31 ottobre 2014

LA BANDA DEL BUCO COLPISCE ANCORA!

 
 
 
 
 
 
Oggi Tre Righe si occupa di cronaca.E' un'eccezione ma lo facciamo per segnalare un evergreen della malavita:IL COLPO DELLA BANDA DEL BUCO.Assurta agli onori della fama internazionale con il famoso film di Monicelli "I soliti ignoti" con la memorabile interpretazione di un cast formidabile di attori,primo fra tutti Totò  (ma come non ricordare "Capannelle"interpretato dal grande Carlo Pisacane) di tanto in tanto il colpo della banda del buco assurge agli onori della cronaca.Vuol dire che malgrado i tempi tecnologici in cui impazzano le truffe informatiche,resiste ancora la manualità e la tecnica nel mondo della mala.
Questo è il resoconto che dà Cinque Quotidiano dell'ultimo colpo dei "Soliti Ignoti".
D.F.

da www.cinque quotidiano.it

Furto in una farmacia nella notte a Roma. E” successo in viale Palmiro Togliatti. La banda del ”buco” e” entrata nel locale attraverso un foro praticato da una cantina e ha portato via medicinali per un valore di circa 100mila euro. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato Casilino, che adesso indagano sulla vicenda. Qualche indizio si spera di ricavarlo dalle immagini delle telecamere nella zona.
RAPINA IN UNA FARMACIA AI CASTELLI ROMANI – Furto in una farmacia nella notte a Roma. E” successo in viale Palmiro Togliatti. La banda del ”buco” e” entrata nel locale attraverso un foro praticato da una cantina e ha portato via medicinali per un valore di circa 100mila euro. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato Casilino, che adesso indagano sulla vicenda. Qualche indizio si spera di ricavarlo dalle immagini delle telecamere nella zona.

30 ottobre 2014

GLI ORDINI PROFESSIONALI IN ITALIA.A CIASCUNO IL SUO


 
 
 
Genesi della  Legge Severino: quando i controlli esigono e gli accertamenti valutano

Idee Ricostruttive o  costrittive?

 

Contestare non è affatto semplice come qualcuno vuole fare credere …

Se la insurrezione nasce dalla messa in dubbio … l’incerto, va definito e quando la trasparenza è fittizia, risulta evidente soltanto l’aspetto lesivo … ecco che semplicemente, ci si ribella a un danno!

[Gentile Architetto, Lei adesso dà le Sue dimissioni dall’Ordine, ha sempre corrisposto la Sua Quota Annuale, è tutto in Regola, ma sappia che qualora volesse tornare ad essere dei nostri …sarà sufficiente pagare …!] Eh sì, più di qualcuno conosce la prerogativa di appartenere a un Ordine … Il Timbro reso, sigilla la fiducia riposta in quella Istituzione che ha sempre chiesto numeri e soldi senza mai donare occasioni di Cultura, soprattutto in una Città come Roma …

[Caro Ingegnere, Lei desidera riscattare gli anni di Laurea? Ecco pronta la simulazione del calcolo dell’onere contributivo da versare … secondo Regolamento!]

Di Leggi l’Italia ne è piena, anzi straborda, specialmente quando più che applicare la norma, la si interpreta …

Il 21 ottobre, con delibera n.145/2014: parere dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione sull’applicazione della Legge Severino n.190/2012 e dei decreti delegati agli Ordini ed ai Collegi Professionali, superando le richiamate, i visti, gli esaminati, i ritenuto che e considerato che,  viene sancito che:

I suddetti Enti, dovranno predisporre il Piano Triennale di prevenzione della corruzione, il Piano Triennale della trasparenza e il Codice di comportamento del dipendente pubblico, nominare il Responsabile della prevenzione della corruzione, adempiere agli obblighi in materia di trasparenza di cui al D.lgs. n.33/2013 e infine, attenersi ai divieti in tema di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi di cui al D.lgs. n. 39/2013.

 

In considerazione degli 82 (ottantadue) commi relativi all’articolo 1 della suddetta Legge, contenitori di anticorruzione, trasparenza e legalità per il bene Comune, a conti fatti i numeri ci sono, ma di gran lunga inferiori alle violazioni che negli effetti quotidiani la moltitudine evidenzia, mentre c’è chi le rinnega a cuor leggero.

 

Dunque, benvenuta ennesima Delibera, del modello spauracchio, che potrà sempre contare sul doveroso, rispettabile coperchio e tutto procederà come prima, a meno che, chi controlla il controllore non tenga bene aperti gli occhi, e non sia affetto da una qualche patologia che glieli faccia strizzare!

 

 

Anche gli Ordini fra i destinatari della Legge Severino? Ma quale abominevole eresia!

Le caratteristiche degli Ordini Professionali ne tracciano e ne demarcano la specialità rispetto alle amministrazioni pubbliche in generale! Sono organismi dotati di autonomia finanziaria e disciplinare, perché mai devono effettuare adempimenti per la trasparenza palesando i redditi, i patrimoni, gli atti di nomina, i curriculum, i compensi relativi al ruolo, gli eventuali incarichi pubblici?

Gli associati, riconosciuti come professionisti che svolgono attività ad elevato contenuto intellettuale, sottoposti ai provvedimenti congiunti di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza, sono già certificati PEC, dunque, in regola con la normativa anti evasione fiscale e recano l'obbligo d’iscrizione alle opportune Casse previdenziali, con rilucenti vantaggi, quelli della pensione!

 

Nei Paesi sviluppati come USA e Gran Bretagna, gli ordini professionali, si contano sulle dita di una mano; l’Italia vince su tutti includendone trentuno!

 

Quale onta, quanto oltraggio, ma come si permettono? Gli Ordini sono Enti Utili esenti da conflitti dì interesse e corruzione!

Sono forse incompatibili i parlamentari: Amedeo Bianco, Annalisa Silvestro, Andrea Mandelli con le rispettive Presidenze dei tre principali Ordini Sanitari: medici, infermieri e farmacisti?

Domini e gioghi nel giuoco delle parti per manipolare, affiliare e infettare le coscienze di chi ha solennemente giurato su Ippocrate e non solo …

 

Dunque, Animo! Si riparte con slancio perché certi emendamenti possano accomodare questa delibera a vantaggio di quelle corporazioni che di Arti hanno ben poco, ma di mestieranti rifulgono! Se poi l’operazione non dovesse riuscire, scatta il salvavita di sempre, la “finzione” cui ciascuno, potrà attribuire il significato che gli pare.

 

Alessandra Mastronardi.

29 ottobre 2014

LE ITALIE DELLA SANITA'


 
 
 
 SSN: Servizio Sanitario Nazionale

Le Italie della Sanità

 

 

lunedì 27 ottobre 2014 - Piazza di Novella, 2

Il Censis: Centro Studi Investimenti Sociali, Fondazione dal 1973, ha presentato il 27 ottobre i risultati di una indagine svolta nell’ambito del monitoraggio biomedico relativamente all’anno in corso.

Sul tema argomentato, sono intervenuti il Presidente: Giuseppe De Rita, il ViceDirettore: Carla Collicelli, Ketty Vaccaro: responsabile Welfare e Massimo Scaccabarozzi: Presidente Farmindustria.

