31 dicembre 2015

VILLA BLANC:UN ALBERO VOTATO AL MARTIRIO

 
 
Delle centinaia di alberi che rendono salutari e preziosi i quattro ettari di verde e le palazzine liberty di Villa Blanc, ce n'è uno, anche se probabilmente non il solo, votato a un martirio certo perché collocato al centro esatto di quello che è destinato a diventare il secondo ingresso per le auto sul fronte della Villa lungo la Nomentana. Il dato curioso e perfino sbalorditivo è che quell'ingresso per le auto, per ora ancora bloccato dal nostro albero votato al martirio, immetterà il movimento quotidiano di oltre duecento auto su un contesto già drammaticamente sovraccarico di traffico. Intanto, e innanzitutto, a poche decine di metri è attivo un distributore di benzina. Poi, giusto di fronte, sul lato opposto della Nomentana, sorgono in sequenza una scuola musulmana, le ambasciate di Libia e Iran, e infine l'istituto privato MaryMount frequentato da centinaia di bambini accompagnati la mattina e ripresi il pomeriggio da mamme in Suv che parcheggiano dove capita, intasando pericolosamente almeno per un paio di km la Nomentana. Ora si capirà perché un ingresso per centinaia di auto avanti e indietro su Villa Blanc aperto in quel punto sia una vera e propria follia. Che nessuno intervenga a impedirlo la dice lunga sull'irresponsabilità delle istituzioni preposte a impedire un così devastante impatto. L'unico che finora resiste, oltre al Comitato di cittadini e Italia Nostra che fanno il loro dovere civico, è l'albero che eroicamente si oppone allo scempio. Prima della vergognosa cacciata di Marino dal Campidoglio era in programma un incontro tra il Sindaco, esponenti della Luiss e rappresentatnti di Italia Nostra e del Comitato per cercare una intesa che tutelasse il verde della Villa e i diritti dei cittadini a goderlo. Ma chi non vuole impedimenti alla logica del profitto privato ha fatto in modo da impedire l'incontro. 
Morale della favola? Una città ha possibilità di salvarsi dai predoni privati finché ci sarà alla sua guida un Sindaco onesto e giusto; cittadini provvisti di responsabile senso civico si impegneranno in un Comitato vigile e attivo; un albero farà la sua parte mettendosi indomito di mezzo.

Gian Carlo Marchesini

IN EDICOLA IL NUMERO DI DICEMBRE 2015 DI TRE RIGHE

La Lupa Capitolina
Oggi, 31 dicembre,  è in distribuzione gratuita il numero di dicembre 2015 di "Tre Righe le notizie e i protagonisti" presso le seguenti edicole e librerie:

EDICOLE
Piazza Bologna
Largo Lanciani
Viale XXI Aprile/Nardini
Piazza Tommasini
Via Nomentana fronte S.Agnese
 Piazza Salerno
Piazza Istria
Viale Eritrea (Piazza Annibaliano)
Viale Libia (Piazza Emerenziana)
Viale Libia (Piazza Gimma)



Se esaurito ,richiedetelo scrivendo alla redazione :trerighe3@virgilio.it

AI NOSTRI LETTORI, E NON SOLO, I NOSTRI MIGLIORI AUGURI PER UN NUOVO ANNO DI PACE E DI SOLIDARIETA'

 

 

IL BAOBAB NON C'E' PIU'

Patrizia Paglia è una donna gentile,sincera aperta , disponibil..Sempre in prima linea quando c'è da dare una mano e aiutare il prossimo.Volontaria al Baobab in tutti questi mesi non si è risparmiata dando umanità ma anche ricevendone .Una ricchezza culturale che l'ha accresciuta  ,un amore ricambiato che certamente rimarrà come un punto incancellabile nella sua anima.
Quello che segue è un suo post pubblicato su fb.Grazie Patrizia!



