28 febbraio 2015

Recensione film TIMBUKTU di Abderrahmane SISSAKO

Locandina italiana Timbuktu


TIMBUKTU

(titolo originale Le chagrin des oiseaux)


 

 

Culture a confronto



La vicenda è ambientata nel 2012 quando un gruppo di jiahdisti si impossessa del nord del Mali e di Timbuktu. Ed è proprio questo il brutto titolo italiano di un bel film intenso e impegnativo, in originale Le Chagrin des Oiseaux, appellativo molto più adatto e poetico. Abderrahmane Sissako, il regista e produttore indipendente nato in Mauritania, mette in atto un’inconscia demitizzazione del “luogo” urbano poiché di Timbuktu sono rappresentate solo poche case di terra nel deserto (ma forse è un piccolo villaggio?) e non certo una città vitale come potremmo pensare della cosiddetta “perla del deserto”. Da un lato, il territorio maliano è molto più ricco e variegato e sarebbe riduttivo raffigurarlo solo con una città, dall’altro le vicende raccontate nel film potrebbero svolgersi, purtroppo, in molte altre zone analoghe. In Timbuktu è anche rappresentata la differenza tra culture: quella nera, quella araba e quella tuareg, così come modi diversi di essere religiosi. Non è un caso che ci sia bisogno del traduttore tra le varie persone coinvolte nella vicenda. In contrapposizione al fanatismo jihadista viene descritto il modo di essere religioso di Kidane, pastore tuareg, che vive con la moglie Satima e la loro figlia Toya sotto una tenda nel deserto e che, in un certo senso, accetta con rassegnazione, di pagare il prezzo di una condanna troppo dura. La storia si svolge come in un congegno teatrale, in tre scene che si alternano: la tenda nella duna, l’oasi nel deserto e l’agglomerato urbano. I processi, le lapidazioni, le fucilazioni avvengono tutti attorno a queste quattro case con cinque o sei persone. Qesto film mi ha evocato alcune vecchie pellicole di Pier Paolo Pasolini per l’essenzialità del racconto, per i tempi lenti quasi dilatati, per alcune simbologie e per la durezza, senza mai compiacimento della violenza.
I detentori del potere sono dipinti nelle loro contraddizioni: non si può fumare ma il capo jihadista fuma, è vietato il calcio ma lui parla di Zidane e Messi; fanno pensare alla famosa frase che una volta si attribuiva ai prelati cattolici “fate quello che dico ma non fate quello che faccio”. Molto bella è la scena muta dei ragazzi che giocano una partita di calcio senza pallone. La fotografia di Sofian El Fani è di straordinaria bellezza e il film ha già vinto il Premio della Giuria Ecumenica di Cannes, ha trionfato alla 40ma edizione dei César di Parigi ed è stato candidato all’Oscar come migliore film straniero del 2015 (dove purtroppo non ha vinto).

Vorrei concludere ricordando il progressivo aumento della gravità della situazione femminile. Le donne sono costrette a seguire sempre nuove regole repressive: si vede una donna punita con 40 frustate solo perché cantava, un’altra lapidata perché faceva l’amore senza essere sposata. I jiahdisti arrivano a imporre alle donne (oltre ai noti veli) di indossare sempre scarpe e guanti anche quando queste svolgono lavori manuali fondamentali per la loro sopravvivenza come pulire il pesce destinato alla vendita! In questo contesto ci sono solo due personaggi simbolico-trasgressivi: Zadou, la donna matta con i suoi fiocchetti colorati e soprattutto con la sua gallina-compagna di vita, e il salvatore con il casco che fugge in moto – così come la gazzella che scappa correndo verso la libertà…chissà se si salveranno?

Ghisi Grütter

27 febbraio 2015

SALVINI A ROMA E IL DIBATTITO INTERNO ALL'ANPI

Sabato pomeriggio,28 febbraio,il segretario della Lega Nord,Matteo Salvini,terrà una manifestazione a Roma ,a Piazza del Popolo.All'iniziativa hanno aderito movimenti della destra eversiva.L'ANPI Provinciale,in seguito ad un dibattito pubblico,ha deciso di aderire ad una contro manifestazione perchè questa inziativa venga contestata pubblicamente.La sezione ANPI Nomentano si è però dissociata da questa decisione .
Pubblichiamo pertanto la lettera aperta approvata dall'attivo della Sezione ANPI Nomentano,dei commenti a tale documento,la risposta del Presidente della sezione ANPI Nomentano,una controrisposta e infine il comunicato di adesione dell'ANPI Provinciale alla contro manifestazione.
E' un pò lungo ,ma vale la pena  leggere tutto
D.F.



 


                                                                                                              Roma, 25 febbraio 2015

 

 

ANPI Provinciale

di Roma e del Lazio

                                                                           Via San Francesco di Sales, 5

                                                                           Roma

 

La riunione dell’ultimo Comitato provinciale dell’ANPI di Roma si è concentrata, quasi esclusivamente, su una questione sostanzialmente estranea  alla natura e agli scopi dell’associazione, a giudizio di questa Sezione. Sin dal primo intervento, l’attenzione dei presenti è stata chiamata ad occuparsi della manifestazione che il segretario della Lega Nord, Salvini, terrà a Roma il prossimo 28 febbraio 2015.

 

In considerazione del fatto che la Lega Nord potrebbe trovare il sostegno di formazioni neofasciste come Casa Pound e Forza Nuova, mentre ha già stretto accordi con Fratelli d’Italia di La Russa e Meloni e con Marine Le Pen in campo europeo, la stragrande maggioranza dei presenti alla riunione del Comitato provinciale proponeva la partecipazione dell’ANPI di Roma ad un’assemblea convocata per il 5 febbraio all’università La Sapienza, di cui veniva messo a disposizione il manifesto di convocazione che, però, non portava alcuna firma in calce. Si sosteneva, cioè, che trattavasi di un’assemblea “spontanea” proprio perché nessuno si attribuiva la paternità della convocazione.

 Scopo dichiarato di quest’assemblea “spontanea”, organizzare una contro manifestazione per impedire a Salvini di tenere il suo comizio nella nostra città, presidiando il luogo dove dovrebbe svolgersi.
A conclusione della discussione, l’ANPI Provinciale di Roma ha deciso di inviare, per decisione maggioritaria, quasi plebiscitaria, un suo esponente all’assemblea svoltasi il 5 febbraio all’Università.

 La Sezione ANPI Nomentano Italia si dissocia da questa decisione ed esprime le proprie preoccupazioni per un tentativo, ormai evidente perché continuo e costante, di spostare l’ANPI di Roma su un terreno che non le compete, quello della battaglia politica, propria dei movimenti, diretta a utilizzare la sua natura di associazione dei partigiani come ombrello che nobilita e copre le iniziative di una miriade di gruppi, movimenti di diversa natura, sindacati di base, allo scopo strumentale di ottenere maggiore visibilità e attenzione, una credibilità più alte di quelle che da soli riuscirebbero ad avere.
L’ANPI non può diventare un luogo di conflitto politico esasperato e fazioso, né tantomeno la commissione giudicante inappellabile dove si distribuiscono titoli di legittimità politica a governare, dove si promuovono o si bocciano i governi del Paese. Rifiutiamo questa deriva movimentistica perché porterebbe l’ANPI su una strada sbagliata che, magari nell’immediato, potrebbe farle guadagnare qualche consenso, nell’illusoria convinzione di averne attualizzato l’azione, ma ne cambierebbe pesantemente la natura di associazione nata per conservare, custodire e trasmettere la memoria della lotta antifascista e di liberazione, facendone rivivere i valori nel contesto attuale.

