14 febbraio 2015

L'OPINIONE:VETO ED ALTRE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA ED AIUTI DAL BRICS.


La sproporzione tra Russia e Ucraina è evidente e, se la questione fosse così riducibile, non ci potrebbero essere dubbi.
Le cose però non sono così semplici. Premesso che Putin non è nè meglio nè peggio di un mucchio di altri “capi di stato e di governo” , l’Ucraina, lungi dall’essere il reale contendente dell’orso russo, è la consapevole pedina del gioco che si sta sviluppando tra due imperi. Uno vero e fortissimo; l’altro come aspirazione molto più modesta.
Se fingiamo di non saperlo, allora siamo in mala fede.
La scelta di allargare la Nato fino all’Ucraina, che non ha mai interessato l’Europa (cui una Ucraina con statuto internazionale di neutralità, come dovrebbe essere, andrebbe benissimo), è di matrice tutta statunitense. Possiamo sostenere che l’atavica paura dell’accerchiamento della Russia gioca un ruolo isterico, ma rimane il fatto che la pretesa americana di disegnare i confini del proprio dominio, accerchiando letteralmente la Russia, non è politica di pace. Che ci piaccia o no, tutto ha origine lì.
Non vedo perchè dovrei parteggiare per gli USA (che, come al solito, non soffrirebbero di una guerra guerreggiata su territorio altrui), che per il loro unico interesse, non vogliono rapporti troppo stretti tra la Germania – e al seguito tutti i paesi europei continentali – con la Russia. Gli USA pretendono di scegliere lo scacchiere orientale, snobbando quello europeo, ma , quando gli europei “scelgono” la loro politica internazionale, secondo criteri di convenienza, fanno entrare in gioco la finzione dell’alleanza atlantica, che tutti sanno essere strumento di politica estera americana, per indirizzare gli avvenimenti a loro vantaggio.
Questo con un presidente come Obama, lontano dalla stupida presunzione dei suoi predecessori repubblicani, ma non tanto da non anteporre il mantenimento del dominio USA a ogni altra cosa. Se ci sarà un presidente repubblicano e la questione ucraina sarà ancora sul tappeto, la guerra sarà cosa certa e non nel nostro interesse di europei. L’Ucraina, fascista da sempre, come l’Ungheria e molti altri, c’entra ben poco come attore primario.
La seconda questione è meno guerresca, ma non meno importante.
Qualcuno sceglie il paradigma del diritto internazionale che privilegia l’intangibilità delle nazioni. In altri casi, gli occidentali, e non solo (ma sono gli occidentali che arzigogolano su questi principi) hanno scelto quello della autodeterminazione dei popoli. La storia passata e recente è piena di stupidaggini – quasi sempre crudeli e dolorose – suffragate da uno di questi due capisaldi del diritto internazionale. Catalogna, Paesi baschi, Scozia, Veneto (non padania, rafazzonato conglomerato solo nominale) , Bretagna, Curdi, armeni, ....in nome di uno di questi due principii, si sono creati dei mostri. Non parliamo dell’Africa, dove la nostra convenienza li ha usati come giustificazione, persino contemporaneamente, sulla pelle di chiunque.
C’è però, una considerazione in più, oggi: la evanescenza dello stato “nazionale” come si è costruito negli ultimi duecento anni. Il potere reale non è più nelle sue mani. A comandare sono, in un mondo rimpicciolito dalla tecnologia, pochissimi attori, intreccio di finanza e politica, cioè di potere vero, che aggregano e dividono, a loro piacere, secondo criteri, a volte etnici, a volte economici, a volte senza criterio, creando e cancellando culture e confini. In questa melassa indistinta e appiattita, l’unica salvezza, secondo me, è il risorgere, all’interno di istituzioni maggiori, tanto intelligenti da preservare le differenze, di regioni conviventi in pace, capaci di scambiare diversità. Difendiamo, almeno a parole la biodiversità come valore di base e dimentichiamo che ne facciamo parte.
Umberto Pradells

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