Il Baobab non c’è più!! Non c’è più un centro policulturale dove tutti potevano andare ad ascoltare musica. vedere spettacoli, parlare, seguire dibattiti, mangiare piatti tipici eritrei, assistere alla cerimonia del caffè ecc. Non c’è più un centro che per 12 anni ha accolto senza fissa dimora e migranti non invadendo il quartiere e rispettando tutte le persone che accoglieva. Non c’è più quel luogo che questa estate ha ospitato 35.000 migranti transitanti consentendo a tutta la città di Roma di farli passare senza creare eccessivi problemi igienici o sociali e che ha inoltre permesso a migliaia di volontari di sentirsi parte attiva di un avvenimento incredibile e di vivere una esperienza così particolare, patrimonio sicuramente di pochi. Per me e in me rimangono tanti ricordi bellissimi e l’orgoglio e il piacere di aver creduto da sempre ad un progetto( forse troppo avanzato in questa città dove si chiudono i teatri e i luoghi di incontro) in cui cultura ed emigrazione si sostenevano a vicenda creando una nuova idea di integrazione. Rimane la consapevolezza dell’importanza di un centro di accoglienza gestito da migranti con competenza e professionalità per i migranti,anche se ritengo che questa idea fosse un po’ troppo rivoluzionaria nella nostra Italia buonista, ma europeocentrica. Sono felice di aver contribuito ad aiutare tante persone disperate in fuga dalla guerra e dalla fame, di aver incontrato persone meravigliose come Meron, Selam, Ibrahim , Modest, Domenico, Daniela, Harena, Molugheta, Giacob,Admin, Caramu e tanti altri ( erano 32 gli operatori del Baobab), che con il loro lavoro assiduo hanno permesso a me e a tanti volontari di divenire protagonisti di una esperienza unica. Sono contenta di essere da sempre amica di Daniel che ha dato vita al Baobab e al suo progetto. Spero che altri cento Baobab fioriscano con i loro colori di pace anche nella mia città.

30 dicembre 2015

Recensione film PERFECT DAY di Fernando Leòn de Arano,


Locandina Perfect Day


“Perfect day” ha il merito di evidenziare alcuni lati secondari della guerra come i tentativi degli operatori umanitari di dare una mano alla popolazione dei Balcani - attorno al 1995 - che maggiormente ha sofferto e ha soffre la devastazione del conflitto. Regole insulse e protocolli da seguire sono trasgrediti dal nostro piccolo gruppetto, dove i maschi sono “maschi”, coraggiosi e protettivi e le donne o ingenue e inesperte come Sophie (Melanie Thierry) o belle ma un po’ oche come Katya (Olga Kurylenko). Ma che ci fanno queste “modelle senza frontiere” nel teatro della guerra – si chiede il regista?
Sembra che il problema sia rimuovere un cadavere nel pozzo in modo da purificare l’acqua e distribuirla agli abitanti. I nostri eroi passeranno attraverso una serie di disavventure da quelle più burocratiche, a quelle più minacciose della mafia locale che detiene il potere dell’acqua. Il film gira attorno a questi temi e sembrerebbe concludersi con l’evidenziazione dell’impotenza degli “buoni”, mentre solo la natura (la pioggia finalmente arrivata) riuscirà laddove l’uomo ha fallito (fato?). Tesi non allegra per il gruppo di volontari che rischiano quotidianamente di saltare su una mina per fare un lavoro così poco gratificante (gli idraulici della guerra) come sturare i cessi del campo, rimuovere cadaveri e quant’altro. Il “duro dal cuore tenero” si chiama Mambru ed è impersonificato da Benicio del Toro, s’intenerisce per i cani e per i giovani inesperti e diventa tenero - anche un po’ troppo - nei confronti dello sguardo femminile…Piccolo e tarchiato si fa fatica a pensarlo nelle vesti di un esperto Don Giovanni. Migliore è B. il personaggio interpretato da Tim Robbins - che migliora con l’età diventando perfino simpatico - un cinico veterano che non saprebbe più dove andare e cosa fare se non ci fossero le operazioni umanitarie in terre disastrate. Altri due personaggi “locali” fanno parte del gruppo: l’interprete Damir (Fedja Stukan) è fragile perché proprio in quanto indigeno è ricattabile e Nikola (Eldar Residovic) è il bambino che rivuole il suo pallone e che ancora non sa di essere sopravvissuto ai suoi genitori impiccati senza un vero motivo.
Fernando Leon de Aranoa sceglie lo stile del grottesco e, un po’ come in “Tutti a casa”, o ne “La grande Guerra”, sceglie il momento della fine del conflitto; peccato che il regista spagnolo non abbia proprio la mano di Comencini né tantomeno di Monicelli. Forse il film si può inserire nel filone demenziale di “M.A.S.H.” ma anche qui la regia di Altman è decisamente a un altro livello. Tratto da “Dejarse Llover”, un libro di Paula Farias, con una colonna sonora che alterna rock e punk di Lou Reed, Santana e Ramones, il film ha un ritmo piuttosto lento specialmente nel percorrere la terra brulla dei Balcani con le strade che sono pericolosi tornanti. Le scene territoriali sono piuttosto ripetitive e, tutto sommato il film, al di là delle battute anche divertenti, annoia un po’.
Ghisi Grütter