 Giova ricordare che la lotta di liberazione fu lotta di popolo che vide schierarsi l’una accanto all’altra tutte le forze antifasciste, da quelle monarchiche a quelle comuniste, dai militari ai cattolici, dai repubblicani ai liberali, tutte accomunate dalla volontà di liberare l’Italia dall’occupazione tedesca. La lotta di liberazione non fu condotta per costruire nel nostro Paese uno stato socialista o liberale; la questione di quale governo si sarebbero dati gli italiani fu demandata al dibattito democratico, in una Italia liberata, capace di poter scegliere il suo destino attraverso libere elezioni democratiche.

 Per queste ragioni, la nostra Sezione non parteciperà ad alcuna iniziativa che abbia come obiettivo quello di impedire con la forza l’esercizio dei diritti di opinione, di manifestazione di altri partiti, soprattutto e a maggior ragione, se rappresentati nel parlamento della Repubblica, anche se fosse decisa dal Comitato Provinciale ANPI. Al tempo stesso, auspichiamo con ferma convinzione che l’ANPI condanni e prenda le distanze, con un proprio documento, dalle posizioni xenofobe e razziste della Lega Nord.
Non potremo altresì accettare che, dal corteo e dalla manifestazione del 25 aprile, possano essere esclusi o contestati, come accaduto negli ultimi anni, i rappresentanti della Brigata Ebraica con la loro bandiera. Il 25 aprile non può essere trasformato in un’appendice del conflitto israelo-palestinese, perché questo non c’entra nulla con questa ricorrenza.

 Confidiamo invece, che l’ANPI Provinciale sappia operare per unire, perché tutti quelli che desiderino partecipare al corteo possano avere il loro posto, il loro spazio, nel quadro delle finalità proprie di questa manifestazione. Peraltro, sollecitiamo l’ANPI, proprio per la sua natura di associazione apartitica a svolgere un ruolo di ponte fra i due popoli per favorire il confronto e il dialogo fra le forze democratiche di entrambi gli schieramenti.

 

Fraterni saluti.

 

 

 

                                                                                             La Sezione ANPI Nomentano Italia

 






IL COMMENTO DI GIAN CARLO MARCHESINI


Il documento, ben articolato e discretamente scritto, esprime un ruolo e una funzione dell'Anpi della quale io mi sento agli antipodi. Per me l'Anpi svolge una funzione utile se attinge alla memoria della Resistenza e della lotta antifascista per dare forza a una sola domanda: che farebbero oggi, nella situazione data, i partigiani? e mi aiutasse a trovare risposta concreta. Altrimenti detto: che me ne faccio della conservazione e custodia della memoria se non mi serve per impegnarmi e lottare qui e ora? Quello che Luciani ha scritto, e la sezione approvato, è invece una sorta di manifesto dell'imbalsamazione, funzionale solo a sterilizzare, inibire, impedire. Lì dentro c'è uno spirito e un intento che io francamente definirei reazionari perchè di odio e rifiuto di tutto ciò che è movimento vitale, aperto, necessariamente contraddittorio e dialettico. Non a caso a un certo punto si dice che la lotta partigiana ha avuto come fine la liberazione del Paese dai tedeschi. E i fascisti nostrani? Quelli non vengono citati: altrimenti come farebbe oggi Renzi a inglobarli nel Partito della Nazione? Insomma, la negazione di quello che per me l'Anpi dovrebbe essere. E ciò dicendo mi confermo nella decisione di dissociarmi per non farmi sangue amaro e perdere tempo.

Il testo di una  mail  di una iscritta alla sezione

cari tutti,
non sono certa che i miei impegni di lavoro mi consentiranno di essere con voi alla prossima assemblea.
Dopo attenta lettura del documento voglio però segnalarvi la mia contrarietà alla presa di posizione che questo suggerisce.
Ho sempre associato all'ANPI la ferma opposizione a qualsiasi forma di neo-fascismo - di cui Casa Pound e Forza Nuova, Fratelli d'Italia e il partito di Marine Le Pen sono a vario titolo esempi emblematici - e credo che su questo tema sia utile il confronto con altre associazioni, senza per questo voler strumentalizzare o sentirsi strumentalizzati. Credo che rappresentanti dell'ANPI abbiano agito correttamente portando il loro contributo all'assemblea alla Sapienza, come credo sia altrettanto corretto che l'associazione individui di volta in volta le forme più idonee - se necessario autonome - per opporsi fermamente a qualsiasi forma di apologia al fascismo, in qualsiasi contesto questa venga esternata.

Saluti,
 
Il testo della mail di  risposta del Presidente dell'associazione ANPI Nomentano
 
26 FEBBRAIO
 
Ieri sera, ci siamo incontrati con il Presidente dell'ANPI Ernesto Nassi accompagnato da altri due membri del Comitato Provinciale di Roma; abbiamo spiegato, ribadendole le ragioni del nostro dissenso dalla decisione presa di aderire ad un corteo che sostanzialmente finirà per fare un favore alla Lega Nord, consentendole di atteggiarsi a difensore degli italiani, vittima dell'intolleranza di qualche migliaio di persone che in nome della libertà conquistata dai partigiani, sostanzialmente, pretendono di negare, con la forza, a lui di poter parlare nella città di Roma.

Lo slogan del raduno antifascista è "Roma non ti vuole!", mi pare. Ma non è esatto, anzi contiene una falsità, figlia diretta della volontà di negare che a Roma ci sono molte decine di migliaia di persone, che liberamente, pur non andando a Piazza del Popolo a sentire Salvini, potrebbero accordargli il loro consenso. Che facciamo, in nome dell'antifascismo, gli impediamo di votare?

Caro Giancarlo, tu sei un "voltairriano con distinguo", uno che aggiunge alla famosa frase "detesto le tue idee, ma darei la vita perché tu possa esprimerle", la seguente postilla: "a patto che tu sia d'accordo con me".

Ma non sei solo in questo delirio, insieme a te ci sono: Casa Pound e Forza Nuova e una miriade di associazioni, movimenti, partiti e partitini di destra e di sinistra, che la pensano, su questo, esattamente come te.

D'altra parte, negli anni '70 e anche oltre, una certa sinistra (certo non quella in cui militavo io) andava ad appiccare un'incendio alla porta di casa della famiglia Mattei, a Primavalle, uccidendo due ragazzi. Poi a Padova, faceva irruzione nella sede della federazione del MSI e ammazzava a sangue freddo due giovani missini. E poi ancora a Roma, ammazza Francesco Cecchin che aveva solo 17 anni, in Piazza Verbano, perché colpevole di essere fascista. E poi Paolo Di Nella a Largo Somalia, anche lui colpevole d'essere fascista (a diciannove anni), massacrandolo di botte alle spalle, come erano e sono soliti fare i fascisti, solo che i suoi uccisori erano comunisti. E a Milano, un altro giovane fascista come Ramelli doveva essere ammazzato, tendendogli un agguato, di sera, in un angolo buio della via di casa sua, massacrandolo a colpi di mazze e chiavi inglesi.

