5 aprile 2014

L'OSSESSIONE DEI NUMERI PER VINCERE


L’ossessione dei numeri per vincere, il disprezzo per chi non li ha. La legittimazione ottenuta esclusivamente attraverso la conquista di posizioni di potere, la noncuranza di tutto il resto pur di acquisirlo. Il liquidare come sfigato chiunque mostri di non sacrificare tutto per questo obiettivo.  La fretta adrenalinica, il linguaggio assertivo battente, l’impedire all’altro di parlare come arma vincente. Visione, contenuti, valori e principi, costanza e coerenza nel praticarli? Ciarpame relativo e indifferente. E’ vincente ciò che fa vincere.  L’adesso e il subito, l’ora e qui affidato a un volume di fuoco parolaio frastornante e contundente. L’intellettuale che ragiona, il Professore? E’un inconcludente e fottuto solone, un ostacolo e un intralcio, la causa di ogni insuccesso. Va eliminato.  Ma non è che tutto questo movimento adrenalinico è soltanto agitazione a copertura del fatto che si è disperatamente persuasi di non poter cambiare, in realtà e nella sostanza, niente?

Berlusconi al tramonto e sconfitto, non è invece colui che, trasmettendo per contagio il virus del potere comunque e a ogni costo, il linguaggio serpentesco del trasformismo  puttanesco, il cinismo menzognero, ha berlusconizzato l’avversario? Renzi alle elezioni avrà probabilmente i voti per vincere, ma non saranno in misura decisiva quelli che per vent’anni hanno premiato Berlusconi?  Con Renzi erede designato a sostituirlo, Berlusconi non ha definitivamente vinto? 

Ieri ho assistito alla presentazione di un libro che racconta la storia di un ragazzo ventenne che nel 1943 sceglie di seguire il suo prof di filosofia del liceo, Pilo Albertelli, per combattere il nazifascismo nella resistenza armata partigiana. Pio Albertelli, al quale è stato successivamente intestato il Liceo romano dove aveva insegnato, è stato nel 1944 trucidato insieme ad altri 334 alle Fosse Ardeatine. Giorgio Marincola - questo è il nome di quel ragazzo, italo-somalo perché figlio dell’incontro tra una ragazza di quel Paese e un militare italiano -  è stato catturato nel 1945  nella trentina Val di Fiemme da una colonna di tedeschi in ritirata, torturato e ucciso. Pio Albertelli e Giorgio Marincola hanno scelto allora, in circostanze sicuramente più difficili, cruciali e drammatiche di oggi, da che parte schierarsi e combattere, sacrificando la vita e riscattando l’Italia. Razza partigiana ha per titolo il libro che racconta la loro storia. Da che parte avrebbero scelto di schierarsi oggi? Dalla parte di Alfano e Berlusconi, eredi della P2, e di Renzi, frutto migliore della peggiore Democrazia Cristiana?

Io ho scelto di schierarmi per la Lista Tsipras. Non corro rischi di essere arrestato e fucilato per questo, piuttosto di essere guardato con sufficienza e disprezzo perché “minoritario”. Ma di questo proprio non mi preoccupo. Essere minoranza non significa necessariamente essere nel torto. Oggi, qui e ora, serve qualcuno che indichi che è possibile una alternativa al disastro.
Gian Carlo Marchesini

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