15 marzo 2013

CASE POPOLARI DI VIA DE CORSI:L'ATER CI RIPENSA

Qualche settimana fa l'ATER aveva allarmato i cittadini residenti nelle case popolari di via de Corsi a S.Lorenzo con una raccomandata che in buona sostanza informava gli attoniti cittadini che gli appartamenti a loro locati erano messi in vendita.Prendere o lasciare:nel senso che o compravano direttamente oppure vendevano a terzi.Grande è stata la protesta nata spontaneamente e che era culminata in una assemblea pubblica a Largo de Peligni alla presenza di rappresentanti municipali ,Fabiano,Fischetto,Marcucci,Del Bello e Spositi e e del movimento casa.Alcune azioni erano state programmate prima fra tutte quella di impugnare il contenuto della raccomandata e di respingere al mittente un tale ultimatum.
A giorni di distanza arriva questo comunicato stampa dell'ATER sull'argomento che precisa ,puntualizza ma soprattutto corregge il tiro.
A questo punto i residenti di via de Corsi possono stare tranquilli:nessuno li obbligherà ad acquistare e tantomeno a sloggiare dai propri alloggi.
"
COMUNICATO STAMPA ATER
 
 
A seguito della pubblicazione su alcuni quotidiani di informazioni relative alla vendita degli alloggi ubicati nel quartiere San Lorenzo – Via dei Corsi, deliberata dal Consiglio di Amministrazione di questa Azienda il 27 luglio 2012 con proprio provvedimento n. 36,  corre l’obbligo precisare quanto segue.
 
Le unità immobiliari in questione sono state costruite ai sensi del D.L. n. 261 del 10/04/1947 (Disposizioni per l’alloggio dei rimasti senza tetto in seguito ad eventi bellici e per l’attuazione dei piani di ricostruzione), e trasferite a titolo gratuito all’ATER del Comune di Roma da parte dell’Agenzia del Demanio dello Stato, a seguito del mancato esercizio del diritto di prelazione da parte dell’Amministrazione Comunale di Roma,  con atto dell’1/06/2005 rep. 379 (rettificato con atto del 6/2/2007 rep. 470), secondo le modalità previste dall’arrt. 2 della legge 27/12/1997 n. 449 e della legge 23/12/2000 n. 388.
 
Con l’entrata in vigore della Legge Regione Lazio 6 febbraio 2003 n. 2, tali alloggi sono stati esclusi dall’edilizia residenziale pubblica (art. 96 co. 3), ampliando la casistica già prevista dalla legge regionale 6 agosto 1999 n. 12.
 
Particolare importanza comprensiva assume il parere espresso dall’Assessorato Politiche per la Casa della Regione Lazio che in data 27 luglio 2011, con nota prot. 334274,  su istanza di questa Azienda, ha definitivamente chiarito che agli alloggi trasferiti in proprietà ai sensi delle citate leggi, essendo stati esclusi dall’edilizia residenziale pubblica, non erano applicabili le disposizioni vigenti in materia di alienazione del patrimonio pubblico, né la dismissione degli stessi necessitava, dall’anno 2003, di alcuna approvazione da parte della Regione.
 
Quanto sopra a conferma di quanto in precedenza già precisato a proposito su analogo argomento relativo a unità immobiliari ubicate nel quartiere Garbatella – Via Caffaro 24, in risposta ad istanza di alcuni assegnatari, con nota trasmessa anche a questa Azienda prot. 150806 del 23 giugno 2010, per cui:
·         tutti gli immobili trasferiti dal Demanio all’ATER non possono far parte di un piano di cessione formulato sulla base della Legge 560/93 e della Legge Regione Lazio n. 27/2006, in quanto tale normativa disciplina l’alienazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica
·         agli immobili in argomento, dopo la loro esclusione dall’e.r.p. ed in mancanza di una disciplina speciale, si applica la disciplina privatistica;
·         non sussiste alcun potere autorizzatorio da parte della Regione stessa
·         spetta all’Azienda proprietaria la valutazione circa l’opportunità e/o la necessità di alienare detti immobili.
 
In considerazione di quanto sopra esposto, il Consiglio di Amministrazione dell’Azienda, assumendo la propria deliberazione citata in premessa, ha ritenuto opportuno formulare le ipotesi di vendita secondo un disciplinare che rispettasse i principi della normativa di riferimento e tenesse conto dei pareri espressi in merito da parte della Regione Lazio, tra cui la vendita all’asta delle unità immobiliari inoptate.
Pertanto l’Azienda, tenuto conto delle finalità sociali comunque riconducibili agli alloggi di cui trattasi, unitamente alle condizioni socio-economiche  e giuridiche dei nuclei famigliari coinvolti, ha valutato di adottare provvedimenti che escludano l’ipotesi di vendita a terzi di tali unità immobiliari, facendo presente peraltro di non avere autorizzato a tutt’oggi alcuna procedura operativa in tal senso, consentendo al momento la sola facoltà di acquisto da parte degli assegnatari o loro aventi causa in ossequio ai principi di cui alla normativa richiamata.
 
 
                                                                                                          IL PRESIDENTE

Nessun commento:

Posta un commento