Si, lo so, che i fascisti hanno ammazzato e ammazzerebbero ancora tanti giovani di sinistra e non solo. Ma questa è solo BARBARIE senza alcuna giustificazione, sia che ammazzino un fascista, sia che ammazino un comunista.

Fece bene Veltroni a volere con se Carla Verbano e un fratello dei due Mattei arsi nel rogo di Primavalle per tentare di costruire qualcosa di nuovo, che simbolicamente incitasse ogni parte a deporre le armi (vere e non metaforiche) per trovare una forma sostanziale di pacificazione, pur nel permanere delle rispettive opinioni.

Ma, i fascisti e una parte della sinistra hanno bisogno l'uno dell'altra per giustificare la propria esistenza.

Chiudo osservando che sarebbe molto bello se, la Lega Nord facesse il suo comizio liberamente a Piazza del Popolo, dicendo, anzi urlando tutto il suo livore razzista e xenofobo, davanti a qualche migliaio di persone, venute un pò da dovunque, più quattro gatti di Roma.

Mi auguro che il Ministero degli Interni, e su questo ho non pochi timori, sappia gestire bene le due piazze. Mi auguro che la contro manifestazione (ma, a proposito, certa sinistra non riesce mai a manifestare per qualcosa? Solo sempre desolatamente contro qualcosa!) si svolga senza incidenti.

Ma, per dirla con "I Nomadi", noi non ci saremo!

Ciao



26 febbraio sera
da Marchesini

Ottimo esempio di manipolazione e falsificazione vergognosa dei fatti. Sono d'accordo con l'Anpi di Roma, e vengo assimilato a CasaPound. Voglio esprimere pubblicamente con tantissimi altri il mio dissenso nei confronti della triade Salvini/Meloni/CasaPound, e mi si attribuisce l'intenzione di impedire ad altri di manifestare il loro pensiero, addirittura di votare. Sono semplicemente disgustato - ma ciò non mi impedisce certo di andarmi a mangiare fra poco un ottimo piatto di lenticchie condite con aglio, olio e peperoncino. E sabato di manifestare a Piazza Vittorio con migliaia di altri e dimostrare che Roma non rimane inerte e passiva a subire la presenza schiamazzante dell'odierno fascismo.
Gian Carlo
 

 IL COMUNICATO DELL'ANPI PROVINCIALE DI ADESIONE ALLA CONTRO MANIFESTAZIONE DI SABATO
 
Le Associazioni della Resistenza, Anpi, Anppia e Fiap di Roma, esprimono forte preoccupazione per la manifestazione prevista per sabato prossimo a Roma in piazza del Popolo, promosso dalla Lega Nord con l'inquietante partecipazione di Casa Pound.
Roma citta' Medaglia d'Oro per la Resistenza e' stata gia' sufficientemente offesa in questi anni da personaggi come Salvini che, oggi,si unisce alla destra nostalgica, cercando consensi nel diffuso disagio sociale. Comunichiamo la nostra adesione alla protesta che si snodera' con un corteo per le strade di Roma nella stessa giornata per riaffermare la cultura democratica e antifascista della nostra citta'.
Guido Albertelli, Presidente ANPPIA Nazionale
Ernesto Nassi, Presidente ANPI Roma
Vittorio Cimiotta, Presidente FIAP Roma
Roma, 25 febbraio 2015


 
E VOI,LETTORI,COME LA PENSATE?
Inviateci la vostra opinione in proposito  alla redazione di TRE RIGHE,trerighe3@virgilio.it
Tutte le mail saranno pubblicate nella nostra edizione web (www.trerighe.blogspot.com)

26 febbraio 2015

ELETTROSMOG:APPROVATA DELIBERA IN CAMPIDOGLIO







COMUNICATO STAMPA
ELETTROSMOG. DE LUCA, AZUNI, STAMPETE: APPROVATA DELIBERA PER ANTENNE TELEFONIA MOBILE
Il 24 febbraio  le Commissioni congiunte ambiente-urbanistica, hanno approvato all’unanimità, la delibera di iniziativa consiliare presentata da De Luca e Azuni, sul nuovo regolamento per l’installazione di telefonia mobile a Roma, in base alla legge nazionale (ART. 8 LEGGE 36), che consente ai comuni di dotarsi di un proprio regolamento.
I consiglieri Athos De Luca e Gemma Azuni, attraverso un processo partecipato, che ha visto protagonisti i Dipartimenti ambiente e urbanistica, i cittadini, i Municipi, i comitati e i gestori degli impianti, hanno predisposto un regolamento che intende tutelare la salute pubblica in base al principio di precauzione, mitigare l’impatto ambientale, attivare procedure trasparenti e chiare, in grado di mettere ordine in una materia che fino ad oggi era regolata soltanto da un vecchio protocollo di intesa tra comune e aziende.
“Le principali novità introdotte riguardano: la costituzione di un osservatorio dei cittadini, la stipula di una convenzione con l’ARPA per i controlli ambientali, il coinvolgimento dei Municipi nelle procedure, la redazione di un piano regolatore delle antenne in tutto il territorio comunale, interventi di compensazione da parte dei gestori, mitigazione dell’impatto ambientale”. E’ quanto hanno dichiarato i consiglieri De Luca, Presidente della Commissione Ambiente, Azuni e Stampete, Presidente della Commissione Urbanistica
“Con questo regolamento – continuano i tre - non accadrà che i cittadini si trovino spuntare impianti di telefonia a ridosso di aree sensibili quali: asili, scuole, ospedali e abitazioni, poichè ci sarà un piano di localizzazione che individuerà aree più idonee che lo stesso Municipio potrà indicare all’interno del piano regolatore di Roma Capitale e a differenza del passato vi sarà un costante controllo sull’inquinamento”.
“Al nuovo regolamento di Roma Capitale – conclude De Luca – potranno riferirsi anche molti comuni italiani che intendono gestire al meglio la concessione di nuovi impianti di telefonia”
A Roma sono stimate oltre 1500 stazioni radio base che vengono continuamente implementate con nuovi apparati trasmittenti di UMTS (3G) LTE (4G), GSM (2G). In Italia sono presenti oltre 16 mila impianti di stazione radio base di cui Roma costituisce il 7% con un giro di affari per centinaia di milioni. Nel solo 2014 gli uffici hanno autorizzato 700 nuove licenze.

