27 febbraio 2014

UN REQUIEM PER VILLA BLANC,PIAZZA WINCKELMANN E I PUNTI VERDI PER L'INFANZIA?

 
NEL 2000 ,PRIMA DELLA CURA

NEL 2014,DOPO LA CURA
 
 
 L'articolo di Gian Carlo Marchesini che riportiamo qui di seguito,è scritto con quella carica emotiva e passione a cui Gian Carlo ci ha da tempo abituati.Però come tutti quelli che affrontano un problema con passione,molte volte difettano in documentazione e analisi.Non per Villa Blanc,di cui Gian Carlo è stato,dopo un'attenta e approfondita analisi e studio della documentazione disponibile,confronto con i protagonisti,autore di un ottimo libro(Io sono la Villa),difetta a mio avviso nel caso dei punti verdi per l'infanzia di un'adeguata analisi ,in particolare per quanto riguarda la decisione politica che all'epoca portò all'approvazione di questa modalità di gestione degli spazi verdi pubblici.
Su Piazza Winckelmann e gli altri punti verdi io l'avrei scritto diversamente.Ora con il senno del poi diciamo che i punti verdi per l'infanzia sono al servizio dello sfruttamento commerciale,allora ,e io mi ricordo le discussioni non solo in aula consiliare dell'ex III Municipio,ma anche con le associazioni e i cittadini,veniva visto come il toccasana per dare ordine e decoro a degli spazi abbandonati all'anarchia.Dopo dieci e passa anni possiamo dire senza ombra di smentita che tale esperimento è fallito.Oltre agli strascichi giudiziari ,è sotto gli occhi di tutti la mal sana e privatistica gestione che ne hanno fatto i concessionari .Senza andare tanto lontano basta guardare per l'appunto i punti verdi per l'infanzia di  Piazza Winckelmann,Villa Massimo e Parco XIX luglio a San Lorenzo.
L'articolo di Gian Carlo pone sotto i riflettori  le nefandezze attuali per dimostrare una tesi che mi sento di condividere.Ci poteva arrivare lo stesso,ma sarebbe stata apprezzata di più se fosse stata sorretta da una più approfondita  analisi .
Domenico Fischetto
Lettera aperta ai genitori e agli insegnanti di una scuola pubblica romana.
Un requiem perVilla Blanc,  Piazza Winckelmann e i Punti Verdi per l’Infanzia?
Cari insegnanti e cari genitori dei 1450 bambini e ragazzini della scuola elementare e media: ma come avete potuto accettare, come avete potuto tollerare che un tale scempio avvenisse? Avevate una piazza davanti alla scuola, intitolata allo storico dell’arte Giovanni Winckelmann, che su duemila e passa mq di superficie in terra battuta, ombreggiata dalla chioma di una svettante pinetina, consentiva ai vostri figli e allievi di godersi uno spazio dove correre e giocare in libertà. Sulle panchine ai lati della Piazza assistevano mamme e nonni, qualche papà si inseriva nella partita in corso per sgranchirsi  le gambe a volte inciampando in chiassosa allegria sulle radici affioranti dei pini e capitombolando.
Questo accadeva fino a dieci anni fa. La Piazza era tutta un verdeggiare odoroso di resine e  fanciullesche grida. Quello spazio di libertà, quella pubblica Piazza, era quanto residuava di una originaria pertinenza di Villa Blanc, che nei suoi ben più  importanti quattro ettari era invece da cinquant’anni finita nelle mani della Società Immobiliare di proprietà Vaticana, la stessa che, dopo avere devastato la cima di Monte Mario per piazzarci la struttura gigantesca dell’Hilton, negli anni Settanta aveva cercato di fare il bis vendendo alla Repubblica Federale Tedesca il parco e gli edifici di Villa Blanc perché ne ricavasse la sua Ambasciata.
Piazza Winckelmann, verde, aperta e libera, poteva costituire del corpo generoso di Villa Blanc - oggi di proprietà della Luiss, Università privata -  la mano tesa verso i bambini e  i ragazzi della scuola, che nei suoi quattrocento mq di edifici dal severo profilo fascista si affaccia sulla piazza. Quale migliore destinazione per una marea di infanzia e adolescenza il potere sciamare  dal chiuso di edifici e aule afflittivi per giocare in una piazza alberata, e poi - o anche durante e prima - godersi la Villa in percorsi avvolti in mille essenze arboree odorose, con soste di apprendimento stimolante all’orto botanico, alla fattoria didattica, ai laboratori artigianali e artistici di danza, musica, fotografia, pittura e scultura?
Ma non è quanto esattamente prevede il Piano Regolatore Generale di Roma nella parte dedicata alla Villa, là dove destina il parco a verde pubblico, e i suoi servizi  alle esigenze degli abitanti del quartiere e alla scuola della fascia dell’obbligo, cioè materna, elementare e media?
Quel che sembrava normale e fisiologico in una società equilibrata e sana, in dieci anni si è trasformato in uno scenario da film horror. Il fermo immagine di quello che è oggi la piazza mostra uno spazio recintato da cancellate come un fortilizio privato, e i duemila mq interni sono per la gran parte sepolti da un cumulo di tende, palafitte, capanni, cupole e scivoli in plastica, trenini e cianfrusaglie sferraglianti tra trilli, squittii e altre musichette sceme. Ciò che prima era aperto, libero e gratuito ora è accuratamente predisposto per un divertimento a comando e a pagamento - fatta salva una porzione minore con due altalene e uno scivolo di accesso gratuito ricavata lungo  Via Lanciani.
