15 dicembre 2013

L'INTERVENTO DI ALESSANDRO BIANCHI AGLI STATI GENERALI DI CANTIERE DEMOCRATICO(14/12/2013)


 

L’Associazione PROGETTOROMA è presente agli Stati Generali del Cantiere Democratico con una delegazione composta da:

Alessandro Bianchi, Domenico Fischetto, Rachele Nunziata, Francesco Sirchi.

 

 

 

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 Intervento di

Alessandro Bianchi

Presidente dell’Associazione ProgettoRoma

                                                          Roma, 14 dicembre 2013

Centro Congressi Frentani

 

Ringrazio Cantiere Democratico per l’invito, che abbiamo accolto venendo qui con una delegazione a rappresentare l’Associazione ProgettoRoma.

Dirò, quindi, brevemente chi siamo e perché partecipiamo a questi Stati Generali.

 

CHI SIAMO

Progetto Roma è un’Associazione nata circa un anno fa, che ha partecipato alle ultime elezioni amministrative a Roma.

Lo ha fatto presentando una lista con un candidato Sindaco e 47 Consiglieri comunali e con liste proprie in sette Municipi con altrettanti candidati Presidenti.

Non abbiamo raggiunto il quorum né al Comune né nei Municipi, ma rimaniamo convinti di aver presentato le idee, le proposte e le persone migliori per governare Roma e per farla diventare – secondo il nostro slogan elettorale – una città bella, efficiente, equa, sicura e sostenibile.

 

E ne siamo convinti più che mai oggi alla luce della deludente prova che a sette mesi di distanza dal suo insediamento sta dando l’Amministrazione Marino, per cui continuiamo ad essere presenti nel dibattito politico-culturale su Roma, per ribadire i punti salienti del nostro programma: la mobilità dolce, il patrimonio culturale come motore di sviluppo, la sostenibilità ambientale, l’equità sociale, una buona urbanistica.

 

Il programma lo potete trovare nel nostro sito (www.progettoroma.org) e qui c’è il libretto – “Un progetto per Roma” -  da cui ha tratto ispirazione.

 

 

PERCHE’ SIAMO QUI

Detto questo, perché siamo venuti qui accogliendo l’invito rivolto dal Cantiere Democratico?

Siamo qui perché pur essendo nati ed essendoci radicati all’interno dei problemi di Roma, non ci sfugge che questi problemi fanno parte di una più complessiva questione che riguarda l’intero Paese e la sua guida politica, che è il nodo di fondo che oggi è indispensabile affrontare.

Dico, allora, qual è il nostro punto di vista, un punto di vista che abbiamo discusso e messo a punto una settimana fa nel corso di un Assemblea di ProgettoRoma.

 

1. Noi non ci riconosciamo nell’ibrida compagine che oggi governa il Paese, che vede esponenti del partito che per molti di noi è stato un riferimento – il Partito Democratico – insieme a partiti e persone che hanno un’estrazione politico-culturale di stampo berlusconiano, che ci è completamente estranea e che riteniamo abbia causato danni gravissimi alla società italiana.

Da questi partiti e da queste persone vogliamo rimanere nettamente distinti, meno che meno possiamo accettare di governare insieme.

 

Si continua a dire che questa ibrida alleanza è indispensabile per salvare il Paese, ma non mi sembra che si vedano segnali significativi in questa direzione: non per la moralizzazione della politica, per il contenimento degli sprechi degli Enti pubblici, , per il rilancio dell’occupazione, per l’abbattimento del debito, per il lavoro giovanile, per gli esodati, per il conflitto di interessi, per non dire della farsa della legge elettorale, di cui oggi i partiti tornano a parlare solo perchè la Corte Costituzionale ha finalmente detto una cosa che tutti sapevano, ossia che il mostruoso “porcellum” è incostituzionale.

 

2. Noi pensiamo anche che in questa vicenda il Partito Democratico stia proseguendo sulla strada della perdita di contatto con la società civile e della sua decomposizione interna, di cui l’episodio più eclatante è stato quello dei 101 felloni che, nascondendo la mano, hanno impedito l’elezione di Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica.

All’interno del PD questo episodio è stato completamente rimosso, come se si trattasse di un qualsiasi incidente di percorso e non il segno evidente del livello di degrado indotto nelle strutture di partito da alcuni dei suoi cosiddetti “capi storici”.

Per quanto mi riguarda personalmente, ho rassegnato un mese e mezzo fa le dimissioni dalla Direzione Nazionale del PD, non riconoscendomi più in quel partito e non volendo più assistere alle guerre tra fazioni capeggiate dai signori delle tessere.

 

Non possiamo, però, nasconderci, che dopo l’elezione di Renzi alla segreteria siamo di fronte ad una situazione del tutto nuova con la quale ci dobbiamo confrontare, quindi anche su questo punto voglio dire qual è la nostra posizione.

 

3. ProgettoRoma non si è espressa per il sostegno a Renzi (io personalmente non ho votato alle primarie) altrimenti saremmo stati dentro il PD, né possiamo sapere se Renzi sarà in grado di costruire un partito più attento alle istanze della società civile e meno alle lotte tra fazioni interne. Ci vorrà del tempo per verificarlo.

Tuttavia riteniamo che il PD continuerà ad essere un punto fermo del versante progressista della politica italiana e, quindi, con il PD continueremo a confrontarci.

Ma deve essere chiaro che intendiamo farlo alla pari, senza deferenza o soggezione alcuna e riservandoci di esprimere in piena autonomia consenso o dissenso, perché l’obiettivo politico di Progetto Roma è un altro: è quello di praticare lo spazio politico che da tempo si sta aprendo a seguito del progressivo spostamento al centro del Partito Democratico.

E’ uno spazio politico ampio e agibile per la costruzione di un nuovo centrosinistra che sia capace di interpretare le esigenze e i bisogni di quella parte crescente della popolazione che non ha più rappresentanza e che, in misura sempre crescente, si rifugia nell’astensionismo elettorale o presta il fianco a vere e proprie derive populiste e antidemocratiche: dai grillini, ai forconi e via via sempre più in basso.

 

4. Siamo anche consapevoli che l’idea che un nuovo soggetto politico di centrosinistra possa vedere la luce, non è ancora supportato da un chiaro disegno di quali siano i tempi e i modi in cui ciò possa avvenire e i contenuti da conferire.

 

Pensiamo, quindi, che bisogna lavorare a costruire questo disegno, creando un punto di aggregazione, una sorta di calamita politica capace di attrarre tutti  quelli che credono in questo obiettivo ma si trovano all’interno di spezzoni di partiti, partitini, associazioni, movimenti che non hanno voce perché chiusi nei loro recinti autoreferenziali, mentre potrebbero avere ben altra voce se si mettessero insieme, perché indubbiamente sono ricchi di idee, di competenze e di passione politica.

 

Siamo convinti che se riusciremo a costruire questa calamita politica e ad attrarre questo arcipelago di soggetti indirizzandolo verso un obiettivo comune, allora ci saranno le condizioni per costruire un nuovo centrosinistra, che è quello che come Progetto Roma pensiamo sia necessario oggi per il nostro Paese.

 

 

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