25 febbraio 2015

PINETINA DI VILLA MASSIMO E VILLA BLANC :LA GIUNTA DEL MUNICIPIO II E' ASSENTE









                                                                Pinetina di Villa Massimo

                                                                              Villa Blanc
Ieri (24 febbraio 2015) è andata in scena sul marciapiede davanti alla Pinetina di Villa Massimo una trasmissione televisiva sul caso veramente incredibile della Pinetina, ormai chiusa al pubblico da due anni .C’è stata anche un’ interessante coda  su Villa Blanc.I cittadini erano tutti lì,malgrado l’orario e il freddo,e facevano capolino davanti alle telecamere.Bene ha detto il presidente dell’Associazione in difesa di Villa Massimo che ha denunciato l’immobilismo del Municipio sugli atti da compiere in conseguenza degli input ricevuti dalle autorità competenti ad abbattere i manufatti che insistono nella Pinetina,metterla in sicurezza e finalmente riaprirla al pubblico,tutta.
Parole semplici e chiare basate su atti incontrovertibili.
Quello che sconcerta è il dilettantismo del Municipio,rappresentato per l’occasione da uno dei suoi più rampanti assessorini,secondo  solo in questo al mini sindaco, a cui riconosciamo il merito di non essere un acceso presenzialista .Dilettantismo sottolineato dalle argomentazioni prodotte per giustificare l’immobilismo del Municipio su Villa Massimo,il solito mantra recitato a memoria misto di ostacoli burocratici e legalitari con la ciliegina   finale “ il Municipio è sempre dalla parte dei cittadini”.Siamo fin troppo abituati a comportamenti del genere per doverli ancora commentare.Ma il fatto ancora più sconcertante è stata la posizione  del Municipio sulla questione Villa Blanc che l’assessorino in questione ha orgogliosamente espresso.Testualmente ha detto che il Municipio si dichiara favorevole all’apertura pubblica  di PARTE DEL PARCO di VILLA BLANC.Non avevamo ,ripeto ,bisogno di ulteriori dimostrazioni di quanto dilettantismo e pressapochismo alligna nella giunta del II Municipio.Dopo quaranta anni di lotta ,dopo numerosi atti prodotti dall’aula del Consiglio Municipale,sia in questa consiliatura che in quelle precedenti,la giunta del II Municipio  dimostra di non aver assolutamente compreso (o di ignorarli apposta?) gli obiettivi della cittadinanza  sul complesso di  Villa Blanc,e cioè apertura pubblica di TUTTO IL PARCO e rispetto dei dettami del Nuovo Piano Regolatore del Comune di Roma.Di non aver nemmeno letto gli atti che esso stesso ha votato, di non condividerli comunque nei fatti.VERAMENTE DESOLANTE.
Ancora una volta i cittadini dovranno muoversi da soli .Ci auguriamo che si  ricordino delle gesta  di questi pseudo rappresentanti alle prossime elezioni.

Domenico Fischetto

Questi i link per visionare la trasmissione
 http://www.tgr.rai.it/dl/tgr/regioni/PublishingBlock-5c4b55ab-ed8f-
47b8-a641-ecdda0eede04.html?idVideo=ContentItem-cab239ad-5335-462a-bbf4-
77d0f5a99017&idArchivio=Buongiorno
>
>
> http://www.tgr.rai.it/dl/tgr/regioni/PublishingBlock-5c4b55ab-ed8f-
47b8-a641-ecdda0eede04.html


24 febbraio 2015

AVVISO PER I PROPRIETARI DI CANI NELLA ZONA LANCIANI

 

Risultati immagini per passeggiata con cane

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa segnalazione pervenutaci da un nostro lettore per i possibili pericoli a cui potrebbero andare  incontro i cani durante la loro passeggiata nei dintorni di via Lanciani.Invitiamo i proprietari  di prestare la massima attenzione.
 
 
Ciao Tre Righe,
volevo solo informarti che ho rischiato di perdere il mio cane Sisma per una
casuale ingestione di veleno per topi avvenuto verosimilmente in una passeggiata
domenica mattina sull'itinerario via Lanciani,viale xxI aprile,via Nomentana direzione
s.Agnese,ingresso villa Blanc,via s.Angela Merici,circonvallazione Nomentana,largo
Lanciani e via Lanciani.
Non ci sono commenti per chi usa questi prodotti per motivi vari e cmq censurabili
per cui era mia intenzione allertare tutti gli amici dei cani del quartiere per una
attenta vigilanza perche' l'ingestione di questi veleni non lascia scampo agli animali.
Grazie
 
G.

L'APPROFONDIMENTO :L'AVANZATA DEL CALIFFO E IL FUTURO ENERGETICO LIBICO

Quali sono le ripercussioni dell'avanzata del Califfo sul destino degli approvvigionamenti energetici italiani dalla Libia?Cerchiamo di avere un quadro della situazione con l'aiuto di affari internazionali.

da www.affariinternazionali.it
Libia
L’avanzata del Califfo e il futuro energetico libico
Nicolò Sartori
17/02/2015
più piccolopiù grande
Oltre ai gravi rischi per la sicurezza del continente europeo e dell’Italia, l’avanzata dell’auto proclamatosi “stato islamico” in Libia rischia di avere forti ripercussioni sul destino dei nostri approvvigionamenti energetici.

I crescenti attacchi alle infrastrutture energetiche libiche potrebbero mettere a serio repentaglio la capacità della Noc, la compagnia energetica nazionale, di mantenere gli attuali livelli di produzione ed esportazione di idrocarburi tornati a livelli accettabili sul finire del 2014, dopo gli alti e bassi determinati dall’instabilità politica interna degli ultimi anni.

Partnership strategica tra Libia e Italia
La Libia è un partner energetico chiave per l’Italia. Nonostante le turbolenze politiche, infatti, nel 2014 è stata il terzo fornitore di gas del nostro paese insieme all’Algeria, alle spalle solo di Russia e Norvegia.

Il paese nordafricano ha esportato 6,5 miliardi metri cubi (Bcm) di gas, facendo registrare un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. Il gas libico, trasportato attraverso il gasdotto sottomarino Greenstream, contribuisce a circa il 12% delle importazioni italiane.

Nel settore del petrolio, nel 2014 Tripoli si è piazzata al sesto posto tra i fornitori dell’Italia, alle spalle di Russia, Azerbaijan, Arabia Saudita, Iraq e Kazakistan.

Nei primi dieci mesi dell’anno ha esportato verso il nostro paese due milioni di tonnellate di greggio - in calo rispetto agli anni precedenti a causa di una progressiva contrazione dei consumi italiani - ma comunque garantendo circa il 5% delle importazioni petrolifere totali.

Si tratta di un’incidenza minore rispetto al settore del gas naturale, determinata dal fatto che il portfolio degli esportatori di greggio è ben più ampio e diversificato.

Non soltanto il sistema socio-economico nazionale è dipendente dagli approvvigionamenti libici per il suo regolare funzionamento, ma anche il campione energetico italiano, Eni, ha forti interessi industriali nel paese nordafricano.

Operando in loco dal 1959, Eni è storicamente la maggiore compagnia internazionale operativa nel paese. Nonostante l’instabilità geopolitica, la Libia continua a rappresentare la prima fonte di idrocarburi della società italiana con 76mila barili di greggio e 9 Bcm annui di gas naturale (dati 2013).

Energia sotto attacco
Con l’avanzata dello “stato islamico” aumentano i rischi per l’integrità delle installazioni energetiche libiche, nel mirino dei combattenti sin dall’inizio del conflitto nel 2011. In questo contesto, negli ultimi anni la produzione di idrocarburi del paese nordafricano è oscillata in modo significativo in virtù dell’evoluzione delle ostilità tra le milizie schierate sul campo.

