5 agosto 2014

TEATRO VALLE:UN NOME ,UNA STORIA


Teatro Valle: un nome, una storia. Tanto mediatica, quanto bene comune?


 Assemblea Pubblica al Teatro Valle da:

Sabato 02 agosto 2014, via del Teatro Valle, 21- ore 15,30

La cartellonistica invita alla partecipazione in Assemblea Pubblica; le porte di un teatro storico sono aperte alla cittadinanza.

Più di qualche volta ho ‘inciampato’ già sulle vicende di questa storia triennale e volendo saperne ancora, scandaglio con curiosa osservazione personale.

Nonostante sia tempo di vacanze, eventi climatici permettendo, è un pomeriggio afoso di piena estate e la sala contiene all’incirca un centinaio di persone…

Dalle voci degli astanti s’ode una certa emergenza, una chiamata alle armi bianche, con tutto il candore di attori di scena che, a loro dire, stanno combattendo una lotta non solo privata.

La confusione d’idee mi appare chiara, tutto il resto, un po’ troppo equivoco.

Alla chiama, non solo artisti e specialistici da palcoscenico, ma architetti, giuristi, famiglie con prole al seguito, interessate alla fase conclusiva forse, di una situazione a mio avviso, un po’ troppo ingarbugliata e ancora piena di domande rimaste inevase.

Considero di andare a ritroso e mi si schiude uno scenario poco meno che tricentenario.

Il teatro Valle nasce nel 1726, per volere del marchese Camillo Capranica e dell’impresario teatrale Domenico Valle. Classico teatro all’italiana, dalla struttura interamente lignea, inaugura il 7 gennaio 1727.

Nel 1765 l’architetto Francesco Fiori riceve l’incarico di ripristino e di ampliamento.

A mezzo di controlli e di perizie, il governo pontificio, denuncia a gran voce la precarietà delle strutture, imponendone nel 1821, il rifacimento integrale. Questa volta, è l’architetto Valadier ad impegnarsi negli studi, per un progetto originale, di sviluppo dello spazio del teatro e di perfezionamento degli aspetti tecnici e costruttivi.

Il 26 dicembre 1822, nella sua nuova veste, il Valle inaugura aprendo i battenti al pubblico ed ottenendo dalla chiesa la libertà di poter rappresentare spettacoli anche al di fuori dei periodi canonici consentiti.

Allestimenti scenici passati, ma ancora ben presenti, con le alternanze di figuri, in un rapporto intriso di potere statale, cultura architettonica e impresa privata.

 

 

Tra chiusure ed aperture ancora nella prima metà del ‘900 il teatro è oggetto di ammodernamenti a scopo di migliorie inerenti alla funzionalità e al decoro architettonico.

I lavori di pertinenza eseguiti per il prospetto principale, il palcoscenico, le tappezzerie e l’ingresso, si concludono nel 1937 anno in cui il teatro riprende la sua attività.

Nel 1954 la Soprintendenza ai Beni Culturali, pone un vincolo relativo alle opere di ristrutturazione e di ammodernamento della sala, autorizzando soltanto interventi a carattere conservativo e di salvaguardia.

 

Dalle storiche diffide di inagibilità strutturale, alle più attuali sfide di gestione, pare che nel tempo si agitino mescolanze di maschere e mascherine… che a volte, ritornano.

 

Nel 1955 l’Ente Teatrale Italiano affitta il teatro di proprietà Capranica e nel 1968 lo acquista. La famiglia Capranica trattiene per sé la proprietà dell’ingresso in via del teatro Valle, del foyer, del botteghino, del bar, del primo palco n.14, di alcuni spazi del sottopalco, dell’appartamento sopra il teatro in cui ha sempre abitato il custode portiere… e le restanti parti di chi sono, a chi appartengono?