In sintesi

Nel contesto di crisi economica cui l’intero Paese versa, le pillole di rassicurazione non sono più alleate della galassia sanitaria italiana, bensì delle nuove sfide tecnologiche e dell’innovazione medico scientifica. Progresso e pilastri di sostegno a garanzia del bene comune, non più nei sanatori, ma nei laboratori di sperimentazione.

La riduzione di finanziamento, che non rimuove gli sprechi nel servizio pubblico, in perenne codice rosso, non cambierà davvero il modello organizzativo di un sistema malandato privo di sostenibilità futura.

Strategia benefica? Quanto incide il rapporto medicina - industria farmaceutica, quanto le rendite di posizione, gli appalti, la gentile concessione? La popolazione ottuagenaria, ha bisogno di cure geriatriche, di assistenza domiciliare o delocalizzata. L’Italia è prevalentemente invecchiata con ospedali e cliniche dei tempi.

Il ticket medio pro capite, iniquo o di scopo, sempre tassa rimane; i farmaci e le cure dispensate sono inadeguate alle effettive richieste.

Il bene salute, per i mille individui adulti intervistati a campione, nello scopo della ricerca, non è quanto si legge nell’art. 32 della Costituzione italiana, ma è ciò che rispondono in percentuale e, se i numeri non mentono, la tutela della buona condizione fisica e mentale, spetta a chi se la può permettere, pagando di tasca propria i servizi in strutture private.

Per conoscere, comprendere e controllare lo stato di salute, il cittadino cerca con approfondimento e verifica, oltre la consulenza di medicina generale, attraverso il supporto supplementare della specialistica, per vie d’informazione precise, chiare che trovano riscontro sul campo sperimentato e sperimentale.

Il paziente ha fiducia del medico se lo aiuta a capire, non quando gl’impone! Ovviamente il livello della formazione culturale, agevola la collaborazione e incide sull’efficacia del rapporto.

 

Le Italie della sanità sono tante, i tempi di attesa per le visite e le liste per dispensare medicamenti, sono estremamente variabili nelle diverse aree geografiche della nazione.

Oggi le disuguaglianze non si avvertono solo per reddito e ruolo, ma nel corpo intero dell’Italia, martoriato e privo di cura.

Alessandra Mastronardi.

28 ottobre 2014

PARCHEGGIO DI VIA GIULIA:SINDACO DA CHE PARTE STAI?








Insomma caro Sindaco da che parte stai?Non passa giorno che i cittadini  ti mostrino il cartellino giallo:ormai hai superato abbondantemente le due ammonizioni e sei da espulsione.E insieme a te i tuoi assessorini compiacenti,Caudo,Masini e Improta in testa.Insomma la partecipazione è buona soltanto se risponde ai criteri che la Giunta detta.Se no calci nel sedere,in maniera figurata ovviamente ,a quei buonianulla dei cittadini e alle loro associazioni,e la musica deve obbligatoriamente seguitare a  suonare  secondo uno  spartito già conosciuto.
La vicenda del parcheggio di Via Giulia è una vergogna nazionale.Senza se e senza ma.
Caudo,nel corso della conferenza urbanistica del I Municipio ,ad una domanda di un cottadino che gli sollecitava un intervento per mettere fine allo scempio causato dal parcheggio,ha risposto da politico navigato:"NON E' DI MIA COMPETENZA!"E di qui è competenza allora? Di Improta,che non è un magnifico esempio di coerenza come anche di Masini che aveva provato a spostare il Museo della Shoah o a non far abbattere la tangenziale davanti alla Stazione Tiburtina?Di chi è competenza forse del Sindaco?Ma lui va in bicicletta e di macchine non gliene frega nulla.
Noi diciamo solo che Roma non ha bisogno di  assessori di tale fatta.Li preferiremmo magari più coerenti,più pronti allo scontro con i cittadini e l'opinione pubblica  forti delle loro convinzioni anche se non gradite ai più..Invece si nascondono dietro le parole,sono solo dei pavidi"NON E' DI MIA COMPETENZA" ma ci faccia il piacere caro assessore Caudo.
Quella che segue  è l'ultima denuncia/cronistoria di Carte in Regola che si batte,finora con scarso successo ma senza arrendersi ,sul parcheggio di Via Giulia.
Domenico Fischetto

Via Giulia: storia di un parcheggio fuori terra e di una partecipazione interrata


di Paolo Gelsomini, Segretario Coord. Residenti Città Storica
Nonostante i toni trionfalistici degli articoli apparsi negli ultimi giorni su alcuni quotidiani, il bilancio dell’esperienza dei membri del Coordinamento Tutela Via Giulia, del Coordinamento Residenti Città storica e di Carteinregola, che hanno seguito il cosiddetto “processo partecipativo” avviato dal I Municipio per la definizione delle linee guida per la sistemazione superficiale del parcheggio interrato di Via Giulia – Largo Perosi, è quello di un’occasione mancata che lascia perplessi e amareggiati. E con una domanda: si può progettare il “sopra” senza poter mettere in discussione il “sotto”? Aver diviso le sorti della progettazione del parcheggio dalle esigenze che potevano emergere durante la progettazione della piazza, come ad esempio mantenere la possibilità di inserire alberature ad alto fusto, rischia di creare un nuovo caso “Piazza san Silvestro”, nel cuore della Roma rinascimentale…
[in calce le puntate precedenti: pillole di storia del parcheggio di via Giulia]
VISTA VIA GIULIA MAP
Veduta area dell’area dell’intervento tragli edifici del Liceo Virgilio e della D.I.A. prima dell’apertura del cantiere. E’ visibile interamente la via San Filippo in linea con il ponte Mazzini.
La partecipazione per le linee guida della sistemazione dell’area di superficie
Nel settembre scorso il Municipio Roma 1 ha attivato un processo partecipativo per decidere la sistemazione superficiale della piazza* a cui hanno partecipato numerosi membri del Coordinamento Tutelaviagiulia, del Coordinamento Residenti Città Storica e di Carteinregola, che da tempo si occupano delle problematiche legate al progetto di un parcheggio interrato di quattro piani, che dovrebbe essere costruito a pochi passi da una delle vie storiche più pregiate e famose di Roma.

Prospetto vicolo delle Prigioni -1
Prospetto dal vicolo delle Prigioni guardando verso il Liceo Virgilio con via Giulia a sinistra e via Bravaria a destra. Fonte: progetto C.A.M
Ma la partecipazione non ha avuto nè il percorso nè l’esito che ci saremmo aspettati e la richiesta fatta ai cittadini di fornire delle linee guida per la sistemazione dell’area tra via Giulia e via Bravaria è stata decisamente tardiva, visto che è stata avviata a convenzione già firmata dal Dipartimento Mobilità Ufficio parcheggi, e dopo la presentazione del progetto di un parcheggio invasivo e, secondo i nostri calcoli eseguiti sulla base degli elaborati allegati alla delibera, non completamente interrato e pertanto non assentibile ai sensi della Legge 122/89 Legge Tognoli.
Inoltre, l’ambito della partecipazione si è rivelato da subito limitato così come previsto e voluto dall’atto di convenzione e tale da non poter inserire la riflessione sulla sistemazione della parte superficiale all’interno di un contesto urbano più ampio comprendente il Lungotevere, via Giulia e l’area della Moretta verso il Corso Vittorio. Così, ignorando i reali vincoli posti dal progetto del parcheggio e dall’importanza del contesto urbano, i frutti della partecipazione si sono rivelati un mero esercizio scolastico con i cittadini costretti nella gabbia del vincolo di un parcheggio seminterrato già approvato e così fortemente condizionante, aldilà della reale volontà del Municipio dal quale però ci saremmo aspettati un grado maggiore di autonomia politico-culturale rispetto all’intera operazione.
I problemi sono rimasti quindi tutti aperti perchè si è considerato “intoccabile” sia il progetto del parcheggio (non ancora dotato di permesso di costruire) sia l’atto di modifica della convenzione.
La necessità di definire il futuro dei reperti archeologici e la loro valorizzazione è stata ridotta ad una questione di contorno, anziché diventare quello che avrebbe dovuto rappresentare il vero elemento identitario dell’intervento.
Sezione spalle Virgilio verso vicolo delle Prigioni -1
Una sezione sul parcheggio da Lungotevere Sangallo a via Giulia guardando verso il vicolo delle Prigioni. Fonte: progetto C.A.M.

