Il ciclo dei rifiuti in Italia di Alberto Subioli
La filiera del riciclo in Italia è forte ed è industria leader in Europa, subito dopo la Germania.
L’Italia recupera 33 milioni di tonnellate di materie seconde, escludendo la frazione organica e quella degli inerti.
Anche i livelli quantitativi assoluti di recupero dei rifiuti urbani ed industriali, in ambito Europeo, sono inferiori solo a quelli della Germania e pari a quelli del Regno Unito. L’Italia ha sviluppato e applicato nuove tecnologie nel settore del riciclaggio.
Recupero dei rifiuti (esclusi inerti, agricoli, organici) nel 2008 Rifiuti in tonnellate |
Kg/abitante |
||
Unione europea (27 stati) |
265.670.000 |
534 |
|
Germania |
51.870.000 |
631 |
|
Regno Unito |
33.459.158 |
547 |
|
Italia |
33.112.117 |
555 |
|
Francia |
29.322.669 |
458 |
|
Spagna |
20.276.922 |
448 |
Il riciclo è una delle componenti più dinamiche della "green economy": oltre alla riduzione dei carichi ambientali di rifiuti, crea nuovi posti di lavoro, rafforza le risorse di base disponibili per l’economia.
Su scala europea, il fatturato delle principali materie oggi riciclabili (vetro, carta, metalli), a prezzi correnti, è quasi raddoppiato in quattro anni: da 32,5 miliardi di euro nel 2004 a 50,3 miliardi nel 2008.
Nel 2009, la crisi economica ha generato una marcata riduzione dei rottami ferrosi ed un forte abbassamento delle quotazioni di mercato che hanno prodotto una riduzione del fatturato nell’industria del riciclo, ma già nel 2010 le quotazioni ed i consumi hanno ripreso a salire riportando mediamente il fatturato ai valori del 2008.
Nel complesso dell’Unione Europea, l’eco-industria, dal 2004 al 2008, ha avuto un tasso di crescita annuale dell’8,3%, con un valore nel 2008 di 3019 miliardi di euro, il quale rappresenta il 2,5% del PIL dell’Unione. Sull’insieme dell’eco-industria europea,
l’area del riciclaggio ha contribuito con una percentuale d’incremento del 17% annuo.
In Italia, il peso del riciclo è più consistente di quello della media europea.
Il settore del riciclaggio allargato (raccolta più riciclo) costituisce una realtà economica significativa, con 79.000 addetti e 14 miliardi di fatturato.
In ogni caso, il settore del riciclaggio attende notevoli miglioramenti
nel campo della promozione dei materiali secondi, anche attraverso certificazioni, in quello dell’accesso al recupero energetico, quello del miglioramento dei materiali con l’integrazione dei sistemi di raccolta e riciclaggio ed in quello della ricerca ed innovazione
Rifiuti elettrici ed elettronici
RAEE sono i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Hanno un particolare valore di recupero, essendo formati da alcune decine di componenti, tra cui materiali pregiati e metalli preziosi.
La tipologia degli apparecchi da recuperare è molto estesa: si va dai frigoriferi ai computer: attualmente sono classificati in 10 categorie, ma il campo di distinzione è destinato ad allargarsi. Il sistema europeo ed italiano dei trattamenti di fine vita dei RAEE è estremamente articolato ed una lunga lista di operatori agiscono in vari modi, lungo la catena di riciclaggio, al punto che
ci sono difficoltà, anche solo per valutare la quantità di rifiuti prodotti in Italia e la percentuale di quelli correttamente riciclati.
Per la raccolta RAEE, sia in Italia che in Europa, esiste un
Sistema Ufficiale, che offre la maggiore trasparenza dei dati del sistema di riciclo. A questo si associa un Canale Informale, con operatori molto eterogenei, che forse raccoglie più RAEE di quello Ufficiale. Infine c’è un 34% di rifiuti che non raggiungono i due canali e viene definito disperso. L’insieme del Canale Ufficiale e del Canale Informale è definito Sistema Esteso: esso raduna una moltitudine di operatori diversi, con flussi di passaggio complessi e di livello diversi, tra cui figurano anche le attività destinate al ripristino delle apparecchiature per riammetterle nel mercato. Naturalmente il corretto smaltimento ambientale dei residui di lavorazione non è sempre chiaro.
La pur breve informazione fornita, con un elevatissimo numero di operatori, che trovano conveniente prendere iniziative in questo campo, serve a dare l’idea dell’importanza, anche economica, delle operazioni di riciclo RAEE
In sede europea, è stata emanata una nuova Direttiva, che l’Italia dovrà recepire entro il 14 febbraio 2014. Le finalità di tale direttiva sono molto ambiziose e tendono a garantire un servizio nazionale efficiente e che colga le numerose opportunità che la materia offre. La previsione è che con l’applicazione della Direttiva, l’Italia entro il 2019 possa raggiungere un rapporto dell’85% tra RAEE gestiti e RAEE generati.
Per aggiungere qualche informazione numerica, ci si può servire della disponibilità sulla
vendita di apparecchiature Elettriche ed Elettroniche.
In Italia, per il 2011, si attribuiscono, per le utenze domestiche, un peso medio di 19-21 kg per abitante, corrispondenti ad oltre 500 milioni di unità vendute ed un incasso di 43 miliardi di euro,
Incrociando questi dati con quelli dei raccoglitori (ufficiali + informali), la quota di RAEE disperso risulta pari al 27% del venduto.
Tali dati costituiscono soltanto un orientamento provvisorio, dato che la raccolta ed il trattamento delle grandezze disponibili è difficile e condizionato da situazioni particolari.
Nota:lo scopo di questa lettera è quello di citare alcuni problemi politici e organizzativi legati ad un corretto smaltimento dei rifiuti. Per le informazioni tecnologiche si rimanda all’Appendice della Comunicazione N°7 del maggio 2010. Tale Appendice si può richiedere all’indirizzo dell’autore a.subioli1@gmail.com.
Numerose informazioni di quest’ultima Appendice derivano dal Rapporto GreenItaly 2012, realizzato da UnionCamere e Fondazione Symbola, disponibile in rete, e nel quale sono citate anche le fonti.
Gennaio 2013
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