Tre Righe continua con la pubblicazione degli atti della conferenza "8 Domande per 8 Risposte" tenutasi in Campidoglio il 23 u.s.
A titolo di commento sulla conferenza,pubblichiamo le impressioni di un socio di Progetto Roma,presente in qualità di autore di uno degli interventi.
"Mattinata sicuramente densa e interessante, successo di pubblico, sostanziale - quanto prevista - assenza di amministratori e sindaco
(presente un suo grigio e muto delegato), fatto salvo un sempre-verde Athos De Luca ed una spaurita Rita Paris ("io sono venuta solo per
ascoltare", come dire non mi mettete in mezzo che Marino non mi ha dato indicazioni e poi chi lo sente quello che non smette di ridere....).
Gli interventi sono stati quelli in programma nel Libro Bianco e nella stessa successione, ma un conto è leggere, un altro è ascoltare nell'immediatezza e nella passione dell'intervento orale.
Tutto molto integrato e stretto e solidale, con al centro il mantra della "cultura come modello di cambiamento.
Ottimo il discorso sui Fori e il Parco dell'Appia( che Tre Righe pubblicherà domani ) .
Sintesi: le associazioni hanno dimostrato che se si vuole, tutto si può fare ...... anche a zero costi" .
"Mattinata sicuramente densa e interessante, successo di pubblico, sostanziale - quanto prevista - assenza di amministratori e sindaco
(presente un suo grigio e muto delegato), fatto salvo un sempre-verde Athos De Luca ed una spaurita Rita Paris ("io sono venuta solo per
ascoltare", come dire non mi mettete in mezzo che Marino non mi ha dato indicazioni e poi chi lo sente quello che non smette di ridere....).
Gli interventi sono stati quelli in programma nel Libro Bianco e nella stessa successione, ma un conto è leggere, un altro è ascoltare nell'immediatezza e nella passione dell'intervento orale.
Tutto molto integrato e stretto e solidale, con al centro il mantra della "cultura come modello di cambiamento.
Ottimo il discorso sui Fori e il Parco dell'Appia( che Tre Righe pubblicherà domani ) .
Sintesi: le associazioni hanno dimostrato che se si vuole, tutto si può fare ...... anche a zero costi" .
La pressione dell’inquinamento acustico e la
necessità di un regolamento
Silvia Annibaldi, Paolo Gelsomini, Alessia Vivaldi
Coordinamento Residenti Città Storica
IL PROBLEMA INSOLUTO DEL RUMORE AMBIENTALE
Proprio in questi giorni il Coordinamento Residenti Città Storica, sta collaborando alla campagna
“Spegni il rumore accendi il divertimento” promossa da Legambiente Lazio e,
contemporaneamente, sta proseguendo con molte altre associazioni romane alla raccolta di 5000
firme per una delibera di iniziativa popolare per un regolamento acustico comunale che il Comune
di Roma Capitale non ha mai avuto nella sua organicità e sistematicità concettuale e normativa
come strumento di prevenzione, gestione, sanzione e risanamento acustico territoriale e locale.
In effetti, così come si parla di ciclo dei rifiuti si dovrebbe parlare di ciclo del rumore, intendendo
con ciò un percorso del rumore dal suo generarsi, al suo sommarsi con altri rumori ambientali fino
al suo esito finale che, come succede in una discarica inquinante, arriva a determinare danni
ambientali gravissimi ed attacchi all’equilibrio psico-fisico delle persone.
Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), nell'Unione Europea nove cittadini su
dieci sono esposti a rumori superiori ai 65 decibel (dB), un livello questo che disturba il sonno e il
riposo. In Italia, il 45% degli abitanti deve sopportare quotidianamente un livello di inquinamento
acustico compreso tra i 70 e i 75 decibel, che mette a rischio l'udito, l'apparato cardio-circolatorio e
aumenta il rischio di infarto. Recenti studi confermano inoltre i danni causati dall'inquinamento
acustico al sistema immunitario e ormonale. Sempre per quanto riguarda l’Italia, secondo il
database NOISE, i dati sono disponibili per le città di Firenze, Milano e Roma, per un totale di 4,2
milioni di abitanti. Il 65% dei cittadini di queste tre città, oltre 2,7 milioni di persone, sono esposti a
livelli di rumore superiori alla soglia diurna di 55 dB, percentuale che scende al 18% (740mila
persone) per la soglia notturna di 50 dB. Eclatante il risultato del Lazio, ricavato dai dati ambientali
dell’Annuario ISTAT 2009, dove ben il 47% delle famiglie interpellate dichiara la presenza di
problemi relativi al rumore nella zona in cui abita.
Da uno studio svolto dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università “La Sapienza” di Roma,
tenendo conto che la soglia del dolore si colloca per l’orecchio umano intorno ai 120 dB si
evincono gli effetti deleteri che il rumore può avere sull’uomo. Solo fino a 35 decibel di pressione
sonora corrispondenti alle onde del mare mosso non c’è nessun danno. Tra i 35 ed i 65 dB
corrispondenti a passaggio auto a bassa velocità e a conversazione normale si possono
cominciare ad avere fastidi e disturbi nel sonno. Intorno ai 70 dB corrispondenti a strade di traffico
intenso o conversazioni a voce alta, si possono cominciare ad avere tachicardia, palpitazioni,
aumento della pressione arteriosa.
A 90 – 100 dB corrispondenti a passaggio di traffico pesante e di treni in superficie si ha nel
tempo una diminuzione dell’acuità visiva e un restringimento del campo visivo. Una tromba di
automobile si aggira sui 120 dB e la pressione esercitata sull’orecchio umano dal frastuono di una
discoteca può arrivare in casi gravi fino a 110 dB. A questo livello stiamo a disturbi gravi ed
irreversibili.
IL QUADRO NORMATIVO
Il Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Roma disciplina al Capo II l’ordine e la quiete
pubblica facendo riferimento al T.U. di P.S. 18 giugno 1931 n. 773 e al relativo Regolamento per
l’esecuzione contenuto nel Regio Decreto 6 maggio 1940, n. 635.
Essendo un regolamento di Polizia Urbana si limita a sanzionare grida, schiamazzi, abuso di
mezzi acustici, attività rumorose moleste, apparecchiature disturbanti.
L’attuale contesto normativo di settore che impone a Roma Capitale l’adozione del regolamento in
epigrafe, è il seguente:
-Legge Quadro sull’Inquinamento Acustico n.447 del 1995;
-D.P.C.M. del 14.11.97 contenente la “
Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”;
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-D.P.C.M. del 16.03.98 contenete la
“Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento
acustico”;
-Legge Regione Lazio n.18 del 2001: “
Disposizioni in materia di inquinamento acustico per la
pianificazione ed il risanamento del territorio
”;
-Delibera C.C. del Comune di Roma n.60 del 2002, “
Piano di Zonizzazione Acustica del territorio
del Comune di Roma. Approvazione in attuazione della legge n. 447/95. Classificazione acustica
del territorio comunale”;
contenente, inoltre, le “Norme tecniche di attuazione” del Piano di
Zonizzazione Acustica;
-Delibera C.C. del Comune di Roma n.12 del 2004,
"Piano di Zonizzazione del territorio del
Comune di Roma. Adozione definitiva in attuazione della legge regionale 3 agosto 2001, n. 18 e
della legge quadro n. 447/95. Classificazione Acustica del territorio Comunale.";
-Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 194, contenente
“Attuazione della direttiva 2002/49/CE
relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale".