Citiamo in particolare due grandi criticità che, pur non essendo state inserite tra le linee guida, sono state evidenziate nel testo del documento redatto da un gruppo di cittadini allegato agli atti della partecipazione.
1) l’impossibilità di impiantare alberature di alto fusto nella piazza. ll limite dello spessore del terreno sopra la copertura del parcheggio non può essere superiore al metro sia per ragioni strutturali (visto lo spessore già determinato del solaio) sia per ragioni di altezza complessiva del muro all’angolo tra via Bravaria e vicolo delle Prigioni che già raggiunge al netto 4 metri ai quali poi si debbono aggiungere 1 metro di terra e circa 1,20 metri di parapetto con cancellata per un’altezza complessiva superiore ai 7 metri che è già un’enormità. Ed allora, se per queste ragioni possiamo mettere solo 1 metro di terreno occorre sapere che in un metro di terra si possono piantare solo arbusti e cespuglietti. Ha senso allora parlare di giardino con piante di alto fusto ed addirittura di quinte arboree? Per il suo bel giardino lo studio Diener partiva da un parcheggio totalmente interrato e qui invece c’è un parcheggio che fuoriesce da tutte le parti partendo dal livello di via Giulia ed arrivando, come sopra scritto, a ben 4 metri netti sulla via Bravaria. E’ vero che sopra la parte archeologica si potrebbero impiantare alberi di medio fusto essendoci più spazio per la posa dello strato di terreno ma è pur vero che la Soprintendenza non si è mai espressa in favore della piantumazione sopra i resti archeologici. Infatti è vero che i reperti sono coperti da un telone impermeabile antiradice ma è pur vero che sopra quel telone si creerebbero pericolosissimi ristagni d’acqua in assenza di un elaborato sistema di drenaggio, con conseguenze sia per le radici delle piante soggette all’imputridimento che per gli stessi reperti archeologici che potrebbero essere raggiunti da acqua o microrganismi
2) A chi saranno venduti i posti auto? la seconda criticità riguarda i 263 posti auto pertinenziali, che vuol dire che devono essere pertinenza di immobili, preferibilmente situati nell’area prospiciente. Ma nella convenzione (come in tutte le convenzioni per parcheggi pertinenziali del Piano Urbano Parcheggi) è indicato che passati 270 giorni dal permesso di costruire i 263 posti possono essere concessi a persone residenti anche fuori del raggio dei mille metri, che possiedono immobili nel territorio comunale. Questo vuol dire che il parcheggio può diventare un forte attrattore di traffico che non sostituirà la sosta a raso dei residenti con i posti interrati ma incentiverà il numero di auto dirette in quelle aree, in barba al progetto di pedonalizzazione del centro storico, di riduzione del parco auto circolante (ricordate le tariffe per la ZTL dei residenti affibiate perfino alla prima auto come strumento di disuasione?) e di alleggerimento del traffico di Lungotevere che, al contrario, aumenterà la sua anomala funzione di autostrada urbana.
Siamo stati colpevoli di aver avuto una visione generale, rifiutandoci di scrivere la “letterina” delle nostre richieste, e anche di aver segnalato le vere difficoltà ed incongruenze che peggiorerebbero la situazione in quell’area, cambiando solo la natura della ferita inferta a via Giulia- Moretta-Bravaria negli anni’30. Abbiamo così prodotto un documento che andrà al Comune (ma quanta fatica abbiamo fatto per farlo inserire!) – scarica il documento del gruppo del Coord. Residenti Città Storica e Carteinregola RELAZIONE CONTRIBUTI PARTECIPAZIONE VIA GIULIA- che speriamo servirà a dare ai cittadini quella informazione sulle reali problematicità e sulle enormi contraddizioni tra il progetto del parcheggio e quello dell’area di superficie che questo tipo di partecipazione non ha dato e non ha trasmesso al Comune con il pretesto dell’incompatibilità dei temi trattati rispetto alle cosiddette linee guida.
Le linee guida sono state tracciate su un campo già abbondantemente arato da altri (progetto del parcheggio ed atto di convenzione) che non sono né i cittadini, né i residenti, né la comunità scientifica * (coinvolta grazie all’iniziativa delle associazioni), che si è espressa contro il parcheggio e contro questo processo partecipativo senza essere mai ascoltata.
* Il processo è iniziato il 16 settembre in netto ritardo rispetto alla delibera di Giunta del 3 luglio che lo ha disposto e si è concluso il 23 ottobre con una presenza media di partecipanti per ogni seduta pari a 20-25 persone, media decisamente bassa se si escludono le due riunioni non operative, ossia quella iniziale del 16 settembre e quella conclusiva del 23 ottobre.
** Giornata di studi su Bramante e via Giulia – Accademia di San Luca 16 ottobre 2014, Incontro con il prof. arch. Giorgio Muratore ed il prof. arch. Michele Zampilli – 17 ottobre 2014
________________________________________________________
Pillole di storia del parcheggio di via Giulia
L’area di Via Giulia – Largo Perosi -Via Bravaria è stata destinata con ordinanza del Sindaco n. 96 del 12 febbraio 2008 alla realizzazione di un parcheggio interrato (P.U.P. n. 138/1991 ai sensi della Legge 122/1989).
In data 14.04.2008 venne stipulata la convenzione per la concessione del diritto di superficie sull’area di proprietà comunale e/o relativo sottosuolo. Il progetto di parcheggio prevedeva allora tre piani interrati per la realizzazione di 336 box auto pertinenziali e 30 a rotazione in Largo Perosi e 39 in via Bravaria.
Iniziati gli scavi archeologici vengono alla luce importantissimi reperti. La Soprintendenza dei Beni Archeologici di Roma individua un quartiere composto essenzialmente da due complessi, dei quali uno, di impianto monumentale con imponenti costruzioni con archi di travertino tamponati in opera reticolata, identificato come uno degli stabula, le scuderie delle factiones degli Aurighi che correvano nel Circo Flaminio. Verso il fiume, lo scavo individua una strada lastricata su cui si affaccia un bel complesso termale (un balneum) connesso ad ambienti con pavimenti a mosaico in bianco e nero.
A questo punto, su parere della Soprintendenza dei Beni Archeologici di Roma si impone la revisione del progetto del parcheggio, dovendo tener conto che non è più possibile costruire piani di parcheggio nell’area archeologica.
La CAM s.r.l., anzichè rimodulare il vecchio progetto, presenta, invece, un nuovo progetto di finanza, firmato dall’Arch. Cordeschi, con sistemazione di superficie, albergo a 5 stelle, 28 appartamenti e urban center, tre piani di parcheggio nella porzione nord est dell’area dove al momento non sono emersi resti archeologici non asportabili, un piano di parcheggio sopra l’area archeologica, per un totale di 348 posti auto. Area archeologica, quindi, sepolta tra fondazioni e piani di parcheggio.
Il progetto inizia il suo iter approvativo incassando il parere positivo della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici e la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Roma, quest’ultima condizionandolo a trovare una “soddisfacente integrazione con le strutture archeologiche rinvenute e la loro migliore sistemazione pubblica”.
Dopo lettere, prese di posizione e diffide da parte dei cittadini e di alcune associazioni il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali dell’epoca Bray blocca il progetto sconfessando di fatto l’operato delle Soprintendenze.
A questo punto spettava all’Amministrazione comunale stabilire se continuare con il parcheggio o rescindera la convenzione dopo la relazione archeologica finale della Soprintendenza. La C.A.M. rompe gli indugi e presenta una variante.
In particolare i posti auto sono ridimensionati e diventano 293 stalli distribuiti su 4 piani, di cui il superiore solo parzialmente interrato. Di questi 293 stalli 30 sono a rotazione e 263 sono pertinenziali (hanno diritto di prelazione i proprietari di immobili nel raggio di influenza di 1000 metri, solo per i primi 270 giorni dalla data del permesso di costruzione del parcheggio, poi può “acquistarli” qualunque proprietario di immobili in città). I piani del parcheggio diventano 4 di cui l’ultimo, solo parzialmente interrato, fuoriesce di ben 4 metri netti dal piano di via Bravaria all’angolo di vicolo delle Prigioni.
Inizia quindi un nuovo iter. La Conferenza dei Servizi è stata dichiarata positivamente chiusa con Determina Dirigenziale 595 del 17.6.2014 sulla base delle risultanze del verbale del 15.5.2014 e dei pareri favorevoli con prescrizioni ad esso allegati.
In questa Conferenza dei Servizi emergono alcuni pareri con prescrizioni particolarmente significativi ma largamente disattesi.
Ecco gli stralci salienti di questi pareri:
Dip. Programmazione ed Attuazione Urbanistica Prot. 80869 del 27 maggio 2014:
- “lacune ed incongruenze soprattutto per quanto riguarda gli schemi della mobilità, organizzazione della sosta su strada e sistemazioni esterne che non consentono di esprimere una valutazione complessiva ed esaustiva sul progetto (…)”;
– “per quanto riguarda le sistemazioni superficiali, una progettualità insufficiente non in grado di misurarsi con la qualità richiesta da un contesto storico ed architettonico di così rilevante importanza, sia per la mancanza di un chiaro disegno di relazione con il contesto, in particolare con via Giulia, sia per un’insufficiente integrazione del parcheggio interrato con il progetto della piazza in superficie (…);
– “(…) l’attuale accessibilità al parcheggio, da via di Bravaria, con esito in entrata ed uscita dal Lungotevere (…) presenti aspetti non risolti per quanto riguarda la percorrenza pedonale, compromettendo la continuità dell’asse di relazioni trasversali tra I rioni Trastevere e Regola(…)”.

Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali Prot. 13901 del 10 giugno 2014:
– “gli elaborati grafici del progetto preliminare risultano carenti (…);
– “la progettazione del ripristino delle aree pubbliche di superficie risulta incongrua con il valore storico e monumentale dell’area, non prende in considerazione l’esigenza di risolvere la lacerazione urbana lungo la via Giulia nè il rapporto visivo con il Lungotevere e gli edifici circostanti (…)”;
– “non sembra adeguatamente affrontato il nodo della differenza di quota tra il Lungotevere e via Giulia che, se oggetto di una riflessione progettuale più evoluta, potrebbe aiutare a risolvere il problema della continuità della quinta lungo l’asse di via Giulia, nonchè quello di un’eventuale accesso all’area archeologica”.
In data 3 luglio 2014 la Giunta Capitolina con la deliberazione n. 195/2014 approva la variante dell’intervento “via Perosi – Lungotevere Sangallo ( via Giulia – via della Moretta)” “limitatamente ed esclusivamente alla sola parte interrata del progetto” e “con la sola esclusione delle sistemazioni di superficie e con le prescrizioni approvate in conferenza dei servizi”.
Inoltre autorizza alla stipula dell’atto modificativo della convenzione, che viene firmata il 31 luglio 2014 tra CAM e Comune.
Il 16 settembre inizia il processo partecipativo indetto dal Municipio che, secondo quanto scritto dalla convenzione stipulata, ha come oggetto la redazione di linee guida solamente per la sistemazione dell’area di superficie che copre il parcheggio ed i reperti archeologici.

 

27 ottobre 2014

ELETTROSMOG E SALUTE:MAI DALLA PARTE DEL CITTADINO


Mai dalla parte del cittadino.
Sembra quasi a scorrere gli atti di questa Giunta che ad eleggere Marino and Co siano stati i poteri forti e non i cittadini.
E' il caso questa volta dell'annoso e spinoso problema del collocamento delle antenne per la telefonia mobile croce e delizia di tuttti noi utilizzatori/schiavi del telefonino.
Sembra quasi che   parlare di elettrosmog e di salute  sia una questione marginale,da perditempo  e non sia invece un fenomeno ampiamente accertato, portatore di gravi problemi alla salute  dei cittadini.
Vorremmo sommessamente ricordare che quando si parla di salute non si scherza e non ci sono dipendenze che tengano.,non si strizza l'occhio compiacente ai gestori telefonici,che si sà sanno essere molto generosi con chi li asseconda.
Allora ecco cosa ti combinano al Campidoglio,dimentichi della salute dei cittadini,proprio di quei poveracci che li hanno votati e permesso di governare (male)!
D.F.
 