A gennaio, l’output petrolifero libico è crollato nuovamente dopo che, verso la fine del 2014, la produzione si era attestata attorno al milione di barili al giorno.

L’incremento rispetto ai mesi precedenti è stato determinato dalla ripresa delle attività nel giacimento di El-Sharara, a lungo bloccato per far fronte ai danni ai siti di stoccaggio della raffineria di Zawiya, causati dai combattimenti.

La recente esplosione di un oleodotto nei pressi del grande giacimento di El-Sarir, causata probabilmente dall’avanzata dei militanti dello “stato islamico” ha determinato non soltanto la riduzione della produzione del giacimento e la sospensione del flusso di greggio verso il terminal di Hariga, ma ha anche spinto i vertici della Noc ad annunciare il possibile blocco delle attività di esplorazione e produzione in tutti i pozzi del paese.

Qualche giorno prima, le milizie del Califfo avevano provato a far saltare una conduttura nel giacimento di Bahi nella Libia centrale, senza tuttavia causare gravi danni.

Se è vero che l’offensiva dello “stato islamico” potrebbe determinare un blocco totale del settore energetico libico, non è da escludere che le milizie possano cercare di mantenere operativi i giacimenti qualora dovessero cadere sotto il loro controllo.

Il modello adottato in Iraq, infatti, mostra come produzione ed esportazione di greggio siano funzionali al mantenimento/espansione del potere dello “stato islamico” sul territorio.

Se l’avanzata del Califfo sulla costa mediterranea del paese dovesse proseguire, garantendo il controllo sui principali terminal di esportazione, il greggio libico potrebbe addirittura raggiungere i mercati internazionali alla ricerca di acquirenti senza scrupoli pronti ad acquistarlo.

Caos libico e mercati energetici globali
Nonostante la gravità della situazione, l’impatto del caos libico sui mercati energetici globali potrebbe essere tutto sommato limitato. Malgrado la perdurante instabilità, la crescita della produzione non-convenzionale statunitense, il rallentamento dei consumi in Cina e l’incapacità dell’Opec di definire una strategia per ridurre la produzione totale hanno determinato una riduzione dei prezzi del 50% da giugno a oggi.

Le tensioni nel paese nordafricano potrebbero determinare un leggero rialzo dei prezzi, ma la sicurezza degli approvvigionamenti non sembra essere oggi in pericolo a causa di un eccesso di offerta sui mercati internazionali.

Per l’Italia la situazione potrebbe rivelarsi più critica, soprattutto nel settore del gas naturale. Alla luce del conflitto in Ucraina e dei costanti rischi di sospensione per il transito del gas russo, le forniture provenienti dalla Libia giocano oggi un ruolo fondamentale nell’assicurare la nostra sicurezza energetica.

Sebbene la situazione non sia ancora giunta a livelli drammatici, anche perché l’inverno è nella sua fase conclusiva e le importazioni dall’Algeria possono essere comunque incrementate senza maggiori difficoltà, l’avanzata dei jihadisti aggiunge ulteriore incertezza al destino dei nostri approvvigionamenti energetici.

Nicolò Sartori è responsabile di ricerca del Programma Energia dello IAI (Twitter: @_nsartori).
- See more at: http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2968#sthash.ric53tqU.dpuf

23 febbraio 2015

RENATO NICOLINI - MERAVIGLIOSO URBANO 19 febbraio al Palazzo delle Esposizioni di Roma "Immagini di un'altra città - La Roma di Renato Nicolini"

 
 
 
 
Renato Nicolini è sempre presente nella vita  culturale di Roma.Non se n'è mai andato.E sorride con quel suo modo che solo a lui apparteneva:scanzonato ed ironico.Presente e rimpianto.Nessun altro dopo  di lui ha saputo far risplendere di luce  le notti di questa nostra  città, chi lo hai poi succeduto nello stesso incarico non ha potuto fare mai meglio di lui non perchè gli siano mancati i mezzi ma perchè gli è mancata  la genialità di un uomo che amava e sentiva Roma ,la sua storia e la sua anima  e ne interpretava le passioni ,i sentimenti come  anche le debolezze.
Pubblichiamo le impressioni di Alessandra Mastronardi sull'incontro dedicato a Renato svoltosi alla Galleria Nazionale il 19 u.s.
D.F.




A proposito di … ‘cessata’ ‘mente’

La genialità che non s’ interrompe ma si ripropone sotto diverse forme …

Saper vedere, ascoltare, leggere, d’arte, di musica, di letteratura, è una faccenda di esclusiva portata culturale o anche semplicemente possibilità di gittata critica Comune d’una persona qualsiasi che esterna la Sua visione … che più di Altri si allontana dalla Paura di poter dire …perché un capolavoro, piuttosto che una crosta?

La familiarità con il linguaggio artistico in generale, presume intelligenza imparziale, nonché educazione alle preziose meraviglie di cui l’Italia intera dispone, a portata di sguardo, come nessun altro Paese al mondo …

Bellezze & Brutture, si alternano in ogni dove ma chi le guarda, cosa vede?

Con quale audacia ed efficacia può un cieco porre il suo accento valutativo, il suo carattere polemico, la sua ammirazione incondizionata, più di una commemorazione sbrodolata?

Quanti appassionati ed energici richiami per allontanare l’indifferenza alla poesia, alla pittura, alla scultura, all’architettura d’Italia per educare un pubblico tutt’oggi analfabeta affinché il bello possa essere visto e riconosciuto da Tutti, ma sarebbe sufficiente anche da Tanti!

E invece no!

Ancor’oggi, all’atto pratico siamo eruditi impreparati a contemplare il bello della natura, ad intendere le varie forme di linguaggio e di espressione che ogni artista sfoggia e che si capisce un po’ per intuizione, forse di meno per la sua forma.

A chi tocca prendersi certe licenze fuori dalla Comune idolatria di pensiero e di azione, per poi essere licenziati come matti …quanti dentro il delirio e dove gli scampati alla gogna?

Ma i veri artisti, non hanno mai badato ai pregiudizi e replicano esprimendosi con un Bove squartato per cui i Tanti si chiedono che cosa significhi, prescindendo dalla genesi del parto …

L’arte non invecchia ed il godimento puro della stessa, è un privilegio!

L’intimo e il misterioso, può apparire agli occhi di chi lo guarda dentro il Diluvio, ma dove la drammaticità e quanto movimento?

La scena dai tanti futuri possibili, può avvalersi di profonda commozione, di inquietante batticuore, come di impassibili e inoffensive battaglie, ma sempre alle prese con la caparbia miopia di coloro i quali si ergono con indiscutibile giudizio …

E mentre le teste di legno si espandono a vista d’occhio, i Pinocchio si diffondono nel Nostro Regno costruiti ad Arte da un invisibile Mastro Geppetto!

Ancora pochi e troppo tenui, sono i fuochi che ardono di vera passione, che si accendono e si scagliano con capacità d’ironia e di equilibrato gusto perché le accuse, dal Tribunale dell’Inquisizione, non sono mai finite.

E per aver recato offesa, ci si ritrova con una macchia scura indelebile … sia preparato il rogo!

