17 maggio 2013

L'UTILITA' DEL VOTO "INUTILE" di Carlo Buscalferri

L’utilità del voto “inutile”
Da quando non si vota più con un sistema rigidamente proporzionale si sono moltiplicati gli appelli al “voto
utile” con continui proclami del PD e del PDL tesi a sancire l’utilità del voto solo se conferito,
rispettivamente, alla propria lista.
Bene. Ma che fine hanno fatto i voti definiti “utili” ?
ll mio voto alle politiche, ad esempio, è andato al Partito Democratico: a posteriori ritengo che non sia stato
assolutamente un voto utile… penso addirittura che sia stato un voto dannoso visto che il PD ha poi deciso,
tradendo palesemente la mia volontà e quella di tutti gli altri elettori, di allearsi con un PDL sempre più
impresentabile…
Si arriva quindi facilmente al paradosso che il mio voto, dato al PD, in realtà è stato “utilizzato”, assieme agli
altri conferiti al PD, per raggiungere l’obiettivo, pervicacemente perseguito da PD e PDl, di un governo con il
centro – destra, governo che non condivido e che prima del voto era stato assolutamente escluso dal PD
stesso.
E allora perché continuare a votare il PD anche nelle amministrative ?
Risposta del PD: perché altrimenti si favorisce il candidato di centro-destra.
Si arriva a definire disfattista colui il quale non si attiene alle indicazioni dei partiti maggiori, quasi un
sabotatore….
Insomma, sempre la stessa storia: veniamo chiamati più o meno obtorto collo a votare il candidato del
centro – sinistra, comunque e a prescindere dal candidato di volta in volta presentato… perché altrimenti
vince il centro destra. Stessa storia con la Bonino candidata a Presidente della Regione Lazio: un disastro
elettorale.
E questa volta io non ci sto, sinceramente “ho già dato”, ho già dato svariate volte, forse troppe: alle
amministrative 2013 per Roma Capitale voto per convinzione, non facendomi condizionare dal ricatto,
perché tale è, della maggiore o minore utilità del mio voto, per il semplice motivo che nessuno ha il diritto
di definire utile o inutile il mio voto, massima espressione della mia discrezionalità politica, così come
sancito dalla Costituzione.
Questa volta, in estrema sintesi, voglio che il mio voto non venga utilizzato per scopi diversi da quelli per i
quali lo conferisco.
Perché quindi, nella fattispecie delle Amministrative 2013, non voto Ignazio Marino ?
Per il semplicissimo motivo che Marino, eccellente chirurgo di fama internazionale, non mi convince
proprio come Sindaco, neppure un po’: è stato calato dall’alto improvvisamente, rappresenta il prodotto
delle solite alchimie dell’oligarchia del PD, non ha un programma, lancia spot elettorali talvolta ridicoli (vedi
il BIT a 5 € per i turisti subito dopo aver messo tra le massime priorità proprio il turismo), commette gaffes
talvolta imbarazzanti, non ha nessuna esperienza di governo, imbarca con tanto di conferenza stampa
congiunta Croppi, già assessore di Alemanno e comunque esponente del centro-destra, non sa nulla di
urbanistica né di mobilità nè di quant’altro serve per gestire e possibilmente risolvere i problemi complessi
di una metropoli quale è Roma.
Sullo sfondo del mio profilo di Facebook, è riportata una frase di Albert Einstein: “Non si può risolvere un
problema con lo stessa mentalità che l’ha generato”.
Ecco, il problema è tutto qui, la candidatura di Marino è stata “confezionata” con gli stessi presupposti e la
stessa mentalità di sempre.
Ci vuole ben altro a mio avviso: ci vogliono competenze specifiche, esperienza di governo, know-how,
insomma, un curriculum che necessariamente deve essere più ricco, più solido, più attinente alle complesse
tematiche che devono essere risolte.
E’ per questo che sostengo Alessandro Bianchi e la sua lista Progetto Roma ed è per questo che ho
accettato con entusiasmo la sua proposta di candidarmi all’Assemblea Capitolina e al I Municipio. Perché in
Bianchi c’è, come dire, della stoffa per fare bene il Sindaco, della stoffa buona, perché Bianchi mette sul
tavolo la propria esperienza di governo nazionale e le proprie competenze tecniche, l’urbanistica e la
mobilità in primis, che, guarda caso, attengono ai maggiori problemi che Roma deve urgentemente
risolvere.
Voto inutile il mio ? Bah, lo vedremo, intanto andiamo alla conta, noi di Progetto Roma siamo pronti.
E anche se Progetto Roma non dovesse vincere, beh, a buon intenditor, ammesso che ve ne siano ancora,
poche parole: molti elettori, questa volta, avranno votato per convinzione, finalmente non facendosi
condizionare dalla pretesa della più o meno utilità del proprio voto.
Carlo Buscalferri

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