La paura è stato il tratto distintivo della campagna elettorale delle destre, Lega Nord in primis, Fratelli d'Italia in secondo luogo. La paura dell'invasione da parte degli immigrati, la paura omofoba, la paura di una nuova legge sul diritto di cittadinanza, sommate ad altre paure sempreverdi evocate in precedenti campagne elettorali.
Grillo aggiungeva a queste paure, un parlare da Dulcamara e, al tempo stesso, la predicazione catastrofista di certi profeti di sciagura che predicono lutti e sofferenze per tutti indistintamente, se gli uditori non si mostreranno ubbidienti alla parola della divinità di cui lui si era fatto intermediario, inteprete e portavoce incontrastato. L'elisir miracoloso da lui venduto era la rete, i cittadini e altre amenità del genere.
Io sono contento che Tsypras abbia superato la soglia del 4%, ma non ho granché fiducia nella sommatoria di partiti, partitini e sigle varie che si sono strumentalmente unite sotto la sigla l'Altra Europa, poiché hanno già più volte dato pessima prova di loro stessi nel 1998 come nel 2008 e, secondo me, non ci sarà due senza tre, perché il loro profeta è la purezza assoluta, in nome della quale ciascuno si sentirà libero di dire quello che gli pare. Faccio voti di essere smentito. A suo modo, anche Tsypras ha evocato paure, quella delle banche e della finanza, il cui potere può e deve essere assoggettato alle leggi nazionali e comunitarie, attraverso interventi unitari che rendano ugualmente perseguibile l'evasione fiscale in tutti e 28 i paesi membri dell'Unione, senza zone franche. Ma questo si farà lavorando dentro il governo dell'Unione, non chiamandosene fuori.
Renzi invece, ha chiesto un voto per e non un voto contro; trovo quindi del tutto naturale che l'elettorato, in grandissima parte, abbia deciso di dare un voto contro la frammentazione dei partiti, facendo nell'unico modo che gli è consentito, una semplificazione dello schieramento politico a tre forze, con la sola eccezione della Lega che ha potuto giovarsi di un suo ancora consistente radicamento territoriale. L'elettorato ha espresso un voto a favore di un cambiamento graduale e ragionato e non per aprire una velleitaria guerra al sistema, credendo alla volontà del premier di perseguire l'ottenimento delle riforme necessarie, per conseguire l'ammodernamento del sistema democratico italiano.
I sondaggi, anche stavolta, si sono rivelati clamorosamente sbagliati, il che dovrà far riflettere molto sulla necessità di rivedere il funzionamento dei metodi di rilevazione delle opinioni delle persone. In vent'anni di berlusconismo, gli italiani hanno imparato a mentire, speriamo solo agli intervistatori delle società di ricerca.
Il successo del PD, e soprattutto di Renzi, non è per sempre; toccherà a lui, e al partito, comprendere che proprio adesso viene il bello, perché non ci sono più alibi e bisognerà corrispondere in modo concreto alle attese suscitate.
Mi auguro che il PD e Tsypras riescano a trovare il modo di lavorare assieme, che il M5S si liberi di Grillo, mettendosi in gioco per la parte di responsabilità grande che ha nel Parlamento italiano.
Ciao
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