31 gennaio 2017

INTERVISTA A PAOLO BERDINI

 
di Giovanna Vitaòle
 
"In giunta siamo tutti convinti che lunedì la sindaca chiarirà ogni cosa. Uscirà pulita dalla vicenda Marra. E noi potremo finalmente ricominciare a lavorare per la città. A occuparci, soprattutto, delle periferie abbandonate da decenni. Altrimenti, di questo passo, c'è il rischio che Roma muoia". Paolo Berdini, l'eretico assessore all'Urbanistica, stavolta ha deciso di giocare di squadra. Di difendere a spada tratta Virginia Raggi. "Una brava ragazza alle prese con una sfida forse più grande di lei. Come di tutti noi", sospira. Senza tuttavia rinunciare a denunciare "i molti errori fatti" e ammettere che "lo strapotere di quell'uomo", in galera per corruzione, "è sempre stato misterioso".

Saranno giorni difficili, per voi, assessore...
"Abbiamo tutti contezza, a partire da Virginia, del passaggio difficile e molto delicato che ci attende. Ma ci siamo persuasi che andrà bene. Perché se il fratello telefona al fratello per dire che c'è un posto libero, non mi sembra penalmente rilevante".

Beh, a parte il fatto che l'amministrazione pubblica non si può gestire come fosse un'azienda di famiglia, Raggi per coprire Marra ha anche dichiarato il falso all'Anac.
"Sono le ipotesi formulate dalla procura. Tutte da verificare. Lei a noi ha detto di aver seguito le procedure indicate dagli uffici. E io le credo".

Quando furono allontanati l'assessore Minenna e la giudice Raineri, lei fu uno dei primi a sollevare la questione Marra...
"Lo confermo. Non mi piaceva e l'ho detto".

Perché non le piaceva? E perché secondo lei Raggi gli ha affidato tanto potere, preferendo lui a Raineri e Minenna?
"Le loro dimissioni sono state forse uno dei momenti più dolorosi di questa esperienza, la giunta ha davvero sofferto. Ma io non so dire cosa legasse Marra alla sindaca. Me lo sono chiesto tante volte. Credo lei lo ritenesse un dirigente preparato. In grado di svelarle i segreti della macchina comunale".

In Campidoglio però ce ne sono tanti.
"È infatti è stato uno dei grandi errori di Virginia. Si è trovata davanti a una sfida più grande di lei, governare il disastro ereditato a Roma, e ha finito per circondarsi di persone sbagliate. Ora però abbiamo finalmente la possibilità di ripartire senza scheletri nell'armadio".

Gli altri errori?
"Una certa difficoltà a sintonizzarsi con la città. La grande inesperienza. E le liti interne al M5S, che hanno pesato".

Nel frattempo, però, Roma è paralizzata.
"Sono stati sette mesi travagliati, inutile negarlo. Perciò serve cambiare passo. Altrimenti Roma muore. Implode. Ogni giorno vengono chiuse strade perché non c'è manutenzione. Il sottopasso sotto San Pietro, interdetto per via del terremoto, ha trasformato la zona in una trappola per auto e bus. Poi c'è il crollo di Ponte Milvio. La capitale è in affanno perché non curata per decenni. E noi fatichiamo a dare risposte".

C'è chi dice che siano stati 7 mesi di nulla...
"Non è vero, abbiamo indirizzato tutti i soldi residuati dal Giubileo negli appalti per la manutenzione che partiranno però a giugno. Con le procedure Anac i tempi sono questi".

Soldi e iniziative ereditate dal passato.
"Falso. Con i 18 milioni destinati dal governo alle periferie abbiamo confezionato una serie di progetti in meno di due mesi. Dando priorità a Ostia, divorata da Mafia Capitale, grazie anche all'impegno del prefetto Vulpiani. Un edificio in abbandono come l'ex Gil diventerà un presidio di legalità. È un segnale: una visione differente della città".

Finora però avete detto no a tutto: alle Olimpiadi, allo stadio
della Roma. Come finirà?

"Se si vuol costruire lo stadio in un posto sbagliato, io non posso fermare una macchina infernale, ma si farà come dico io, con le cubature previste dal Prg".

Ovvero?
"Si edificheranno 69mila metri quadrati rispetto ai 350mila pattuiti con Marino".

In maggioranza siete tutti d'accordo?
"Sì. Aspettiamo solo l'ok della Roma".

LA SINISTRA DEL PARTITO DEMOCRATICO AD UNA SVOLTA?



 
 
Il "  Corriere della Sera " ha battuto la notizia secondo cui D'Alema preso atto della ostinazione di Renzi di andare comunque ad elezioni con la legge elettorale, modificata della Consulta ,stia seriamente considerando la possibilita' (rectius) necessita' di provvedere ad un doloroso" strappo, reso necessario della iattanza renziana che tratta il PD come una pertinenza del suo attuale segretario. Ancora non e' arrivato il sostegno dei Bersaniani di Speranza. E' necessario che Sinistra Riformista resista al tentativo del seduttore di Rignano di fare breccia nei timori degli esponenti parlamentari della minoranza dem di non essere inseriti come capolista nei collegi che la Sentenza della Corte ha lasciato sopravvivere nella sentenza "riformata" .
 