COORDINAMENTO DEI COMITATI DI ROMA NORD
cittadiniattivi@libero.it
COMUNICATO STAMPA del 25 Ottobre 2014
ELETTROSMOG. LA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE DI ROMA CAPITALE RIGUARDANTE LA LOCALIZZAZIONE, L’INSTALLAZIONE, LA MODIFICA DEGLI IMPIANTI DI TELEFONIA MOBILE E IL LORO MONITORAGGIO NON DIMOSTRA DI POTER RAGGIUNGERE IL PIU’ IMPORTANTE DEGLI OBIETTIVI DICHIARATI IN PREMESSA: LA MINIMIZZAZIONE DELL’ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE AI CAMPI ELETTROMAGNETICI GENERATI DA TALI SORGENTI. E NEL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE PRETENDE DI COINVOLGERE I CITTADINI PER FARNE CONDIVIDERE LE ABERRAZIONI. QUESTA PROPOSTA DEVE ESSERE PROFONDAMENTE RISCRITTA. VORREMMO SAPERE CHI HA PARTECIPATO ALLA SUA STESURA.
La proposta di deliberazione del Consiglio di Roma Capitale n. 114/2014 riguardante la localizzazione, l’installazione e la modifica degli impianti della telefonia mobile e il loro monitoraggio, non dimostra di poter raggiungere il più importante degli obiettivi dichiarati nella premessa, cioè la minimizzazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici (cem) emessi dalle antenne delle stazioni radio base dei gestori telefonici. Ma neanche di poterla contenere. Per i seguenti motivi:
1. La proposizione di localizzazioni per sistemi di microcelle che determineranno una sensibile minor distanza delle sorgenti dalla popolazione, seppur con una minore potenza di trasmissione, e un loro maggior numero in quanto l’area di copertura della microcella è assolutamente contenuta. E ciò invece di verificare a priori quale potrebbe essere, in questo processo di completa PROLIFERAZIONE delle antenne, la migliore combinazione di tipologie di celle al fine di ridurre l’esposizione della popolazione ai cem.
2. Il divieto all’installazione SOLTANTO sopra i luoghi sensibili (asili nido, scuole, ospedali, case di cura e di riposo, oratori, orfanotrofi, parchi gioco), invece che ANCHE intorno ad essi. Quest’ultimo divieto è già presente nel protocollo d’intesa fra il comune di Roma e i gestori telefonici e, in un mondo normale, dovrebbe essere sancito in un valido regolamento.
3. La deroga al suddetto divieto se quei siti, per le attività in essi svolta, richiedono una puntuale copertura radioelettrica. Quindi il DIRITTO costituzionale alla salute viene SUBORDINATO alla necessità del servizio.
4. La possibilità di installare impianti provvisori, anche fino ad un anno, in attesa del compimento delle procedure di pianificazione dei siti programmati, stabilendo così una NORMA SENZA PRECEDENTI e in assoluto favore dei gestori telefonici.
5. NESSUN OBBLIGO per il gestore di giustificare tecnicamente il piano di sviluppo annuale della propria rete.
6. La disposizione di mascherare e mimetizzare le sorgenti per motivi paesaggistici, estetici e di decoro urbano, sottoponendo la popolazione ad un’ESPOSIZIONE INCONSAPEVOLE.
Inoltre, il criterio di monitoraggio continuo basato soltanto sulla misura intorno alle sorgenti appare irrealizzabile a causa del loro elevatissimo numero presente nel territorio comunale (dell'ordine delle migliaia), tenendo conto che ogni stazione radio base è costituita da più celle, che ognuna di queste agisce indipendentemente dalle altre perché dedicata ad una diversa zona di copertura e che, in base a quanto stabilito dall’art. 14 della Legge 221/12, sono necessarie 24 ore per ogni misura puntuale. Pertanto, un MONITORAGGIO NON ELUDIBILE, EFFICACE, CERTO E CONTINUO dei cem richiederebbe risorse molto ingenti e non compatibili, né tecnicamente, né economicamente, con nessuna struttura tecnica di controllo oggi disponibile o prevedibile in futuro. Sarebbe invece necessario che i gestori della telefonia mobile, a proprie spese, dotassero le stazioni radio base di CENTRALINE DI MONITORAGGIO CONTINUO delle potenze di trasmissione e dei livelli di cem irradiati, gestite nell’ambito delle attività di vigilanza e di controllo istituzionale.
Infine, l’INCREDIBILE NORMA, asservita ai gestori telefonici, relativa alla non diffusione da parte di Roma Capitale dei dati caratteristici dell'impianto, in contrasto con l’art. 9 della Legge 241/90 e in contraddizione con le intenzioni dichiarate nel processo partecipativo definito nella stessa proposta di regolamento, preclude a qualunque soggetto portatore di interessi pubblici o privati, nonché ai soggetti portatori di interessi diffusi (comitati e associazioni), qualsiasi possibilità di verifica che l’impianto di telefonia mobile funzionerà o stia funzionando secondo quanto dichiarato nel progetto. Per eseguire tale verifica è infatti necessario conoscere le potenze di trasmissione, i guadagni d'antenna, gli angoli di puntamento e di inclinazione delle antenne, i loro diagrammi di irradiazione e i grafici dei livelli di campo elettromagnetico complessivi intorno alla sorgente. Tutti questi dati non costituiscono assolutamente diffusione di proprietà intellettuale e industriale del gestore o del produttore degli apparati utilizzati. E’ COME SE NON SI RENDESSE NOTA LA POTENZA DEL PROPULSORE DI UN AUTOVEICOLO !!!



25 ottobre 2014

SCONFINAMENTO DELLA TURCHIA NELLE ACQUE TERRITORIALI DI CIPRO

L'Unione Europea ha finalmente reagito alle continue provocazioni e soprusi della Turchia nei confronti di uno Stato Membro dell'Unione,Cipro.
 Ricordiamo ai nostri lettori che la Turchia occupa "manu militari" il 37% del territorio dell'isola di Cipro dal 1974 ,quando,con la scusa di tutelare gli interessi dei ciprioti di origine turca,invase l'isola,attuando una vera e propria pulizia etnica con la fuoriuscita di oltre 140.000 ciprioti  di origine greca e con l'uccisione di un numero imprecisato di uomini e donne.
E da allora,con il pretesto della cd "sovranità" esercitata su parte dell'isola ,si ingerisce negli affari di Cipro sconfinando ,come adesso,nelle acque territoriali della Repubblica di Cipro.
Ecco quanto riportato dall'ANSA
D.F.


Cipro: Leader Ue a Turchia, rispetti sovranità Nicosia
(ANSA) - BRUXELLES, 24 OTT - La questione cipriota e la violazione di una nave turca delle acque di Nicosia per le ricerche petrolifere entra nelle conclusioni del vertice Ue. I leader europei bacchettano nuovamente la Turchia, perché "rispetti la sovranità territoriale di Cipro e i suoi diritti sulla zona economica esclusiva". Il messaggio ad Ankara arriva nero su bianco nelle conclusioni del vertice Ue, in cui i 28 Stati membri esprimono "grave preoccupazione per le nuove tensioni nel Mediterraneo orientale". Il Consiglio europeo ricorda inoltre alla Turchia che "il riconoscimento di tutti gli Stati membri è una componente necessaria del processo di adesione", ma anche che "nelle attuali circostanze" la priorità è quella di "assicurare un clima positivo per la ripresa dei negoziati per la soluzione" della questione cipriota, abbandonati da Nicosia dopo i tentativi di Ankara di invadere la zona economica esclusiva di Cipro (Zee). (ANSA)
 
QUALI LE CAUSE CHE HANNO DETERMINATO QUESTA DURA PRESA DI POSIZIONE DELLA UE NEI CONFRONTI DELLA TURCHIA?
 
NICOSIA, 22 OTT - Il governo della Repubblica di Cipro ha annunciato che bloccherà qualsiasi progresso nei negoziati di adesione all'Unione Europea della Turchia in risposta ad una violazione della propria Zona economica esclusiva (Zee) da parte di una nave turca per ricerche petrolifere. "Non possiamo consentire l'apertura di nuovi capitoli (del processo di adesione) nelle attuali circostanze", ha detto il portavoce del governo, Nicos Christodoulides, parlando con i giornalisti al termine di una riunione del Consiglio nazionale, composto dai leader dei partiti presenti in Parlamento e presieduto dal capo di Stato Nicos Anastasiades.