CREDERE IN BABBO NATALE:L'ALBERO DELLA TIBURTINA

L'albero di Natale che ogni anno viene installato dalle FS  nell'atrio della Nuova Stazione Tiburtina,Cavour, rappresenta per molti  l'albero dei sogni e.....della speranza.Sognare non costa nulla,libera l'anima e fa volare i cuori,non è censurabile ,non è perseguibile e soprattutto regala un attimo di felicita'.Come quell'attimo che è necessario per scrivere il proprio desiderio e lasciarlo appeso all'albero in attesa che Babbo Natale lo esaudisca .Quest'anno è un Natale di "guerra".La città sembra vuota, impaurita,triste,stretta dalla morsa palpabile dello smog e da quella subdola del terrorismo.Allora viene in soccorso Babbo Natale che ci regala la speranza di credere in un mondo migliore....... che non tarderà a venire.
 Leggiamo qui di seguito le impressioni di Giuseppe.
D.F.



                                       
         

Oggi avevo fretta di comprare un libro interessante e quindi  l'unica libreria raggiungibile in un orario impossibile rimaneva quella della stazione Tiburtina sempre aperta.
Arrivato nell'atrio immenso e attualmente militarizzato per il Giubileo  sono
rimasto affascinato dal grande albero di Natale che e' stato collocato  in un lato discreto dell'ingresso dello scalo ferroviario.


Non ti colpiscono le luci,gli addobbi o la sua altezza ma i messaggi scritti su biglietti grandi e piccoli,in italiano ed in varie altre lingue che si rivolgono a Babbo Natale.... Avete capito bene....a Babbo Natale !

L'ISIS.la crisi economica,lo smog.... e i romani e non solo scrivono a Babbo Natale!
La mia fretta e' sparita e sono rimasto a leggere due,dieci,cinquanta messaggi scritti su qualunque cosa offrisse una superfice libera dove poter scrivere e da appendere ai rami.
Richieste di esami da superare,di malati da guarire,di amori da trovare o da confermare,di richieste di posti di lavoro,di aiuti economici,biglietti sportivi,di speranza,di preghiera o di ringraziamento !


 
Piccole storie d'amore,di tragedie, di tradimenti,di gioia.
Non sono giovane ma alcuni messaggi mi hanno emozionato perche' riflettendo mi sono reso conto che gente di tutte le etnie,eta',uomini,donne e bambini....si sono fermati un attimo rallentanto i loro ritmi di movimento ,di lavoro...per scrivere poche righe su un foglietto per affidarle ad una cassetta della posta di Babbo Natale !
Si, se questa gente di Roma ,italiani e stranieri ,hanno ancora la capacita' di pensare positivo e di giocare anche se talvolta con la forza della disperazione, con Babbo Natale......bene allora possiamo stare tranquilli perche' il 2016 e forse il nostro futuro sono in buone mani e domani sara' un giorno migliore!
Grazie ,scusate e Buon Anno.
 Giuseppalfonso Mascolo