Come era nell'aria ,almeno al momento, Sinistra Riformista si e' però tirata indietro. Era stata tiepida anche al tempo del NO al referendum. Loro dicono vogliono fare la battaglia dentro il PD. Il quadro quindi si complica."Il divide et impera" di Renzi, sembra funzionare. Certo le intenzioni,leggo che Speranza ha citato il successo transalpino di Gamon, sembrano le piu' nobili, ma il risultato pratico e concreto potrebbe portare acqua alla fine al progetto renziano di dividere ed indebolire il fronte della Sinistra DS. A ben vedere e' la storia degli ultimi anni una sinistra PD, divisa e segnata dalle stesse medesime divisioni e dubbi metodici e programmatici di sempre tra: Dalemiani,Bersaniani, addirittura Cuperliani..... divisi pero' non solo non si vince ma addirittura si diventa politicamente non rilevanti. Occorre coesione e solidarieta' a Sinistra se desideriamo veramente salvare il Paese e il destino di NOI, lavoratori.
Spero come militante, come cittadino, che Speranza e Bersani sappiano resistere al tentativo renziano di incunearsi tra le forze progressiste e riformiste rappresentate da CONSENSO ed ala riformista, e prepararsi ad un' esperienza alternativa che comunque attesa la situazione complessiva attuale internazionale ed interna si presenta complessa ed inquietante.
Buona giornata a Voi tutti,
Luca Giordano
 



PANTHEON :OPINIONI A CONFRONTO SUL PAGAMENTO DEL BIGLIETTO D'INGRESSO


 NOTA ESPLICATIVA :
Il Pantheon è una proprietà del demanio italiano gestito dal MIBACT; nel 2016 ha fatto registrare 7 398 536 visitatori, risultando il sito museale statale italiano più visitato; dal marzo del 2015 è in gestione del Polo Museale del Lazio; il direttore è Giovanni Belardi.
Attualmente l'ingresso è gratuito.
 
La proposta del ministro Franceschini di introdurre il ticket per uno dei siti simbolo di Roma divide gli esperti. Ed è dibattito tra chi sostiene che è corretto dare un prezzo alla cultura e chi no.

Perché no
IN QUELLE MURA L’IDENTITÀ ITALIANA COSÌ LA SVILIAMO
di Tomaso Montanari


«L’unicità.Rappresenta la continuità tra classico e moderno Resti gratuito»
Ha scritto Kant: «Tutto ha un prezzo o una dignità. Ciò che ha un prezzo può essere sostituito da qualcos’altro a titolo equivalente; al contrario, ciò che è superiore a quel prezzo e che non ammette equivalenti, è ciò che ha una dignità ». Il Pantheon deve avere un prezzo, o può continuare ad avere una dignità?
La dignità del Pantheon è intimamente legata al cuore stesso della nostra identità: esso simboleggia la continuità tra il mondo classico e la nostra cultura moderna (è un’architettura antica ininterrottamente usata), mostra l’eccezionale ruolo che l’arte ha avuto in Italia (ospita le tombe di Raffaello e Annibale Carracci), racconta la nostra faticosa epopea nazionale (accogliendo i sepolcri dei re d’Italia). Infine, rappresenta l’unità del nostro spazio pubblico, attraverso una comunione formale e sostanziale con la piazza che sarà interrotta dal pedaggio.
Questa interruzione è un peccato mortale, sul piano civile e politico: perché prende un pezzo di città e lo trasforma in attrazione turistica, disincentivando i romani dall’ingresso, e dunque dalla conoscenza di se stessi. Ed è anche un peccato vero e proprio: di simonia, cioè di vendita di cose sante, visto che il Pantheon è anche una chiesa consacrata (e infatti una direttiva della Cei, già troppo disattesa, vieta di fare pagare per accedere alle chiese). Il Pantheon – come tutto il nostro patrimonio culturale – è una scuola: di memoria, di futuro e di cittadinanza.
I cittadini mantengono le scuole attraverso la fiscalità generale: ed è lì che bisogna guardare. Togliere i biglietti a tutti i musei statali ci costerebbe circa 100 milioni di euro l’anno, mentre l’evasione fiscale viaggia sui 120 miliardi di euro l’anno. Siamo sicuri che sia un buon affare mettere a reddito il cuore stesso dell’identità nazionale, invece che far pagare le tasse a tutti?
Il ministro Franceschini ha spiegato che gli introiti del Pantheon serviranno a compensare il denaro che egli sottrae al patrimonio storico e artistico di Roma isolando il Colosseo in una assurda autonomia plurimilionaria. Egli ha citato il precedente del ministro Bottai: ma il capo di quel governo era Mussolini, per il quale «i monumenti millenari della nostra storia devono giganteggiare nella necessaria solitudine» (discorso del 31 dicembre 1925). Ora è l’ideologia è un’altra: non quella del fascismo, ma quella della supremazia assoluta del mercato. Tanto che il Mibact potrebbe cambiare la sua sigla in Mimcin: Ministero per la mercificazione della cultura e della identità nazionale.
Ma, come ha scritto Michael Sandel, «assegnare un prezzo alle cose buone può corromperle. Spesso gli economisti assumono che i mercati siano inerti, che non abbiano ripercussioni sui beni che scambiano. Ma questo non è vero. I mercati lasciano il segno. […] Se trasformate in merci, alcune delle cose buone della vita vengono corrotte e degradate». La cultura dovrebbe essere l’antidoto a un mondo dove il denaro misura e compra tutto: ma se avveleniamo l’antidoto, che speranze avremo di cambiare?

