NEL 2000 ,PRIMA DELLA CURA
NEL 2014,DOPO LA CURA
L'articolo di Gian Carlo Marchesini che riportiamo qui di seguito,è scritto con quella carica emotiva e passione a cui Gian Carlo ci ha da tempo abituati.Però come tutti quelli che affrontano un problema con passione,molte volte difettano in documentazione e analisi.Non per Villa Blanc,di cui Gian Carlo è stato,dopo un'attenta e approfondita analisi e studio della documentazione disponibile,confronto con i protagonisti,autore di un ottimo libro(Io sono la Villa),difetta a mio avviso nel caso dei punti verdi per l'infanzia di un'adeguata analisi ,in particolare per quanto riguarda la decisione politica che all'epoca portò all'approvazione di questa modalità di gestione degli spazi verdi pubblici.
Su Piazza Winckelmann e gli altri punti verdi io l'avrei scritto diversamente.Ora con il senno del poi diciamo che i punti verdi per l'infanzia sono al servizio dello sfruttamento commerciale,allora ,e io mi ricordo le discussioni non solo in aula consiliare dell'ex III Municipio,ma anche con le associazioni e i cittadini,veniva visto come il toccasana per dare ordine e decoro a degli spazi abbandonati all'anarchia.Dopo dieci e passa anni possiamo dire senza ombra di smentita che tale esperimento è fallito.Oltre agli strascichi giudiziari ,è sotto gli occhi di tutti la mal sana e privatistica gestione che ne hanno fatto i concessionari .Senza andare tanto lontano basta guardare per l'appunto i punti verdi per l'infanzia di Piazza Winckelmann,Villa Massimo e Parco XIX luglio a San Lorenzo.
L'articolo di Gian Carlo pone sotto i riflettori le nefandezze attuali per dimostrare una tesi che mi sento di condividere.Ci poteva arrivare lo stesso,ma sarebbe stata apprezzata di più se fosse stata sorretta da una più approfondita analisi .
Domenico Fischetto
Su Piazza Winckelmann e gli altri punti verdi io l'avrei scritto diversamente.Ora con il senno del poi diciamo che i punti verdi per l'infanzia sono al servizio dello sfruttamento commerciale,allora ,e io mi ricordo le discussioni non solo in aula consiliare dell'ex III Municipio,ma anche con le associazioni e i cittadini,veniva visto come il toccasana per dare ordine e decoro a degli spazi abbandonati all'anarchia.Dopo dieci e passa anni possiamo dire senza ombra di smentita che tale esperimento è fallito.Oltre agli strascichi giudiziari ,è sotto gli occhi di tutti la mal sana e privatistica gestione che ne hanno fatto i concessionari .Senza andare tanto lontano basta guardare per l'appunto i punti verdi per l'infanzia di Piazza Winckelmann,Villa Massimo e Parco XIX luglio a San Lorenzo.
L'articolo di Gian Carlo pone sotto i riflettori le nefandezze attuali per dimostrare una tesi che mi sento di condividere.Ci poteva arrivare lo stesso,ma sarebbe stata apprezzata di più se fosse stata sorretta da una più approfondita analisi .
Domenico Fischetto
Lettera
aperta ai genitori e agli insegnanti di una scuola pubblica romana.
Un
requiem perVilla Blanc, Piazza
Winckelmann e i Punti Verdi per l’Infanzia?
Cari insegnanti e cari genitori dei 1450 bambini e
ragazzini della scuola elementare e media: ma come avete potuto accettare, come
avete potuto tollerare che un tale scempio avvenisse? Avevate una piazza
davanti alla scuola, intitolata allo storico dell’arte Giovanni Winckelmann,
che su duemila e passa mq di superficie in terra battuta, ombreggiata dalla chioma
di una svettante pinetina, consentiva ai vostri figli e allievi di godersi uno
spazio dove correre e giocare in libertà. Sulle panchine ai lati della Piazza
assistevano mamme e nonni, qualche papà si inseriva nella partita in corso per
sgranchirsi le gambe a volte inciampando
in chiassosa allegria sulle radici affioranti dei pini e capitombolando.
