9 dicembre 2013

PROGETTO ROMA: ASSEMBLEA GENERALE DEL 7 DICEMBRE 2013 LA RELAZIONE DI ALESSANDRO BIANCHI

Nella magnifica cornice della Sala Margana,si è svolta l'assemblea generale di Progetto Roma.Erano parecchi mesi che non veniva convocata l'assemblea dell'associazione che nelle recenti amministative del Comune di Roma aveva candidato a Sindaco il professor Bianchi.Tutto questo periodo trascorso dall'ultima assemblea svoltasi nello scorso luglio,è servito a metabolizzare lo scarso consenso elettorale ea comprenderne le ragioni,come anche elaborare una nuova strategia che servisse a rilanciare l'attività politico-culturale dell'associazione,il suo ruolo all'interno della città di Roma,i suoi rapporti con il Partito Democratico come anche con il Sindaco Marino.Tutto questo è stato messso nero su bianco nella relazione del professor Bianchi,non lasciando spazio a dubbi e a punti oscuri,ma con la caratteristica che contraddistingue la figura del professore: con chiarezza e onestà intellettuale.Molteplici sono stati gli interventi,che pur lamentando il lungo periodo di silenzio e di assenza dell'associazione sui problemi di Roma,si sono detti d'accordo sulle linee strategiche tracciate nella relazione come anche è stata dichiarata ampia disponibilità dal punto di vista personale a collaborare.
Sono state svolte inoltre,dai rispettivi coordinatori,relazioni su gruppi di lavoro,che hanno contribuito con le loro proposte a dare continuità all'attività dell'Associazione e nell'ordine:Fischetto gruppo Ambiente,Sirchi gruppo Mobilità,Larocca e Nunziata gruppo Cultura,Pagliarulo gruppo Costituzione.
Domenico Fischetto
 
 
 





 
 
Ecco il testo della relazione:
 
 
 
SEI MESI DOPO PER RIPARTIRE
 
 
Cari Amici, sono trascorsi quasi sei mesi da quando ci siamo incontrati tutti insieme l’ultima volta.
Un tempo lungo, troppo lungo per chi vuole essere presente all’interno di quello che accade tutti a giorni a Roma e nel nostro Paese. Per questo motivo ho sentito molti mugugni e ho ricevuto anche molti rimproveri.
Me li prendo tutti - senza cercare giustificazioni e senza cercare di dividerli con altri – non solo perché ritengo di averne la maggiore responsabilità, ma anche perché penso che questo lungo tempo non sia trascorso del tutto invano, non sia stato una pura perdita di tempo ma, al contrario, abbia consentito di capire meglio cosa è accaduto intorno a noi e all’interno del nostro movimento.
 
 
Che cosa è accaduto nel Paese?
E’ accaduto che va avanti, sia pure con vari sussulti, l’ibrida compagine governativa che vede esponenti del partito che per molti di noi è stato un riferimento – il Partito Democratico – insieme a persone di destra alle quali non rivolgeremmo neppure parola.
Per salvare il Paese, si è detto, ma non mi sembra che si vedano segnali significativi in questa direzione: per la ripresa della crescita, per l’occupazione, per gli esodati, per il conflitto di interessi, per il finanziamento dei partiti, per non dire della farsa della legge elettorale, di cui oggi tutti blaterano dopo che la Corte Costituzionale ha finalmente detto una cosa che tutti sapevano, ossia che il mostruoso “porcellum” è incostituzionale.
 
E’ accaduto anche che il PD ha proseguito sulla strada della perdita di contatto con la società civile e sulla strada della decomposizione interna, di cui l’episodio più eclatante è quello dei 101 felloni che, nascondendo la mano, hanno impedito l’elezione di Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica.
All’interno del PD questo episodio è stato completamente rimosso, come se si trattasse di un qualsiasi incidente di percorso e non il segno evidente del livello di degrado indotto nelle strutture di partito da alcuni dei suoi cosiddetti “capi storici”.
 
Per quanto mi riguarda personalmente ho rassegnato un mese e mezzo fa le dimissioni dalla Direzione Nazionale del PD, non riconoscendomi più in quel partito e penso che sarà ben difficile riconoscersi nel partito che da qui a breve Renzi plasmerà a sua immagine e somiglianza.
Penso anche che le alternative siano ancora meno esaltanti.
Cuperlo, perché significherebbe subire la continuità della linea dalemiana, ossia di chi ha arrecato danni gravissimi al Partito e al Paese.
Civati, che pure è un bravo ragazzo, perché non riuscirà mai a spostare il PD sulle sue posizioni e, quindi, avrà lo stesso peso che hanno avuto negli ultimi decenni sulla politica nazionale gli irriducibili gruppi e gruppetti della sinistra dura e pura.
 