Perché sì
GIUSTO IL BIGLIETTO SE SERVE
A SALVARE I NOSTRI TESORI
di Corrado Augias
«La sfida.Prevedere un costo può aiutare a risolvere i problemi di cassa»
In decisioni come queste non esistono un torto e una ragione, nemmeno un meglio e un peggio, tutti sono animati dalle migliori intenzioni, divisi solo da due concezioni, forse potrei dire da due urgenze.
L’annuncio di far pagare un biglietto per il Pantheon ha suscitato polemiche, vivaci quelle dell’assessore Luca Bergamo da noi intervistato ieri. Gli aspetti pratici della questione sono parecchi e vanno chiariti. Il Pantheon è arrivato quasi intatto fino a noi perché usato come chiesa dai primi cristiani – Bernini si portò via i bronzi per farne il baldacchino di San Pietro, ma pazienza. Ancora oggi il monumento è anche una chiesa ed è opportuno distinguere il turista dal fedele; sarà logisticamente possibile farlo? Oppure: far pagare un biglietto implica ingaggiare il personale addetto e predisporre una biglietteria. Sarà possibile una collocazione che non offenda il monumento né quel gioiello della piazza antistante?
Spero che prima dell’annuncio gli uffici ministeriali abbiano impostato la soluzione di questi e di altri possibili problemi. Resta il merito delle obiezioni, in particolare quella dell’assessore Bergamo, che può essere riassunta in questi termini: Roma non è un museo per turisti, il ministro guarda al patrimonio della città «come a un giacimento da sfruttare per la bigliettazione» (sic).
Altrove Bergamo ha anche aggiunto che «si può fare molto di più e di meglio che un parco archeologico nell’area centrale di Roma». Muove l’assessore una nobilissima visione idealistico-romantica. Dietro le sue parole traspare l’immagine di Chateaubriand che contempla immalinconito la mole del Colosseo illuminato da una pallida luce lunare.
Ho fatto a tempo a conoscerla anch’io la Roma di quando le rovine erano parte stessa della città, il fascino del Grand Tour poggiava anche su questo: la vita brulicante e chiassosa nelle strade e il grandioso silenzio del passato.
Quella Roma, quel silenzio, quella convivenza non ci sono più né torneranno più. Viviamo in anni in cui ovunque nel mondo, in particolare a Roma, è difficile perfino garantire la normale, ordinaria protezione dei monumenti – di manutenzione a Roma non è nemmeno il caso di parlare.
Quando attraverso a piedi Valle Giulia, Villa Borghese, il Pincio e vedo gli scempi commessi durante la notte mi chiedo sempre se sia una fatalità a volere una capitale così derelitta o se dipenda solo da un’amministrazione incapace o sopraffatta dagli eventi.
Presa ogni possibile precauzione, coordinati gli intenti tra Stato e Comune, ricavare un profitto da alcuni monumenti per destinarlo ad altri monumenti in un momento in cui le casse pubbliche sono vuote, mi sembra solo un volersi adeguare alla drammaticità del momento.
Repubblica, 13 gennaio 2017

30 gennaio 2017

Morta a 106 anni la segretaria di Goebbels.

Perché oggi la sua storia è più attuale che mai

DA https://left.it/2017/01/30/storia-segretaria-goebbles-ritorno-fascismo/





 
È morta all’età di 106 anni Brunhilde Pomsel che durante gli anni del nazismo fu la segretaria di Joseph Goebbels, uno dei più importanti gerarchi nazisti, ministro della propaganda e per quasi due giorni Cancelliere del Reich dopo il suicidio di Hitler nel 45 . Brunhilde era una delle pochissime persone ancora in vita ad essere state a stretto contatto con uno dei leader del partito nazista. Sul tema aveva rilasciato un’intervista al The Guardian la scorsa estate nella quale non solo aveva dichiarato di non essersi accorta di quello che stava accadendo, ma anche di non provare sensi di colpa per il compito svolto per il regime: «Davvero, io non facevo nient’altro che battere a macchina nell’ufficio di Goebbles». Brunhilde è anche la protagonista del documentario “A German Life” qui, raccontando la sua vita, racconta anche quella di molti altri tedeschi che semplicemente avevano scelto di non opporsi alla dittatura nazista, accettandone passivamente dogmi e ingiustizie perché in fondo tutto sembrava ormai normale. «Molte persone oggi – racconta con schiettezza Brunhilde nell’ultima intervista rilasciata – dicono che si sarebbero certamente opposti al nazismo. Credo che siano sinceri quando lo dicono, ma credetemi, in verità, molti di loro probabilmente non lo avrebbero fatto se si fossero davvero trovati al nostro posto». Quella che ci ha raccontato Brunhilde Pomsel è un’altra storia, anzi un altro pezzo, altrettanto agghiacciante, di quella vicenda che ha sconvolto il Novecento e che ci stiamo sforzando di non dimenticare. Le parole dell’ex segretaria di Goebbels sottolineano continuamente come l’orrore si fosse mescolato alla vita di tutti i giorni, come le libertà e i diritti fossero stati sottratti alle persone senza che la gente nemmeno se ne accorgesse, e anzi come spesso quelle privazioni fossero invocate e accolte con scroscianti applausi ai comizi del regime. «L’intero Paese – raccontava Brunhilde la scorsa estate al cronista del The Guardian – era come sotto un incantesimo. Posso accettare le accuse di chi mi dice che non mi sono interessata alla politica, ma la verità è che in quegli anni l’idealismo della gioventù rischiava facilmente di farvi spezzare il collo». Avere il coraggio di resistere a quello che stava succedendo, o anche solo accorgersi della direzione che stava prendendo il mondo, in quel momento storico risultava per le persone comuni più difficile di quanto oggi si possa pensare. La storia di Brunhilde Pomsel oggi è più attuale che mai e mostra come alcuni segnali e cambiamenti (bandire qualcuno sulla base dell’etnia o della religione come ha fatto Trump tanto per fare un esempio attuale) abbiano un significato ben definito e indichino una direzione altrettanto chiara, che abbiamo già visto realizzarsi in passato, che potrebbe o meno verificarsi nuovamente. «Molti al nostro posto non sarebbero riusciti a opporsi» raccontava la segretaria del ministro della Propaganda nazista. Resistere starà a noi e sarà difficile.


