Il 27 maggio prossimo,giorno più giorno meno,il
Consiglio di Stato si pronuncerà sul ricorso di alcuni cittadini contro la Sentenza del TAR sulla vicenda del giardino di Villa Massimo,che ha
dato ragione al concessionario. Speriamo che la vicenda finisca qui perché
nel frattempo la chiusura del giardino di Villa Massimo ha compiuto un anno.
Eravamo stati facili veggenti quando scrivevamo da
questo pagine che la vicenda non si sarebbe chiusa tanto presto.Ma cos’è
successo nel frattempo?
1.Come primo risultato abbastanza evidente c’è da
registrare che un intero quadrante del Municipio Roma II insieme a tutta Roma è
stato privato dall’utilizzare questo piccolo giardino a ridosso di Villa Torlonia
per le contestazioni aspre di un gruppo di cittadini riuniti in
un’associazione,che hanno contestato sia pubblicamente,con innumerevoli
iniziative,che con la carta bollata l’espansione del concessionario nel parco e
il progetto di risistemazione dell’area ,approvato sia dal Municipio che dal
Servizio Giardini. Quindi con buona pace delle mamme,papà,nonne/i e tate che
portavamo i bambini a prendere un po’ d’aria nel giardino,grazie all’azione
incisiva di questa associazione il giardino veniva chiuso e nemmeno riaperto
quando la sentenza del TAR dava ragione al concessionario.Infatti immediatamente
questa asscociazione coinvolgeva nella faccenda il Consiglio di Stato che,per non sapere né
leggere né scrivere,intanto ne reiterava l’ingiunzione a non proseguire i
lavori riservandosi poi con calma ,ad emettere il suo giudizio in
merito.Veramente una bella vittoria,non c’è che dire. Veramente incisiva questa
associazione in grado di poter sollecitare il Consiglio di Stato in un’azione
preventiva prima della sua sentenza,chiedendo e ottenendo il blocco dei lavori
e la riapertura del parco. Intanto mestamente le mamme,i papà ,le nonne/i e le
tate si devono accontentare di fare una passeggiata lungo il perimetro del
giardino(facendo ben attenzione a non schiacciare i souvenir biologici lasciati
dai cani dei residenti).
2.Si è costituita un’associazione di cittadini,non la
stessa di quelli che hanno fatto ricorso al TAR e ora ricorso al Consiglio di
Stato contro la sentenza sfavorevole del TAR,volenterosi ,pacifici e pragmatici che
vorrebbero l’apertura del parco ,ora e subito, che si accontenterebbero dello
spazio verde messo a disposizione e delle strutture che in esso insistono,che a
livello di ingombro e di disponibilità sono praticamente le stesse che hanno
avuto a disposizione dal 2003,anno della firma della convenzione tra i
concessionari,all’epoca erano due,e il comune di Roma.
E qui salta agli occhi evidente una
contraddizione:come mai ci sono due associazioni ,diciamo una di tipo
legalitario e uno di tipo libertario,che la pensano diametralmente in maniera
opposta?Ci viene in mente una sola risposta: sono frutto degli imperscrutabili misteri e
contraddizioni della democrazia e della partecipazione laddove è assente la politica ma anche il buon senso.
3.Poi vediamo ancora:il concessionario
,che ora è unico e che
oltre a gestire la parte a ristorazione ora gestisce la parte a verde del parco,cosa
ha fatto nel frattempo?Ha chiuso i battenti?E’ fallito?Manco per sogno:oltre a
difendersi dalle accuse lanciategli dall’associazione cd legalitaria nelle sedi
competenti come è suo diritto,ha continuato beatamente ad esercitare la sua
attività e,vista l’affluenza,abbiamo ragione di ritenere che gli affari non gli
vadano poi tanto male anche con la spina nel fianco della querelle giudiziaria.
Insomma in tutta questa battaglia tra carte da bollo
,associazioni territoriali,concessionario , e l’inconcludenza del servizio
giardini, del municipio II e comune di Roma(sono stati avvistati reiterati tentativi di cavalcare la vicenda da parte di alcuni consiglieri ma questa è un'altra piccola e miserabile storia)gli unici a rimetterci le fatidiche
penne sono stati gli alberi che dovevano essere messi a dimora,il giardino
trascurato e i bambini che non ci scorazzano più da un anno e chissà per quanto
tempo ancora.
Speriamo che a fine maggio si apra uno spiraglio per
la riapertura.
Francamente ci crediamo poco ma vorremmo essere
smentiti.
Raffaele Fischetto
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