Perché nel Convivio in casa di Levi, la testa di un Moro? Quanti nani e pappagalli, ma Loro, chi sono?

Le gradazioni di bianco e le sfumature di nero, impercettibili all’occhio di un profano, comportano l’arresto dacché la più onesta e vera relazione tonale dipinta su una tela, quel chiaro/scuro in tal maniera, è una vergogna, ha da essere cancellato!

E così, avanti nei secoli, solo a rispettare ed accontentare i più avvilenti cori d’impreparati  a quella visione.

L’opera d’arte si ferma per Una Imperfezione creativa; l’immaginaria fantasia pura, lascia spazio aperto e campo libero alla disseminazione di

Cartellonistica Pubblicitaria grossolana, priva di qualsiasi dignità ed empia di declino.

Vanagloria, miserevole trivialità, insozzano la qualità e il gusto: chi si oppone a questo scempio è un matto o un eretico, presto al rogo!

Ma il colore della memoria non è uno solo, la sensazione olfattiva lungo il camminamento può essere un effluvio di tanfo putrido quanto di immacolata gardenia e troppi sono ancora i fiuti di coloro che nel percorso, non distinguono il reale puzzo dal profumo!

Narici sensibili, dilatatevi!

E se la profondità, l’ironia, la risolutezza irrisolta, sono tratti caratteristici appartenuti a … o siano dote esclusiva di … nessun elogio alla memoria perché il viaggio tracciato ancora vive ed è in itinere

perché l’esplorazione del confine reale e/o immaginario è una scena in continuo movimento che nessuno può fermare,

perché l’intreccio che si avviluppa e che contempla l’ordito di tanti tracciati, laddove non è solo cinema ma insieme architettura, letteratura nobile vicina ad un teatro popolare, paesaggio secondo natura compagno d’un panorama urbano musicale e così via, senza fine, fino a proseguire nelle svariate connettività là dove s’innestano i luoghi dell’anima per chi sa  ancora vedere, ascoltare, con la capacità di avanzarli …

A proposito di: proporzioni e armonie, ordine e misura, corporeo e sensibile …

Il bello è difficile!

Alessandra Mastronardi.

22 febbraio 2015

BARUFFE WEB SULL'ONDA DELLA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE

 
 
 
Il solito gruppo di nottambuli internauti se le danno di santa ragione a suon di battute e argomentazioni sulla scia della riforma della Costituzione recentemente approvata.Sullo sfondo continua la polemica per il documento ANPI prodotto dalla sezione Nomentano.
Consigliamo di  leggere lo scambio di corrispondenza cominciando dal fondo.
 
 
da gcm 22 febbraio 2015
 
Che miserevole tristezza! Ci viene annunciato con sollievo che Tsipras ha calato le braghe, e che ha subito telefonato a Renzi per ringraziarlo ( e di che, di avergli consigliato di calare le braghe?). Si prende con soddisfazione atto che l'Articolo 18 è stato finalmente superato, e si omette di segnalare che non pochi - Fassina, la CGIL, Cisl e Uil, tanto per fare qualche esempio - hanno espresso il loro radicale dissenso, e che perfino la Boldrini, Presidentessa della Camera, ha denunciato l'offesa arrecata bypassando il Parlamento e il pericolo che si approdi a un regime da uomo solo al comando. E a dare questa rappresentazione è un vecchio militante del PCI nonché attuale presidente di una sezione dell'Anpi. Che miserevole tristezza!
Dimenticavo di ricordare l'ultima: a chi va rivolto un rimprovero per avere praticato l'Aventino contro il PD di Renzi, insieme a Forza Italia di Berlusconi, quello vituperato fino al giorno prima perché partner di Renzi nel patto del Nazareno? A Sel, ovviamente. Insomma, ecco elencati i nemici tutti in fila: Tsipras, Fassina e i sindacati, Boldrini e Sel. E quel traditore di Berlusconi che si è rimangiato in un batter d'occhio il Patto. E in tanta fucilazione di massa chi resta? Ah, giusto Renzi:l'uomo solo al comando che a tutta questa marmaglia velleitaria preferisce il boss Marchionne e il finanziere d'assalto Davide Serra.
Che miserevole tristezza!
GCM


Il giorno 22 febbraio 2015 00:59, A.L.
Dai giornali: "Da Berlusconi 15.000 euro mensili a Nicole Minetti."
E SEL e il M5S hanno fatto un nuovo inutile Aventino con quello lì, che fino a qualche giorno prima aveva contribuito a scrivere il testo di riforma della Costituzione? Da quando in qua si prende sul serio chi un giorno scrive le regole e il giorno dopo dice che sono una deriva autoritaria?
Una domanda: un accordicchio per dare addosso al PD ci può stare, ma quale è la soglia del ridicolo oltrepassando la quale si perde credibilità?

 

----Messaggio originale----
Da: gcm
Data: 21-feb-2015 13.40

Ogg: Re: l'articolo 18
Dai giornali: "Da Berlusconi 15.000 euro mensili a Nicole Minetti."
E Renzi ha siglato con quello lì il Patto del Nazareno per riformare la Costituzione? Da quando in qua le regole da rispettare per chi vive in una casa si fanno con Al Capone?
(Dedicato a P.G, con una domanda: un compromesso ci può stare: ma quale è la soglia oltrepassando la quale si precipita nel bordello e nel malaffare?
GCM

Il giorno 21 febbraio 2015 13:14, L.M. ha scritto:
Volevo con la presente esprimere    le mie piu' sentite condoglianze per la immatura scomparsa dell' articolo 18
L. M.
----- Original Message -----
From:a.l.
 
Sent: Thursday, February 19, 2015 12:05 AM
Subject: R: Re: Re: La Costituzione.

L'intervento di P.G. è di una semplicità e chiarezza esemplare. Il bicameralismo paritario il cui ruolo era quello, come dire, di rileggere quanto era stato appena scritto da altri, per ripensarlo e calibrarlo meglio, si è risolto spesso in un andirivieni di leggi da una camera all'altra, magari solo per il cambio di un comma, magari neppure decisivo, finendo per far perdere tempo, mentre i problemi si incancrenivano. Poi, un'improvvisa ed imprevista crisi di governo, scatenata dalle faide interne della coalizione di governo, da franchi tiratori che lo mandavano sotto, facevano decadere la legislatura e con essa la legge arrivata ad un passo dal traguardo della sua approvazione. Nuova legislatura e di nuovo al punto di partenza per ricominciare a scrivere la legge decaduta. Questo è il tarlo del sistema democratico, che si autocondanna all'inefficienza e porta al distacco della politica dal Paese che aspetta per anni e anni uno straccio di legge. Altro che derive autoritarie, sulle quali peraltro occorre registrare i giudizi non concordi di costituzionalisti che tutti i giorni intervengono nelle varie trasmissioni radiofoniche e televisive, che scrivono sui più importanti quotidiani.

Speriamo di uscire rapidamente e bene dalla palude creata da un sistema che se non venisse riformato rischia seriamente di implodere.