Viceversa, quello che a me sembra si stia aprendo a seguito del progressivo spostamento al centro del PD, è uno spazio politico agibile per la costruzione di un nuovo centrosinistra capace di interpretare le esigenze e i bisogni di quella parte crescente della popolazione che non ha più rappresentanza e che, in misura sempre crescente, si rifugia nell’astenzionismo elettorale.
Come questo possa avvenire non mi è affatto chiaro, penso però che sia possibile se si creerà un punto di aggregazione, una sorta di calamita politica, per tutti gli spezzoni di partiti, i partitini, le associazioni, i movimenti che sono presenti nella società ma che non hanno voce in capitolo perché quasi sempre rinchiusi nei loro orticelli autoreferenziali.
Credo che se qualcuno metterà sul tavolo questa calamita politica, anche noi dovremo prestare grande attenzione ed essere aperti a partecipare alla costruzione di un nuovo centrosinistra.
 
 
Che cosa è accaduto a Roma?
Dobbiamo anche chiederci che cosa è accaduto a Roma in questo periodo, perché riguarda da vicino ciò di cui finora ci siamo interessati.
E’ accaduto che a sette mesi dal suo insediamento, la Giunta Marino e la maggioranza che la sostiene stanno mostrando limiti nell’azione di governo che davvero non mi sarei aspettato.
E’ uno scenario nuovo con il quale ci dobbiamo confrontare, riflettendo su tutto quello che come ProgettoRoma abbiamo detto e fatto prima e dopo la campagna elettorale, per capire quale posizione dobbiamo assumere e quale nuova strada dobbiamo intraprendere.
E per farlo credo sia necessario partire dal rispondere a quattro domande fondamentali.
 
1.      Chi siamo, ovvero qual è l’elemento che porta persone per molti aspetti diverse, come noi siamo, a riconoscersi in un progetto politico comune.
2.      Qual’è la finalità di ProgettoRoma, quello che intendiamo rappresentare nel panorama romano e, se possibile, nazionale
3.      Quali azioni intendiamo intraprendere per perseguire quella finalità
4.      Come intendiamo organizzarci per rendere efficaci quelle azioni.
 
Cercherò ora di rispondere a queste domande in modo sintetico ma anche netto, nel senso che le risposte che darò rappresentano la mia visione di ProgettoRoma e della sua prospettiva politica.
E’ una visione e una prospettiva che oggi sottopongo al vaglio di tutti voi, pronto a discuterne per migliorarne i contorni, ma anche determinato a non disperdere il patrimonio di idee, di progetti e di tensione morale che abbiamo accumulato da un anno a questa parte e che abbiamo forgiato in una campagna elettorale che ci ha visti si perdenti nei numeri, ma dalla quale le idee, i progetti e la tensione morale sono usciti intatti, e dei quali penso possiamo essere orgogliosi.
Io lo sono sicuramente e sono determinato ad andare avanti.
 
 
DOMANDA 1
Dunque che cosa ci accomuna, in che cosa ci riconosciamo, insomma qual è la nostra identità?
 
Credo di poter dire che ci accomuna un forte disagio e una forte rabbia nel guardare e nel vivere la realtà che vediamo intorno a noi: la realtà del mondo del lavoro, della scuola, dei servizi sanitari, di quelli sociali, degli enti e delle amministrazioni pubbliche a tutti i livelli, delle banche, del mondo finanziario e via dicendo.
Credo anche di poter dire che ci accomuna un giudizio negativo sui partiti che abbiamo considerato a lungo come i nostri referenti – in modo particolare il Partito Democratico – per la loro incapacità di risolvere questi gravi problemi e, spesso, per il loro coinvolgimento in pratiche clientelari e di corruzione.
Credo, infine, di poter dire che ci accomuna la volontà di non rassegnarci a questo stato di cose, anzi di voler fare quanto nelle nostre possibilità per rompere questo circuito perverso di inefficienza, di incompetenza e di immoralità che si è innescato nella società italiana.
 
E’ questa – io credo - la nostra identità, quella di persone che avvertono tutta l’insostenibilità della situazione che si è creata nel Paese e che vogliono provare a modificarla per costruire una società migliore, non tanto ormai per noi quanto per i nostri figli e per i figli dei nostri figli, per i quali abbiamo il dovere di costruire una qualità di vita futura migliore di quella che il presente sta riservando loro.
 
