A margine di una riunione della locale sezione Italia-Nomentana dell'ANPI, svoltasi il 14 ottobre,Marchesini , e in seguito ad alcune sollecitazioni ricevute,scrive una mail di impulso,a cui segue una risposta di Fischetto.
(Scritto di getto dopo la bella manifestazione in Piazza del Popolo di sabato scorso e una riunione avvilente nella propria sezione Anpi.)
Ma cosa è diventata oggi l’Anpi: un raduno di piagnucolosi necrofili? Un associazione culturale specializzata nel dibattere temi e problemi di minoranze fin troppo dibattuti? Forse si interroga sul come rendere attuali i valori della Resistenza, e cosa farebbero se fossero vivi i partigiani oggi? No, l’Anpi tiene lo sguardo rigidamente fisso sull’agenda delle ricorrenze canoniche e sulla lista dei necrologi.
l’Anpi è pronta a mettere corone e lapidi, a salmodiare genuflessa ai piedi dei sacri sepolcri, a commemorare e celebrare le passate e archiviate lotte. Ma l’Anpi supera se stessa nell’accompagnare alla tomba i suoi ultimi centenari defunti. Eccola allora accorrere sollecita in gramaglie, sciogliere trecce e lacrime, dare fiato a flauti e trombe, concionare e declamare strazianti addii sulle tombe.
L’A...npi è una associazione di nostalgici che si nutre di memorie gloriose e di culto dei suoi eroici caduti. Ma intanto al governo abbiamo un intreccio innaturale e mostruoso composto da ex democristiani riciclati, ex e nuovi piduisti, gangster malavitosi. E la Costituzione nata dalla Resistenza è oggetto di continui attacchi.
L’Anpi dolente porta crisantemi sulle tombe dei partigiani defunti: quando dovrebbe, per degnamente onorarli, strappare rabbia e coraggio dalle loro mani per armare di rabbia e coraggio le proprie. E prendere la testa dei centomila sfilati sabato, a fianco di Libertà e Giustizia, Fiom, Libera e decine di altre associazioni non salmodianti a lutto la testa rivolta al passato, ma vive e combattenti oggi.
L’Anpi dovrebbe trarre forza da un glorioso passato e combattere per costruire un miglior futuro per tutti: non ricevere ordini da stanze istituzionali politiche che di partigiano hanno soltanto la parte faziosa e conservatrice.
Ma cosa è diventata oggi l’Anpi: un raduno di piagnucolosi necrofili? Un associazione culturale specializzata nel dibattere temi e problemi di minoranze fin troppo dibattuti? Forse si interroga sul come rendere attuali i valori della Resistenza, e cosa farebbero se fossero vivi i partigiani oggi? No, l’Anpi tiene lo sguardo rigidamente fisso sull’agenda delle ricorrenze canoniche e sulla lista dei necrologi.
l’Anpi è pronta a mettere corone e lapidi, a salmodiare genuflessa ai piedi dei sacri sepolcri, a commemorare e celebrare le passate e archiviate lotte. Ma l’Anpi supera se stessa nell’accompagnare alla tomba i suoi ultimi centenari defunti. Eccola allora accorrere sollecita in gramaglie, sciogliere trecce e lacrime, dare fiato a flauti e trombe, concionare e declamare strazianti addii sulle tombe.
L’A...npi è una associazione di nostalgici che si nutre di memorie gloriose e di culto dei suoi eroici caduti. Ma intanto al governo abbiamo un intreccio innaturale e mostruoso composto da ex democristiani riciclati, ex e nuovi piduisti, gangster malavitosi. E la Costituzione nata dalla Resistenza è oggetto di continui attacchi.
L’Anpi dolente porta crisantemi sulle tombe dei partigiani defunti: quando dovrebbe, per degnamente onorarli, strappare rabbia e coraggio dalle loro mani per armare di rabbia e coraggio le proprie. E prendere la testa dei centomila sfilati sabato, a fianco di Libertà e Giustizia, Fiom, Libera e decine di altre associazioni non salmodianti a lutto la testa rivolta al passato, ma vive e combattenti oggi.
L’Anpi dovrebbe trarre forza da un glorioso passato e combattere per costruire un miglior futuro per tutti: non ricevere ordini da stanze istituzionali politiche che di partigiano hanno soltanto la parte faziosa e conservatrice.
G.C.Marchesini
Cari tutti ,
la mail di Gian Carlo a me è piaciuta perchè proprio scritta di getto.Non ci sono fronzoli,tatticismi,paura di contrariare qualcuno etc,ma và dritta al problema.Pone in bella evidenza quali sono alcune rilevanti battaglie che l'ANPI dovrebbe assumere per dare maggiore forza al suo ruolo nella società civile.
Riconosco di non essere stato finora un' attivista di prima linea dell'ANPI,pur essendo, non solo idealmente, vicino ai valori dell'associazione .Ora scarico dai miei impegni istituzionali e di partito,mi sento in grado di poter seguire con maggiore assiduità le attività dell'associazione e di poter dare il mio contributo.
Ciò premesso riconosco nell'ANPI il ruolo di "sentinella" antifascista e democratica nella società italiana come anche di memoria storica della lotta partigiana.Mi è sempre sembrata una grande intuizione di marketing quella di aprire le iscrizioni a tuti i democratici e antifascisti senza distinzione di età,garantendo in questo modo continuità nell'azione e nella memoria.E proprio su questo secondo me pone l'accento la " garbata" mail di Gian.La memoria con le sue liturgie deve esserre preminente sull'azione,sulle nuove iniziative di cui certo non mancano gli spunti di questi tempi?Secondo me è importante la "gestione" della memoria con i suoi riti,le sue ricorrenze, i suoi luoghi sacri e tutto quello che serve per non dimenticare.Ma l'ANPI deve dare soprattutto stimolo e spinta a nuove iniziative che si ricollegano alla memoria ma che trovano linfa vitale,spunto e forza dalla realtà sociale ,civile e politica.Lotta al negazionismo,alla revisione storica, difesa della Costituzione (si badi bene che il PD non ha preso parte alla manifestazione del 12 ottobre) sono temi attuali per non parlare di prendere spunto dalla crisi politica e di valori a cui stiamo assistendo non solo in questi giorni,ma che sono il frutto di insensati modelli che ormai vengono ostentati da anni e che vengono assunti e assurti dalle nuove generazioni. "Occasioni di lavoro" per un'ANPI magari rinnovata nelle sue linee di azione, pur nel rispetto della memoria, non ne mancano.
Quindi invito tutti a una seria riflessione,lasciando da parte vecchie e nuove ruggini, per lavorare tutti insieme ad un'ANPI rinnovata nell'azione.
D.Fischetto
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