L’ E.T.I. ha completa disponibilità di buon governo del teatro dal 1970, ma dal maggio 2010, quando esce  dalla scena, vi subentrano Comune e Ministero dei Beni Culturali, ciascuno con la propria competenza… quale la conseguenza? Questo è mio e l’altro è tuo e si rimbalzano la posta!!

 

Consecutio temporum

 

Dal 14 giugno 2011 il teatro Valle è occupato.

I proprietari dell’immobile storico, come hanno reagito?

 

Per la parte di pertinenza Capranica, ove l’affitto dei locali non è più percepito, pare che un giudice abbia già sentenziato. E se il Ministero nicchia, v’è forse nelle segrete stanze, la concessione dello stabile, in assoluta autonomia decisionale?

 

Il Campidoglio, può darsi, non abbia perfezionato il passaggio di proprietà per la rimanente porzione del teatro che a tutt’oggi, agli effetti, dovrebbe risultare patrimonio ministeriale.

Verosimilmente il via vai di consegne deve avvenire in subordine allo sgombero dello stabile, privo di oggetti e di persone, se così fosse, perché ministro e sindaco fluttuano sulle onde di un procedimento ancora da ultimare?

 

Il rispetto della legalità forse c’è, ma non si vede!!!

 

Gli occupanti, dopo tutto, cosa chiedono? Un teatro partecipato… e che vuol dire? Un nuovo tipo di gestione artistica che ne tracci il modello… e la sezione economico-amministrativa, a chi è da affidare? Allora se non ci capiamo, andiamo a dare una sbirciatina allo Statuto della Fondazione Teatro Valle Bene Comune, depositato e firmato presso lo studio di un notaio, alla data del 16 settembre 2013… ma ancora non si schiariscono le idee, dato che dopo cinque mesi, circa, la Prefettura di Roma si è pronunciata negandone il riconoscimento. Forse troppo ardita? No, carenze di presupposti giuridici…probabilmente.

A questo punto, colui il quale o colei che sia nella legalità, lanci il sassolino… non si intravede il più vicino o il più lontano, tanto meno chi ci sta dentro!

 

E se gli interrogativi appaiono troppi, perché non dubitare dei lati più oscuri d’una vicenda, che si complica a dismisura negli anni?

 

AAA Cercasi piano di valorizzazione del teatro…

AAA Cercasi cifra considerevole stimata, per mancati incassi conseguenti allo stato di occupazione abusiva …

AAA Cercasi dichiarata inagibilità dello stabile…

AAA Cercasi bando di concorso internazionale per la più equilibrata gestione: “è l’unica strada percorribile

AAA Cercasi (da parte del Campidoglio, nella ricerca della legalità) accoglienza di proposta: “opportunità di una produzione culturale a guida Teatro di Roma

 

Per farla breve, con riferimento agli articoli 42 e 43 della Costituzione italiana, si rimarrebbe in tema di giustizia sociale !! Senza nulla togliere, anzi, a buon rendere!!

Proprietà privata e non, in seno a rapporti economici…sebbene per diritto, la proprietà è inviolabile, in alcuni casi, tale invulnerabilità può essere ceduta dinanzi alle esigenze della collettività. La proprietà privata dunque, per il teatro Valle ancora in via di definizione, può essere soggetta ad espropriazione (salvo equo indennizzo) da parte dello Stato, nel momento in cui subentrino partecipazioni e interessi collettivi, più forti rispetto a quelli soggettivi del privato.

 

Dunque, martedì 05 agosto, al tavolo delle trattative, negli uffici pubblici di Piazza Campitelli, si porterà in dote la potenza vitale di quei 5.600 intelletti, non solo numeri elettivi, che avranno un peso solido per il bene comune.

Il valore/volere delle proposte, si misurerà sul piatto della bilancia, dinanzi a rappresentanti di cittadini eletti dal popolo … con i migliori auspici, non aspettiamo inermi che venga domani.

 

Provare per credere e pace sancita.

  Alessandra Mastronardi.

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