STANNO CAMBIANDO LA COSTITUZIONE IN SILENZIO. PERCHÉ CAMBIARLA IN QUESTO MODO E CON QUESTI CONTENUTI?
• Milioni di famiglie pagano le conseguenze del terribile momento economico e sociale; alle elezioni politiche del 2013 si è registrato il più alto tasso di non votanti della storia; è stato eletto, anche a causa di una legge elettorale ingiusta e probabilmente incostituzionale che il governo non ha ancora cambiato, il parlamento meno rappresentativo dalla Liberazione in poi; lo stesso governo, definito "di emergenza", è nato in base ad un'alleanza contraria ai programmi elettorali dei partiti che ne fanno parte; c'è una crisi della politica e dell'etica costituzionale diffusa, permanente e sconcertante.
• In questo scenario di gravità inedita è stato avviato proprio dal governo e dalla maggioranza del parlamento un percorso di modifica della Costituzione sbagliato e, a nostro avviso, illegittimo, oltre che inutile: si è deciso di "derogare", cioè cambiare in questa unica circostanza, alla regola fondamentale che consente di modificare la Carta, quella contenuta nel suo articolo 138.
• Il merito delle modifiche proposte è grave, equivoco e oscuro. E' falso che si intenda solo superare il bicameralismo paritario, diminuire il numero di parlamentari, abolire le Province, tutte scelte ragionevoli, da realizzare in modo giusto e ponderato. Si intende fare specialmente altro: è stato istituito un Comitato con il compito di "revisione" dei titoli I, II, III e V della parte seconda della Costituzione, che da soli sono composti da 61 articoli, quasi la metà del totale degli articoli della Costituzione; non solo: si estendono le competenze del Comitato "ad altre disposizioni della Costituzione" in modo generico, mettendo così in discussione la grandissima parte della Carta. Governo e maggioranza hanno ripetutamente sottolineato di voler così cambiare "la forma di Stato e la forma di governo", spesso riferendosi al cambiamento della natura della nostra Repubblica da parlamentare a presidenziale o semipresidenziale.
• C'è un mortale silenzio della politica e dei grandi media su questo processo di modifica costituzionale che invece va avanti in modo accelerato. Si vuole così porre il Paese davanti al fatto compiuto; si nega così che la Costituzione è patrimonio inalienabile dei cittadini, che già nel referendum costituzionale del 2006 bocciarono le proposte di riforma avanzate dalla maggioranza allora di destra.
• Questo metodo e questi contenuti sono imperdonabili e intollerabili, perché diminuiscono il tasso di democrazia reale, allontanano ancora di più governanti e governati, cittadini e istituzioni, feriscono in modo permanente la colonna vertebrale dell'Italia: la Costituzione repubblicana.
• Mentre vanno avanti questi processi, parte sempre maggiore della popolazione, in particolare i giovani, non ha lavoro, in palese contrasto con l'articolo 1 della Costituzione, che dichiara l'Italia "una Repubblica democratica fondata sul lavoro", mentre sono demoliti a colpi di piccone diritti e garanzie sociali.
Bisogna contrapporre a questi comportamenti e a queste decisioni la volontà della grande maggioranza dei cittadini, indipendentemente dalle opinioni politiche e dalla collocazione sociale di ciascuno.
Oggi la Costituzione è in grande parte inattuata; per uscire dalla crisi occorre finalmente metterla in pratica, ponendo al centro dell'idea stessa di rinnovamento del Paese le persone, i lavoratori, i cittadini.
Ci mettiamo perciò a disposizione di una grande battaglia democratica e unitaria con l'obiettivo di difendere la Costituzione del 1948 e aderiamo e aderiremo a tutte le iniziative che faranno proprio tale obiettivo.
è colpa di questa Costituzione ingessata se siamo ridotti così. L'art. 41 e 49 sono lettera morta.
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