29 dicembre 2015

LE POLVERI SOTTILI A ROMA

Il fatto che non piova da due mesi sta mettendo a dura prova gli italiani e i loro polmoni.Targhe alterne,blocco totale della circolazione,riscaldamenti accesi con giudizio ,conversione industriale a favore di alimentazioni prodotte non da combustibili fossili e così via elencando.Si sà:le vie del cielo sono lastricate di buoni propositi,fatto salvo dimenticarsene quando l'emergenza è finita.Ne è stato un lampante esempio la conferenza sul clima di Parigi,conclusasi con grandi abbracci e qualche lacrimuccia.A fronte del nulla delle passate edizioni ,a Parigi sono stati posti dei paletti sia sull'aumento della temperatura da tollerare sia sulle misure da adottare.Ogni Paese tirando la coperta dalla propria parte.Impegni presi sempre più in là nel tempo,come se si potesse controllare l'emergenza climatica con l'orologio,e in assenza o quasi di sanzioni se non di blandi controlli e misurazioni.Intanto il clima è impazzito:davanti alle lande assolate della penisola italiana,contrasta invece l'alluvione che ha colpito alcune regioni della Gran Bretagna,e il vero proprio turbinio di tornado verificatosi negli Stati Uniti ,a cui si aggiungono le sciagure naturali causate per mano colpevole dell'uomo come  in Cina per esempio.Un vero e proprio clima impazzito in tutto il mondo mentre i ghiacci si sciolgono ,e gli Inuit non sanno più dove cacciare e come fare per sopravvivere,e il livello del mare si alza sommergendo le isole più esposte come le Kiribati.
Insomma non è più il tempo di una volta,bisogna attrezzarsi e bisogna soprattutto rinunciare a qualcosa come per esempio la comodità dell'auto attaccata sempre sotto il c....e il riscaldamento a palla.
Riportiamo qui di  seguito un articolo apparso su www.cinquequotidiano.it che ci informa circa  la situazione del livello delle nefaste  polveri sottili a Roma.
Domenico Fischetto

Smog a Natale, ecco tutti i dati a Roma e Provincia

La pausa natalizia sembra aiutare l’aria a ripulirsi un po’. Niente di risolutivo, sia chiaro, ma dagli ultimi dati misurati dalla centraline dell’Arpa Lazio la qualità dell’aria di Roma e dintorni sembra essere migliorata nell’ultimo week end di festa. I valori delle polveri sottili Pm10 rilevati infatti sono decisamente più bassi. Confrontando i valori medi delle polveri sottili, registrati nelle diverse centraline, si nota come domenica, rispetto ai valori medi della settimana 14-20 dicembre, le Pm10 siano nettamente calate.
Significativo, ad esempio, il dato della centralina Cinecittà, una delle aree più inquinate di Roma, dove si è passati da un valore di Pm10 di 91 microgrammi/m3 ad uno di 61, a fronte del limite fissato a 50. La centralina di largo Preneste è passata da una valore di 72 ad uno di 56. Mentre quella a largo Arenula è passata da un valore di 63 al 48 verificato domenica. La centralina di corso Francia domenica ha toccato un livello di 50 contro i 61 della settimana presa in esame. Stesso valore per Magna Grecia contro i 67 dell’ultima rilevazione.
Meglio ancora la situazione fatta registrare a villa Ada dove domenica le Pm10 toccavano 46 µg/m3 contro i 59 della media della settimana precedente. A Bufalotta il 27 dicembre la centralina registrava un valore di 51 contro i 63 toccati in precedenza. Un’altra tra le zone più inquinate di Roma, quella della Tiburtina, ha segnato un calo delle polveri sottili, passando dai 78 della settimana precedente ai 64 di ieri. Ed ancora: in via Cipro la centralina è passata da un valore di pm10 di 67 ad uno di 52. A Malagrotta da 51 a 44, a Fermi da 60 a 47, a Cavaliere da 56 a 49 mentre la centralina di Guido è passata da 56 a 28.
Per quanto riguarda la Provincia il calo delle pm10 è meno netto. La centralina di Ciampino ha segnato una discesa da 79 a 75 µg/m3, quella di Civitavecchia porto da 40 a 34 mentre quella di Guidonia da 63 a 57.