GOING HOME? Diario della giornata di un americano ( speciale) a Roma

Il nostro amico e corrispondente da S. Francisco , Tony Tasca , è a Roma.
Di seguito pubblichiamo  il suo diario di una giornata romana.( per la traduzione usare  Google o altri siti che forniscono un servizio di traduzione)
 
 
                                        Tony Tasca sul terrazzo della redazione di Tre Righe
 
 
 
The Ancient Greek philosopher Aristotele is often quoted to have said that you cannot be in the same river twice. Why? The water continues on its way, so the river is constantly changing.

Italy is no longer my home, although I referred to it as such. I left 61 years ago! My home is now the USA. Returning is always a treat ... a journey back to my younger restless days. It does take me perhaps a week of total immersion to become once again a local ... even the language does not come back easily. I need to transition from thinking in English to thinking in Italian in order to avoid classical translation anomalies.

I have my ritual. Stay 2-3 days in Rome alone. Walk 6-9 miles. Become absorbed in the local life, smells, peculiarities, and sights. It is my way of transitioning from my world to that of my paesani.

Rome, the eternal city, is uniquely qualified for such experience ... no place else will you find the ancient mingling with the medieval, the renaissance  blending with modernity, the contemporary revering the classical. It can be a dirty place, noisy, garrulous, but always inviting and seductive.

After checking in at the Ambasciatori Palace Hotel in via Veneto, I had a simple lunch: a big mixed salad and pasta with mushrooms. A 4-hour nap helped remedy the sleep deficit and jet lag. I called my brother Angelo to let him know I was in Rome safe and sound.

The hotel is one of my favorite **** hotels in Rome. It captures the grandeur of the last century and avoids the monotony of modern day architecture. Large rooms, enormous bathrooms, high sealing, marble floors. Spectacular breakfast buffet. Friendly staff who have not forgotten the meaning of service. Price? $ 130 per night including breakfast.

I did not want to eat at the hotel again. So I exited the hotel, located across the street from the American Embassy. Via Veneto is the chic Rodeo Drive of Rome, where people say the dolce vita was born and thrives to this day. Just the words bring the imagery of Federico Fellini and remembrance of the famous actors Marcello Mastroianni and Anita Ekberg, the stunning Swedish actress, who passed away recently.

I saw across street a bistro open. Most places are closed on Sunday. Romans take their sabbath seriously -- time with the family, time to recharge. The joint suggests its mission: cater to the lonely tourist in search of back home food and favorite Italian plates.

Welcome to Frankie's Grill and Pizzeria.

I entered and noticed only two young women eating there. Once seated, I picked up from eavesdropping that they were American. A great looking hostess with high heels and tight pants brought me the menu. She noticed that I spoke Italian and asked me I was from Italy. I told her that I was born in Italy but had emigrated 61 years ago. She complimented me for not having lost contact with the country and fluidity with the language. She then began to pepper me with questions, some a bit too personal. I put aside the vanity to which old men can succumb when a beautiful lady takes an interest in them, and placed my order.

A pizza with anchovies, aptly called Napoli, in honor to its birthplace: Naples! I also ordered a small bottle of mineral frizzy water. I needed to take my medicines.

Soon two young Chinese women entered, followed by a couple that spoke a language I did not recognize. Hungarian, Slavic? My guess!

Waiting for my pizza, I started to gaze around. The TV is playing music videos ... no one is paying attention. The head waiter would greet passerbys and invite them to come in. Not one took his invitation until two young guys asked to see the menu. Satisfied with what they saw, they walked in. They spoke American English. We are now 7. Too early for locals. It is 8:15 PM.

My pizza came (see picture below). Nice, enticing, bubbling! I am really not very hungry. I have to eat to take my pills. I started to munch ... and like the famous Italian proverb suggests ... hunger comes with eating. Your taste buds awaken and you start to eat even though you are full. That is why it is smart to get up and leave the dining table when you are satiated.  I downed about 3/4 of the pizza and then asked the waiter to take the plate away lest I would eat the whole thing.

I continued sipping my mineral water. The waiter came over and told me that the chef had made that day fresh tiramisu. Would I want to have some? How can I refuse? Yes, I would. Next thing I know this beautiful dessert is staring at me. See picture below. It was magnificent, better than what I expected! Extra full, I asked for the bill.

It came to € 12.20. I left € 15 and returned to my hotel room.

I hope to get a good night's rest. Tomorrow I will invite some friends to come and dine with me tomorrow night. After breakfast I will take a 3-4 miles walk to Campo de' Fiori, the medieval open air market, ideal for shooting some photos. I might walk back if not tired. The forecast says it will be sunny but brisk. 

