Se è il boss camorrista Carmine Schiavone a spiegare dove, come, da chi e quando la Campania Felix è stata trasformata in discarica e fogna; se è un pentito di mafia, Gaspare Spatuzza, a spiegare che Vincenzo Scarantino è stato costretto, con la tortura, a depistare le indagini dai veri responsabili delle stragi di Capaci e Via D’Amelio; se Paolo Borsellino, dopo avere incontrato a Roma Nicola Mancino, ministro dell’Interno, e Bruno Contrada, ai vertici del Sisde, rientra a Palermo e racconta sconvolto alla moglie di avere visto a Roma il vero volto della mafia; se è Berlusconi, grazie ai buoni uffici di Mangano e Dell’Utri, garanti della mafia, a diventare negli ultimi vent’anni l’uomo più potente d’Italia; se è sempre Berlusconi, condannato con sentenza definitiva per truffa fiscale, a far parte organica del governo delle larghe intese, e ad avere la tracotanza di chiedere a Napolitano di avere concessa la grazia, la domanda a questo punto non è più chi è stato, ma chi è Stato e chi Anti Stato. E appurato che il livello di inquinamento dell’acqua dei pozzi è pressoché letale, esistono ancora in questo Paese le energie morali e politiche per scrollarsi dalla groppa parassiti, vampiri e pidocchi? O hanno definitivamente ragione le ragazzine dei Parioli che, capita l’antifona, si vendono su Internet al miglior offerente, e per non sentire e vedere chiudono orecchie e occhi
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