Assemblea di Progetto Roma,Sala Margana,Piazza Margana,Roma,
7 dicembre 2013 0re 16,00
Intervento di Domenico (Mimmo) Fischetto -gdl Ambiente-
La moratoria del Piano Regolatore
Tra i comparti più colpiti
dalla crisi vi è l’edilizia, sia per la riduzione del credito, sia per la già
sovrabbondante offerta di immobili sfitti e vuoti, dopo anni di
cementificazione indiscriminata.
Anche l’edilizia sociale è al
palo e le recenti proteste dei vari movimenti per la casa si sono
prepotentemente imposte all’attenzione dell’opinione pubblica anche con atti
clamorosi come l’accampamento a Porta Pia .
Le previsioni edilizie del Piano Regolatore,
approvato poco prima della crisi, appaiono oggi poco realistiche. Il Piano è
un'opera complessa e per molti aspetti meritoria, ma oggi va riletta alla luce
della natura strutturale delle crisi.
C’è poi la crisi climatica a
rendere necessario ripensare lo sviluppo di Roma secondo nuovi criteri. Perché
non ci possiamo più permettere espansioni urbane che, necessariamente,
aumentano l’inquinamento e le emissioni di gas a effetto serra.
Il riscaldamento globale
procede purtroppo a passi più veloci delle peggiori previsioni con effetti
estremamente critici anche sul territorio italiano,dove la manutenzione del territorio
è letteralmente ignorata dalle amministrazioni locali come anche poco inserita
nell’agenda delle priorità del Governo,fatto salvo dopo i disastri in varie
regioni italiane pronti a stracciarsi le vesti e correre ai ripari. Lo dice
perfino un fortunato slogan:PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE. Chi governa non
l’ha capito. Serve dunque una severa azione di prevenzione, a tutti i
livelli, e di riduzione delle emissioni
dei gas serra.
L’espansione del cemento va
invece nella direzione opposta, di aumento dell’inquinamento.
A completamento delle
previsioni del Nuovo Piano Regolatore Generale, si arriverebbe a decine di
milioni di metri cubi di nuovo cemento; oltre 200.000 nuovi residenti
andrebbero a vivere oltre il GRA. Questi numeri sono ambientalmente non sostenibili.
Si tratterebbe di una nuova
città, costruita a discapito dell’agro romano , lontana dal Centro, che avrebbe
bisogno di servizi di mobilità e di energia per illuminarla, riscaldarla
d’inverno e rinfrescarla d’estate. Il bilancio ambientale sarebbe pesantemente
negativo.
Per questo l’associazione
Progetto Roma deve chiedere a gran voce
che a Roma si debba dare uno stop chiaro e netto al Piano Regolatore e
smetterla di consumare suolo all’infinito per accontentare i costruttori ,i veri re di Roma sono loro,vedi il
caso del costruttore proprietario
dell’area del Parco delle Energie
Gli impegni europei per una città “a impatto quasi zero”
Servono dunque misure
drastiche e urgenti di riduzione dell’inquinamento e delle emissioni di gas a
effetto serra. Anche Roma Capitale ha sottoscritto l’impegno, a luglio 2010,
del Patto dei sindaci europei di ridurre del 20% le emissioni rispetto al 2003.
Due appuntamenti fondamentali
aspettano Roma ( e l’Italia):
·
Il recepimento della direttiva 31/2010/UE che prescrive per
le città europee la messa in campo di politiche che conducano, entro il 2021, a edifici a impatto quasi zero.
·
Per i palazzi
pubblici, esclusi quelli storici, l’obbligo di essere energeticamente virtuosi
scatterà prima, dal 2018.
Per Roma, che
è piena – oltre il 60% - di palazzi pubblici energeticamente dei colabrodo
(classe G: 300-500 kWh/anno/mq), sarà la sfida titanica ma necessaria
dell’attuale Giunta e come anche della seguente.
Per questo Progetto Roma deve
dire con chiarezza e senza tentennamenti che
l’espansione del cemento non serve e non è più sostenibile,che bisogna
invece concentrare tutte le risorse per la riqualificazione ambientale e la
ristrutturazione energetica della nostra città.
Perché Roma diventi ancora più bella,efficiente,equa,sicura e sostenibile.
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