Questo accadeva fino a dieci anni fa. La Piazza era
tutta un verdeggiare odoroso di resine e
fanciullesche grida. Quello spazio di libertà, quella pubblica Piazza,
era quanto residuava di una originaria pertinenza di Villa Blanc, che nei suoi
ben più importanti quattro ettari era
invece da cinquant’anni finita nelle mani della Società Immobiliare di
proprietà Vaticana, la stessa che, dopo avere devastato la cima di Monte Mario
per piazzarci la struttura gigantesca dell’Hilton, negli anni Settanta aveva cercato
di fare il bis vendendo alla Repubblica Federale Tedesca il parco e gli edifici
di Villa Blanc perché ne ricavasse la sua Ambasciata.
Piazza Winckelmann, verde, aperta e libera, poteva
costituire del corpo generoso di Villa Blanc - oggi di proprietà della Luiss,
Università privata - la mano tesa verso i
bambini e i ragazzi della scuola, che
nei suoi quattrocento mq di edifici dal severo profilo fascista si affaccia
sulla piazza. Quale migliore destinazione per una marea di infanzia e
adolescenza il potere sciamare dal
chiuso di edifici e aule afflittivi per giocare in una piazza alberata, e poi -
o anche durante e prima - godersi la Villa in percorsi avvolti in mille essenze
arboree odorose, con soste di apprendimento stimolante all’orto botanico, alla
fattoria didattica, ai laboratori artigianali e artistici di danza, musica,
fotografia, pittura e scultura?
Ma non è quanto esattamente prevede il Piano
Regolatore Generale di Roma nella parte dedicata alla Villa, là dove destina il
parco a verde pubblico, e i suoi servizi
alle esigenze degli abitanti del quartiere e alla scuola della fascia
dell’obbligo, cioè materna, elementare e media?
Quel che sembrava normale e fisiologico in una
società equilibrata e sana, in dieci anni si è trasformato in uno scenario da
film horror. Il fermo immagine di quello che è oggi la piazza mostra uno spazio
recintato da cancellate come un fortilizio privato, e i duemila mq interni sono
per la gran parte sepolti da un cumulo di tende, palafitte, capanni, cupole e
scivoli in plastica, trenini e cianfrusaglie sferraglianti tra trilli, squittii
e altre musichette sceme. Ciò che prima era aperto, libero e gratuito ora è
accuratamente predisposto per un divertimento a comando e a pagamento - fatta
salva una porzione minore con due altalene e uno scivolo di accesso gratuito
ricavata lungo Via Lanciani.
Insomma, sotto il nome gentile e accattivante di
Punto Verde per l’Infanzia, progetto forse avviato all’inizio con le migliori intenzioni,da una
totale libertà per tutti siamo oggi approdati a un variopinto caravanserraglio
che porta in tasca quattrini a un solo individuo, mentre inquinamento aereo,
visivo e sonoro sono per tutti. Come non
essere indotti al pensiero che qui c’è la mano di Erode, che oggi si chiama
profitto privato, e che considera l’infanzia solo un pretesto per spillare
quattrini a genitori e nonni indotti a una dipendenza dal consumismo cui
asservire le nuove generazioni fin dal loro inizio?
Ma come può il nuovo Erode, per arrivare a
impadronirsi di un così prezioso bene pubblico, non avere avuto la complicità,
o l’omissione e la latitanza, di tutti coloro che in vari ruoli politici,
tecnici e amministrativi sono stati eletti dai cittadini o nominati per
tutelare l’interesse generale e i diritti collettivi?
In più, sotto una parte laterale della piazza, per non
lasciare nulla di intentato al fine di incrementare il lucro privato, è stato
consentito di scavare e cementificare per ricavare decine di posti macchina. Quando
si dice Città a misura di bambino.
