DF
Il caso Flaminio
Pup, il record spetta al II Municipio
Sono 41 le opere previste
Sono 41 le opere previste
Previsti quasi ottomila posti auto. Ma
per il dossier elaborato dai comitati No Pup molti interventi sono
"inutili". Il caso di via Gentile da Fabriano a pochi metri dal
Tevere e quello di via di Santa Costanza in una zona considerata a rischio
idrogeologico. E i disagi degli abitanti costretti a vivere tra i cantieri
Quando
si parla di Pup, si parla soprattutto di II Municipio. L’equazione è tutt’altro che casuale visto che qui,
in una delle zone più belle e ambite di Roma, andrebbero realizzati ben 41 (il
22%) dei 187 parcheggi interrati previsti dal Piano urbano parcheggi (Pup). Per
un totale di quasi 8.000 posti auto. Senza considerare i due interventi su
suolo privato (via Salaria e via Micheli) e il parcheggio di scambio a piazza
Annibaliano, in coincidenza con la nuova stazione della metro B1.
Un
numero considerevole di opere infrastrutturali, di molte
delle quali, secondo i comitati No Pup, non si sente granché l’esigenza. Come
nel quartiere Flaminio, dove si pensa di costruire 8 Pup nel raggio di un
chilometro, a fronte di decine di posti auto inutilizzati nei parcheggi a raso:
piazza Gentile da Fabriano (138 box), piazza Mancini (202 posti), via Guido
Reni (407), via Jacometti (96), via Stern (83), piazza Ankara (122), piazza
Manila (100) e piazza Jan Palach (100 posti). O come nel caso di viale Bruno
Buozzi, ai Parioli: un intervento da 188 posti considerato addirittura prioritario
dal Comune, ma del tutto inutile e, anzi, dannoso dai cittadini, visto che la
maggior parte degli edifici è dotata di posti auto interni e la zona è servita
da ben 4 garage privati (utilizzati solo al 60/70% della loro capienza).
Il
rimedio alla sosta selvaggia, in ogni caso, rischia di essere peggiore del
male. È il caso del progetto di piazza
Gentile da Fabriano, attualmente in corso di ultimazione: 2 piani e 138 box
auto, in un’area a pochi metri dal fiume Tevere, con una situazione idrogeologica
“a rischio” per la composizione del terreno e per la presenza di numerose falde
acquifere che saranno inevitabilmente deviate da questa “diga sotterranea di
cemento”. Provocando agli edifici circostanti dissesti che si potrebbero
manifestare anche tra diversi anni. Non solo. I costruttori non sembrano aver
contemplato il rischio esondazione, che invece qui è un’eventualità abbastanza
concreta. Almeno secondo l’Autorità di Bacino del Tevere, che ha classificato
il quartiere Flaminio a rischio R3 (fascia B), imponendo l’adozione di diverse
precauzioni, tra le quali il divieto di realizzazione di vani interrati in
tutta l’area (almeno finché non verranno alzati gli argini nell’area di Ponte
Milvio). Stesso pericolo anche a via Stern, dove la procedura per realizzare 83
posti auto è già stata avviata, in barba alla vicinanza col fiume.
Gli
interessi dei costruttori prima di tutto.
Esemplare il caso del parcheggio di via di Santa Costanza, nel quartiere
Trieste. Inizialmente avrebbe dovuto essere realizzato a via Oglio, ma poi, nel
2006, è stato rilocalizzato su richiesta della società concessionaria, col
beneplacito del II Municipio. Peccato che in questa zona il sottosuolo abbia
caratteristiche idrogeologiche decisamente poco adatte per scavare una
superficie di 11.870 mq (316 posti auto) e che “le verifiche preliminari della
fattibilità sono consistite in carotaggi fino alla profondità di 15 metri,
senza nessuno studio delle fondamenta dei palazzi” circostanti (la maggior
parte costruiti nel dopoguerra). Ma, anche mettendo da parte ogni altra
considerazione, che senso ha costruire un parcheggio qui, a 50 metri da quello
di Piazza Annibaliano (283 posti)?
E
che senso ha farne un altro in via Martignano,
in parte sotto il deposito Ama, in parte proprio nel parco Virgiliano
(Nemorense), quando dall’altro lato della strada, a piazza Volsinio, ce n’è già
uno? Perché, si chiedono i promotori del comitato “Quelli che il parco...”,
scavare tre piani sottoterra, in un’area di circa 4000 metri quadrati,
“distruggere la vegetazione arborea, sfigurare un giardino monumentale e
sottrarre ulteriori spazi alla fruizione collettiva”, per realizzare un’opera
che avrà una “trascurabile” ricaduta benefica sulla sosta?
