19 marzo 2014

PIENA APPLICAZIONE DELLA LEGGE 194:APPELLO A ZINGARETTI

 
TRE RIGHE aderisce alla petizione pubblica  indirizzata al Presidente della Regione Lazio per la piena applicazione in tutte le strutture sanitarie pubbliche della  legge 194.L'episodio ricordato nell'appello della donna che ,in un ospedale pubblico,è stata costretta ad abortire senza la necessaria assistenza sanitaria nel bagno fà il paio con la dottoressa che recentemente ha anche lei aderito all'obiezione di coscienza,dopo essere stata per anni l'unico medico a dover prestare la sua opera per l'applicazione della 194, stanca dell'isolamento e del boicottaggio dei colleghi e dei dirigenti della struttura sanitaria.Le strutture sanitarie devono applicare la legge e non ci si può, fintamente in moltissimi casi ,barricare dietro il paravento dell'obiezione di coscienza per negare un diritto dei cittadini.
Almeno in ogni struttura pubblica deve essere garantita nei modi prescritti dalla legge la sua applicazione.
Domenico Fischetto
 
 da change.org
No all'obiezione degli ospedali - Piena applicazione del diritto all'interruzione di gravidanza
PETIZIONE AL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO NICOLA ZINGARETTI
La storia di Valentina Magnanti, costretta ad abortire, con il solo aiuto del marito, in un bagno dell'ospedale Sandro Pertini di Roma, è emblematica delle difficoltà, e spesso dei drammi, che le donne che decidono di interrompere una gravidanza si trovano a vivere a causa dell'alto numero di medici obiettori.
Se a livello nazionale obiettano sette medici su dieci, nel Lazio e in altre regioni, le percentuali sono ancora più elevate. Il risultato è che molti ospedali non sono più in grado di garantire l'accesso all'Ivg, nonostante la legge non ammetta l'obiezione di coscienza per le strutture sanitarie.
Al governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che è responsabile dell'applicazione della legge 194 sul territorio regionale, chiediamo di prendere tutti i provvedimenti necessari a garantire che l'obiezione di coscienza non ostacoli l'accesso all'interruzione di gravidanza in tutte le strutture ospedaliere pubbliche e convenzionate.
Secondo l’ultima Relazione del Ministero della Salute, nel 2011, l’obiezione di coscienza tra i ginecologi in Italia era pari al 69,3%. A fronte di questo dato, nonostante la stessa legge 194 escluda l’obiezione di struttura, non sono state adottate misure idonee a garantire la presenza di un numero adeguato di medici non obiettori in tutti gli ospedali pubblici.
Nella Regione Lazio la questione è di drammatica urgenza considerato che:
- secondo le rilevazioni dell'Agenzia di Sanità pubblica del Lazio, nel 2011 su 353 medici l'80,7% obietta e su 398 anestesisti il 72,4%;
- secondo i dati della LAIGA (Libera associazione italiana dei ginecologi per l'applicazione della legge 194) nel 2012, nel Lazio l’obiezione di coscienza tra i ginecologi ospedalieri si attesta al 91,3%; in 3 Province su 5 (Frosinone, Rieti, Viterbo) non è possibile eseguire aborti del secondo trimestre (cosiddetti terapeutici); e in 10 strutture pubbliche su 31 (esclusi gli ospedali religiosi e le cliniche accreditate) non si eseguono interruzioni di gravidanza; tra queste, due sono strutture universitarie (il Policlinico di Tor Vergata e l’Azienda Ospedaliera S. Andrea), che dunque disattendono anche il compito della formazione dei nuovi ginecologi, sancito dall’art. 15 della legge 194;
- secondo l’ultima Relazione del Ministero della Salute sull'Interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine (aborto farmacologico) relativa al biennio 2010-2011, su un totale di 11268 Ivg così effettuate a livello nazionale, solo 361 sono state effettuate nel Lazio, contro le 3083 dell'Emilia Romagna; i presidi che hanno messo a disposizione il servizio sono stati 3 nel Lazio, contro i 20 dell'Emilia-Romagna.
Questi dati si traducono in:
- lunghe liste di attesa per le donne, che spesso portano le gravidanze al limite dei novanta giorni;
- sovraccarico di lavoro dei medici non obiettori, che sono completamente assorbiti dalle interruzioni di gravidanza senza poter esercitare la professione nella sua completezza;
- trascuratezza del servizio prestato (spazi insufficienti e degradati; lunghe ore di attesa; assenza di mediazione linguistica; tempi concitati in cui viene meno qualsiasi attenzione alla salute psicofisica delle donne);
- aumento degli aborti nelle strutture private e quindi una evidente discriminazione economica.
Chiediamo al governatore del Lazio Nicola di Zingaretti di garantire la piena applicazione della legge 194 in tutti gli ospedali pubblici e convenzionati della Regione.
 
 
Da inviare via mail al seguente indirizzo:
 
 
 
Nicola Zingaretti, Presidente Regione Lazio
 
 
Con questo appello chiediamo che nella nostra Regione tutti i presidi ospedalieri pubblici e convenzionati garantiscano l’accesso all’Interruzione volontaria di gravidanza e dispongano di un numero adeguato di ginecologi, anestesisti e personale non medico non obiettori. 
La legge 194 affida infatti alle Regioni la responsabilità della sua piena applicazione anche «attraverso la mobilità del personale. 
Un’impostazione ribadita nel luglio 2012 anche dal Comitato nazionale per la bioetica che ha raccomandato «forme di mobilità del personale e di reclutamento differenziato atte a equilibrare, sulla base dei dati disponibili, il numero degli obiettori e dei non obiettori» e controlli «a posteriori per accertare che l’obiettore non svolga attività incompatibili con quella a cui ha fatto obiezione». 
Auspichiamo anche che i nuovi criteri di selezione dei direttori sanitari, da Lei recentemente annunciati, rappresentino l’occasione per fare dell’impegno per la piena applicazione della legge 194 un requisito di merito nella scelta di chi dovrà dirigere le Asl del Lazio.
Cordiali saluti,
[Il tuo nome]







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1 commento:

  1. Non può esistere l'obiezione. I medici vengono profumatamente pagati per lavorare, non per "scremarsi il lavoro". Pertanto chi si rifiuta va licenziato, come in tutti i posti di lavoro normali. Raus.

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