----Messaggio originale----
Da: P..G.
Data: 18-feb-2015 23.16

Ogg: Re: Re: La Costituzione.

appoggio quello che sostiene P.
Non sono un esperto di politica, ma voto da quasi sessanta anni e ne ho abbastanza dei politici che spaccano il capello in quattro, che, magari a ragione, negano il loro voto ad una legge per inseguire un sogno, e non pensano che il vero sogno sarebbe quello di portare a termine una legge.
le cronache sono piene di leggi presentate, discusse in commissione, votate da un ramo del parlamento, magari dopo maratone e che si arenano sulla prima crisi di governo.
E ognuno di quelli che hanno mandato in fumo mesi di lavoro. è convinto di avere fatto bene.
( Qualche volta sarà pure stata bocciata una legge sbagliata, ma sono migliaia di volte più numerose le volte in cui una legge giusta non è riuscita ad arrivare in tempo alla approvazione finale)
Come tanti premetto: "Renzi non mi piace", ma mi piacciono ancor meno quelli che non riescono a mettersi d'accordo.
E' un esercizio di pigrizia: è senz'altro più facile votare contro, spiegando ai propri sostenitori che la controparte è folle, piuttosto che discutere con la volontà di arrivare ad un accordo e votare una legge di compromesso.
Paolo grippo

Il giorno 18 febbraio 2015 21:35, GCM ha scritto:
Sono un povero, sconsiderato e sciagurato lottacontinuista sessantottino, e in questi anni recenti mi sono impegnato nel modo migliore possibile, cioè strenuamente critico, nel Circolo PD di Via Catanzaro, quello che nella Resistenza fu base dei partigiani romani di Scintilla, e poi tra i suoi iscritti ha annoverato Pietro Ingrao e Luigi Spaventa. Mi ci sono impegnato spinto da esempi quali quelli di Angelo Vassallo e Ignazio Marino, schierandomi poi via via con Bachelet, Bersani/Vendola, Civati. Posso dire che Rosy Bindi, D’Alema e Prodi sono dei giganti rispetto agli attuali Renzi, Boschi, Bonafé, Pinotti? E che trovo sconvolgente che non pochi dei sostenitori nel PD dei vecchi dirigenti siano oggi sfrenatamente, acriticamente schierati con questi ultimi gnomi? Insomma, e per capirci, con quei leader antichi si poteva anche essere orgogliosamente in disaccordo, con questi ultimi non ci può essere neanche quello. Perché? Semplicemente perché non sono.
GCM

Il giorno 18 febbraio 2015 09:40, F.P. ha scritto:
Renzi imbecille.
Inbecille perche fa quello che "gli altri" non condividono o oppongono.O perche lo fa secondo modalita sgradite. (autoritarismo)

Bene.
E cosi di e avuto negli ultimi trenta anni? Avete presente i gatti in amore? fanno baruffa, e poi si siedono(o si distendono) a qualche passo l'uno dall'altro ...e si osservano , per ore.
Poi d'un tratto scatta il meccanismo , la fuga, l' inegumento etc

Per anni il parlamento ha fatto disecttazioni sul sesso degli angeli, sul tiro alla fune per non dare piu corda all'altro, battaglie tattiche senza alcuna strategia. L'unico che ebbe la forza (Distorta) di decidere fu Craxi.Che poi fini male non per le decisoni politicahe, ma per il malaffare!

Ora REnzi (che a me non e´simpatico) opera da romighiaccio proprio per rompere il pack immobilizzante, costituito (tra gli altri) dalle opposizioni di Cuperlo e Civati ( rispattabilissimi loro e le loro opinioni- il fatto che la modifica alla costituzione debba essere condivisa da utti mi sembra argomentazione valiidissima, anche quando viene da destra)) ma che ancora un a volta vanno a costituire( con ottime ragioni) quel mar dei sargassi che ha bloccato lo sviluppo ( economico e politico) del paese negli ultimi30'40 anni. Discussioni eterne sulla natura della peste di Don Ferrante, mentre la gente moriva (e lui pure)
E chiaro che la gente non va a votare. domanda : cosa rappresentano agli occhi della gente comune i politici in parlamento: persone che si occupano della risoluzione dei problemi, o gente occupata in bizantinismi formali senza uscita?
Ed ecco la popolarita di Renzi: da la impressione di FARE piuttosto che di discutere sul vuoto.

E Berlusconi ( che quando il Fato ce lo togliera di torno sara sempre troppo tardi) che prima era favorevole alle riforme, ora che il testiomone non e´piu anche nelle sue mani, reagisce alla "dimunutio capitis" rabbiosamente
come quei bambini che, passato il bel giocattolo nelle mani dell'altro, pur di non farglielo godere, preferisce distruggerlo.

C'e un antico detto romano ( del tutto sbagliato) " chi non fa non falla"
Chi non fa , falla e falla eccome , per "reato di omissione"

Seriamo che questo atteggiamento attendista, possibilista, pacifista ( o meglio tranquillista) ad oltranza non ci facci trovare domani le milizie del ISIS in casa essendo la lora migliore alleata, la indecisione di chi ,che per non fallare, non fa.

Il Corvo politico.

2015-02-18 7:30 GMT+01:00 P.G.
Il signor B. non ha letto bene il mio intervento. Va benissimo: non era obbligato a farlo, ma se risponde deve leggerlo.
Io dico che la nostra costituzione non è " splendida". Cito a memoria, ma mi sembra che questo sia stato l'aggettivo che usa. Non lo è perchè rende difficile legiferare, perchè attribuisce troppo potere ai partitini, perchè non tutela come si dovrebbe l'istituto del referendum.
Esiste solo quello abrogativo e anche questo può essere turlupinato come e quando si vuole.
quanto alla corruzione ed al basso livello del ceto politico non mi sogno nemmeno di affermare che la causa sia la costituzione. Figuriamoci!
Chiedo a Buccella di segnalare dove è che lo scritto
Buon giorno a tutti
Paolo Grippo

Il giorno 18 febbraio 2015 00:36, a.l. ha scritto:

Il piccolo burocrate replica al grande GCM che se avesse voglia di dire la sua sui comportamenti della Sezione ANPI Nomentano Italia può partecipare alla vita democratica della sezione stessa, dalla quale si è volontariamente allontanato, non rinnovando la tessera, per suoi legittimi dissensi rispetto alle linee politiche dell'ANPI Provinciale e nazionale. Nessuno gli vieta di parlare, ma, perché gli altri comprendano la discussione, ma bisognerebbe spiegare di che si sta parlando bisognerebbe. E siccome la questione non è nota ai più, non mette conto di parlarne in questa sede.


----Messaggio originale----
Da: gcm
Data: 17-feb-2015 22.44

Ogg: Re: La Costituzione.


A tutti quelli che non hanno la tessera dell'Anpi, o che non l'hanno rinnovata, è vietato intervenire e dire la loro su come va interpretata la Resistenza antifascista oggi. Se questo non è linguaggio da piccolo burocrate...
GCM

Il giorno 17 febbraio 2015 21:52, a.l. ha scritto:
Buonasera,

ma questo è un gruppo dove si discute, avendo a mente di argomentare le proprie opinioni con i fatti, o è uno spazio in cui alcuni si arrogano il diritto di dare degll'imbecille, se non di peggio, a quelli che non la pensano come loro? Se Renzi fosse un imbecille, peraltro, che figura ci fanno quelli che non hanno saputo vincere contro una persona di basso livello cerebrale?