Quella
di “mettere in cantiere” nuovi Pup anche
se a poco distanza ve ne sono altri, magari ultimati da anni e con posti auto
ancora invenduti, è una tendenza molto diffusa da queste parti. Come a piazza
San Saturnino, dove si sono progettati ben 298 posti quando, come si legge nel
dossier, “negli ultimi anni sono stati realizzati, sempre su suolo comunale,
altri 3 grandi parcheggi sotterranei: uno a Piazza Crati (500 metri da Piazza
San Saturnino) uno a Piazza Volsinio (300 metri) e l’ultimo a Piazza Ledro (100
metri), quest’ultimo ancora con diversi box invenduti”. E non finisce qui: ad
appena 50 metri di distanza, a piazza Sabazio, sono previsti altri sette piani
sotterranei, su un terreno dove la realizzazione di un parcheggio privato è
stata già interrotta dopo che gli scavi hanno lesionato un edificio. Gli auspici
non sono dei migliori, eppure si preferisce correre il rischio pur di ricavare
84 posti auto. Eliminandone 30 sulla strada.
A
volte le “magagne” vengono fuori solo a lavori già iniziati. Come a via Panama. Nel 2008 questo progetto
(138 posti auto) era stato espunto dal Piano urbano parcheggi dal sindaco
Alemanno per “problematiche tecniche”. Nel 2010 però i lavori cominciano: non
si parla più di Pup, ma di un intervento (previsto dalla legge Tognoli)
realizzato dai privati, su suolo privato. Sono 596 posti auto all’interno di
Villa Ada. Passano diversi mesi e, a gennaio 2011, tutto viene bloccato: il
cantiere viene posto sotto sequestro per violazione del vincolo urbanistico.
Nel Piano territoriale paesistico regionale (Ptpr) la zona è contrassegnata
come “villa storica”. Ma il particolare deve essere sfuggito ai costruttori.
La
storia recente insegna
che non bisogna mai abbassare la guardia, perché progetti che sembravano
abbandonati possono ritornare in auge all’improvviso. Al Flaminio ad esempio,
denunciano i comitati, recentemente “è saltata fuori una delibera del II
Municipio che rimette in gioco il Pup di viale del Vignola, quello che avrebbe
portato alla distruzione di 36 platani ottuagenari e che era stato
ufficialmente eliminato dall’ex assessore Marchi nel marzo del 2010, dopo mesi
di battaglie dei cittadini”.
Come
pensare, d’altronde, che ci si possa preoccupare di qualche decina di alberi, quando non ci ferma nemmeno davanti ai bambini? A via
di Poggio Catino, nel quartiere Trieste Salario, secondo il Piano urbano
parcheggi, dovrebbero essere realizzati 70 posti auto interrati, scavando sotto
il cortile della scuola elementare pubblica Ferrini. Spingendosi fino a pochi
metri dalle mura.
Per
non parlare poi dei disagi di inquinamento atmosferico e viabilità da sopportare per tutta la durata dei
lavori. Se tutto questo servisse davvero a migliorare la loro qualità della
vita, probabilmente i cittadini lo accetterebbero anche volentieri. Ma
purtroppo l’esperienza dei parcheggi già ultimati non si è sempre rivelata un
successo. A via Tripoli e piazza Ledro, ad esempio, molti box sono rimasti
invenduti (per colpa dei prezzi, che in certi casi possono arrivare anche a
180.000 euro, ma anche di problemi di infiltrazioni e allagamenti). In
superficie intanto le macchine continuano a essere parcheggiate in doppia fila
o davanti ai cassonetti, gli spazi verdi sono diminuiti, ma in compenso il
degrado è aumentato. A piazza Volsino, tanto per dirne una, si è registrato un
aumento dei furti di auto e biciclette, mentre alcuni abitanti hanno denunciato
la presenza di tossicodipendenti che bivaccano all’interno del parcheggio. Una
prospettiva non certo rassicurante.
