Qui di seguito il testo della lettera di solidarietà nei miei confronti a firma di Gianfranco Paglialuro e Alessandro Bianchi.
Noi stiamo con Domenico Fischetto
Domenico Fischetto – già Capogruppo al Municipio Roma III degli eletti nel Partito Democratico (15 membri), fondatore e portavoce del Circolo degli Ecologisti Democratici dell'ex III Municipio – è stato “escluso”, cioè espulso, dal Partito Democratico perché alle elezioni comunali di Roma si è presentato candidato nella lista di Progetto Roma, associazione del cui gruppo dirigente fa parte.
Il provvedimento, firmato da Alberto Tanzilli, presidente della Commissione Garanzia Pd Roma, motivato da un apposito articolo dello Statuto, è scritto con perfetto stile da impiegato di Equitalia:
“Si rappresenta agli iscritti in indirizzo che la Commissione di Garanzia di Roma, nella riunione del 29 Luglio 2013, ha deliberato nei loro confronti, ai sensi e per gli effetti dell'art.2, punto 9 comma, secondo comma, dello Statuto nazionale Pd, che gli stessi iscritti siano "esclusi e non più registrabili, per l'anno in corso e per quello successivo, nell'Anagrafe degli iscritti".
Stupisce che analogo provvedimento non sia stato assunto anche nei nostri confronti, visto che entrambi siamo iscritti a Roma nel Pd e che ci siamo presentati nelle liste di Progetto Roma: Alessandro Bianchi, già ministro nel Governo Prodi 2 e membro della Direzione Nazionale del partito, come candidato sindaco; Gianfranco Pagliarulo, già parlamentare dell’Ulivo, come candidato consigliere comunale.
Entrambi, come Domenico Fischetto, abbiamo dato indicazione al ballottaggio di votare per Ignazio Marino, essendo evidente e dichiarata la nostra scelta per un sindaco di progresso e per il riscatto democratico di Roma.
E ancor più stupisce che l’intero gruppo dirigente del Pd di Roma, e tanto meno i “garanti”, non si siano minimamente posti il problema delle ragioni politiche che ci hanno indotti a presentare una lista diversa e un altro candidato sindaco per Roma, ignorando sia il desolante spettacolo offerto dalle primarie per il candidato sindaco, sia il balletto di regolamenti teso a escludere ad ogni costo dalla rosa dei candidati qualsiasi persona che non fosse espressione di correnti organizzate all’interno del Pd, sia il profondo ed evidentissimo malessere di migliaia di iscritti e di elettori.
D’altronde le recenti minacce di espulsione nei confronti di Rosario Crocetta, Presidente della Regione Sicilia, e la richiesta di dimissioni a tutti gli assessori del Pd, confermano una deriva che tende a risolvere in chiave grottescamente amministrativa le questioni politiche.
Quanto al piano politico generale, stupisce – e indigna - che sia stata completamente rimossa la inquietante vicenda dei parlamentari del Pd che, nascondendo la mano, hanno votato contro l’elezione di Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica.
Non è un caso, allora, che i lavori preparatori del Congresso, nella significativa assenza di dibattito politico, stiano tristemente confermando la deriva personalistica e di potere da parte di cordate fieramente contrapposte all’interno del partito.
Dopo l’Assemblea nazionale del 21 settembre abbiamo letto che Gianni Pittella, candidato segretario del partito, ha dichiarato: “il Partito democratico non si merita questa classe dirigente. C'è chi lavora scientemente per il caos con l’unico scopo di sopravvivere, spingendo così il partito al suicidio politico”; che Maria Chiara Carrozza, ministro in carica, ha dichiarato: “dal Pd è arrivata una immagine terrificante”; che Guglielmo Epifani, segretario del partito, ha dichiarato: “un dibattito indegno”.
Pensiamo che sia del tutto aperto il problema della ricostruzione di una formazione politica di massa, saldamente ancorata ai valori della migliore sinistra italiana, che si candidi ad una nuova rappresentanza dei ceti popolari, avanzi proposte efficaci contro la devastante crisi economica in atto, intercetti l’abbandono di milioni e milioni di elettori, contrasti ogni populismo e si contrapponga al gravissimo pericolo di un ritorno di forze di destra estrema.
Per tutte queste ragioni consideriamo politicamente risibile il provvedimento preso nei confronti di Domenico Fischetto, e insieme a lui continueremo il percorso avviato da tutti quanti hanno dato vita a Progetto Roma.
Alessandro Bianchi
Gianfranco Pagliarulo
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