Sabato 18 gennaio presso il Centro Congressi Cavour si è
tenuta un’affollata assemblea della galassia della sinistra italiana .L’appello
era stato lanciato da Grassi e da un gruppo di compagni usciti delusi dal
recente congresso di Rifondazione Comunista,che ha visto l’elezione di un
segretario di minoranza,nella persona di Ferrero.Nella relazione introduttiva
dello stesso Grassi è stato sottolineato senza mezzi termini che le divisioni e
le scissioni che si sono succedute in tutti questi anni sono servite solo ad
indebolire la sinistra italiana e a determinarne la totale scomparsa o quasi
dal dibattito e dalla rappresentanza politica. Grassi ha inoltre sottolineato
che il PD non rappresenta certo un punto di riferimento per i movimenti e le
organizzazioni che si muovono a sinistra,nulla sapendo che quanto stava dicendo
era confermato da quanto stava decidendo il duo Berlusconi-Renzi nel corso del
contemporaneo insano incontro presso la sede del PD. Rappresentare lo 0.0001 o
poco più non significa nulla e continuare su questa strada porta soltanto alle
immani conseguenze che sono davanti agli occhi di tutti:disoccupazione ai
massimi storici,economia allo sbando e parametri economici sempre più stringenti dell’Europa che costringono ad una
politica di rigore e di freno dei consumi ,riforma Fornero che ha causato solo
danni e la lista si potrebbe allungare. Bisogna riportare il lavoro al centro
dell’azione e questo si può fare con una sinistra unita e forte come è già
avvenuto in Francia e Spagna. Bisogna superare i particolarismi delle singole
sigle .Bisogna che tutti facciano un passo indietro confrontandosi e realizzando l’obiettivo dell’unità delle
sinistre.
A titolo di commento personale,anche perché tutti gli
interventi hanno ricalcato le parole d’ordine di Grassi
(Procaccini,Fratoianni,Salvi e molti delegati FIOM e di associazioni sul
territorio) intanto mi sono sentito confortato non tanto di aver risentito
alcune belle parole di un tempo
(solidarietà,lavoro,volontariato,entusiasmo,libertà,non ci sto),dalle critiche a quanto
viene fatto adesso ,e dagli obiettivi ma mi sono sentito confortato che quasi
tutti hanno usato parole di autocritica,di cruda visione della situazione
attuale,degli obiettivi che non sono stati colti,delle speranze che sono state
deluse,di aver messo finalmente i piedi per terra e di aver capito di non aver
realizzato i propri sogni. Insomma una presa di coscienza collettiva,la sala
del Centro Congressi si è trasformata in grandissimo lettino di autoanalisi in cui
tutti pubblicamente si sono abbandonati in maniera completa e liberatoria .
Ma seppure il mondo della sinistra era largamente
rappresentato in sala,con maggioranza della componente di Rifondazione uscita
sconfitta dal recente congresso, di SEL,che con l’intervento di Fratoianni ha
preso atto pubblicamente atto del fallimento di SEL di rappresentare la
sinistra e di un congresso che sta per avvicinarsi che potrebbe determinare
scelte importanti,devo dire che mi sarei aspettato di più nel senso che nessuno
ha effettivamente detto:io ci stò,mi siedo ad un tavolo con chi è d’accordo e
lavoriamo per questa benedetta unità.Ha detto:io ci sto ,metto da parte tutte le
mie bandiere,i miei galloni da segretario o da rappresentante e i miei statuti e sono disponibile a lavorare.Tutti erano d’accordo
ma ho percepito come una specie di residua diffidenza degli uni verso gli
altri.Mi posso anche sbagliare,beninteso,ma non mi è sembrato che ci fosse una
volontà di concretizzare subito l’obiettivo.La politica si è fatta veloce,le
decisioni vengono prese al volo,la comunicazione politica si fa con twitter.Non vorrei che l’unità della sinistra continuasse ad essere come un miraggio tanto volte avvistato ma mai concretamente realizzato.Non vorrrei che quella di sabato venisse
ricordata come una di queste occasioni mancate.
Domenico Fischetto
Domenico Fischetto
l'araba fenice, caro mimmo
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