Christodoulides ha aggiunto che il Consiglio nazionale ha deciso di adottare in tutto otto misure in reazione alle aggressive iniziative intraprese da Ankara, tra cui la presentazione di una denuncia formale contro la Turchia alla riunione dei leader dell'UE questa settimana. La nave turca per ricerche sismiche Barbaros, scortata dalla fregata della marina militare turca TCG Gelibolu e da due unità di supporto logistico, è entrata lunedì mattina nel 'Blocco 3' all'interno della Zee cipriota, nella stessa zona dove dall'inizio di settembre la nave-piattaforma Saipem 10000 del consorzio italo-coreano Eni-Kogas sta effettuando trivellazioni.

La Barbaros si è mossa in base ad una direttiva marittima (NavTex) emessa dalla Turchia all'inizio del mese secondo cui la nave dovrà effettuare indagini sismiche per l'esplorazione di gas naturale fino al 30 dicembre. L'iniziativa di Ankara ha indotto il presidente Anastasiades a sospendere i colloqui diretti con la controparte turco-cipriota per la riunificazione dell'isola che si tengono sotto l'egida dell'Onu. (ANSAmed).

LES VISIONNAIRES




 
    
 
Il festival del documentario è stimolato dalla volontà di approfondire la conoscenza delle varie arti e dei loro rapporti attraverso il video - dall’architettura al cinema, dalla pittura alla musica, dalla scultura alla danza. La rassegna in mostra questi giorni presso “La Casa dell’Architettura”, ha l’obiettivo di offrire uno sguardo articolato sulle più recenti realizzazioni documentaristiche prodotte a livello internazionale. Il documentario, può essere considerato uno dei mezzi di comunicazione più adatti a dare profondità e spessore all’indagine, all’approfondimento della conoscenza della realtà: un linguaggio aperto che attraverso immagini e suoni può riuscire a cogliere i momenti creativi e a restituire la complessità di ciò che ruota attorno alla realizzazione dell’opera. Nell’edizione romana del 2014, è stato proiettatoLes Visionnaires”, un documentario di Julien Donada - realizzato con il sostegno del F.R.A.C. Centre di Orléans - sulla generazione di architetti che in Europa tra gli anni ‘50 e la fine degli anni ‘70 sognava nuove possibilità di vivere nella città e modi diversi di pensare anche l'interno delle abitazioni progettando città spaziali o nomadi, case volanti o di plastica. Il filmato è un montaggio d’interviste fatte oggi agli architetti visionari di allora. L’allungamento dell’età media della vita fa sì che i protagonisti di mezzo secolo fa possano ancora raccontare le vicende architettoniche dell’epoca. Inframezzate da qualche immagine di disegni (a mio avviso troppo pochi rispetto alla narrazione), qualche spezzone di film sperimentale tratto dagli archivi personali degli architetti e qualche ripresa negli studi d’architettura (ad esempio del più giovane Wolf Prix) si alternano i monologhi dei francesi  Claude Parent, Yona Friedman, Pascal Haüsermann, Guy Rottier, Antti Lovag con gli inglesi Peter Cook e David Greene e gli austriaci Hans Hollein, Coop Himmelb(l)au e infine gli italiani Natalini, Gianni Pettena e Andrea Branzi. Secondo il più noto di tutti, Yona Friedman – ungherese vissuto in Israele e poi naturalizzato francese – afferma nella sua intervista che non si trattava di “utopie” perché tutti i progetti erano concretamente realizzabili. Possiamo comunque definirle sicuramente “architetture avanguardiste” in alcuni casi e in altri architetture orientate verso un universo fantastico. Il documentario Les Visionnaires” è sicuramente di grande interesse e va apprezzato per aver rievocato un periodo non troppo lontano sconosciuto ai giovani, ma un ricordo per chi come me ha studiato in quegli anni. I temi progettuali dei corsi di Composizione Architettonica, infatti, erano spesso brani di città organizzati con “cellule” le cui forme riecheggiavano i contemporanei frigoriferi e televisori. La fede nella tecnica e nel progresso faceva credere e sperare in un nuovo modo di abitare. Peccato che il documentario rimanga un po’ chiuso in una visione per così dire troppo rigidamente “europea” (il tempo delle interviste è ripartito tra Francia, Inghilterra, Italia e Austria); perché in Italia, ad esempio, non c’erano solo i gruppi fiorentini ma vari architetti guardavano già da tempo agli Stati Uniti. Vorrei citare in particolare due assenze importanti: quella di Paolo Soleri e quella di Luigi Pellegrin.
Paolo Soleri (1929-2013) torinese di nascita, alla fine degli anni ‘40 frequenta, negli Stati Uniti, Frank Lloyd Wright. Nel 1956 va a vivere in Arizona dove fonda la Cosanti Foundation e poi Arcosanti nel 1970, un’utopia urbana realizza per 5000 abitanti. Vero è che non ha fatto parte di un gruppo visionario ma ha fondato un modello di vita che lui chiama “arcologia” (da architettura ed ecologia) etico e frugale.
Luigi Pellegrin (1923-2001) friulano d’origine vive, studia e opera a Roma. Si appassiona all’architettura nord-americana dopo un viaggio a Chicago, conosce Wright a casa Zevi ed entra a far parte dell'APAO, Associazione per l'Architettura Organica. Dopo molte architetture realizzate – edifici vari e scuole prefabbricate in particolare – negli anni ‘80 approfondisce tematiche ambientale da visionarie verso un’architettura sistemica e organica. Solo a titolo di esempio voglio citare il progetto del “Proto-organismo territoriale” a San Cristobar del 1982 con grandi pilastri che sorreggono cellule prefabbricate tridimensionali; appoggio puntiforme sul terreno, travi cave a sezione sagomata che fungono da percorsi, pedonalità totale, integrazione delle funzioni: lavoro, abitazioni, tempo libero. «L’organismo - afferma Pellegrin - si estende come una mano sul territorio. E il nome suggerisce una struttura aperta, non un’opera finita una volta per tutte, che lascia “scoprire le sue valenze e si raffina nella vissuta correlazione tra le parti ”. Solo l’approccio, o, meglio, il metodo, è globale.» L’obiettivo, come afferma la relazione di progetto è “ di obbiettare al degrado del territorio determinato dall’esportazione dei vizi occidentali: il pendolarismo, le zonizzazioni che separano residenza e lavoro ”. Così scrive Luigi Prestinenza Puglisi in presS/Tletter «Con il termine di Vettore Pellegrin intende un sistema lineare, staccato del terreno, lungo il quale si organizza un modo alternativo di abitare: dal punto di vista ecologico, tecnologico, antropologico. Il Vettore si contrappone alla città radiocentrica, policentrica, compatta. E’ una linea forza che agisce sul territorio pur senza confondersi con questo. Non occupa suolo. Può essere appeso su esili piloni o, addirittura, sospeso in aria, galleggiando come una astronave o una mongolfiera. Vicino alla fantascienza, da cui trae ispirazione, e alle città utopiche di Paolo Soleri, il Vettore è, però, progettato sin nel più minimo dettaglio.»
 