I RITARDI E LE INSUFFICIENZE NELLA LOTTA AI RUMORI AMBIENTALI
L’Amministrazione Comunale di Roma Capitale è in gravissimo ritardo nell’attuazione dei principi,
norme e direttive contenute nelle disposizioni sopra richiamate, nonché nell’adozione di uno
strumento regolamentare che governi la complessa materia e le problematiche connesse al
rumore ambientale ed all’inquinamento acustico.
E’ importante ribadire come detta questione sia stata finora completamente sottovalutata
dall’amministrazione, se non del tutto ignorata, giacché considerata –riduttivamente- e delimitata
nell’ambito del controllo dell’ordine pubblico (fenomeno della movida) o del traffico, mentre in
realtà tutta la normativa comunitaria, nazionale e regionale si fonda sui principi di tutela
dell’ambiente di vita e di lavoro, e di tutela della salute dei cittadini, come interessi prioritari e
costituzionalmente garantiti, non suscettibili di compromissione alcuna.
Infatti, le finalità sia della Legge Quadro 447/95, sia del DLgs.vo 194/2005 reso in attuazione della
Direttiva comunitaria 2002/49/CE, sono indirizzati verso il conseguimento di
“un elevato livello di
tutela della salute e dell’ambiente ed uno degli obiettivi da perseguire in tale contesto è la
protezione dall’inquinamento acustico”
(cfr Direttiva Comunitaria citata).
Pertanto, in questa prospettiva ed in questo senso è improntata ed indirizzata la
ratio dello
strumento attuativo oggetto della proposta di delibera di iniziativa popolare condotta dal CRCS.
In tema di inquinamento acustico l’operato delle amministrazioni cittadine che si sono succedute
dal 2002 e fino ad oggi, è stato del tutto insufficiente. Allo stato attuale mancano del tutto:
-
i piani comunali di risanamento acustico previsti dalla Legge Quadro 447/95 e dal Piano di
Zonizzazione Acustica di cui alla delibera C.C. 60/2002;
-
la mappatura acustica e le mappe acustiche strategiche previste dal DLgs.vo 194/2005 (con
Delibera n.663/2007 la Giunta della Regione Lazio ha indicato il Comune di Roma come ente
delegato agli adempimenti previsti dal DLgs.vo 194/2005 e dalla Direttiva Comunitaria del 2002);
-
i piani d’azione conseguenti della mappatura pure previsti dal DLgs.vo 194/2005;
-
i piani e le azioni per il monitoraggio dei livelli di inquinamento acustico;
-
l’aggiornamento dello strumento attuativo della Zonizzazione Acustica;
-
le norme, i procedimenti e le sanzioni, a livello comunale, per il governo del
rumore ambientale, per la prevenzione dell’inquinamento acustico e per la
repressione dei fenomeni dannosi.
Ed in particolare, è proprio la mancata redazione ed adozione dei
piani d’azione e di quanto altro
previsto dalla Direttiva Comunitaria
2002/49/CE e dal DLgs.vo 194/2005, che ha determinato
l’apertura di un procedimento d’infrazione presso la UE
(articoli 258 e 260 del Trattato sul
Funzionamento dell’Unione Europea - art. 14, lett. c, della legge 24 dicembre 2012, n. 234)
n.2022/2013 del 24.04.2013.
Il
“Rapporto sulla gestione dell’inquinamento acustico nelle aree metropolitane”, reso dall’APAT -
Dipartimento Stato dell’Ambiente e Metrologia Ambientale, Servizio Agenti Fisici, ha certificato che
lo stato di attuazione della normativa per la città di Roma è fermo al 2004.
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LA MOVIDA, L’IMPLICAZIONE DEI LOCALI DI SOMMINISTRAZIONE, IL TRAFFICO
Una particolare attenzione nella redazione del testo di delibera di iniziativa popolare per un
regolamento sul rumore ambientale, è stata posta in relazione all’inquinamento acustico derivato
dal cosiddetto fenomeno della
“movida” che si svolge in alcuni ambiti territoriali ben definiti, sia
nel centro che in altre aree della città comunque limitrofe al centro storico.
