25 gennaio 2013

GIARDINO DI VILLA MASSIMO:LE CONSIDERAZIONI DI MARCHESINI


Ho partecipato

all’incontro chiesto insieme ad Aldo Luciani e Enrica Quattrucci, dirigenti della sezione Anpi ospitata in Via Catanzaro, nonché militanti del PD , insieme a Mimmo Fischetto, Mario Giancotti, Francesca del Bello e Dario Marcucci (nostri rappresentanti in Municipio), e una delegazione folta e combattiva del Comitato Villa Massimo.
Non mi avventuro nella ricostruzione del percorso decennale di abusi e rispettive sanatorie che, a partire dal 1999, ha segnato le vicende dei 7.500 mq di Villa Massimo, e che ha visto un concessionario gestore privato passare dai 30 mq iniziali di un suo chiosco gelati agli attuali 500 di un ristorante, parte al chiuso parte all’aperto, più l’attuale area giochi al centro della Villa che è in procinto di trasformarsi in spazio multifunzionale, ludoteca per bambini, fasciatoio per neonati, punto ristoro e quant’altro - per altri 300 metri. (Viene  al proposito spontaneo chiedersi: ma questo privato che lavora tenacemente per accrescere il suo profitto, che titoli, esperienza e competenza ha per allestire e predisporre dentro parchi e spazi pubblici sale multifunzionali, ludoteche per  bambini e quant’altro?)
Giova tra l’altro ricordare che Villa Massimo è parco pubblico, cioè terreno demaniale vincolato, e però, in questo ultimo decennio, ha visto estendersi e rafforzarsi l’interesse di un privato non certo nella qualità di benefattore e mecenate, ma esclusivamente dedito all’incremento del suo profitto. Il punto è che il Partito Democratico è stato in questo arco di tempo saldamente al governo del Municipio: chi l’ha diretto o  ha ricoperto incarichi amministrativi pubblici, in presenza di questa danza perversa di abusi e sanatorie,  può essere ritenuto esente da qualsiasi responsabilità?  Si dice che i veri responsabili di quel percorso di abusi e illegalità sono il Comune e il direttore del Servizio Giardini: così marginale e ininfluente è dunque il ruolo degli amministratori del III Municipio? E a un comitato che da anni combatte per la tutela dell’integrità e del corretto uso di una porzione significativa di bene pubblico, e che a sostegno raccoglie le firme di 3000 cittadini di quel quartiere, noi rispondiamo che non c’eravamo, non potevamo, o per quel che abbiamo potuto abbiamo sempre e comunque fatto del nostro meglio?
Ma appunto, io sono l’ultimo arrivato, e per un difetto di conoscenza sufficientemente approfondita non posso certo scagliare pietre. Ma le vicende raccontate lasciano quantomeno imbarazzati e interdetti. Si può reclamare la correttezza della propria posizione rivendicando che si   è ottenuta oggi la ripiantumazione di 25 piante ad alto fusto? Ma quando, nel corso degli ultimi anni, ne sono state tagliate 43, dove erano gli amministratori del Municipio? Cosa hanno concretamente fatto per impedirlo? E che l’”amico” gestore, oltre ad ampliarsi anno dopo anno, tenga ristorante e pub aperto dentro una villa pubblica fino alle due di notte, impedendo così chi abita accanto alla Villa di dormire, ci lascia indifferenti?
Dice (ma sottovoce) che gli abusi sono avvenuti quando presidente del Municipio non era l’attuale, ma il precedente. Ma non era anche allora lo stesso Partito a esprimerlo e sostenerlo? E il problema infatti, più e oltre qualche singola persona, non investe l’intero Partito, municipale e cittadino? Io credo infatti che, al di là della ricerca del colpevole, che rischia di trasformarsi in una logica dello scarica barile infinita, il centro vero della riflessione riguarda la linea politica che è stata attuata dai pubblici amministratori, e dal Partito praticata o non efficacemente contrastata, in fatto di gestione del verde, dei giardini, dei parchi e delle ville cittadine.
Per spiegarmi meglio ricorro ad un esempio. Ho una figlia, sposata con quattro bambini piccoli, che vive a Montpellier. Quando vado a trovarli raggiungo spesso con i bimbi la bellissima piazza principale di Montpellier, Place de la Comédie. Lì in un angolo c’è una grande giostra a pagamento con i cavalli di legno che salgono e scendono per la gioia dei bambini che li montano. In un secondo lato, dentro un piccolo parco con laghetto pieno di anatre, c’è un maneggio dove i bambini, sempre a pagamento, possono farsi un giretto in groppa a un pony. In una terza parte della grande piazza, tenuta benissimo, e sulla quale si affacciano bar e ristoranti, teatri e cinema, c’è un terzo parco giochi per bambini. E’ recintato con una staccionata in legno ad altezza di bambino, l’ingresso è gratuito così come l’utilizzo di tutti i giochi, che sono coerenti con il principio pedagogico del movimento e del sano dinamismo: altalene, saliscendi, scivoli, scalate e discese con ostacoli stimolanti. Il tutto è costruito prevalentemente in legno, pochissimo e non invasivo metallo, niente plastica e niente è a pagamento. Gestione, manutenzione e pulizia sono a carico della mano pubblica, i genitori sono seduti su comode panchine tutto intorno, i bambini di tutte le età ed etnie si incontrano, giocano, fanno amicizia, si divertono in piena e totale sicurezza. Un piccolo, semplice e sicuro paradiso.
L’esatto contrario, se volete un altro esempio a noi vicino, è quello che è diventato il parco giochi per bambini in cui è stata trasformata Piazza Winckelmann. Lì,  recintato è chiuso da alte inferriate e cancelli, tutto è lamiera e plastica, tutto è rumoroso, inquinante e a tariffario esoso. Lì la logica del massimo lucro privato è stata scientificamente perseguita e realizzata al suo meglio. Il complesso dei giochi per bambini realizzato dentro Piazza Winckelmann, nella pulizia e nella sicurezza apparente, è quanto di più privatizzato e monetizzato poteva essere realizzato. E perché dico che la sicurezza è solo apparente? Perché, ad esempio, i motori sempre in funzione per mantenere gonfi i teloni in plastica che consentono ai bambini di rotolare e zompare, sparano i loro scarichi certo non sani e puliti proprio sotto le finestre della scuola media, e non lontano dal lato di Villa Blanc dove la Luiss ha in progetto di costruire un parcheggio per 200 auto.
Allora, io chiedo: Villa Massimo o Piazza Winckelmann,  si tratta di casi episodici e singoli, o di un indirizzo e un modello che privilegiano il profitto privato a danno di un servizio vero allo sviluppo armonico e sano dei nostri bambini?  E perché i nostri amministratori, quelli del Partito Democratico, questa linea di privatizzazione del bene pubblico a fini di lucro non l’hanno contrastata, se non a volte proprio e del tutto assecondata?   Non è stato qualcuno dei nostri massimi dirigenti a inventare  la formula dei Punti Verdi per l’infanzia, finita come è sotto gli occhi di tutti, con indagini della magistratura accompagnati da imputazioni pesanti e arresti?
Ma scusate, il Partito democratico è per l’Italia Bene Comune, o a sostegno del pieno dispiegamento del Lucro Privato?   E le nuove generazioni, i nostri figli, sono da noi destinati a oggetto e pretesto per l’altrui arricchimento?  Ma noi da che parte stiamo,  del benessere e dei diritti dei cittadini, o dell’avidità illimitata e dell’arricchimento frutto di abusi del singolo?  Non c’è da rivedere e revisionare drasticamente il tutto?
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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