29 agosto 2014

RECENSIONE FILM "MOLIERE in bicicletta"





Una sera uscite di casa attirati dall’annuncio di un film di cui avete letto un gran bene. Il film è in programma in un’arena estiva sconosciuta indicata a un indirizzo di semiperiferia. Vi perdete in un meandro di strade sconosciute, dovete più volte scendere dall’auto per chiedere, ma alla fine, dopo una buona mezz’ora di strada in più, arrivate alla meta. L’arena è composta da uno schermo e una cinquantina di sedie allineate sotto il fogliame degli alberi. Poi il film iniz...ia, e restate due ore seduti immobili perché catturati da una storia geniale che è una festa di creatività, stile e intelligenza. Prende a spunto il Misantropo di Molière, testo base su cui due attori, vecchi amici, si esercitano con l’intenzione di metterlo in scena. La bravura dei due interpreti, gli sviluppi della trama e i colpi di scena, il gioco feroce di narcisismo e protagonismo competitivo che si sviluppa tra i due attori, rendono splendidamente attuale il testo di Molière - oltre a confermare l’attore più anziano, che già da anni si era ritirato dal mondo dello spettacolo e da qualsiasi relazione sociale per il troppo di ipocrisia e malvagità di cui è capace la natura umana, nel suo proposito di totale isolamento. In virtù dello stato di grazia di tutti i fattori in gioco, il film rapisce, tanto che alla fine, noi venti spettatori, seduti su sedie traballanti sull’asfalto di una strada chiusa, abbiamo applaudito e fischiato come tifosi a teatro.
Confesso che del Misantropo non conoscevo praticamente nulla, mai letto o assistito a una sua rappresentazione. Un vero buco nero, e mi vergogno un po’ a dirlo. Poi arriva inaspettato il film che te lo fa scoprire e conoscere così bene, con un gioco così scintillante e divertente di trovate, che rientri a casa dopo la visione che Molière ti è diventato un grande amico, il suo Misantropo un’opera oggi ancora attuale e viva. Miracoli del cinema. 
 
Gian Carlo Marchesini

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