Approfondiamo ,grazie all'aiuto di un esperto, la complicata vicenda che vede la Turchia contro tutti nel Mar di Levante .La Turchia è Paese chiave nel delicato equiibrio medio-orientale,strategico in questa turbolenta fase per contenere l'avanzata sanguinosa e delirante dell'autoproclamatosi Stato Islamico (e che comunque non muove un'unghia in difesa della città siriana di Kobane a qualche miglio di distanza dal suo confine),importante per il passaggio del gas russo dopo la cancellazione della pipeline SouthStream che dalla Russia attraverso l'Ucraina avrebbe dovuto trasportare il gas russo in Europa e in Italia in particolare.Un ruolo rilevante infine che è stato sottolineato anche dalla recente visita di papa Francesco ,che pur avendo trattato temi religiosi ,non se ne può ignorare la valenza politica.Pur trovandosi dunque la Turchia in questa posizione centrale per la politica europea, non si sottrae comunque a continue provocazioni e prevaricazioni nei confronti della Repubblica di Cipro,Stato membro dell'Unione Europea.
Per questo proponiamo ai nostri lettori l'articolo sul tema pubblicato
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da www.affarinternazionali.it
D.F.
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Nuovo confronto tra Turchia e Cipro nel Mar di Levante. L’oggetto della crisi? Il gas della Zona economica esclusiva (Zee) e le attività di ricerca e soccorso (Sar).
Egitto, Israele e Grecia sono i partner marittimi di Cipro che si vedono sullo sfondo. Anche l'Unione europea (Ue) si schiera con Nicosia, auspicando che la soluzione della crisi debba essere giuridica, oltre che politica. Intromissioni turche nelle acque esplorate da Eni-Kogas Un ulteriore capitolo si è aperto nella disputa turco-cipriota che si consuma nell'estremità orientale del Mediterraneo. A ottobre Ankara ha annunciato che una propria nave avrebbe svolto attività di ricerca nella parte meridionale della Zee di Cipro, proprio dove, nel block 9, sono state concesse licenze di esplorazione al consorzio Eni-Kogas. Navi da guerra turche hanno eseguito esercitazioni in zona, in prossimità della nave di perforazione "Saipem 10000". In questo modo, Ankara, forte anche del sostegno statunitense, cerca di affermare il principio che lo sfruttamento delle risorse debba essere a beneficio della popolazione dell'autoproclamata Repubblica turca di Cipro del Nord (Rtcn). Atene ha tuttavia ammonito Ankara a non persistere nella violazione dei diritti sovrani ciprioti, pena l’abbandono delle aspirazioni europee. Anche se la Rtcn è considerata priva di soggettività internazionale, la Turchia ha delimitato con essa il confine meridionale della propria ipotetica Zee, venendo duramente contestata da Nicosia. Non tenendo conto delle pretese turche, Cipro ha definito con la Grecia il limite orientale della zona di ricerca e soccorso (Sar), che è area di responsabilità, non di diritti sovrani. Quella della Sar è infatti un'antica spina nel fianco della Turchia che da decenni protesta contro la grande estensione della Sar dell'Egeo rivendicata dalla Grecia sulla base di criteri, simili a quelli seguiti da Malta, di coincidenza con la sovrastante area di sicurezza della navigazione aerea. Diplomazia marittima Sfruttando la sua posizione geografica e la sua vocazione marittima, Cipro si è proposta come il motore politico di una rete di relazioni con i Paesi vicini dedicate al tracciamento dei confini delle Zee, allo sfruttamento dell'offshore, alla cooperazione nel Sar e nel contrasto ai traffici marittimi illeciti. Qualcosa di analogo era stato fatto lo scorso anno, quando era stata lanciata, nell’ambito della politica energetica dell’Ue, la proposta di una dichiarazione congiunta della Zee greco-cipriota-maltese, senza concertarla con l’Italia. Partita energetica nel Mar di Levante Nel Mar di Levante si gioca il futuro dei rifornimenti di gas dell'Europa, ma anche di Egitto e Israele. Non sono al momento definite le relative vie di trasporto, ma sembrano ipotizzabili pipelines con l’Europa (via Cipro) e con la sponda meridionale. Il paradosso è che anche la Turchia potrebbe entrare nella partita acquisendo idrocarburi della Zee israeliana. Se adottassero un approccio economico, anche Libano e Siria - attualmente fuori dal gioco - avrebbero da guadagnarci. Per ora, dopo la scoperta di riserve nel block 12 adiacente la Zee di Israele, Cipro pianifica la costruzione di un impianto di liquefazione a Valikos. Dopo il rifiuto di Nicosia di portare avanti le trattative con la Rtcn finché Ankara continua nella tattica del confronto in mare, l’isolamento turco è aumentato dopo la risoluzione del Parlamento europeo del 13 novembre. Questa condanna la Turchia per le azioni illegali e provocatorie adottate nella Zee cipriota, invitandola a ratificare la Convenzione del diritto del mare del 1982 (Unclos). Moratoria trivellazioni? La ferma posizione Ue indica due vie da seguire. Da un lato la soluzione politica - da sempre auspicata dalle nazioni Unite - dell’equa spartizione delle risorse energetiche tra le due comunità dell'Isola. Dall'altro, il ricorso ai mezzi di risoluzione delle controversie marittime previsti dall'Unclos ove non si raggiungano intese sui confini e sull'esercizio dei relativi diritti sovrani. Sembra quindi il momento che la Turchia abbandoni le posizioni di diffidenza verso il moderno diritto del mare che nel 1974, durante la controversia con la Grecia per l'Egeo, l'avevano indotta a recedere dalla soluzione giurisdizionale. I principi dell'Unclos le consentono inoltre di far valere adeguatamente le pretese a spazi di Zee proporzionali al proprio sviluppo costiero. Una moratoria sulle trivellazioni nelle Zee contese del Mar di Levante potrebbe avere effetti positivi: allenterebbe la tensione, eviterebbe alle società petrolifere di essere coinvolte in contenziosi internazionali, faciliterebbe successivi accordi finalizzati alla crescita economica di tutto il Mediterraneo orientale vagheggiata dalla Ue. Utopia? Forse, ma come avviene nell'Egeo dal 1974, in certe crisi è d'obbligo adottare misure di confidenza reciproca. Fabio Caffio è Ufficiale della Marina Militare in congedo, esperto di diritto internazionale marittimo. |
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