Domenica, 10 Luglio 2011
Inchiesta
Il caso
Pup, in terzo
municipio restano solo sulla carta
di Eleonora Farnisi
Otto in tutto i pup previsti dal patto per la mobilità del Comune su questo
territorio. Di questi, sette sono interventi su suolo pubblico (viale XXI
Aprile, via Catania, Circonvallazione Nomentana e via Como), mentre uno è da
realizzare su suolo privato (San Tommaso Moro). Ad oggi, su un totale di 1.797
nuovi posti auto, solo 289 sono stati realizzati. È il caso di via Como, dove
però i lavori per il centro sportivo sono bloccati da due anni
Sapersi muovere nel traffico caotico
della Capitale è già un’impresa ardua, ma trovare un buco per la propria
macchina può diventare ancora più faticoso, anche in un territorio piccolo come
il terzo, dove i circa 50mila abitanti soffrono la presenza giornaliera di
200mila persone in più che attraversano il territorio per raggiungere le vicine
stazioni di Termini e Tiburtina o l’Università La Sapienza. Un bel guaio per i
residenti che devono accontentarsi del primo posteggio libero. Eppure anche qui
era stato varato un piano urbano parcheggi che avrebbe dovuto risolvere l’emergenza
della sosta. Ad oggi però quel piano resta inattuato. Dei sette interventi per
i Pup da realizzare su suolo pubblico, solo uno è stato preso in appalto e
avviato, quello di via Como, che rimane tuttora incompleto.
Il progetto di via Como. Fermi da due anni, i
lavori in quest’area del Nomentano-Italia avrebbero dovuto produrre
un’autorimessa sotterranea da 289 posti auto pertinenziali (di cui 67 a
rotazione) e contestualmente un centro sportivo su strada con piscina e cinque
campi da tennis. Il progetto affidato in appalto alla Cam srl nel 2007 e
ultimato (per la parte relativa ai parcheggi) nel 2009, di fatto resta a metà.
Mentre i box sono stati finiti e venduti, l’impianto sportivo resta solo sulla
carta. Un’ipotesi non prevista dall’ordinanza di approvazione n. 56/2007, che
invece stabiliva il divieto di vendere i box prima del completamento del centro
sportivo per cui erano stati individuati 1,4 milioni di oneri concessori. Nel
2009 il III Municipio propone di inserire nel progetto dell’impianto sportivo
anche una palestra. I costi aumentano e Comune e Municipio, piuttosto che
approvare il progetto iniziale e chiedere alla Cam di realizzarlo con urgenza,
propongono alla Cam di incrementare i ricavi dalla gestione del centro
sportivo, che di conseguenza non sarebbe stato più pubblico. In questi due
anni, i cittadini hanno chiesto a Comune e Municipio le motivazioni della
mancata approvazione del primo progetto, senza mai ricevere risposta. L’unica
svolta si è avuta a metà di questo maggio, quando il Municipio fa marcia
indietro e si allinea ai cittadini per chiedere al Comune l’approvazione
immediata del primo progetto. Ma la richiesta è ancora lettera morta. Ad oggi,
il cantiere è in stato di abbandono.
Gli altri pup inattuati. Diversamente, in base
a quanto riferito dal consigliere municipale Domenico Fischetto (Pd), i
restanti interventi su suolo pubblico devono essere ancora affidati e messi in
cantiere. Da viale XXI Aprile a via Catania e Circonvallazione Nomentana, dei
sei pup previsti e riconfermati nell’ordinanza comunale n. 129 del 2008, per un
totale di 1.508 posti auto, non c’è traccia. Dalle carte e in base alle
informazioni ottenute, si sa che su viale XXI Aprile (altezza incrocio
via Nardini) è previsto un intervento prioritario per un numero complessivo di 220
box auto. È ugualmente considerato prioritario l’intervento su via
Catania, nell’area sottostante il mercato coperto. Qui, sono stati
programmati 177 posti auto, di cui una piccola percentuale a rotazione
per gli operatori commerciali. Inoltre, è stato previsto che una parte degli
oneri concessori ricavati dalla vendita dei box servirà a finanziare piccoli
interventi di manutenzione ordinaria del mercato. Ci sono, inoltre, i quattro
pup che dovranno essere realizzati nell’area della Circonvallazione
Nomentana, per un totale di 1073 posti auto. Gli oneri concessori
legati a questo tipo di intervento, in teoria da avviare con opere in corso di
realizzazione, quali la nuova Stazione Tiburtina e l’abbattimento della
Tangenziale Est, dovrebbero essere impiegati per la riqualificazione dell’area,
che oggi versa in pessime condizioni. Ad oggi, però, il punto interrogativo
sull’abbattimento della tangenziale est mette a rischio proprio il progetto di
riqualificazione dell’area che ha messo in allarme i residenti. Infine, è
previsto un ultimo intervento ma su suolo privato. Si tratta del Pup San
Tommaso Moro, all’altezza dell’omonima chiesa di via dei Marrucini, (zona
San Lorenzo), per il quale sono in programma 40 posti auto. Ma anche
questo rimane inattuato.
Domenica, 10 Luglio 2011
Nessun commento:
Posta un commento