Infatti, l’elevatissima concentrazione di attività commerciali dedicate alla ristorazione ed al
divertimento notturno, nonché la mancanza di regolamentazione sugli orari di apertura dei detti
locali che si protrae per tutta la notte senza soluzione di continuità, comporta nelle zone
interessate un abnorme aumento del traffico veicolare e della frequentazione antropica tali che il
livello di attenzione delle emissioni acustiche come definito dal DCPM del 1997 e che segnala
l’emergere di gravi rischi per la salute, viene sistematicamente superato.
I monitoraggi eseguiti dall’Arpa Lazio su richiesta del Municipio Centro Storico negli anni 2008,
2009 e 2010, hanno rilevato nei rioni del centro cittadino valori fra i 70 e gli 80 db nelle ore dalle
22.00 alle 03.00 della notte, livelli che avrebbero dovuto imporre l’emissione da parte del Sindaco
o dell’amministrazione comunale, di provvedimenti urgenti e contingibili a tutela della salute della
collettività e che però sono stati sempre omessi.
L’assoluta mancanza di controlli e di un regime sanzionatorio valido ed efficace con riguardo alle
emissioni acustiche dei locali che svolgono intrattenimento musicale o spettacolo dal vivo, nonché
sulle discoteche e su tutte le attività di intrattenimento che si svolgono all’aperto nel periodo estivo
e primaverile, hanno aggravato la situazione già precaria.
Eppure, è principio ormai pacifico e ribadito da numerosi pronunciamenti giurisprudenziali, nonché
dalla Circolare 06.09.2004
“Interpretazione in materia di inquinamento acustico” del Ministero
dell’ambiente”
(GU n.217 del 15.09.2004), quello secondo il quale i limiti acustici si applicano alle
attività e comportamenti connessi alle attività commerciali, fra i quali vanno inclusi gli
avventori dei locali,
in specie laddove la particolare concentrazione degli stessi in una via con
più locali, diviene fonte di inquinamento acustico da riconoscere come soggetta alle norme sul
rumore.
In realtà, l’amministrazione comunale non ha mai attuato politiche di decentramento delle attività
legate al divertimento ed alla ristorazione –che ben potevano far parte di piani di risanamento
acustico previsti dalla normativa vigente e mai adottati- né ha posto in essere provvedimenti di
regolazione degli orari dei apertura degli esercizi commerciali, pure attuabili e legittimi secondo
l’indicazione che veniva dalla Circolare Esplicativa del Ministero dello Sviluppo Economico
n.3644/C del 2011: “
provvedimenti finalizzati a limitari gli orari di apertura notturna delle attività di
somministrazione di alimenti e bevande possono continuare ad essere adottati potendosi
legittimamente sostenere che trattasi di vincoli necessari ad evitare danno alla sicurezza, e
indispensabili per la protezione della salute umana, dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio
culturale, espressamente richiamati come limiti ammissibili all’attività privata dall’Art.3 comma 1 del
D.L.13.08.2011 convertito in Legge n.148/2011”.
Ed ancora, il sistema di limitazione della circolazione veicolare in specie nelle ore notturne, da
attuare con isole pedonali e Zone Traffico Limitato, è stato finora del tutto insufficiente ed il nuovo
Piano Generale del Traffico Urbano che sta per essere varato, pur immettendo novità come le
isole ambientali e la ridefinizione delle ZTL presenta soluzioni che potrebbero essere vanificate da
scelte discutibili fatte a monte sulle reti di viabilità principale e sui parcheggi, scelte che di fatto
hanno poca rilevanza sia sull’aumento di
trasporto pubblico che sulla diminuzione di
trasporto privato in tutta la città ed in particolare nel suo centro storico che dovrebbe
essere gradualmente pedonalizzato.
GLI ARTISTI DI STRADA
Sta per andare alla discussione dell’Assemblea capitolina una nuova delibera che disciplina l’arte
di strada attualmente regolata dalla delibera 24/2012.