28 dicembre 2015

VILLA BLANC:RICOLLOCATA LA BALAUSTRA DELLA TORRE



                                                         Torre di Villa Blanc senza balaustra
                                                           Torre di Villa Blanc con balaustra

Non ricordiamo bene l'anno,sicuramente tra il 2006 e il 2008:la balaustra della torre di Villa Blanc precipitò sul tetto sottostante della Villa causando un bel buco e tanto rumore.Era la logica conseguenza di tanto abbandono del proprietario della Villa,la Luiss.A furia di mancanza di manutenzione ,riscontrabile peraltro in tutto il complesso della Villa e del Parco,la balaustra, che da tempo fungeva da appoggio a corvi e gabbiani, cedette e si diede per vinta definitivamente.Furono dei cittadini a telefonare all'attuale direttore generale della Luiss che ,completamente ignaro dell'accaduto,ringraziò ma non provvide alla sua pronta risistemazione.
Ora è passato tutto questo tempo e finalmente la balaustra è stata rimessa al suo posto:riteniamo restaurata e rinforzata.Una buona notizia fnalmente!
Siamo grati alla Luiss di aver proceduto alla sua ricollocazione anche se in tempi non proprio velocissimi.Ma si sà ,impegnati come sono a restaurare e  a rimettere a nuovo l'intero complesso,parco ed edifici, che era andato in malora anche a causa del loro completo disinteresse e abbandono , durato almeno 15 anni,non potevano procedere più velocemente. 
Domenico Fischetto

27 dicembre 2015

Recensione libro:DUE FINESTRE SU PIAZZA NAVONA di Anna MAROCCHI



DUE FINESTRE SU PIAZZA NAVONA
Narrativa Aracne, Ragno Riflesso, Roma 2015, pp. 125, € 12,00

Anna Marocchi, storia di una donna coraggiosa


 


Mi stavo chiedendo proprio perché tante persone scrivano libri autobiografici, quando Anna Marocchi – che ho conosciuto principalmente in quanto moglie di un mio collega – mi manda generosamente una copia di questo suo (secondo) libro appena uscito. Anna è una donna molto bella ancora oggi, nata nel 1936, è stata una delle poche eroiche ragazze che si sono iscritte alla Facoltà di Architettura di Roma negli anni ’50. Questi studi universitari erano considerati, all’epoca, molto duri e difficili, sicuramente non adatti a una ragazza.
Anna Marocchi ha avuto una vita piena di soddisfazioni sia dal punto di visto lavorativo sia da quello famigliare: moglie e madre di due bellissime figlie (una delle due è l’attrice di successo Galatea Ranzi). Anna Marocchi è una donna schietta ed estroversa consapevole dei privilegi che ha avuto, ma anche caparbia e tenace per cui molti traguardi raggiunti li ha potuti ottenere grazie alla sua costanza e grande determinazione.
Io penso che il desiderio di scrivere di sé, andando in là con gli anni, venga per riviverne gli attimi preziosi e per fissarli nella memoria, ma anche e soprattutto per lasciare una testimonianza a figli e nipoti di un mondo che sta sparendo se non è già del tutto sparito: una preziosa documentazione di quanto fossero diverse le nostre vite solo mezzo secolo fa. In una realtà come quella di oggi dove tutto è immediato e contemporaneo, il sapere è orizzontale e le amicizie sono virtuali, il fattore “tempo” vuole essere notato e memorizzato, e per di più il libro resta.
Anna ripropone al lettore una Roma in bianco e nero che si girava in lambretta in un’epoca preconsumistica piena di speranze per il futuro. Infatti, leggendo il libro della Marocchi sembra proprio di vedere il film “Vacanze Romane” di William Wyler, interpretato da Audrey Hepburn e Gregory Peck. Era un’epoca dove si trovavano abbastanza facilmente le case in affitto in centro e Anna ebbe la fortuna di trovarne una, appena sposata, in Piazza Navona!
Era un mondo dove, negli studi degli architetti le prospettive si facevano a mano posizionando con cura i punti di vista, e i genitori erano genitori e non “amici”. L’educazione non era certo permissiva e il sesso era tabù. Un’Italia ipocrita e democristiana che abbiamo combattuto ma che, ahimè, talvolta rimpiangiamo quando vediamo attorno a noi tanta volgarità diffusa.
Il libro è corredato di foto dell’epoca ma anche di disegni e piante delle sue case quale prezioso materiale d’archivio. Mi piacerebbe se Anna mettesse insieme i vari racconti di queste “decadi vissute” per farne un grande unico grande romanzo della sua vita come testimonianza di una donna coraggiosa e di una Roma che fu.

Ghisi Grütter