27 maggio 2014

IL SUCCESSO DEL PD VISTO DA UN INTELLETTUALE

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Non resisto alla tentazione di mettere in allegato una mail su Renzi che avevo spedito tempo fa.
Non ho cambiato idea da allora, ma, dopo il risultato eclatante delle elezioni europee e di quelle amministrative , penso di aggiungere qualche cosa.
Parlerò di me, così non rischierò di offendere la sensibilità di nessuno.
Ha ragione Zygmunt Bauman; la società è profondamente cambiata negli ultimi decenni. Adesso è una società liquida.
Così si votano i partiti che hanno nomi antichi di sinistra ben sapendo che non è più così. Nelle società liquide gli ideali e (figurarsi!) le ideologie sono morti e sepolti.
Grillo ha detto che l’Italia non lo ha premiato perchè è un paese di pensionati che non vogliono cambiare. Non ha capito niente.
Questo paese è un paese di poverissimi pensionati che vogliono cambiare: vorrebbero più soldi. Di precari giovani che sperano di cambiare, diventando meno precari.
Di piccoli e medi imprenditori che vogliono meno tasse, più flessibilità del lavoro, credito più facile.
E poi ci siamo noi, anzi, ci sono io. Io che, sotto sotto, spero che un Renzi mi protegga – per il tempo che mi rimane da vivere – dallo scivolare in basso. Troppo in basso, per colpa di qualche scalmanato che, sbandierando stupido nazionalismo e fingendo di non sapere che il sistema è ancora invincibile (cinismo stupido per raggiungere il potere o incommensurabile stupidità di leader ignoranti?) .
Insomma, mentre Renzi parla di speranza – e fa bene – quello che ha dominato queste elezioni è la paura; non solo in Italia.
La paura di scivolare verso il basso è quella che ha spinto verso la vittoria i populisti di tutti i paesi e che da noi, ha premiato Renzi. Gli Italiani, nella stragrande maggioranza moderati di centro destra, avevano sperato in Berlusconi. Ha fallito.
Hanno tentato la carta di Grillo, che si è dimostrato incapace ( non i suoi, che maturando e sporcandosi le mani aiuteranno Renzi e questo paese a diventare europeo, cioè ben inserito nel sistema).
Nei paesi in cui il sistema opera da tempo – bene o male (in Francia più male che bene, ma in ogni caso molto meglio che da noi, come tutti i paesi occidentali) - è evidente, lo si sente nella pancia, che le cose non sono migliori nè migliorabili, accettando di rimanerci, impaniati nelle regole . Quindi si sceglie il populismo nazionalista; si accusano le ondate di immigrazione, l’Euro, l’europa.....volendo credere che scrollandosi di dosso “l’ingessatura” sovranazionale e lasciando annegare i migranti e eliminando una moneta non amata, tutto di colpo, come per magia, tornerà ad essere tinto di rosa.La verità sarebbe davvero diversa: minuscoli paesi nel contesto di giganti globali e insensibili organizzazioni capitalistiche, sarebbero spazzati via e i loro cittadini non sarebbero più in grado di precipitare: sarebbero già sul fondo.
Renzi ha saputo con grande intelligenza regalare la impossibile speranza di un ritorno al benessere perduto, sostenendo una profonda metamorfosi dell’Europa, senza inimicarsi il sistema che non lo avrebbe perdonato (e rubando la scena ai Grillo, ai Salvini e alla ricicciata AN).
Lo stesso vale per Stipras in Grecia (dove propone le stesse cose di Renzi, apparendo e essendo definito radicale) e per noi, qui, quello che ho pensato per un poco: sono più di sinistra, meno rozzo e non corro rischi, intanto sarà grasso che cola se arriverà al 4%.
Poi, ascoltando i tamburi che davano la catastrofe grillina come imminente, per non sapere nè leggere nè scrivere, non ho voluto correre il rischio di dare, dell’Italia, l’immagine pericolossima di un paese fatto di nuovo di avventurieri incapaci e instabili. Sono tornato al PD, consapevole di essermi inchinato all’ineluttabile.
Può darsi che sia solo io a inchinarmi al meno peggio egoistico, che mi consente di ragionare e leggere di quello che dovrebbe essere; di battermi per la cultura, di amare la montagna (sperando che l’eccesso di turisti non mi impedisca di goderne bene).....
Temo che nella migliore delle ipotesi, quello che ci (perdonate il lapsus) mi sta a cuore, sia una bella e civile società borghese (anche se alla fine). Il resto del mondo è lontano e la povertà e la disperazione di milioni di diseredati stanno fuori dai confini del mio mondo quotidiano.
In una società liquida i partiti non sono più organizzazioni stabili, strutturate, territoriali. Sono “movimenti di opinione”, apparati elettorali, che coagolano interessi e forse anche bisogni (intesi gerarchicamente), che ottengono consenso a valanga e possono perderlo in frettissima, appena crescesse la convinzione che le promesse non fossero mantenute.
Bene dice Renzi, che festeggiare è fuori luogo. Bisogna mantenere fede alle promesse; lo vogliono quelli che lo hanno votato perchè vogliono un fisco più favorevole e lo vuole il sistema che pretende un paese con regole di mercato libero (qualunque mercato, compreso quello del lavoro).
Alle elezioni anticipate andrà soltanto se potrà dimostrare, fuori da ogni incertezza, che gli impediscono di fare le riforme (Cacciari mi rompe, ma ha ragione).
Secondo me, Renzi farà di questo paese un paese europeo, nel bene e nel male e il M5S, se si libererà di due guitti esaltati e incoscenti, sarà della partita.
Dimentichiamoci anche la “democrazia” come l’abbiamo vissuta, noi che non siamo giovani; ma questo è ancora un altro discorso.
umberto
 