PER NON DIMENTICARE SREBRENICA


Riceviamo e volentieri pubblichiamo


MALA TEMPORA CURRUNT

 
 
Si addensano le nuvole sul nostro futuro.
Stamani avrete gia' letto del grave attentato  a Quebec City in Canada , dei raid in Yemen , dello stop ai rifugiati negli USA . Un mondo in fiamme, sembra avverarsi la analisi profezia di S.P. Huntington, descritta nel suo famoso saggio "Lo scontro di civilta' " . A casa nostra segnalerei come preoccupanti segnali di un imbarbarimento dei costumi, quanto accaduto di recente a Venezia ed a Roma. Mi riferisco all' annegamento nel Canal Grande la scorsa settimana di un giovane dello Zambia, lasciato annegare senza soccorso davanti a tutti, Qualcheduno addirittura lo scherniva chiamandolo " Africa"....... e la manifestazione politica organizzata sabato u.s. a Roma dalla destra con cori beceri, insulti e......addirittura crocifissi ostentati quale segno distintivo e di riconoscimento. Vi segnalo un articolo interessante pubblicato questa settimana dall'Espresso di M.Ofrey, il famoso filosofo francese, che ci offre un' interessante occasione di riflessione. Devo confessare di aver paura. I nostri sistemi nazionali stanno prendendo la strada dell'irrazionalita' , della prepotenza, della paura, della xenofobia, della violenza. Si stanno velocemente allontanando dal buon senso e della razionalita' dello stato di diritto, dal diritto stesso, definito gia' dagli antichi romani "ars bona et equi" .Stiamo assistendo ad un processo di decadenza razionale senza precedenti nella storia contemporanea. Credo che abbia ragione Ofray quando scrive "di fronte ad un sistema politico che aveva promesso tutto e non ha mantenuto nulla, una plebe adesso vuole fare tabula rasa, senza un progetto politico". Solo una sinistra riformata e forte, molto forte, credo che possa evitare di farci precipitare in un Buco Nero che divorerebbe secoli di progresso civile ed umano.
Un buon inizio di settimana a tutti,
Luca Giordano.

C'E' CHI DICE NO ( anche dopo il 4 dicembre)

Marcano la differenza quelli del Comitato Romano per il NO rispetto al Comitato Scelgo No che ha deciso, con l'assemblea tenutasi il 28 gennaio, di chiudere la fase del NO ed aprirne una nuova che passa anche attraverso un nuovo denominazione : Con Senso.
E lo fanno  puntualizzando  le differenze nel rispetto reciproco, of course, delle scelte attuate.
Poi dici che la sinistra è disunita. Se basta un tentativo in autonomia di cambiare passo ed aprire una nuova stagione come hanno fatto quelli del Comitato Scelgo NO per sentire il bisogno da parte del Comitato Romano  per il NO di segnare il confine tra loro e gli altri, allora noi pensiamo che Renzi and Co avranno vita facile e lunga.
D.F.

29 gennaio 2017

CONSENSO :per una nuovo centrosinistra







 
 
Ieri, 28 gennaio, come riportato da tutti i media nazionali, si è tenuto l'importante assemblea nazionale dei Comitati Scelgo No.
I lavori sono stati aperti da Guido Calvi, presidente del Comitato Nazionale, e ben diretto  dal tavolo della Presidenza da Piero Latino.
Si sono alternati al microfono rappresentanti dei comitati locali, sottolineando così la presenza diffusa del Comitato sul territorio nazionale. Importanti sono stati i contributi dei "fratelli" di Sinistra Italiana e del costituzionalista Pace.  L'intervento di Speranza è stato certamente il più applaudito mentre Michele Emiliano, molto atteso in virtù dei rumors che lo danno candidato alla segreteria , era assente per un importante impegno istituzionale.
Le attese man mano che i relatori si succedevano sul palco erano comunque tutte per l'intervento finale, quello di Massimo D'Alema. Che non ha deluso le aspettative. Tonico, rilassato e pungente al solito, "il baffetto malefico nazionale" il "riservista" ha iniziato il suo lungo discorso precisando che la fase del NO si è conclusa che ora se ne apre una nuova in cui i comitati si riorganizzeranno e faranno sentire la loro presenza in tutt'Italia. Comitati aperti anche a quelli  che hanno aderito al SI. Dimostrando con questo che la fase conclusa non vuole fare prigionieri né alzare steccati piuttosto dimostrarsi aperta ed accogliente a tutti quelli che vorranno lavorare per un nuovo centrosinistra. Si apre una nuova fase , l'inizio di un nuovo CONSENSO , con un programma di lavoro chiaro e definito. Niente tesseramenti ma raccolta fondi per finanziare le iniziative.
 Quando poi, ha continuato D'Alema, l'82% dei giovani ha votato per il NO, a suo avviso questo era motivo più che sufficiente, ed anche di buon senso, aprire la discussione all'interno del PD  con un congresso che analizzasse i motivi della sconfitta e aprisse una nuova fase di dialogo, di ascolto ma soprattutto di comprensione e di proposte per la soluzione dei gravi problemi che attanagliano la società italiana . Con un paragone ad effetto , togliendosi evidentemente un sassolino dalla scarpa, D'Alema ha detto che il PD di Renzi ha fatto dell'antipolitica il cavallo di battaglia della campagna referendaria,  come se il Mulino Bianco avesse promosso  una campagna referendaria contro i biscotti!
D'Alema pur escludendo che quella di oggi non era la fase zero della costituzione di un nuovo partito, ha comunque lanciato un monito a Renzi invitandolo a indire il  congresso del partito a breve  ,  ad un maggiore discussione democratica all'interno del PD e non andare a votazione prima .
Se no :LIBERI TUTTI.
 
