28 marzo 2012

Come anche un piccolo libro può contribuire a dissequestrare una storica Villa romana dalle nebblie del limbo di Gian Carlo Marchesini

Il 26 marzo verso sera,, nella Sala cittadina dentro il complesso di servizi annessi alla scuola di calcio Artiglio di Via Boemondo (i ragazzi giocavano in basso sul campo da calcio, gli anziani a carte nella sala attigua, mamme e bambini sciamavano nell’apposito spazio giochi), è stato presentato il mio libro su Villa Blanc.
Ha introdotto Mimmo Fischetto, tenace e infaticabile promotore e organizzatore dell’iniziativa,   ha presentato il libro Gianluca De Laurentiis, figlio di Pietro, artista e scultore che per vent’anni ha lavorato nel suo atelier all’interno della Villa, e di Nina, di Pietro moglie e compagna, che dopo la morte del marito si è generosamente spesa, e ancora continua, perché la Villa non venga snaturata e tradita.
Gianluca ha proposto le sue riflessioni incardinandole su un concetto base: l’utilizzo di Villa Blanc ha da essere largo e inclusivo, nei suoi spazi, tra il verde rigoglioso e l’eleganza architettonica degli edifici, devono potersi incontrare in  semplicità e amicizia il premio Nobel chiamato a fornire il suo sapere ai partecipanti ai corsi della Luiss; la mamma con in carrozzella il suo bambino; il picchio rosso tra i rami degli alberi indaffarato e canterino.
Oreste Rutigliano, ambientalista e dirigente romano di Italia Nostra, che dai primi anni Settanta segue le tormentate vicissitudini di Villa Blanc, non ha lesinato critiche a quei politici che a suo parere non hanno saputo cogliere  occasioni e opportunità per annettere la Villa al patrimonio pubblico della città, destinandola quindi a uffici e servizi più consoni alle esigenze e ai bisogni del quartiere e dei cittadini.
Si sono poi succeduti dal pubblico numerosi gli interventi, da quello della signora Allulli che ha spezzato una lancia a favore delle numerose specie di volatili e animali che negli anni hanno trovato protezione e rifugio tra il verde incontaminato della Villa, sottolineando come le attività previste dalla Business School della Luiss, con i servizi di foresteria e ristorazione e gli otto parcheggi interni, con l’inevitabile abbattimento del 25% del verde, ne pregiudicheranno l’attuale habitat protettivo.
E’ poi intervenuto un esponente di Legambiente attivo con una sua associazione nel quartiere di San Lorenzo, che ha ritenuto non condivisibile il solo obiettivo dell’apertura del parco della Villa regolarmente al pubblico, dichiarandosi a favore della destinazione dell’intero complesso a servizi per il quartiere e la città.. E a esempio e modello ha ricordato quello che sta succedendo, la direzione di marcia radicalmente nuova indicata dal cinema Palazzo e dal teatro Valle occupati. E’ il bene comune e la sua pubblica e collettiva fruizione che vanno praticati e difesi, ha ribadito, non la ricerca del massimo profitto privato.
Adolfo Rinaldi, portavoce del Comitato Villa Blanc, che da oltre dieci anni si impegna ed è presente nel quartiere a sostegno e tutela di una finalizzazione pubblica della Villa, è intervenuto per raccontare ciò che il Comitato ha fatto e sta facendo, mentre Nino Gurgone, docente di architettura alla Sapienza e uno dei massimi conoscitori della storia e della natura artistica degli edifici e degli arredi della Villa, ha ritenuto di dover sottolineare come all’intervento di Gianluca De Laurentiis e alla stessa qualità del mio libro va riconosciuto il merito di avere riacceso l’attenzione per la storia e il destino prossimo venturo della Villa.
Massimo Armillei, consigliere PD del III Municipio, nel suo intervento ha segnalato un torto che qualche parlamentare avrebbe fatto al mio libro, prima dichiarandosi disposto a presentarlo, e poi rifiutandosi per avere riscontrato al suo interno un cenno dell’urbanista Paolo Berdini che suona fortemente critico nei confronti del suo operato.
Devo dire che sono stato positivamente impressionato dal fatto che nelle quasi due ore di interventi che hanno arricchito serata e confronto, la saletta con i suoi oltre cinquanta presenti è rimasta costantemente attenta e nell’ascolto concentrata, a testimonianza e conferma dell’interesse per la qualità dei temi affrontati.
E’ alla fine intervenuto il presidente del Municipio Dario Marcucci, che ha precisato e sottolineato la sua disponibilità per l’impegno a favore del miglior destino pubblico possibile di Villa Blanc: tenuto conto dei bisogni e dei diritti dei cittadini, ma anche del fatto che essa è proprietà della Luiss, che non è notoriamente un ente di beneficienza.
Alla fine mi è stato chiesto di dire la mia, e io al microfono ho subito dichiarato che dopo una tale abbondanza di interventi di qualità, e di riconoscimenti all’utilità del libro, meno parlavo e meglio sarebbe stato. Ma poi non ho resistito a concludere la bella serata raccontando la mia impressione di avere giocato con il mio libro un po’ il ruolo e la parte del ragazzino che è arrivato ultimo, ma forse proprio per questo ha lo sguardo più fresco e lucido, e quindi grida inaspettato: la Regina è prigioniera!, riferendosi non solo alla Villa da oltre cinquant’anni chiusa e recintata dal filo spinato, ma anche all’intera condizione della città. Perché Roma rischia fortemente un destino segnato da imprigionamento e sequestro, dalla prevalenza e dominio del lucro immobiliare speculativo e dal profitto privato.
Alla fine, ma proprio in extremis, - e forse voleva e poteva essere anche un re-inizio -  ha chiesto la parola la signora Nina De Laurentiis, che con il suo migliore sorriso e l’azzurro degli occhi per l’emozione lucido ha con voce squillante e limpida annunciato: a nome della Villa, per la bella serata io vi ringrazio!


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