15 aprile 2014

CE LA FARA' L'ASSESSORE CAUDO A RESISTERE?

 
 
 
 
 
Avevamo fiutato nell'aria che qualcosa stava cambiando ,che la  rocciosa resistenza di Caudo agli assalti dei costruttori si stava via via sgretolando.La rigenerazione urbana voluta da CAudo non è sufficiente a placare gli appetiti dei costruttori romani che hanno persino un loro membro che siede nell'aula Giulio Cesare.Ma questo ci può stare e non ci scandalizziamo più di tanto.Quello che lascia basiti sono invece gli appoggi diretti e indiretti che il Partito Democratico non lesina alle grandi famiglie dei costruttoriSi sà  "pecunia non olet" e che  i palazzinari romani sono stati da sempre generosi finanziatori bipartisan,giusto per non fare torto a nessuno ma soprattutto per ricevere sempre gli appoggi e le delibere necessarie.
L'articolo del giornale on line Abitare .net che sottoponiamo all'attenzione dei nostri lettori ci dà un quadro esauriente e desolante nello stesso tempo.
Che dire?Se non confermare il nostro presidio ,il presidio delle forze sane e democratiche della nostra città per sventare l'ennesimo tentativo di sacco di Roma( come per il quartiere della Romanina) che favorirebbe ancora una volta la speculazione immobiliare .
Domenico Fischetto
 
     
  Da
“Abitarearoma.net”




Caudo sotto assedio. Tornano a
ruggire i “palazzinari” con
sostegni politici bipartisan.


