QUESTA NON E’ POLITICA, E’ ROMA
Strano modo di reagire, quello del PD romano, all’ incredibile vittoria del centrosinistra alle europee. A leggere i giornali, si direbbe che il Partito Democratico della Capitale abbia ascritto solo a sé la vittoria, e si trovi nella condizione di “contrattare” con il Sindaco poltrone e spazi nell’inevitabile – dopo le dimissioni di Flavia Barca – rimpasto della giunta.
A noi sembra piuttosto ingeneroso, da parte del PD romano, prendersi tutto il merito del fatto che a Roma il partito abbia guadagnato ancora più punti percentuali: basta immaginare cosa sarebbe successo se si fosse verificato il contrario, con i voti del PD inferiori alla media: un coro unanime di accuse al Sindaco e alla sua giunta per aver deluso i romani, e la richiesta perentoria di un cambio di passo.
Invece a Roma il PD ha vinto alla grande, ma il cambio di passo viene invocato lo stesso.
Secondo noi nella Capitale, più che un cambio di passo, serve un’accelerazione verso un profondo rinnovamento della politica, abbandonando una volta per tutte le vecchie logiche spartitorie e trasversali, a cui troppo spesso abbiamo assistito nel nostro presidio in Campidoglio contro le delibere urbanistiche che forse impropriamente abbiamo definito “di Alemanno”. Delibere urbanistiche che, sospettiamo, siano dietro al fermento per la (ri)conquista di certi assessorati-chiave, come quello alla Trasformazione urbana, quello al Patrimonio e quello ai Lavori pubblici.
A noi sembra piuttosto ingeneroso, da parte del PD romano, prendersi tutto il merito del fatto che a Roma il partito abbia guadagnato ancora più punti percentuali: basta immaginare cosa sarebbe successo se si fosse verificato il contrario, con i voti del PD inferiori alla media: un coro unanime di accuse al Sindaco e alla sua giunta per aver deluso i romani, e la richiesta perentoria di un cambio di passo.
Invece a Roma il PD ha vinto alla grande, ma il cambio di passo viene invocato lo stesso.
Secondo noi nella Capitale, più che un cambio di passo, serve un’accelerazione verso un profondo rinnovamento della politica, abbandonando una volta per tutte le vecchie logiche spartitorie e trasversali, a cui troppo spesso abbiamo assistito nel nostro presidio in Campidoglio contro le delibere urbanistiche che forse impropriamente abbiamo definito “di Alemanno”. Delibere urbanistiche che, sospettiamo, siano dietro al fermento per la (ri)conquista di certi assessorati-chiave, come quello alla Trasformazione urbana, quello al Patrimonio e quello ai Lavori pubblici.
Non siamo dei politologi, ma tra i motivi della notevole affermazione del Partito Democratico di Renzi e della lista Tsipras, soprattutto a Roma, noi leggiamo il desiderio dei cittadini di facce nuove, gente che non viene da anni anni di casta e di carriere partitiche, che non parla il solito politichese e non pratica la solita realpolitik. Il contrario dei nomi che leggiamo in questi giorni sui quotidiani, tutti politici PD da vari lustri sulla breccia, sia tra quelli che elargiscono dichiarazioni – molti “renziani” convertiti – sia tra quelli che aspirano a entrare in giunta. Intendiamoci, aspirazione legittima, ma poco compatibile con lo slogan che tanti consensi ha dato al Sindaco Marino. “Questa non è politica, è Roma”.
Ecco, vorremmo che questo inaspettato ulteriore consenso dalle urne europee venisse valorizzato per tenere ben saldi al centro del governo della Capitale la città, l’interesse pubblico e i diritti. E per lasciare fuori i soliti giochetti di bassa cucina politica, e accantonare per sempre la logica da “manuale Cencelli” dei partiti e delle correnti, dappertutto, anche nella gestione delle aziende partecipate e nella selezione di dirigenti e amministratori.
Noi cittadini ce l’abbiamo messa tutta, ci siamo fidati. Adesso la politica migliore faccia la sua parte.
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