Riporto qui di seguito un'intervista rilasciata recentemente dal Presidente del III Municipio,Dario Marcucci,sulla vicenda della Pinetina di Villa Massimo
"più verde
e più
spazi per i bambini”
Era il 2001 quando il Comune di Roma dava in gestione
la pineta di Villa Massimo a due concessionari
privati. Nel 2010 uno dei due, la società DAFI srl, acquisisce
l’intera quota di concessione e presenta un
progetto di riqualificazione. I cittadini riuniti nel Comitato
di difesa della pineta insorgono e con una
petizione chiedono al Servizio Giardini del Comune
di Roma e al Presidente del III Municipio, Dario Marcucci,
che non si privatizzi un parco comunale. «Non
si tratta di nessuna ulteriore privatizzazione – risponde
Marcucci - ma di una riqualificazione dell’area,
ormai degradata. A Villa Massimo aumenterà la superficie
verde e le strutture gratuite per bambini».
Presidente Marcucci nella petizione si parla di «stravolgimento
dell’area verde», cioè di quella che, secondo
concessione, doveva essere di «fruizione
libera e gratuita». Lei cosa risponde ai cittadini del
suo quartiere?
Nessuno stravolgimento. Partendo da quanto previsto
dalla concessione, che io non posso in nessun
modo retrocedere, il nuovo progetto non cambierà
la condizione di fruibilità dell’area, anzi lamigliorerà.
Saranno abbattute ulteriormente alcune barriere architettoniche,
che rendevano difficile l’accesso in
diverse parti del parco a persone con difficoltà motorie,
la pineta recupererà il suo valore ambientale,
attraverso la piantumazione di 37 nuovi alberi e la
superficie verde del parco si arricchirà qualitativamente
e quantitativamente di prato e di una maggiore
varietà di nuove piante. Infine, aumenteranno
le strutture gratuite per bambini, nonché gli arredi
come panchine e cestini. L’obiettivo è di offrire la
sensazione a chi entrerà nel parco pubblico, che si
sia recuperato in parte il valore naturalistico originario
dell’area.
Un’ulteriore contestazione riguarda la gestione del
concessionario dell’area che, secondo il comitato
degli abitanti della zona, in 12 anni avrebbe collezionato
abusi, allargando il punto ristoro e la zona
delle giostre.
La concessione del 2001 prevede la possibilità di
sfruttamento commerciale di 404 mq destinati allo
spettacolo viaggiante, (ovvero giostre e giochi stile
Luna Park), 303 mq di Punto ristoro (di cui 107 mq di
tavoli all’aperto) e 25 mq di servizi pubblici. Di contro
circa 7500 mq rimangono di completa fruizione
pubblica. Negli anni successivi al 2001 la superficie
dei tavoli all’aperto è stata aumentata di 50 mq e
leggermente ampliata la zona cucine del Punto ristoro
a seguito di atti autorizzativi, che sono di esclusiva
competenza del Dipartimento di Tutela
dell’Ambiente e su cui il Municipio anche recentemente
ha sempre sollecitato i doverosi controlli. Non
posso aggiungere di più, perché gli eventi di cui parliamo
risalgono a ben prima della mia legislatura.
Parliamo allora della parte del nuovo progetto relativo
all’area delle giostre che, sempre secondo il comitato
dei cittadini, autorizzerebbe un’ ulteriore
privatizzazione del parco. Su questo come si è
espresso il vostro controllo?
La versione attuale del progetto, approvato dal Comune
e non dal Municipio, l’unica per la quale ho
espresso un parere positivo, dopo che per le due
precedenti mi ero opposto sia in sede tecnica di
conferenza dei servizi che in sede politica, non amplia
affatto le superfici commerciali ma al contrario
le diminuisce e soprattutto ne riforma le funzioni e la
qualità. E’ facilissimo constatare la veridicità della
mia affermazione, sovrapponendo le planimetrie
dell’area, come era fino ad oggi, con quella del
nuovo progetto. Il tutto è consultabile pubblicamente
sul sito del Municipio, come del resto da
tempo tutta la documentazione relativa alla convenzione.
Ciò che nella petizione viene stigmatizzato
come un abuso è una riqualificazione di quella che,
come il comitato stesso ha scritto, era una “baraccopoli”,
ovvero il mini Luna Park, già a pagamento.
il mini Luna Park, già a pagamento.
Ora lì sorgerà un’intera area dedicata ai bambini e
ai giochi per l’infanzia, dotata di servizi igienici pubblici.
Questi, pur essendo spazi per lo più a pagamento,
come i precedenti e come statuito dalla
convenzione di 12 anni fa, ospiteranno attività basate
su esperienze di gioco con valore formativo.
Cosa risponde alla contestazione che la pineta di
Villa Massimo è un parco comunale con vincolo
paesaggistico di area boschiva, dove non potrebbe
essere costruito niente o, nel caso di opera qualificata
come pubblica, essere necessariamente sottoposta
all’approvazione della Giunta Capitolina?
Colgo l’occasione per precisare ancora una volta
che il parere espresso dal Municipio sottolineava la
necessità che le procedure di autorizzazione verificassero
la compatibilità urbanistica ed ambientale
del progetto. A quanto mi risulta sono stati ottenuti
pareri positivi del Dipartimento competente per l’urbanistica,
nonché della Asl e delle Sopraintendenze.
Questo è tutto quello che potevo fare nell’esercizio
delle mie funzioni. Non ho né le ragioni né la competenza
per dubitare della regolarità delle verifiche
attinenti un procedimento, le cui responsabilità e
pertinenza sono totalmente degli organismi del Comune
di Roma.
Giulia Doni
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