Senza entrare nel merito dei contenuti di questa bozza di delibera, vorremmo far notare che i limiti
sonori imposti dalla zonizzazione acustica del Comune verrebbero superati da qualsiasi strumento
a fiato o a percussione amplificato.
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Una delibera di questa materia dovrebbe predisporre tutti gli strumenti necessari per un controllo
severo sulle caratteristiche tecniche degli amplificatori (watt) e sulle emissioni sonore (decibel) in
conformità alla normativa vigente. Per questo delicato compito l’ARPA è assolutamente
insufficiente ed occorre pensare ad un coinvolgimento diretto e responsabile di altri soggetti.
Occorre inoltre un parere obbligatorio del Dipartimento Ambiente in relazione alla tutela
dell’inquinamento acustico ed alla normativa di settore, giacché alcuni articoli della proposta di
delibera sul regolamento dell’arte in strada contengono disposizioni relative all’uso di strumenti e
orari per emissioni acustiche;
Infatti, l’eventuale superamento dei livelli previsti dalla zonizzazione acustica del Comune di Roma
e dei livelli di attenzione così come definiti dall’Art.2, comma 1, lettera g della Legge 447/95, i cui
valori sono fissati dall’Art.6, lettera a) del DCPM 14.11.97, è inteso dalle suddette norme come un
grave potenziale rischio per la salute umana o per l'ambiente, obbligando il Sindaco ad attuare i
provvedimenti urgenti e contingibili di cui all’Art.50 comma 3 della Legge 267/2000, nonché ai
sensi dell’Art.6 comma 2 del DPCM 14.11.97, a predisporre i piani di risanamento acustico, poiché
la tutela della salute dei cittadini –costituzionalmente garantita- è prioritaria rispetto ad ogni altro
interesse o considerazione.
IL MOTIVO DELLA NOSTRA RACCOLTA FIRME PER UNA DELIBERA DI INIZIATIVA
POPOLARE SULLA GESTIONE E PREVENZIONE DEL RUMORE AMBIENTALE
Vogliamo che Roma Capitale si doti finalmente di un regolamento acustico che sia in grado di
andare oltre la semplice zonizzazione acustica che fissa i limiti dei decibel diurni e notturni per ogni
zona a seconda della sua caratteristica funzionale mutuata dalla destinazione d’uso assegnata dal
Piano Regolatore Generale. Andare oltre la zonizzazione vuol dire disegnare le mappe acustiche,
cioè le rappresentazioni di dati relativi ad una situazione di rumore esistente o prevista in una
zona, relativa ad una determinata sorgente, in funzione di un descrittore acustico che indichi il
superamento di pertinenti valori limite vigenti, il numero di persone esposte in una determinata
area o il numero di abitazioni esposte a determinati valori di un descrittore acustico in una certa
zona.
Dopo la rappresentazione delle situazioni reali dei rumori e della individuazione delle cause
occorre predisporre dei piani di risanamento acustico che possono coinvolgere soggetti sia
pubblici che privati. Questa è la strada per arrivare ad applicare finalmente delle norme che non si
fermino alle semplici sanzioni ma che arrivino ad eliminare le cause stesse della produzione di
rumori al di sopra delle soglie consentite. I gestori di pub e discoteche, i proprietari di officine, i
rappresentanti di aziende di servizio, i responsabili dei cantieri temporanei e mobili, debbono
sentirsi coinvolti in prima persona nella gestione del rumore ambientale.
La zonizzazione funzionale è una trappola infernale perché, ad esempio, in zone considerate "miste" e non residenziali come molte parti centrali sono consentiti un maggior numero di decibel e, ad esempio, negli ultimi anni la progressiva climatizzazione degli ambienti ha portato ad una ubicazione selvaggia dei motori. Manca proprio una cultura acustica anche nei cittadini.
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