 
DOMANDA 2
Bene, se questo è il nostro intendimento comune che cosa ha a che fare questo intendimento con quanto abbiamo fatto finora sotto la sigla Progetto Roma?
 
Credo abbia a che fare in tutto e per tutto, perché in quell’esperienza abbiamo riversato le nostre idee, il nostro profilo morale e il nostro sentire politico, applicandoli ad una realtà complessa e variegata come quella nella quale viviamo: la città di Roma.
Possiamo ben dire che a Roma è presente il condensato delle contraddizioni e dei problemi cui ho fatto cenno prima: disservizi, malamministrazione, corruzione, inefficienza, incompetenza, diseguaglianze, discriminazioni.
Il tutto in contrasto con un contesto di incomparabile bellezza e gravido di storia, che esalta ancor più il male che stiamo facendo a questa città.
 
E’ per questo che abbiamo assunto fin dall’inizio come slogan del nostro programma elettorale quello di fare di Roma una città bella, efficiente, equa, sicura e sostenibile.
Se riflettiamo oggi su quei cinque aggettivi, possiamo ben dire che riassumono i caratteri che noi vorremmo fossero presenti nella nostra società, per raggiungere i quali intendiamo esplicare la nostra azione politico-culturale.
Dunque qual’è oggi l’obiettivo di ProgettoRoma?
Penso sia anzitutto quella di riuscire ad imporsi come interlocutore autorevole e riconosciuto nelle vicende politico-amministrative di Roma.
Che significa?
Significa che dobbiamo rivolgere la nostra attenzione a tutto ciò che riguarda la vita di questa città, riprendendoli dal programma con il quale ci siamo candidati alla sua guida, che mi sembra più attuale che mai.
Ne ricordo i capitoli più significativi.
Per una buona amministrazione
Per l’equità sociale
Per la produzione e il lavoro
Per la natura e la cultura
Per la mobilità dolce
Per la sostenibilità ambientale
Per la sicurezza
Per una buona urbanistica
 
Su tutti questi fronti, rispetto a tutti questi problemi dobbiamo tornare a far sentire la nostra voce, chiarendo preliminarmente in che rapporto intendiamo porci nei confronti dell’Amministrazione Marino.
Su questo punto voglio esprimere nel modo più chiaro la mia posizione.
Sono convinto che noi di Progetto Roma avremmo garantito a Roma un Sindaco e una Giunta migliori, ma nei confronti di Marino e della sua Giunta non ho alcuna posizione pregiudiziale e continuo a pensare che il fatto che sia lui il Sindaco e non più Alemanno sia un bene in sé di cui bisogna essere consapevoli.
Però penso anche che dopo sette mesi dall’avvio della sua Amministrazione un primo giudizio vada espresso e il mio non è certamente positivo, perché mi sembra che nessuno dei grandi problemi di Roma sia stato avviato a soluzione.
Ho sempre detto - e ripeto ancora - che la dimensione di quei problemi è tale che non si possono pretendere soluzioni in tempi brevi. Però si può, si deve pretendere che siano lanciati segnali forti che i problemi sono stati capiti e avviato a soluzione, anche se per gradi e a tempi lunghi.
E devono essere segnali intellegibili da parte degli interessati – i cittadini – il che richiama nuovamente il tema della partecipazione che ha come fondamento l’informazione.
 
Ebbene, sono arrivati segnali di questo tipo?
A me sembra di no e questo è già un difetto grave, ma c’è di più , molto di più, ed è che la l’Amministrazione Marino e il partito che la tiene in vita – il PD – sembrano privi della cosa fondamentale di cui Roma ha bisogno: un progetto di alto profilo e di lunga prospettiva capace di restituire alla città bellezza, efficienza, equità, sicurezza e sostenibilità.
Come sappiamo è proprio su questo terreno che noi ci siamo misurati in campagna elettorale, senza ottenere il necessario consenso.
Ma è ancora e sempre su questo terreno che, a mio parere, dobbiamo riproporre la mission di ProgettoRoma: essere una voce autonoma, autorevole e riconosciuta che pone il grande tema del futuro di Roma e delle mille cose da fare per costruirlo.
 
 
PUNTO 3
Se questa è la mission di ProgettoRoma, la finalità del lavoro che andremo a fare, quali azioni dobbiamo mettere in campo per raggiungere quella finalità?
 