Domenico Fischetto
 
Queste sono invece le considerazioni del discorso di D'Alema  di Luca Giordano
 
Il discorso fatto a braccio ieri da Massimo D'Alema é certamente uno dei più belli degli ultimi da lui pronunciati negli ultimi anni .
Non solo perché appassionante ,divertente,lucido .
É un discorso di grande ed autentica politica.
In particolare mi hanno colpito due aspetti : l`analisi internazionale Trump versus Cina , versus tutti....... ed l'analisi interna quella che attiene il malessere sociale ,economico al nostro Paese. Facciamo attenzione a quello che accadeva a Piazza SS .Apostoli a Roma , il tandem Meloni,Salvini+ Toti fanno decisamente paura ,ammettiamo la realtà ,anche da noi come nel resto del mondo c'è forte il pericolo di una " democratura" .....   vedo grandi pericoli che si avanzano , ieri sembra che fossero davvero tanti con fumogeni ,slogan beceri ,e facce minacciose .Occorre prendere atto che se non si riuscisse a recuperare tutto o buona parte dell' elettorato della Sinistra, ( cosa piuttosto difficile ,atteso che è stata fagocitata dai 5 stelle ) il quadro complessivo nel nostro Paese diventerà grigio e preoccupante come già negli USA, Turchia , Russia ed altrove . Forse qualcuno di Voi avrà letto la intervista al "  Times" rilasciata da Gorbaciov , l' anziano leader ha avvertito l'Occidente , il mondo affermando nella sua analisi ,senza mezzi termini ,che il mondo sta correndo e precipitando verso una nuova guerra  dalle proporzioni e danni incalcolabili .
Mi ha colpito il tono grave usato da D'Alema sul punto  evidentemente anche lui è molto preoccupato . Io, nel mio piccolo, faccio, ahimè, le stesse considerazioni . Non vorrei che i nostri futuri comportamenti politici fossero improntati e rivolti  piuttosto che ad occuparci di come migliorare l'ITALIA a salvare l' ordine e la pace nel mondo . Quando un grande Leader come D'Alema, dice che a difendere la pace é rimasto solo Papa Francesco .... beh occorre porsi una domanda e ..... darsi una risposta.
 Un caro saluto a Tutti ,

Luca Giordano

TRE RIGHE le notizie e i protagonisti numero di gennaio 2017




28 gennaio 2017

Recensione film: ALLIED-UN'OMBRA NASCOSTA regia di Robert Zemeckis



 

Con Brad Pitt, Marion Cottillard, del 2016. Sceneggiatura di Stevan Knight. Costumo di Joanna Johnstone.

 



 

 

Allied - Un’ombra nascosta è un film di amore e di spionaggio. Siamo nel 1942 in Marocco, dove nell’autunno erano sbarcate le truppe alleate e l’armata di resistenza francese sta cercando reclute tra i marocchini. Due agenti di spionaggio, senza essersi mai incontrati prima, devono fingersi coniugi e portare a termine insieme una missione pericolosa: uccidere l’ambasciatore tedesco durante un ricevimento all’ambasciata.

Peccato che il film abbia delle sbavature di sceneggiatura (o di regia?) specialmente nella prima parte proprio a Casablanca, dove l’incontro tra le due spie - Max Vatan, comandante di aviazione dell’Ontario (Brad Pitt) con la parigina Marianne Beausejour (Marion Cotillard) - non è molto credibile, presenta poca azione e troppi primi piani.

In un paio di scene ho creduto che il film volesse optare per un registro ironico come Zemeckis sa fare: la fuga dall’ambasciata mano nella mano con i mitra nell’altra ha un sapore comico, così come quella in cui Marianne a Londra, un anno dopo, partorisce la piccola Anna per strada fuori dell’ospedale, in pieno attacco aereo tra le bombe nemiche e gli aerei in cielo. Poi invece, nella seconda parte e sul finale, il film acquista un buon ritmo, il regista prende a modello alcuni film di Hitchcock e riesce a creare anche una certa suspence nell’intricata vicenda di “chi tradisce chi “e nel dubbio che s’insinua tra le certezze assolute.

Nella scena finale che ha luogo nell’aeroporto, Zemeckis sembra proprio voler evocare il film Casablanca dove, anche lì, l’amico del protagonista finisce per coprire un pasticciaccio di spie. Sembrerebbe che negli anni ’40 a Casablanca i “duri” (sia Rick sia Max) o s’innamorino perdutamente per la prima volta o ritrovino vecchie grandi passioni mettendo a dura prova la loro impietosa freddezza.

Marion Cotillard è decisamente brava, l’abbiamo vista recitare molto bene in parti del tutto diverse in questi ultimi anni, mentre Brad Pitt, purtroppo un po’ imbolsito, ha più o meno sempre la stessa espressione.

Belle le ricostruzioni, curate le ambientazioni e i costumi un po’ kitsch (ma che cravatte in Marocco!!). Mi dispiace di non aver visto il film in originale se non altro per sentire Brad Pitt parlare in francese con accento parigino!

L’occasione di questo film - e di una ipotetica love story fra i due attori protagonisti - ha provocato molto gossip a Hollywood, in concomitanza con la burrascosa separazione tra Angelina Jolie e Brad Pitt. Molti hanno avvicinato Allied - Un’ombra nascosta al film Mr & Ms Smith del 2005, anch’esso storia di una coppia di spie sul cui set si sono conosciuti (e innamorati) Brad e Angelina.

Robert Zemeckis è un regista statunitense di successo, oltre ai tre Ritorno al futuro (1985,1989,1990) ha girato molti film tra cui vorrei citare il satirico La morte ti fa bella del 1992 con Jack Nicolson, Meryl Streep e Goldie Hawn. Ma soprattutto è il geniale autore di Forrest Gump del 1994, con Tom Hanks, con cui ha vinto l’Oscar di quell’anno.

