Lettera
Alitalia
(ab/26.6.2014)
Dichiarazione del prof. Alessandro
Bianchi presidente di ProgettoRoma
Leggendo quanto trapela dall’ennesima
trattativa per Alitalia, ho avuto la sensazione che il tempo si fosse fermato:
2200-2500 esuberi, un disavanzo di 500-600 milioni, quote di mercato in declino.
Tutto come nel 2007, quando seguivo la vicenda come Ministro dei
trasporti.
Ovviamente il tempo non si è fermato,
anzi ha corso velocemente da quando nel 2008, su disposizione di Berlusconi, fu
creata una bad-company alla quale furono accollati tutti i debiti e gli esuberi,
coprendoli con nuove tasse a carico dei cittadini: circa 4-5 miliardi di
euro.
E la nuova compagnia (quella chiamata
CAI, nome anonimo ignorato da tutti) liberata dai debiti e finanziata dai
"capitani coraggiosi", che cosa ha combinato nei sei anni successivi?
Semplicemente ha portato Alitalia nuovamente sull’orlo del fallimento, come
dicono i numeri che oggi tornano ossessivamente sempre uguali.
Le cause? In estrema sintesi il fatto
che alla guida di Alitalia – dai soci, agli amministratori, ai manager, ai
ministri - non ne abbiamo avuto uno che si intendesse di trasporto aereo e che
avesse a cuore il destino di una compagnia pubblica. Incompetenza e interessi di
parte l’hanno fatta da padroni.
E ora cosa accadrà? Ora tutti plaudono
alla geniale iniziativa di coinvolgere Etihad, perché – dicono - quella
compagnia investirà, risanerà i bilanci e riporterà Alitalia nel novero dei
grandi vettori aerei.
Tutto falso. Se mai l'accordo si farà,
sarà lo Stato italiano a doversi accollare un altro salvataggio coprendolo con
nuove tasse, mentre la strategia operativa di Alitalia sarà quella che Etihad
deciderà in base alle sue logiche e ai suoi interessi.
C’è rimedio a quest’altro disastro
annunciato? Nulla di facile, ma per provare a mettere insieme una strategia
credibile bisogna cominciare liberando Alitalia dal fardello di quanti finora ne
hanno gestito le sorti.
E’ un compito squisitamente politico,
che sia il governo che i due ministri direttamente responsabili sembrano poco
interessati ad affrontare.
Alessandro
Bianchi
Nessun commento:
Posta un commento