Io credo che dobbiamo cominciare ad attuare il programma di iniziative sulle quali nei mesi scorsi abbiamo lavorato e che non abbiamo avviato perché permaneva l’esigenza di un chiarimento di fondo, che è quello che oggi qui stiamo facendo.
Quel programma aveva un titolo e un sottotitolo - PARLIAMO DI ROMA. Incontri sui grandi temi di Roma Capitale – e aveva come obiettivo di porre sul tappeto con continuità alcune questioni specifiche all’interno dei grandi temi che ho richiamato prima.
Ne ricordo alcune a titolo di esempio:
 
·       La cura del ferro, prima che il paziente muoia, per riproporre il sempre più grave tema della mobilità, della limitazione dei veicoli circolanti e della realizzazione di una grande rete tranviaria e ferroviaria.
·       Un piano per l’edilizia sociale, per contrastare la speculazione immobiliare e reclamare una soluzione vera al drammatico problema dei senzatetto, degli studenti fuori sede, delle giovani coppie, delle fasce di reddito più basse.
·       La moratoria urbanistica, per rompere il silenzio caduto sul tema della revisione delle cosiddette compensazione e degli accordi di programma, che rischiano di stravolgere ulteriormente il volto della città.
·       I Fori e l’area archeologica centrale, per sollecitare un progetto per il più grande parco archeologico e paesaggistico del mondo.
 
Badate, non stiamo parlando di seminari o di convegni scientifici, stiamo parlando di iniziative sul territorio preparate si da persone esperte, ma in grado di attirare l’attenzione e il consenso dei cittadini e di sensibilizzare le istituzioni, a partire dai Municipi nei quali finora la nostra presenza è stata decisamente insufficiente.
Dunque, se alla fine di questa riunione si arriverà ad un consenso sulla prospettiva politico-culturale che ho finora tracciato e sulla proposta organizzativa che ora illustrerò, una delle prime cose da fare sarà il completamento e la revisione di quel programma e l’avvio immediato delle iniziative più mature.
PUNTO 4
E vengo all’ultimo punto, quello che riguarda il modo in cui ci vogliamo organizzare.
 
Finora abbiamo vissuto di volontariato e senza avere una vera organizzazione.
Per il futuro credo che non potremo fare a meno di continuare a basarci sul lavoro volontario di ciascuno di noi, ma dobbiamo assolutamente darci una vera organizzazione, sia pure nella limitatezza delle risorse umane e materiali di cui disponiamo.
E’ per questo motivo che vi propongo di utilizzare come struttura organizzativa l’Associazione ProgettoRoma, un’associazione fondata da alcuni di noi un anno fa proprio in vista delle elezioni romane e che abbiamo utilizzato per tutti gli aspetti formali e finanziari durante la campagna elettorale.
L’Associazione ha attualmente una base composta da circa 70 delle persone che hanno partecipato alla nostra vicenda elettorale; ha un Presidente e un Consiglio Direttivo che si sono formati all’atto della costituzione; ha uno Statuto che fissa i compiti e le regole di funzionamento.
Quello che propongo a tutti voi è di aderire all’Associazione ProgettoRoma, il che comporterà la formazione di una nuova Assemblea alla quale lasceremo il compito di nominare un nuovo Consiglio Direttivo rispetto a quello attuale che è composto da 5 persone: il sottoscritto che ne è Presidente, Gianfranco Pagliarulo, Francesco Sirchi, Arsenio Pica e Giorgio Ammaniti.
Lo Statuto dell’Associazione è qui a disposizione di chi voglia prenderne visione, assieme ad un modulo che chi intende aderire potrà consegnare.
Se questa proposta verrà oggi condivisa, entro breve tempo avremo a disposizione una piccola ma definita struttura organizzativa da utilizzare sia per avviare le iniziative di cui abbiamo parlato, sia per aprirci all’incontro e alla collaborazione con altre associazioni, altri movimenti, altre realtà sociali.
 
 
Per concludere
Bene, è tutto qui quello che avevo da proporvi per ripartire.
Ora sta a voi dire se le proposte che ho avanzato sono adeguate o suggerire come e in che senso modificarle.
Io sono aperto a discutere di tutto, ma vi confermo anche la ferma determinazione a ripartire insieme a tutti coloro che sono interessati e disponibili a condividere il progetto di un futuro migliore per Roma e per il Paese.
Lunga vita a progetto Roma!
 

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