Ghisi Grütter
 
 
 

24 ottobre 2014

MATERA:LA CAPITALE EUROPEA E' FATTA,IL PROBLEMA ORA E' PORTARCI L'EUROPA

 
 
 
 
Ormai non ci sono più parole per descrivere lo sfacelo in cui è precipitato il nostro ex Bel Paese.
Ma possibile che non c'è mai nessuno che paghi per queste nefandezze ? Che tutto venga sopportato dal popolo bue senza un moto di orgoglio e,meglio, con una sommossa popolare che gridi a Dio e al mondo che i responsabili devono pagare per queste porcate?.
Non abbiamo dubbi e non è un azzardo il nostro che molti dirigenti delle Ferrrovie coinvolti in questo scandalo al pari di quelli del Comune di Genova siano stati premiati per il loro lavoro.
Una vergogna nazionale che presto diventerà internazionale.
D.F.



articolo di di Fabio Tanucci apparso il 21 ottobre u.s. suLa Repubblica e tratto dal sito Eddyburg ( http://www.eddyburg.it/2014/10/i-treni-perduti-di-matera-capitale.html )

I treni perduti di Matera capitale della cultura senza la stazione
«La città dei Sassi è l’unico capoluogo tagliato fuori dalla rete Fs Dal 1986, data di inizio dei lavori, si sono sprecati 270 milioni. Un progetto nato male e finito peggio».

Matera. Per le Ferrovie dello Stato Matera non esiste. Cancellata. Il nome della futura capitale europea della cultura non appare in nessun tabellone delle partenze. Non viene mai pronunciato dalla voce metallica degli speaker nelle stazioni. Inutile pure cercarlo tra le destinazioni sul sito di Trenitalia dove si comprano i biglietti online: “Nessuna soluzione trovata”. La città dei Sassi, il patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco, è l’unico capoluogo d’Italia tagliato fuori dalla rete ferroviaria nazionale. Benvenuti a Matera, dove il binario che non c’è porta alla stazione mai aperta. Questa che da altre parti suonerebbe come un paradosso, una frase ad effetto, qui è la realtà.

Perché uno scalo targato Fs, Matera, ce l’ha. Basta scendere in località “la Martella”, a pochi minuti dal centro, per goderselo in tutta la sua incompletezza. Centinaia e centinaia di metri quadrati di piazzale, l’ipotetico parcheggio, nel mezzo del quale si erge la stazione rivestita in pietra: le porte sono murate, le pensiline cadono a pezzi, nei due solchi per i binari crescono sterpaglie alte due metri. Abbandonata e in rovina. Presenza ormai accettata dai 60mila materani, che tra cinque anni vedranno arrivare, quasi tutti in macchina o in pullman, almeno 5 milioni di turisti.

Già così, fa male. E però dallo scalo mai aperto si allunga una lingua di cemento di 29 chilometri, che passa davanti alla Cripta del Peccato Originale sfregiandone la bellezza, attraversa colline su ponti con pilastri di trenta metri e campate di acciaio, taglia tutta la valle del Basento con una cicatrice di calcestruzzo, si infila in una galleria lunga 11 chilometri sotto il bosco della Manferrana fino a sbucare a Ferrandina. Un vilipendio alla Basilicata che rimarrà tale, perché dal 1986, data di inizio lavori, le Fs non sono state in grado di completare l’opera con rotaie e cavi elettrificati. Dunque la linea che doveva collegare Matera e creare un corridoio fino a Napoli, è rimasta incompiuta.

«Un progetto nato male e finito peggio», sostiene Pio Acito, architetto di Legambiente, che ha seguito la storia maldestra della Ferrandina- Matera fin dalla sua genesi. «Già allora pareva inutile, perché poco fruibile. Sarebbe stato meglio seguire un percorso diverso, collegare Metaponto sullo Ionio allo snodo di Foggia, passando per Matera». I lavori sono andati avanti a passo di lumaca: le aziende ingaggiate fallivano una dopo l’altra, per colpa degli eccessivi ribassi nelle gare d’appalto. La costruzione della galleria Miglionico, scavata nel terreno argilloso e resa fragile da gas sotterranei, fu un disastro e comportò un incremento di spesa di decine di miliardi di lire e il giorno del varo del ponte di ferro sul fiume Bradano la struttura si piegò. «Costò alle casse pubbliche 115 miliardi di vecchie lire», ricorda Acito. Secondo altri calcoli, la spesa complessiva della Ferrandina- Matera ammonta a 530 miliardi di lire (270 milioni di euro).

Nel 2007 la ferrovia morta sembrò risorgere, ma fu un fuoco di paglia. La regione Basilicata e il ministero delle Infrastrutture conclusero un accordo per completarla, «entro il 31 dicembre 2008» con i fondi delle aree sottosviluppate. Non si è mossa una ruspa. Ormai era evidente a tutti che fosse un affare in perdita. Le Fs hanno recentemente dichiarato che per completare l’opera servirebbero altri 150 milioni di euro, che non hanno. Aggiungendo una frase che sa di epitaffio: «Per questo progetto al momento tutti i lavori sono sospesi ».
Matera non avrà i convogli di Trenitalia entro il 2019, quando vestirà i panni della capitale europea della cultura. Forse non li avrà mai. «Non ci interessa nemmeno più quel rudere di stazione — sbotta Nino Paternoster del comitato Matera2019 — abbiamo in programma 600 milioni di euro di investimenti in infrastrutture, raddoppieremo le corsie della strada che porta a Bari, allargheremo le due statali che vanno a Gioia del Colle e Ferrandina. Le navette con l’aeroporto Bari Palese al momento sono tre, ma le faremo diventare quindici, copriranno la distanza in 50 minuti. E poi i treni, Matera, ce li ha già».
È vero. Sono i vecchi Fiat diesel a due e quattro vagoni delle Fal, le Ferrovie Appulo Lucane (di proprietà del ministero dei Trasporti) che arrancano fino al capoluogo, tra olivi e mandorli, su un binario a scartamento ridotto, uno dei pochi che non è stato smantellato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Fu inaugurato nel 1915. Difficile immaginare che la gran massa di turisti arriverà a bordo di quei trenini, se non cambieranno le cose. Attualmente ce ne sono solo 13 che, nell’arco della giornata, servono Bari e Matera. Ci mettono un’ora e 40 per fare una settantina di chilometri, fanno 15 fermate, nelle ore di punta molti passeggeri devono stare seduti a terra o in piedi nel corridoio. E c’è da sperare pure di trovarsi nella parte giusta del convoglio, perché ad Altamura il trenino si divide in due, la testa va a Matera, la coda a Gravina. Alle biglietterie è vietato pagare con carte di credito e bancomat: accettano solo i contanti (9,80 euro andata e ritorno).
«È la ferrovia calabro- lumaca — scherza Giuseppe Appella, creatore e direttore del Musma, il museo della scultura contemporanea — abbiamo un problema di accessibilità, è vero. Ma mancano ancora cinque anni, e non è il caso di lamentarsi per la stazione delle Fs mai aperta. Le Fal, ad esempio, possono diventare una sorta di “metropolitana” molto efficiente, se aumenteranno le corse». Intanto però non fanno servizio su rotaia di domenica e nei festivi. Suppliscono con i pullman. Quello da Potenza delle 14.24, per dire, ci mette 3 ore e 55 per arrivare a Matera e prevede 4 cambi. Insomma, la capitale europea è fatta, il problema ora è portarci l’Europa.

