22 ottobre 2014

DIVORZIO BREVE :CONTRORDINE COMPAGNI

 
 
                                                                 Il grande Albertone
 
 
 
Effettivamente eravamo stati positivamente impressionati dalla piega parlamentare che aveva preso l'iter  del cd divorzio breve,Un consenso bipartizan in Commissione che aveva fatto giustizia dei frequenti malumori e incomprensioni tra maggioranza ed opposizione in nome  e per conto di un diritto civile finora negato e largamente riconosciuto in Europa.
Ma si fà sempre in tempo a ricredersi :quella che sembrava una vittoria facile si è rivelata una clamorosa sconfitta grazie alla precipitosa marcia indietro dell'azionista di maggioranza dell'attuale governo,il PD.Come si diceva un tempo:contrordine compagni ci siamo sbagliati,si torna indietro.
Ci viene maliziosamente da pensare che  dietro questo clamoroso voltafaccia del PD ci sia la potente lobby vaticana che non pochi bocconi amari ha dovuto buttar giù ed ora ,grazie al suo boy scout preferito,segna un punto a suo favore .
Questo è l'articolo apparso sulla newsletter dei Radicali del 21 ottobre 2014.(www.radicalparty.it)
D.F.



Il Governo Renzi affossa il divorzio breve

di Alessandro Gerardi



Nelle scorse legislature, quando si affrontava il tema dei diritti civili, si sentiva ripetere che questa materia non sarebbe di competenza del Governo, ma solo del Parlamento. Ebbene, lo scorso 15 luglio in Commissione Giustizia del Senato è stato presentato un emendamento volto a introdurre nel nostro ordinamento il cosiddetto “divorzio-breve”.
Non capitava da circa 15 anni che una proposta emendativa del genere fosse sostenuta da una larghissima maggioranza politica (PD, Forza Italia e Movimento 5 Stelle), per cui tutti si dicevano convinti del fatto che finalmente anche in Italia i tempi per ottenere il divorzio sarebbero stati ridotti così come avviene in pressoché tutti gli altri Paesi europei. Mai speranza fu più vana. Il Governo Renzi, infatti, invece di rimettersi alla decisione della maggioranza parlamentare, come era lecito attendersi, ha deciso di entrare a gamba tesa nel dibattito maturato fino a quel momento all’interno delle varie forze politiche e ha così “invitato” i presentatori a ritirare l’emendamento pro-divorzio breve. Il che è puntualmente avvenuto ad opera del Partito Democratico.
Francamente non si ha memoria di precedenti del genere, ossia di riforme sui diritti civili sostenute da larghe maggioranze politiche, la cui approvazione viene rimandata per l’intervento del Governo. Davvero un bel primato (in negativo) per il premier Matteo Renzi e un trionfo insperato per il Nuovo Centro Destra, la piccola forza politica che sul fronte dei diritti civili sta riuscendo a tenere in scacco l’intero Esecutivo e la stessa maggioranza parlamentare

Nessun commento:

Posta un commento