 

Ghisi Grütter

 

27 gennaio 2017

28 gennaio: Assemblee Nazionali di L'ALTRA EUROPA CON TSIPRAS E IL COMITATO SCELGO NO

Domani 28 gennaio si svolgeranno a Roma due grandi eventi politici
Il primo organizzato da L'Altra Europa con Tsipras che si terrà allo Scout center, e l'altra organizzata dal comitato SCELGO NO che non poco ha contribuito alla vittoria del NO al recente referendum costituzionale. In particolare nel corso di quest'ultima sono previsti interventi di Speranza, Emiliano e D'Alema. L'evento si svolgerà al Centro Congressi Frentani.




ASSEMBLEA NAZIONALE
DE L'ALTRA EUROPA CON TSIPRAS 

SABATO 28 GENNAIO ORE 10.30
MEETING CENTER - L.go dello Scautismo 1
(zona Stazione Tiburtina)


Il mondo sta cambiando sempre più rapidamente. Le classi dirigenti liberiste - di destra e di centrosinistra - sono sempre più in crisi, sembrano sempre più incapaci di dominare gli eventi, sempre più separate dai loro popoli, sempre più imprigionate nella spirale della progressiva riduzione dei diritti civili, sociali e democratici.
L’insofferenza dei cittadini nei confronti delle vecchie classi dirigenti e delle loro politiche sta crescendo, in modo importante e tumultuoso, in tutto l'occidente, con segni politici diversi o in via di definizione. Alcune apertamente di destra o politicamente, socialmente e culturalmente ambigue, altre esperienze molto interessanti come quelle di Syriza, Podemos, di Corbin e di Sanders, radicalmente alternative e democratiche. Ma è indubbio che l'Europa rimane un punto cruciale per la costruzione di una alternativa progressista e democratica.

Di questo quadro di rottura fa parte anche l’Italia. Il voto del 4 dicembre rappresenta il più forte segnale di una richiesta di politica diversa, di richiesta di abbandonare le politiche neoliberiste a fronte dei disastri sociali creati. E non è il solo: i milioni di firme a sostegno dei referendum sociali e sul lavoro, l'esperienza delle liste di alternativa nelle città, rappresentano la manifestazione di volontà di cambiamento, di forze nuove che possono diventare protagoniste della battaglia di trasformazione. E in Italia, come in Europa, le oligarchie cercano di resistere e esprimono una volontà di restaurazione, mostrando paura del voto dei cittadini, della democrazia e della partecipazione.

Per questo la prossima scadenza referendaria sui quesiti su lavoro e precarietà, scadenza tutta da conquistare, e le prossime elezioni politiche sono passaggi in cui può prendere corpo l'opposizione e l'alternativa. Ma sono scadenze che richiedono entrambe di proposte di azione efficaci e non rituali.
Di tutto questo discutiamone insieme.

L’Altra Europa con Tsipras



 
 
 

INCONTRO CON GIANNI AMELIO ALLA CASA DEL CINEMA

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

              



  
Cineromanzo, film e altre storie:
incontro con Gianni Amelio
Venerdì 27 gennaio, alla Casa del Cinema di Roma, il grande regista si racconta a Mario Sesti
in occasione dell’uscita dell’almanacco del cinema di MicroMega. In anteprima esclusiva,
verrà proiettata una clip dal nuovo film di Amelio, "La tenerezza", in uscita ad aprile.

La parola ad un grande Maestro del cinema italiano, Gianni Amelio.
Un incontro, co-organizzato da MicroMega e dalla Casa del Cinema di Roma, in occasione dell’uscita dell’
almanacco del cinema di MicroMega, nel quale il regista di Lamerica e del Ladro di bambini si racconterà senza filtri al critico Mario Sesti: dai suoi esordi cinematografici alla sua idea di impegno, dal suo punto di vista di spettatore alla scrittura del suo primo romanzo.
L’appuntamento è in programma per venerdì 27 gennaio alle ore 18,30, presso la Casa del Cinema (Largo Marcello Mastroianni 1, Roma). Durante l’incontro verrà presentato l’ultimo almanacco del cinema di MicroMega che dedica una lunga intervista ad Amelio. Verranno proiettate illustrazioni e clip riguardanti il cinema di Amelio e letti stralci del suo romanzo Politeama che, oltre al titolo, è il nome del primo cinema in cui egli abbia mai messo piede.
Inoltre, verrà mostrata - in anteprima esclusiva - una sequenza del prossimo film del regista, "La tenerezza", pellicola che sarà nelle sale da aprile.  
Saranno presenti anche Gabriele Mainetti e Claudio Giovannesi, forse i due principali registi emergenti nostrani, autori nel 2016 rispettivamente di Lo chiamavano Jeeg Robot e Fiore.
L’accesso in sala sarà garantito fino ad esaurimento dei posti disponibili
L'evento su Facebook: https://www.facebook.com/events/1803602316554827/

INFO: tel. 060608 | 
www.casadelcinema.it | www.060608.it | www.micromega.net       


 

VILLA BLANC:COM'E' ANDATA AL CONSIGLIO DI STATO


 

Ieri, 26 gennaio , era fissata l’udienza presso il Consiglio di Stato sul ricorso presentato da sette ricorrenti ed Italia Nostra nei confronti della LUISS con l’obiettivo  di ribaltare la sentenza del TAR del Lazio che aveva invece respinto la richiesta del rispetto da parte LUISS delle norme inserite nel Nuovo Piano Regolatore Generale della città di Roma per quanto riguarda la destinazione del complesso di Villa Blanc.
In agenda dei lavori del Consiglio di Stato il ricorso  era iscritto  al numero 32 e per questo  era prevista  la discussione in tarda mattinata. Invece alle 11 la Commissione  giudicante ha “chiamato” il ricorso dei sette. Ad essere presente sul luogo c’era solo un avvocato in loro rappresentanza . Non erano presenti gli altri avvocati né tantomeno i ricorrenti. Poco male , a detta del presidente della Commissione. La materia  al collegio era molto chiara (!!???) e solo se l’avvocato presente voleva aggiungere qualche nuovo elemento gli sarebbe stata data la parola. Insomma in maniera abbastanza spiccia , un’attesa durata più di un anno , veniva liquidata senza mezzi termini e senza la presenza dei ricorrenti:  in un quarto d'ora. 