TRE RIGHE ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE CGIL DEL 25 OTTOBRE

Domani 25 ottobre  TRE RIGHE aderisce alla manifestazione indetta dalla CGIL per la difesa dei diritti dei lavoratori.
L'appuntamento,per quanti volessero sfilare con la redazione del giornale, è alle ore 10 davanti all'ingresso della Chiesa di S.Maria degli Angeli.
Quello che segue è l'appello/adesione alla manifestazione dell'Altra Europa per Tsipras.
D.F.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
prima le persone
Care/i,
quanto sta accadendo nel nostro paese e in Europa conferma l’ispirazione che ci ha spinto in tanti a ritrovarci nel progetto dell’Altra Europa con Tsipras.
Il nostro percorso prosegue dentro tutte le mobilitazioni per i diritti e la democrazia, nell’opposizione alle politiche neoliberiste di austerità che si accompagnano a una svolta autoritaria che non a caso sceglie come obiettivi la Costituzione e lo Statuto dei lavoratori, secondo uno spartito dettato dalla Troika e dalla finanza internazionale.

Il neoliberismo e il suo interprete alla Presidenza del Consiglio lavorano per dividere e contrapporre settori della società e del mondo del lavoro in una guerra tra poveri al cui imbarbarimento aggiungono la propria demagogia anti-immigrati la Lega di Salvini e Beppe Grillo.

L’Altra Europa con Tsipras è nata dalla scelta dell’impegno per ricomporre e unire i soggetti sociali colpiti dalla crisi e dalle politiche liberiste quanto le soggettività politiche e i movimenti che non si rassegnano.

Con questo spirito aderiamo e partecipiamo allo sciopero generale indetto dalla USB per venerdì 24 ottobre che si articolerà in manifestazioni regionali e alla manifestazione nazionale indetta da CGIL eFIOM del 25 ottobre a Roma come a tutti gli altri appuntamenti di lotta e alle campagne che contrastano le politiche del governo Renzi e della Troika: le vertenze a difesa del lavoro come quella di Terni, le iniziative contro lo Sblocca Italia e la Legge Lupi in difesa dell’ambiente e dei beni comuni, le mobilitazioni degli studenti, lo sciopero sociale delle reti contro la precarietà del 14 novembre, la campagna contro il TTIP e la raccolta firme per l’abrogazione del “pareggio di bilancio” nell’articolo 81 della Costituzione, solo per citarne alcune.


SABATO 25 OTTOBRE

saremo a Roma e invitiamo tutte e tutti a partecipare e a contribuire alla riuscita di una manifestazione fondamentale per contrastare l’offensiva del governo contro i diritti. Ci saranno due cortei con partenza alle 9.30 da piazza della Repubblica ( Termini) e da Ostiense che confluiranno a San Giovanni.

Vi proponiamo di ritrovarci in PIAZZA DELL'ESQUILINO davanti alla basilica di SANTA MARIA MAGGIORE all’incrocio con VIA CAVOUR per dare vita allo spezzone dell’Altra Europa sul corteo da Termini.
Sfileremo dietro allo striscione dell’Altra Europa, dove possano raccogliersi - con le bandiere dell’Altra Europa e delle singole realtà organizzate - quante e quanti lo vorranno e faranno in tempo ad arrivare rispetto ai luoghi di arrivo. Dalle 7,30 ci sarà un gazebo per distribuire bandiere e altri materiali. Speriamo che le bandiere che abbiamo risultino insufficienti e quindi chi ha la bandiera della lista la porti da casa.
Anche ad Ostiense alla partenza organizzaremo un gazebo. Crediamo che sia anche utile stare nel corteo con le RSU ed i territori di provenienza, l'importante è essere visibili in tutte le parti del corteo.
Il nostro striscione “La causa giusta: art.18 e reddito per tutte/i” riassume la nostra impostazione programmatica e la nostra critica al tentativo furbesco di Renzi di giocare sulla frantumazione del mondo del lavoro prodotta dalle politiche neoliberiste e dalle leggi dell’ultimo ventennio, come spieghiamo nel nostro volantino che invitiamo a leggere e diffondere.
Speriamo di essere in tante e tanti sabato per dire no al renzismo ma soprattutto per riaffermare la volontà comune di costruire un’alternativa in Italia e in Europa.

Già da ora vi invitiamo a segnare sul calendario un altro appuntamento per una grande manifestazione unitaria e plurale a Roma il 29 novembre contro il governo Renzi e la nuova Commissione Europea presiduta da Juncker. E a partecipare al dibattito pubblico che lanceremo dal 27 ottobre sul nostro percorso.

Ci vediamo sabato a Roma
Clicca "partecipa" all'evento facebook della manifestazione
Se vuoi cancellarti da questa newsletter clicca quì
 
 
 
 
 
 
 

22 ottobre 2014

DIVORZIO BREVE :CONTRORDINE COMPAGNI

 
 
                                                                 Il grande Albertone
 
 
 
Effettivamente eravamo stati positivamente impressionati dalla piega parlamentare che aveva preso l'iter  del cd divorzio breve,Un consenso bipartizan in Commissione che aveva fatto giustizia dei frequenti malumori e incomprensioni tra maggioranza ed opposizione in nome  e per conto di un diritto civile finora negato e largamente riconosciuto in Europa.
Ma si fà sempre in tempo a ricredersi :quella che sembrava una vittoria facile si è rivelata una clamorosa sconfitta grazie alla precipitosa marcia indietro dell'azionista di maggioranza dell'attuale governo,il PD.Come si diceva un tempo:contrordine compagni ci siamo sbagliati,si torna indietro.
Ci viene maliziosamente da pensare che  dietro questo clamoroso voltafaccia del PD ci sia la potente lobby vaticana che non pochi bocconi amari ha dovuto buttar giù ed ora ,grazie al suo boy scout preferito,segna un punto a suo favore .
Questo è l'articolo apparso sulla newsletter dei Radicali del 21 ottobre 2014.(www.radicalparty.it)
D.F.



Il Governo Renzi affossa il divorzio breve

di Alessandro Gerardi



Nelle scorse legislature, quando si affrontava il tema dei diritti civili, si sentiva ripetere che questa materia non sarebbe di competenza del Governo, ma solo del Parlamento. Ebbene, lo scorso 15 luglio in Commissione Giustizia del Senato è stato presentato un emendamento volto a introdurre nel nostro ordinamento il cosiddetto “divorzio-breve”.
Non capitava da circa 15 anni che una proposta emendativa del genere fosse sostenuta da una larghissima maggioranza politica (PD, Forza Italia e Movimento 5 Stelle), per cui tutti si dicevano convinti del fatto che finalmente anche in Italia i tempi per ottenere il divorzio sarebbero stati ridotti così come avviene in pressoché tutti gli altri Paesi europei. Mai speranza fu più vana. Il Governo Renzi, infatti, invece di rimettersi alla decisione della maggioranza parlamentare, come era lecito attendersi, ha deciso di entrare a gamba tesa nel dibattito maturato fino a quel momento all’interno delle varie forze politiche e ha così “invitato” i presentatori a ritirare l’emendamento pro-divorzio breve. Il che è puntualmente avvenuto ad opera del Partito Democratico.
Francamente non si ha memoria di precedenti del genere, ossia di riforme sui diritti civili sostenute da larghe maggioranze politiche, la cui approvazione viene rimandata per l’intervento del Governo. Davvero un bel primato (in negativo) per il premier Matteo Renzi e un trionfo insperato per il Nuovo Centro Destra, la piccola forza politica che sul fronte dei diritti civili sta riuscendo a tenere in scacco l’intero Esecutivo e la stessa maggioranza parlamentare