Gli
scontri aperti fra l'assessore
all'Urbanistica e i
“poteri forti” del cemento. La contraddizione fra le
previsioni del PRG e la “rigenerazione urbana”. Il
tentativo di ripescare le delibere di Alemanno. Quel
che potrebbe accadere nella centralità di Romanina.
di Aldo Pirone - 10 aprile 2014
Pare che dentro al PD
romano fra le tante baruffe in corso una, certamente
la più importante, riguardi la politica urbanistica.
Lo scontro investe l’assessore all’Urbanistica Caudo
che continua a non essere simpatico ai costruttori e
ai politici di destra e di sinistra che ne fanno le
veci dentro l’assemblea di Roma Capitale.
Nei giorni scorsi di
questo complesso cementizio-finanziario si sono fatti
portatori i soliti house organ della carta stampata,
“Il Messaggero” del tycoon Caltagirone e “Il Tempo”
del patron Bonifaci, con articoli che oltre a
rappresentare il forte malumore dei loro padroni
invitavano esplicitamente a dare il benservito al
povero assessore-professore non prono ai loro
desiderata.
Da parte sua
l’assessore Caudo cerca di portare avanti la sua
ardita scommessa strategica: non consumare suolo
attraverso la cosiddetta “rigenerazione urbana”. In
sostanza si tratta, se non intendemmo male le sue
intenzioni fin dall’inizio, di piegare le previsioni
cubatorie del PRG costringendole ad allocarsi là dove
c’è già la città consolidata o da ristrutturare con i
suoi servizi se non proprio adeguati almeno non
inesistenti. Ma questa strategia basata sul non
toccare le previsioni edificatorie del PRG, se non in
aumento ovviamente come sta già succedendo con
l’adozione delle varianti sulla densificazione dei
Piani di zona 167, alla prova dei fatti non regge e
rischia di essere travolta. Per cui sull’assessore
incombe il pericolo ogni giorno di essere stritolato,
stretto com’è fra le pressioni sempre più perentorie
dei costruttori e questa contraddizione fra le sue
buone intenzioni e la dura realtà dei fatti previsti
da un PRG veltroniano redatto sulla base neoliberista
della sovranità assoluta del mercato.
L’avvento di Marino in
Campidoglio, con il suo approccio un po’ marziano,
all’inizio ha certamente scombussolato i “poteri
forti” di questa città aprendo qualche varco e
accendendo non poche speranze. Ma la sensazione in
questi primi mesi di governo è che la cosiddetta “luna
di miele” con la cittadinanza, se mai c’è stata, è
ormai tramontata. E ciò anche per il peso di
un’eredità finanziaria disastrosa unita alle diverse
gaffe di una non brillante performance su varie
questioni: dal governo delle Municipalizzate ai
disastri annunciati dal maltempo, che oltre agli
allagamenti hanno ridotto le strade a tanti campi da
golf, nonché a quello incombente dei rifiuti. E
tramontata da tempo. E che i varchi aperti vanno
chiudendosi sotto la ferrea regola dei rapporti di
forza. “Se fur cacciati, ei tornar d’ogni parte”, e
oggi, i “poteri forti” della speculazione, chiedono la
loro shakespeariana libra, si fa per dire, di cemento.
Un primo segnale di
questo rancoroso ritorno è già venuto dall’opposizione
al nuovo schema di Convenzione urbanistica che
l’assessore Caudo stava preparando per introdurre il
sacrosanto principio che prima, o in contemporanea
alle abitazioni, si fanno le opere di urbanizzazione
primaria (strade, reti idriche e fognanti,
illuminazione, gas, telefono ecc.) e secondarie
(scuole, verde e servizi in genere) in modo che non
succeda più quel che è sempre successo: le case in
lande desolate e senza servizi. I costruttori del
tutto ostici a questi vincoli di civiltà percepiti
come terribili “forche caudi(a)ne” hanno trovato, il
19 dicembre scorso, un compiacente sostegno bipartisan
in commissione urbanistica capitolina presieduta dal
PD Stampete per prorogare di un altro anno lo schema
di convenzione in vigore varato da Corsini-Alemanno,
il 70/2011, del tutto prono agli interessi dei
“palazzinari”.
Quindi, durante il
calvario caudiano, si è aperto uno scontro con la
Regione Lazio di Zingaretti che non intende modificare
a fondo, come sarebbe necessario, il famigerato “Piano
casa” della giunta Polverini altrimenti detto il
“Piano delle cavallette cubatorie” per il cemento a
gogò che produce a cascata su tutto il territorio,
comprese le aree dove non c’è, come ha osservato
l’assessore-professore Caudo, l’oggetto già costruito
da ampliare.
Il 1 aprile scorso poi,
in una commissione urbanistica convocata a tambur
battente presenti i costruttori di Acer, Legacoop e
Federlazio l’assessore Caudo è stato contestato anche
per le convenzioni sui Piani di zona per l’edilizia
agevolata. I costruttori bianchi e “rossi” hanno
lamentato i tempi biblici dell’intera manovra edilizia
volta, secondo loro, a produrre 5.000 alloggi in 28
mesi.
I desiderata dei
“palazzinari” sono stati poi scrupolosamente elencati,
ma anche mimetizzati tra altre cose giuste, il giorno
dopo in una
mozione in Campidoglio a firma
bipartisan: Coratti, Bordoni, Caprari, D’Ausilio, De
Palo, Dinoi, Ghera, Panecaldo, Pedetti, Pomarici,
Quarzo, Stampete, Tredicine le truppe scelte
dell’assalto cementifero nell’aula di Giulio Cesare.
Infine, per completare
il quadro, non si sfugge all’impressione che sia in
atto nelle segrete stanze il tentativo di ripescare
tutte o in parte le famose delibere (circa 64) di
Alemanno che avrebbero dato ulteriore impulso, anche
al di là delle generose previsioni del PRG, alla
cementificazione in lungo e in largo del territorio
dell’urbe.
Come i lettori
ricorderanno fra queste c’era anche quella
scandalosissima riguardante la centralità di Romanina
incrementata fino a quasi 2 milioni di mc. con la
scomparsa dell’area pubblica ristretta dal 60% al 5%.
Ovviamente, almeno speriamo, questa giunta non darà
seguito a quell’obbrobrio perché il Sindaco Marino e
l’assessore Caudo hanno già preso impegno in questo
senso, però potrebbe avverarsene un altro simile e già
accaduto in altre parti di Roma come in quel di
Bufalotta dove 1 milione di mc. di uffici direzionali
sono stati cambiati in residenziale perché gli uffici
non si vendevano. Mentre invece gli appartamenti!
Nell’area di
Scarpellini potrebbe succedere la stessa cosa. Siccome
non si trovano le funzioni direzionali da allocare – e
che sole ne farebbero una “centralità” – allora invece
di ripensarla come sarebbe più corretto in nome della
“rigenerazione urbana” caudiana e della contigua vera
centralità di Tor Vergata, ci si arrende agli appetiti
immobiliari e il 1.129.000 mc. previsti si
convertirebbero con una magica variante in quasi tutte
abitazioni in un gigantesco piano di espansione
mattonifero sotto Frascati. Rispetto all’obbrobrio di
Alemanno che prevedeva appartamenti per 1.280.000 mc
circa non cambierebbe granché. La porcata diventerebbe
un cochon de lait (una porchetta). Naturalmente
a pagare la maggior parte delle opere di
infrastrutturazione su ferro sarebbe sempre il Comune
che, come si sa, non ha un euro in cassa.
Che l’aria stia
cambiando evidentemente l’ha fiutato anche il patron
di Romanina, Sergio Scarpellini, che intanto continua
il suo tour nel territorio del Municipio per farsi ben
volere o meglio per far ben volere i suoi interessi
fondiari e finanziari. Dopo l’utilizzo dell’8 marzo
festa delle donne per accreditare i suoi progetti
adesso, sempre con la compiacente ospitalità
dell’”Associazione Berlinguer”, è riuscito ad
infilarsi anche nelle celebrazioni per 70° del
rastrellamento nazifascita del Quadraro fra
personalità di rilievo come Veltroni, Sposetti e l’ex
Presidente dell’ex X municipio Sandro Medici.
Nello scadimento etico
della politica odierna ormai succede di tutto, anche
che per le cose profane si utilizzino quelle sacre. A
Torino, nei giorni scorsi, qualcuno ha pensato bene di
intitolare un hotel a 5 stelle ad Antonio Gramsci
(come tutti sanno noto albergatore), per cui non è
escluso che si pensi di intitolarne uno dentro la
centralità di Romanina a Enrico Berlinguer noto maitre
di sala. Per cui non sarebbe sorprendente vedere il
simpatico imprenditore Scarpellini presenziare anche
alle cerimonie del 25 aprile, festa della Liberazione,
e del 1 maggio, festa dei lavoratori. In attesa che
arrivi qualcuno a scacciare i mercanti dal Tempio.









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