IL GIARDINO CONDIVISO
E'sotto gli occhi di tutti che la gestione del verde pubblico a Roma soffre di grave lacune e che molti spazi verdi sono privi di una qualsiasi manutenzione preventiva e continuativa.Sono spazi verdi destinati spesso alle fasce più deboli della cittadinanza,i bambini e gli anziani, che dovrebbero trovare in questi luoghi un momento di socialità e di ristoro (per la mente).Spesso non è così.
Le gravi lacune di cui soffre il servizio giardini,un numero di addetti sottodimensionato rispetto agli ettari di verde pubblico da manuntenere, la mancanza cronica di mezzi tecnici per il giusto suppporto agli interventi programmati, un budget ridotto sempre più all'osso che non consente investimenti e nuove risorse, un decentramento amministrativo che non permette ai municipi di gestire in prima persona i propri spazi verdi con un minimo di flessibilità per il reperimento delle risorse economiche, sono alcune delle cause per cui bisogna mettersi il cuore in pace e inventarsi nuove formule.Dimenticavo:il modello punti verdi per l'infanzia di veltroniana memoria hanno trasformato gli spazi verdi affidati con questa formula a concessionari privati in veri propri business center dei parchi giochi e delle casine bar, dove spesso il lato manutentivo e l'attenzione pubblica del bene viene dimenticato oppure marginalmente osservato per dare spazio e vigore al fattore economico:LI SORDI.
Non possiamo come cittadini responsabili abdicare in nome e per conto del dio denaro o in nome e per conto della conclamata inefficienza di chi dovrebbe curare il verde pubblico ed alzare bandiera bianca ed arrenderci all'evidenza dei fatti.
La coscienza ambientalista che alberga nei cittadini responsabili,la consapevolezza che il bene pubblico è una risorsa da curare e da tramandare e non da sfruttare e gettar via,ci convincono che ormai è tempo che nuove formule vengano sperimentate per la gestione degli spazi verdi. pubblici .Nuove formule ,nemmeno tanto originali perchè ormai praticate in diversi paesi d'Europa,in cui cittadini,organizzati in associazioni di volontari ambientalisti,le scuole e le amministrazioni locali condividano la gestione di questi spazi mettendo a disposizione della comunità le proprie esperienze e la propria disponibilità. il proprio tempo organizzando e sperimentando nuovi e vecchi percorsi di educazione ambientale come anche la cura di spazi verdi dedicati alla coltivazione di erbari,orti ,fiori /piante etc.
Il "grosso" della manutenzione dello spazio verde resterebbe sempre di appannaggio pubblico,che potrebbe intervenire in maniera più efficace dell'attuale perchè scarica dai problemi di gestione e di piccola manutenzione che ora non è in grado di garantire con continuuità ma soprattutto con qualità.
Nel Municipio III di Roma esiste già uno spazio verde che viene gestito attraverso questa formula.Si tratta di uno spazio verde strappato con le unghie e con i denti dai cittadini e dall'amministazione municipale alla speculazione privata.Questo spazio ha un nome "esagerato" rispetto alle sue normali dimensioni:è il parco dei Galli,in via dei Galli a S.Lorenzo.Uno spazio verde autogestito e amorevolmente curato dalle mamme e da un'associazione locale lindo e pinto,dove ci si ritrova anche a sperimentare nuove formule di aggregazione e nuovi giochi.
Questo modello mi auguro che non rimanga un episodio isolato di coscienza ambientale responsabile,ma venga adottato e perchè no migliorato in tutti quegli spazi verdi pubblici,vecchi e nuovi, nel III Municipio come in tutta Roma.
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