Quello che segue è uno sfogo contro l’ipocrisia e le pretese del liberismo e dei suoi profeti.
Uomo avvisato mezzo salvato.
Umberto Pradella
Io davvero non so se gli svizzeri
siano da prendere ad esempio e i greci invece no. Non so nemmeno se gli
svizzeri italiani e quelli francesi e quelli tedeschi siano gli stessi svizzeri.
Avrei difficoltà persino a giudicare i miei conterranei piemontesi.
Ho l’impressione che le “regole”
del gioco moderno - questo monopoli globale che ha preso il sopravvento su ogni altro
gioco - sembrano procedere da ovest verso est: un ovest che ha inventato il
gioco e un est che lo sta imparando a modo suo con molta difficoltà. Poi,
camminando verso oriente, si sono trovati giocatori molto veloci, scaltri e
determinati, che, non solo hanno imparato in fretta, ma stanno pretendendo di
dettare nuove regole, spiazzando gli antichi maestri, oligarchie travestite da
democrazia, mentre i nuovi giocatori, hanno veduto il bluff e del simulacro
democratico non sanno che farsene.
Quello di cui sono certo è che sia
un gioco crudele, in cui la bramosia di case,
terreni, aziende e moneta fasulla,
ha preso il sopravvento, facendo di pochi giocatori i padroni titolati a
modificare le regole di un gioco fine a se stesso e tutti gli altri a seguirle,
a pena di tremende sanzioni.
So che i giocatori svizzeri (non
più di altri) hanno costruito le loro fortune moderne sulla complicità con
ladri e truffatori, insieme al commercio del lusso e delle medicine per ricchi.
Cerco di ragionare; di guardare
alle cose con il massimo di lucidità; di evitare di scrivere, sedotto dalle
emozioni.
Poi, come al solito, come adesso,
mi cresce dentro una rabbia che deve trovare sfogo.
Allora mi viene in mente che in Grecia, le multinazionali del
farmaco non forniscono medicine e la mortalità infantile è cresciuta a
dismisura; che %ali abnormi di popolazione sopravvive mangiando ogni due
giorni; che le malattie gravi non si possono più curare perchè gli ospedali non
hanno nè medicinali nè attrezzature e che le morti tra la popolazione, per
malattie debellate da tempo, sono cresciute a dismisura; che le università non
riescono a funzionare e le scuole sono necessariamente abbandonate, che i senza
casa ad Atene sono passati da 3000 a 35000, che i suicidi sono aumentati del
43% ......
Così, dietro la partita del dare e dell’avere, delle colonne di
numeri, interessi, obbligazioni, contabilità (sopportabili quando si sta tutti bene e le
pretese dei potenti sembrano più leggere),si affacciano - quando le regole del
gioco non sanno che produrre mostri - facce, corpi, occhi di persone in carne e ossa
stritolate e ignorate dalle regole che difendono la finanza, i profitti, i
pignoramenti, le confische; le regole che pretendono che i perdenti si
flagellino a morte da sè, perchè la loro presenza disturba il quadro elegante. Quello
su cui vecchi e nuovi giocatori, in ogni parte del mondo, concordano è che le regole
della nuova religione, prevalgano sempre
sulle persone, che devono accettare ogni sopruso se il gioco lo pretende.
Allora mi viene in mente che
quella che chiamiamo democrazia, negli USA – e sempre più in tutto l’occidente
- è una cosa molto diversa da quella che
la parola fa immaginare (tornato dalla montagna, dove vado a rintanarmi per un
poco, scriverò al riguardo, per ribattere a chi pensa che io sia sempre
eccessivo)
E’
una irritante sfrontatezza quella con cui “i poteri” di qualunque tipo,
mistificano la realtà, confezionando
racconti.
I racconti dicono che nel monopoli
liberista, si insegna che la civiltà fondata sul debito e non sul dono
(ridicolo) è proba, equa e benevola, tranne nei casi in cui a pretendere il
dono siano i depositari delle regole;
I racconti dicono che la
democrazia è lo scontro degli interessi dominanti gestiti dalle lobbies e che
soltanto così si ottiene il meglio per il mondo.
I racconti dicono che la
governabilità è un valore primario; quello che non dicono è che una
governabilità che rifiuti “le regole” della fede liberista, non è accettatta e
diventa un disvalore
I racconti dicono che l’auto-determinazione
dei popoli è un diritto sacrosanto ma che l’integrità delle nazioni è altrettanto
sacra. Basta usarle secondo necessità e convenienza e il diritto internazionale
è servito.
I racconti dicono che ci sono
“nazioni” i cui confini si dilatano fino a coincidere con i propri interessi e
altre che devono accettarli.
I racconti dicono che a Parigi è
stata ferita la civiltà, ma Hollande sta fregandosi le mani, visto che la sua
popolarità sta crescendo per quello.
........... ogni potere ha
elaborato il proprio racconto, ben confezionato, per convincere la gente che
quello che propone è per il bene di tutti e non delle proprie pretese; che
l’ologramma che viene offerto non è una colpevole illusione ma il mondo migliore possibile.
Io non credo in dio. Come mai sono
d’accordo spesso con il papa cattolico e in disaccordo con i rampolli
dell’illuminismo? Perchè gli affabulatori del potere lo citano e lo applaudono?
Su
La Repubblica dell’otto febbraio scorso c’era un articolo di Pankaj
Mishra (non importa sapere che sia uno studioso famoso); l’articolo vale per sè
e bisognerebbe leggerlo.
Mette in discussione molte delle
“certezze” che il “racconto” (chiedo scusa: lo storytelling) fatto dagli
imbonitori, detentori del potere (chiedo
di nuovo scusa: dai disegnatori e gestori della “governance”) ci ha infilato in
testa. Non è certo obbligatorio essere
d’accordo, ma sarebbe onesto e utile leggerlo e pensarci su.
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