sottolineare che l’“ottica di Bacino”, che impronta l’attività del Consorzio, è coerente con l’elemento centrale di perseguire il raggiungimento del “buono stato” di qualità dei corpi idrici, la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento, l’utilizzo sostenibile dell’acqua, la protezione dell’ambiente e degli ecosistemi acquatici, la mitigazione degli effetti delle inondazioni e della siccità, la coerenza delle azioni e degli interventi previsti. Difatti, Roma non può proteggere e valorizzare il Tevere senza considerare ciò che accade nei circa 17.000 kmq a monte della regione Tiberina; si pensi anche soltanto all’Aniene e al suo sub-bacino. Storia, natura, cultura, turismo, viver sano sono le ulteriori polarità da sempre trattate in seno all’Associazione e al Consorzio, cui si devono aggiungere infrastrutturazione, decoro e manutenzione; non è superfluo ricordare che il Tevere al Centro Storico fa parte di Sito UNESCO (iconografia fotografica di un fiume “ospitale” in http://whc.unesco.org/pg.cfm?cid=31&l=en&id_site=91&gallery=1&&maxrows=57 e http://whc.unesco.org/pg.cfm?cid=31&l=en&id_site=91&gallery=1&&index=58). C’è comunque tanto ancora in tanti cassetti, e altro lavoro da svolgere, per giungere a particolarizzare alla specifica realtà dell'area urbana di Roma quanto previsto dalle Linee Guida del Ministero dell'Ambiente, tenendo per l'appunto conto di ciò accade a monte, per realizzare - in una situazione così complessa e anche frammentata, quanto a competenze - un modello eccezionale e un'operazione che porterà frutti all'intera Città, e non solo agli alvei fluviali, verso una rigenerazione di un asse urbano - fisico e simbolico - così importante.
Diviene ora urgente procedere nell’attuazione dell’Osservatorio, visto anche lo svolgimento del Tavolo Nazionale sui Contratti di Fiume proprio il 15 e il 16 ottobre scorsi, pochi giorni dopo la Delibera di Giunta.
CONSORZIO TIBERINA – Agenzia di sviluppo per la valorizzazione integrale e coordinata del Bacino del Tevere
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