I 1450 ragazzini
sono costretti per sei ore al giorno dentro il quadrilatero angusto degli
edifici. Basti aggiungere che fanno l’ora di ginnastica in un cortiletto interno freddo come il ghiaccio d’inverno e rovente
d’estate. E se vogliono entrare nella antistante piazza, il pomeriggio, devono
entrarci con le tasche possibilmente colme di monete. Oppure accontentarsi a
turno di uno scivolo e una altalena.
Della ventina di pini di dieci anni fa oggi ne sono
rimasti sei, e guarda caso quelli tagliati perché ritenuti pericolanti
sorgevano tutti nell’area occupata via via dalle giostre: forse, o evidentemente,
per lasciare a queste ultime più spazio. Si direbbe quasi che all’espansione
famelica del privato la mano pubblica abbia corrisposto d’impeto. Insomma, uno scambio tra lucro di
uno, o pochi a lui associati e servizievoli, e massacro del verde e degli spazi
del demanio pubblico.
Però, sostiene qualche cittadino benpensante
timorato - cioè prono alla cultura e
all’ideologia del primato del profitto privato sulla libera fruizione del bene
pubblico - a questo modo abbiamo ottenuto che nessun vagabondo dorma più la
notte sulle panchine della villa, e non si inciampi più su qualche cane e la
sua maleodorante traccia. Come se per
tenere in ordine e pulita una piazza bisognasse per forza svenderla a un
privato e alla sua asfissiante logica di sfruttamento.
Così oggi sta succedendo anche a Villa Blanc,
matrice originaria di Piazza Winckelmann. Ora ahimé si sono ricongiunte al
ribasso e in negativo in un destino
condiviso: l’arricchimento dei lupi
della finanza -a tutti i livelli, locale e spicciola, manageriale e
alta. Il TAR ha respinto il ricorso del Comitato dicendo che si tratta sempre e
comunque di cultura. Ci deve essere in giro qualche malinteso sul suo
significato. A noi sta a cuore quella che tutela i bambini, i cittadini, il
verde e l’integrità del territorio.
Una osservazione particolare e specifica merita l’uso che si fa di una figura retorica che
chiamerei torsione semantica. Torsione semantica è quella per la quale,
all’insegna dell’affermazione che tutto è cultura, è indifferente che Villa
Blanc sia attrezzata e snaturata da otto parcheggi, foresterie, ristorante al
servizio di mille manager ospitati per apprendere le alchimie dell’alta
finanza, piuttosto che mille ragazzini e normali cittadini che possono così
muoversi in libertà e spazi larghi a contatto della natura per conoscere e
apprezzare il meglio dell’arte, della storia, della bellezza. Oppure torsione
semantica è quella per la quale si può tranquillamente e impunemente sostenere
che non si occupa la quasi totalità di
Piazza Winckelmann, perché buona parte delle strutture occupanti - quelle in
plastica gonfiabile per gli scivoli e gli zompi - non sono fisse bensì mobili,
potendo essere rapidamente sgonfiate e tolte. E così, con il gioco di prestigio
e il passaggio celere tra il gonfio e lo sgonfio, tra il servizio per la
migliore crescita dell’infanzia o quella della finanza, tanto sempre cultura è,
è garantito a pochi di impossessarsi di un bene pubblico cospicuo per il
conseguimento a proprio vantaggio del massimo lucro speculativo a danno del
godimento collettivo.
Cari insegnanti e cari genitori dei 1450 bambini e
ragazzini della scuola elementare e media - e cari cittadini tutti: ma come
avete potuto accettare, come avete potuto tollerare che un tale scempio
avvenisse?
Gian Carlo Marchesini
BED AND BREAKFAST “Villa Blanc”
Il tuo B&B formato famiglia: discreto,economico,pulito
Via: Rodolfo Lanciani n. 24, 00162 Roma
tel.+39 068603901,+39 3355703763
www.villablancbedandbreakfast.it
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Guarda gli alberi Mimmo. Qualli del parco sempre potatitissimi. Quelli dentro al giardino della scuola, con chiome enormi e pericolose. Perché il servizio giardini del Comune pota ogni anno gli alberi del giardino "privato" e non quelli della scuola e di via Lanciani ? Chi prende le mazzette ?
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