 
LA LETTERA A RENZI
 
Tornato dalla montagna, dove l’eco della politica arrivava smorzato, arrivato a Roma, il rischio di fallimento della capitale del paese, mi ha risucchiato nel clima italico normale, a sua volta immerso in quello di un mondo che, a dispetto delle parolee degli appelli, sta correndo a riprodurre tutto il peggio (inevitabile)già vissuto.
Sono stato tanto in silenzio, che mi sento in diritto di annoiarvi su argomenti diversi.
Incomincio dal governo Renzi.
Mi sembra fosse scontato che Renzi, ci sarebbe arrivato, in un modo o nell’altro, al governo.
Ci è arrivato in un modo che, a chi, come me, sa benissimo come stanno le cose, ma vorrebbe inutilmente  che fossero diverse, non piace. Ci è errivato e adesso, come dice Franco, bisogna vedere cosa fa, aspettando le famose riforme (tornerò sulle riforme, almeno due; ma con un altra mail).
Allora scrivo un poco di pensieri al riguardo:
Renzi è un Berlusconi senza cadaveri nell’armadio e senza interessi da difendere e che, se non difesi, lo trascinerebbero alla rovina.
Un Berlusconi così, piace molto agli italiani e piace molto all’Europa e piace molto al mondo del pensiero unico.
Tutti speriamo che ce la faccia. Lo spera la Merkel; lo spera il FMI; lo spera la confindustria e persino i sindacati.
Cosa vuol dire “che ce la faccia”?
Vuol dire che se non ce la fa, il sistema punirà duramente questo paese che non sa imboccare la strada giusta.
Se invece ce la fa, tutti tireranno un respiro di sollievo, perchè riportare all’ovile l’Italia, un paese riottoso (e il sistema deve riportarlo certamente all’ovile), costa moltissimo e un Italia che ha preso la strada giusta, invece rafforza il sistema.
Cosa dovrà fare Renzi e cosa cercherà di fare? Con entusiasmo, cercherà di portare l’Italia tra i paesi correttamente liberisti, in cui le regole della concorrenza internazionale siano la bussola dell’agire politico; in cui al lassismo cattolico (altro bell’argomento: il papa e il cattolicesimo) si sostituisca un poco di calvinismo, ottimo lubrificante del mondo del profitto.
Quindi vorrà persino fare delle riforme che ristabiliscano le regole del gioco del mondo degli affari, e tutti diremo che saranno riforme di sinistra
I lavoratori saranno più “fungibili”, saranno più garantiti (al livello più basso possibile compatibile con il sistema)e saranno utilizzati dove più serve.
L’impresa sarà al centro del sistema e le persone saranno funzionali ad esso.
Insomma, se ce la fa, Renzi porterà l’Italia in Europa e contribuirà così a portare l’Europa fuori dalle secche dei residui impastoianti di un “welfare” socialistoide, che nessuno vuole più ma che, per inerzia, il vecchio continente finge di perseguire.
Gli oppositori di Renzi nel PD sono scomparsi. Non poteva essere diversamente.
Nessuno, oggi, sa davvero cosa sia “sinistra”. Il mondo è piccolissimo e tentare di portare le persone, anziche il profitto, al vertice della piramide dei valori, in una piccola porzione del piccolo mondo  è impossibile e nefasto per chi ci provasse.
I Civati, le Puppato, parlano (come noi) ma, misurandosi con i fatti si accorgono subito che tradurre le parole dette in azioni di governo, è suicida. La cosa migliore è modificare il detto con ragioni di opportunità per evitare il peggio.Per questo ho sempre pensato che non avesse importanza chi vincesse le primarie. Chiunque fosse stato si sarebbe dovuto piegare.
In Europa e nel mondo nessuno – Tranne molti intellettuali e scienziati  (sperabilmente capaci di mantenere viva la fiammella contraria al sistema, per il momento in cui lo stesso crollerà per ragioni sue interne) è di sinistra.
Il PD è entrato nel PSE, ma nel PSE si discute di nuovo simbolo e di nuovo programma, così Fioroni sarà contento e il PSE smettera di non voler aggiungere la parola democratici (partito socialista e democratico).
Essere di sinistra è una cosa troppo difficile. Riguarda il mondo e non un paese. Deve tenere conto del nuovo e fare amare la frugalità dei costumi, lottando contro le tendenze naturali dell’umanità.
(un mucchio di altri argomenti di chacchierata: il bello è di tutti a costo di ucciderlo? I leader sono nella natura dell’uomo, per cui privilegiare le idee al posto del potere è artificiale?.....)
Non è molto più facile giudicare del benessere di un paese sulla base del PIL procapite, fregandosene della realtà che nasconde?
Renzi per riuscirci dovrà dare qualche piccola dimostrazione, facendo subito qualche riforma che lasci intendere la strada che prenderà: legge elettorale che dia stabilità e continuità di governo; nuove regole per il lavoro, che daranno più “flessibilità” in ingresso e in uscita alle imprrese sul mercato del lavoro....
Se ci riuscirà – io penso che ci riuscirà – la Merkel allenterà certamente qualche vincolo capestro, così che Renzi possa proseguire fino in fondo sulla strada del liberismo e del capitale.
Il rigore continuerà ad essere un must, ma sarà “temporaneamente” mitigato per consentire la “crescita” che consentirà il rigore necessario al sistema basato sul debito, ma senza strilli troppo forti.
E tutti vissero felici e contenti
 

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