Che dire? Il fatto che la materia del contendere fosse molto chiara alla commissione giudicante si presta almeno a  due interpretazioni , almeno a nostro avviso: che la sentenza è già scritta e che ricalcherà quella del TAR oppure  la nuova sentenza vedrà soccombere i ricorrenti con nuove speciose argomentazioni. Insomma “se non è zuppa è pan bagnato”.
Stà di fatto che come sono andate le cose oggi  lascia un po’ l’amaro in bocca ai ricorrenti, tra i quali chi sottoscrive quest’articolo. Neanche la soddisfazione di guardare in faccia i giudici. Certamente la LUISS è un pesce troppo grosso per poterlo combattere alla pari. Finora i ricorrenti non hanno mai esitato né hanno mai “balbettato” per difendere i cittadini dalla clamorosa ingiustizia di vedere vendere il complesso di  Villa Blanc senza che le istituzioni pubbliche esercitassero il diritto di prelazione anzi, au contraire, favorendo sfacciatamente la LUISS/Confindustria. Due sono i nomi degli amministratori pubblici da ricordare e il cui nome scrivere in grassetto nel libro delle vergogne della città di Roma e rispondono ai nomi di Francesco Rutelli e Walter Veltroni. Certo ci sono altri responsabili, ma soprattutto a questi due “ insigni uomini politici ” si deve la "vergogna di Villa Blanc".

Ora si aspetterà, con il consueto rispetto per le decisioni della giustizia, la sentenza . Ma  i ricorrenti non si fanno illusioni . Ne hanno viste troppe in questi anni e se anche la sentenza del Consiglio di Stato li vedesse soccombere. non pensiamo che si arrenderanno tanto facilmente. 
E ci potrebbe essere anche un piano B. Staremo a vedere.

Domenico Fischetto

26 gennaio 2017

La giornata del 22 gennaio è stata un momento straordinario di partecipazione, impegno e passione,

 che ha visto protagonisti/e le oltre trecento persone che hanno preso parte ai lavori, con 65 interventi di testimonianza e approfondimento, espressione di organizzazioni e realtà assai diverse tra loro ma accomunate dall'amore per il nostro Paese e la responsabilità condivisa dell'attuazione della Costituzione.
 

Il Marnettoquotidiano : Consulta

 

Ballottaggio no, capilista sì.

Strano il criterio adottato dalla Corte Costituzionale nel giudicare la legge elettorale. Infatti, se la Consulta da un lato preclude alla minoranza del secondo turno di diventare maggioranza in Parlamento grazie a un premio anabolizzante, dall'altro lascia in vita i capilista, che sono un insulto altrettanto pesante alla rappresentanza. Nominati che invece rimangono e vengono piazzati nei vari collegi dal segretario di partito, in base al suo insindacabile giudizio. Non solo, ma la Corte conserva la possibilità delle 10 pluri-candidature, un arbitrio anti-rappresentanza appena mitigato dall'impossibilità di scelta finale da parte del candidato, sottratta però agli elettori (collegio con il risultato migliore) e affidata alla sorte (estrazione).

La Suprema Corte esplicita che il post-Italicum è immediatamente utilizzabile. Dichiarazione ovvia, visto che una legge elettorale deve sempre esserci. Ma tanto basta a scatenare i partiti con sondaggi migliori a chiedere elezioni subito, pronti a passare all'incasso. Compreso il PD di Renzi, ancora convinto di poter incamerare la stessa percentuale del referendum costituzionale. Ma gli impazienti dovranno superare una diffusa opposizione alle urne di primavera, dettata non dalla governabilità, ma dalla "pensionabilità". Sì, perché per molti parlamentari al primo mandato, solo da settembre maturerà il diritto ad ottenere la pensione.

Il vero ignorato in tutto questo trambusto è l'interesse generale ad una buona legge elettorale. Quella che pone in un ragionevole equilibrio le due esigenze di rappresentanza e governabilità. L'ultima ad averlo fu il Mattarellum, con il vantaggio del collegio uninominale, che costringeva i partiti a schierare un candidato stimato dagli elettori, riducendo il rischio di vedere sulla scheda una mezza calzetta fedele al capo.

Per questo ritengo che il ripristino del Mattarellum sia la scelta più opportuna. Anche perché - in questa fase di totale oscuramento dell'interesse nazionale - gli attuali partiti non sono in grado di produrre una legge elettorale altrettanto equilibrata. Più realisticamente, purtroppo, voteremo con quel che passa il convento (la Consulta), benché i due sistemi elettorali per Camera e Senato siano fortemente disomogenei. Ma se ciò dovesse verificarsi per l'inerzia del Parlamento, questa sarebbe la dimostrazione conclamata che abbiamo toccato il punto più basso della massima istituzione dello Stato. Forse un bagno di consapevolezza necessario per votare le forze politiche che pongano nel loro programma un cambiamento profondo del Parlamento, inclusa la revisione di regolamenti e stipendi, per ridargli la dignità e funzionalità necessarie a tutelare la democrazia.

Massimo Marnetto

PERIFERIE DI ROMA Bando Corviale: eliminiamo insieme le criticità