Insomma, sotto il nome gentile e accattivante di Punto Verde per l’Infanzia, progetto forse avviato  all’inizio con le migliori intenzioni,da una totale libertà per tutti siamo oggi approdati a un variopinto caravanserraglio che porta in tasca quattrini a un solo individuo, mentre inquinamento aereo, visivo e sonoro sono per tutti.  Come non essere indotti al pensiero che qui c’è la mano di Erode, che oggi si chiama profitto privato, e che considera l’infanzia solo un pretesto per spillare quattrini a genitori e nonni indotti a una dipendenza dal consumismo cui asservire le nuove generazioni fin dal loro inizio? 
Ma come può il nuovo Erode, per arrivare a impadronirsi di un così prezioso bene pubblico, non avere avuto la complicità, o l’omissione e la latitanza, di tutti coloro che in vari ruoli politici, tecnici e amministrativi sono stati eletti dai cittadini o nominati per tutelare l’interesse generale e i diritti collettivi?
In più, sotto  una parte laterale della piazza, per non lasciare nulla di intentato al fine di incrementare il lucro privato, è stato consentito di scavare e cementificare per ricavare decine di posti macchina. Quando si dice  Città a misura di bambino.
I 1450 ragazzini  sono costretti per sei ore al giorno dentro il quadrilatero angusto degli edifici. Basti aggiungere che fanno  l’ora di ginnastica in un cortiletto interno   freddo come il ghiaccio d’inverno e rovente d’estate. E se vogliono entrare nella antistante piazza, il pomeriggio, devono entrarci con le tasche possibilmente colme di monete. Oppure accontentarsi a turno di uno scivolo e una altalena.
Della ventina di pini di dieci anni fa oggi ne sono rimasti sei, e guarda caso quelli tagliati perché ritenuti pericolanti sorgevano tutti nell’area occupata via via dalle giostre: forse, o evidentemente, per lasciare a queste ultime più spazio. Si direbbe quasi che all’espansione famelica del privato la mano pubblica abbia corrisposto  d’impeto. Insomma, uno scambio tra lucro di uno, o pochi a lui associati e servizievoli, e massacro del verde e degli spazi del demanio pubblico.
Però, sostiene qualche cittadino benpensante timorato - cioè  prono alla cultura e all’ideologia del primato del profitto privato sulla libera fruizione del bene pubblico - a questo modo abbiamo ottenuto che nessun vagabondo dorma più la notte sulle panchine della villa, e non si inciampi più su qualche cane e la sua maleodorante traccia. Come se per  tenere in ordine e pulita una piazza bisognasse per forza svenderla a un privato e alla sua asfissiante logica di sfruttamento.
Così oggi sta succedendo anche a Villa Blanc, matrice originaria di Piazza Winckelmann. Ora ahimé si sono ricongiunte al ribasso e in negativo in un destino  condiviso: l’arricchimento dei lupi  della finanza -a tutti i livelli, locale e spicciola, manageriale e alta. Il TAR ha respinto il ricorso del Comitato dicendo che si tratta sempre e comunque di cultura. Ci deve essere in giro qualche malinteso sul suo significato. A noi sta a cuore quella che tutela i bambini, i cittadini, il verde e l’integrità del territorio.
Una osservazione particolare e specifica merita  l’uso che si fa di una figura retorica che chiamerei torsione semantica. Torsione semantica è quella per la quale, all’insegna dell’affermazione che tutto è cultura, è indifferente che Villa Blanc sia attrezzata e snaturata da otto parcheggi, foresterie, ristorante al servizio di mille manager ospitati per apprendere le alchimie dell’alta finanza, piuttosto che mille ragazzini e normali cittadini che possono così muoversi in libertà e spazi larghi a contatto della natura per conoscere e apprezzare il meglio dell’arte, della storia, della bellezza. Oppure torsione semantica è quella per la quale si può tranquillamente e impunemente sostenere che non si occupa  la quasi totalità di Piazza Winckelmann, perché buona parte delle strutture occupanti - quelle in plastica gonfiabile per gli scivoli e gli zompi - non sono fisse bensì mobili, potendo essere rapidamente sgonfiate e tolte. E così, con il gioco di prestigio e il passaggio celere tra il gonfio e lo sgonfio, tra il servizio per la migliore crescita dell’infanzia o quella della finanza, tanto sempre cultura è, è garantito a pochi di impossessarsi di un bene pubblico cospicuo per il conseguimento a proprio vantaggio del massimo lucro speculativo a danno del godimento collettivo.
Cari insegnanti e cari genitori dei 1450 bambini e ragazzini della scuola elementare e media - e cari cittadini tutti: ma come avete potuto accettare, come avete potuto tollerare che un tale scempio avvenisse?

Gian Carlo Marchesini



             BED AND BREAKFAST “Villa Blanc”
 Il tuo B&B formato famiglia: discreto,economico,pulito
          Via: Rodolfo Lanciani n. 24, 00162 Roma
            tel.+39 068603901,+39 3355703763
               www.villablancbedandbreakfast.it

 

1 commento:

  1. Guarda gli alberi Mimmo. Qualli del parco sempre potatitissimi. Quelli dentro al giardino della scuola, con chiome enormi e pericolose. Perché il servizio giardini del Comune pota ogni anno gli alberi del giardino "privato" e non quelli della scuola e di via Lanciani ? Chi prende le mazzette ?

    RispondiElimina