23 maggio 2014

CHI VOTA CHI ,E PERCHE'


 
 
 
 
Chi vota chi, e perché.

Per il PD di Renzi, che a forza di cambiare verso rischia di diventare un pervertito, vota la piccola borghesia timorosa, conservatrice e perbenista, quella formata da impiegati ancora tutto sommato garantiti, gli anziani discretamente pensionati, gli insegnanti e quelli che campano dei proventi delle istituzioni e dei pubblici uffici. Insomma, gli aventi e possidenti che amano rivestirsi degli alti e solenni valori resistenziali curando però che i portafogli rimangano sufficientemente pieni.

Per la Destra e Forza Italia votano gli individualisti cinici e fetenti e i ricchi malavitosi, quelli che nella porcilaia da sempre sono vissuti a loro agio perché in posizione privilegiata vi sono nati. E i loro seguaci del Grande Fratello, di Lele Mora, Briatore e Amici - e amici degli amici.

Per il M5S di Grillo votano i giovani incapienti - come con sussiego ipocrita li definiscono Poletti e Renzi - i precari sotto occupati, gli esodati e i disoccupati, i licenziati, i frustrati, gli incazzati disperati. Insomma, quelli che malgrado tutto non rinunciano a lottare, e se vivono male vogliono trovare il colpevole per fargliela pagare. Sono prevalentemente brutti, sporchi e cattivi? Sono feriti e furiosi, e stanno diventando, grazie all’insipienza, alla viltà  e agli errori anche del centro sinistra, la maggioranza.

Per Tsipras vota l’irriducibile élite colta, pensosa e progressista, l’intellinghenzia di sinistra radicale e critica, che non ha rinunciato a immaginare possibile una realtà fatta di umani liberi, uguali e solidali. E se domenica non supera la soglia del 4% non sono soltanto loro gli sconfitti, ma tutti quanti.

La mia non è analisi sociologica scientificamente corretta? Forse, ma un qualche fondamento reale sicuramente ce l’ha.
Gian Carlo Marchesini
 
E questi sono stati i commenti e le reazioni

A Giancarlo che, battendo  la sua pista  letteraria con diligenza, dipinge i personaggi con dovizia di attributi .

IL VIRTUALE E IL ROTTAMATORE di Carlo Alberto

Atto primo :Nel regno di Italandia….

La premessa

E’ cambiato il sistema operativo e non c’è più spazio per i vecchi linguaggi che gestivano i teatri e i data base dell’800. Il copione non è più scritto a penna sulla carta , i ritmi , i tempi ,  i personaggi  e gli spettatori sono cambiati.

Il teatro della democrazia si sta sfasciando e ha cambiato pelle:Il bisogno delle vecchie forme di democrazia  che facevano partecipare ordinatamente allo spettacolo è sparito . E’ arrivato internet è senza stato-confini- proprietà intellettuale-delega..

Ci sono solo due attori che si misurano al di fuori dalle ideologie tradizionali . Tutto il resto è rumore di sottofondo e infatti tutti gli altri leader sono solo comparse che ripetono battute ingiallite , piene di errori e di insulti ..

L’interesse oggetto della contesa che dà la trama al pubblico è quello del “futuro senza alternative” : o si ottiene  cavalcando l’innovazione o si distrugge illudendosi  di salvare l’occupazione con la difesa dei privilegi.

Il patrimonio  in gioco è costituito dalle menti degli spettatori e dalle soluzioni innovative per l’utilizzo delle risorse pubbliche e private.

La classe che svolge un ruolo chiave nello spettacolo è formata dal data base  del lavoro intellettuale . Sono spettatori- protagonisti  più o meno inseriti in una occupazione autonoma o dipendente che si dividono in due gruppi

·        i burocrati e i free riders sistemati inattivi e i  free workers precari annichiliti”.

·        “i burocrati e i free riders sistemati attivi e i  free workers precari indaffarati”.

Le altre classi o ceti  sono “fuori gioco” , sono il retaggio  di un’economia industriale che non si è rinnovata alla conoscenza  e  ha paura vera perché non sa come difendersi o come cambiare.

I protagonisti

Sono in scena Grillo e Renzi rispettivamente nei ruoli del “Virtuale “ e del “Rottamatore” si rivolgono entrambi principalmente al secondo gruppo che è più innovativo..

Il Virtuale  crede che il reale derivi solo dal virtuale . Per acquisire il potere, fa un salto nel virtuale “diventando” LA comunicazione paradossale e senza appelli del “Vaffanculo” . Non dà alternative  e dice “o noi o loro”. Cerca l’identificazione di chi non ha più alternative .

Il Rottamatore crede che il reale contenga la storia che può  essere forzata. Sceglie di occuparsi del reale rottamando il vecchiume e cerca di farlo col consenso dei rottamandi .Punta  sulla” speranza” e a un ricambio generazionale col consenso degli anziani disponibili . Cerca l’identificazione dell’innovatore che vuole “fare”. Per  gestire la paura dei ceti  “fuori gioco “ il Rottamatore ha bisogno di una forza antisistema  esterna non su basi ideologiche che dica di azzerare brutalmente   i poteri legati ai privilegi acquisiti e ai vecchi schemi ideologici. “se non rottamiamo e non facciamo in fretta le riforme lo tsunami dei cittadini  travolgerà tutti…”

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Il Virtuale è senza storia e non attribuisce al teatro del parlamento nessun potere di elaborazione o rappresentanza  perché dà per scontato che le soluzioni siano già in rete. La sua persona tiene assieme tutti i nodi . Abolisce il sistema  , non rottama, elimina l’opposizione e punta al 100% .E’ un imprenditore delle politica che persegue il potere assoluto del sistema operativo.

Il Rottamatore è al senato con le mani in tasca e decide lasua auto chiusura . E’ però più attento alla storia e ritiene che sia possibile costringere la casta ad auto rottamarsi  Ha in mente l’innovazione dele forme di rappresentanza ma  ancor di più l’innovazione della  burocrazia che è considera il vero punto debole del sistema . …

E qui si ferma il primo atto….

Atto secondo :(segue)
 
da Mimmo

Caro Gian,
condivido la tua analisi anche se ,almeno per queli che voteranno Forza Italia,io ci avrei aggiunto la massa di persone che rifuggono dal fare politica,anzi se ne disinteressano,e hanno Berlusconi come modello di uomo di successo.E' a mio avviso l'eterna massa popolare che non si è mai liberata della soggezione,del cappello in mano per chiedere, che non si è mai realmente riscattata e vive la propria condizione di indigenza e di sopravvivenza quasi come un privilegio rispetto alla miseria che li circonda.E' la massa dei nostri concittadini che vivono nelle periferie dei piccoli centri,che vive nelle campagne,nei borghi.Che si accontenta e che pietisce l'intervento della Stato come se l'esaudimento delle loro richieste fosse un privilegio e non un diritto.Sono le centinaia di migliaia di pensionati,forse milioni,a cui Berlusconi ha strizzzato l'occhio con la sua solita offerta last minute a loro indirizzata.Sono quelli che si siedono dietro la porta di casa nei bassi delle povere cittadine di provincia per vedere il passeggio dei giovani e dei turisti e che accendono il televisore pensando di poter condividere con la visione gli eventi che vi vengono trasmessi.Insomma caro Gian speriamo bene.La lista Tsipras avrebbe potuto fare meglio e di più.Ma ha comunque fatto abbastanza.Peccato che Paolo Flores D'Arcais e Camilleri siano usciti.Sarebbe stato un bel richiamo.

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