L'analisi sulla fine della prima repubblica del signor Buccella, che imbecille non è, è, secondo me, grossolana e parecchio forzata per cercare di dimostrare quel che non è stato. Perfino il padre costituente Umberto Terracini, che fu una figura autorevole, ma molto emarginata nel PCI, ebbe a rilevare come il bicameralismo paritario rendesse praticamente elefantiaco il processo legislativo; ma nessuno gli diede retta.

Alla fine degli anni '70, partecipai alla raccolta delle firme per la presentazione di una legge di iniziativam popolare che trasformasse la violenza sulle donne in delitto contro la persona, che all'epoca era contemplato come reato contro la morale. Per fare quella legge giusta e sacrosanta, grazie al sistema bicamerale paritario e all'estrema fragilità dei governi che portò a varie interruzioni di legislatura, ci sono voluti vent'anni per fare quella legge che, a parole, tutti dichiaravano di volere fare.

Il sistema proporzionale assegnava al PLI, al PRI e al PSDI, partiti che tutti assieme non arrivano al 5% dei consensi elettorali, un potere di interdizione, anzi di ricatto, sul partito di maggioranza relativa, la DC, che senza imprimere alcuna impronta riformista all'azione dei governi di allora, portò allo stallo democratico e alla fine della prima repubblica.

Credere che la forza del PCI impedisse le ruberie e gli scandali è dire cosa non vera, tant'è che fino al 1992, queste andarono avanti senza alcun timore, anche durante il settennato al Quirinale di un galantuomo come Sandro Pertini.

E' necessario quindi cambiare la nostra Costituzione; si sarebbe potuto farlo in modo diverso e con il concorso di soggetti diversi, è vero; solo che questi soggetti diversi si sono sottratti al confronto e hanno preferito gridare al complotto, all'eversione, al colpo di stato, alla deriva autoritaria. Balle, nient'altro che balle di chi, privo di argomenti e, soprattutto, consapevole di essere incapace di ottenere consensi superiori a quelli che gli elettori gli hanno assegnato in percentuali progressivamente sempre più ridotte, vorrebbe garantirsi, attraverso un ritorno al proporzionale una presenza in parlamento e una conseguente rendita di posizione.

Il PCI è sempre stato per il doppio turno alla francese; il PCI non è mai stato favorevole alle preferenze, tant'è vero che organizzava il "bloccaggio delle preferenze" su quei candidati che la Segreteria del partito reputava dovessero essere eletti. E le primarie, se qualcuno le avesse proposte, sarebbero state considerate un'eresia, un attacco all'unità del partito.

La stessa cosa succedeva nel sindacato (nella CGIL - lo so per esperienza diretta - nella CISL e nella UIL). Ai congressi i gruppi dirigenti sono sempre stati eletti su listoni bloccati con voto palese fino agli anni '90, quando fu riformato lo statuto, introducendo il voto segreto, che però, per le esperienze da me fatte, non veniva, di fatto, utilizzato. Negli organismi dirigenti, le componenti avevano percentuali assegnate, anche la cosiddetta terza componente, quella che faceva capo al PDUP, a DP ecc. ecc.; anzi, questi, che nelle assemblee nei posti di lavoro si scagliavano contro il verticismo del sindacato, quand'erano nei congressi erano tra i più accaniti difensori delle quote spettanti ad ogni componente politica e chi non fosse stato iscritto a nessun partito peggio per lui.

Ha ragione Grippo, secondo me, l'astensionismo nasce dalla constatazione che la politica spesso si è limitata a parlare, senza riuscire a produrre quelle leggi che erano reputate da tutti necessarie. Difatti, per più di vent'anni, si è parlato di fare una nuova legge elettorale e non si è mai approdati a nulla, a parte la legge Calderoli.

Non sono un renziano, ma Renzi non è un imbecille, sbaglia e pure di grosso chi lo ritiene tale. Ma a dimosrtrare che non lo è sta la sua azione politica che ha portato all'elezione di Mattarella a Presidente della Repubblica. In ogni caso, e chiudo, poiché il signor Buccella ed altri, incuranti delle sensibilità e delle opinioni altrui, sono abituati a distribuire patenti di imbecillità, cretineria, quando non di mafiosità o delle peggiori e nefande complicità, io mi limiterò a osservare che questo modo di confrontarsi con gli altri è semplicemente arrogante, presuntuoso e non democratico, oltre che, ovviamente non garbato.

Immagino che l'argine allo scadimento nello scambio di insulti reciproci, possa essere solo nella disponibilità reciproca ad abbandonare questo di parlare; chi volesse continuare a darmi del cretino politico, del voltagabbana o quel che preferisce, a me, come a ogni altra persona, dimostrerà solo la sua pochezza.

Grazie e buonanotte. Sulla questione del mio dissenso dall'ANPI provinciale, sollevata da Marchesini, che, peraltro non mi risulta avere rinnovato la sua tessera né quest'anno, nel nel 2014, per suoi legittimi dissensi di valutazione politica, non risponderò, ovviamente, perché non è questo, mi pare il luogo adatto per farlo, a meno che non venga richiesto espressamente.



----Messaggio originale----
DA   F.B.
Ogg: La Costituzione.


Paolo Grippo attribuisce alla Costituzione alcuni mali
dell'Italia, come la corruzione e il basso livello del
ceto politico, che provoca un crescente tasso di
astensionismo legato al discredito verso le istituzioni.
Provo ad argomentare una diversa tesi.
Duranre la prima repubblica gli episodi di corruzione
durante il dominio democristiano, aggravati dallo
spregiudicato comportamento dei socialisti nel periodo
cristiano, erano stati denunciati con forza ed arginati
dalla robusta opposizione comunista, che negli anni 70
aveva conquistato molte amministrazioni locali (ricordiamo
a Roma l'esemplare azione di Luigi Petroselli).
Quando grazie all'indipendenza della magistratura Mani
Pulite attacco' il verminaio sia la DC e ancor piu' il
PSI ebbero un crollo elettorale favorito dal sistema
proporzionale con la preferenza, che permette all'elettore
di votare per chi stima e condivide anziche' la scelta tra
la peste ed il colera dei sistemi maggioritari.
Fu proprio il sistema dei collegi uninominali a determinare
la vittoria del piduista amico di Dell'Utri, che avrebbe
dato all'inizio all'infausto ventennio berlusconiano.
Con il sistema proporzionale avrebbe vinto il centro (Occhetto)
-sinistra (Martinazzoli).
Adesso un partito che ha avuto circa il 25% dei suffragi, al quale
aggiungere il 10% di Scelta Civica, sta' rottamando la Costituzione
con la prospettiva di dover concentrare il potere con il premio al
ballottaggio sull'imbecille insediato dalle truppe camellate di destra
alla testa del PD ( il livello etico degli eletti di quel partito e'
misurato dall'adesione bulgara della maggioranza degli eletti proposti
dalla segreteria Bersanni al Cacasenno fiorentino ) o sul suo sodale del
Nazareno ( il dissidio tra i due compari mi ricorda quello dei ladri di
Pisa     
 



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